domenica 18 dicembre 2022

Piombaggine (Plumbago auriculata), un Rampicante per i Climi Caldi - Coltivazione e Cure

I fiori azzurri non sono tra i più comuni nel Regno Vegetale e, forse anche per questo, il Plumbago (Plumbago auriculata) non passa mai inosservato nei cortili e nei giardini italiani.

Plumbago è in realtà un genere, appartenente alla famiglia delle Plumbaginaceae, che racchiude al proprio interno una ventina di specie che prosperano in climi cha vanno dal tropicale, sino al temperato caldo.

Alcune delle specie di Plumbago : 

  • Plumbago pulchella : specie cespugliosa endemica del Messico, dove viene usata come pianta medicinale, soprattutto in ambito veterinario. 
  • Plumbago wissii : specie rara che si trova esclusivamente in alcune aree rocciose della Namibia settentrionale. Produce fiori color rosa-lilla.
  • Plumbago indica : originario del Sud-Est asiatico (Filippine, Indonesia etc.) è una delle specie più sensibili al freddo e muore con temperature inferiori ai 10° C (50° F). Ha portamento cespuglioso e produce fiori arancioni, dalla forma tipica del genere.
  • Plumbago zeylanica : specie erbacea dal portamento prostrato originaria delle zone subtropicali dall'India, sino all'Australia. Produce fiori bianchi.
  • Plumbago europaea : specie nativa del bacino Mediterranea, la si trova spontanea (ma molto localizzata) anche in Italia dove forma cespugli non più alti di 1 metro (3.3 ft). I fiori sono di color rosa violaceo e la fioritura, in Sardegna, avviene tra Agosto e Settembre.
  • Plumbago auriculata : nativo del Sud-Africa è la specie più diffusa a livello ornamentale, nonché quella discussa approfonditamente in questo articolo.
Plumbago auriculata

Botanica e Fisiologia :

Plumbago auriculata è una specie sempreverde di natura rampicante che, nelle zone d'origine (Sud Africa), riesce a raggiungere anche i 6 metri (20 ft) di altezza. Se coltivata in Italia come pianta ornamentale si mantiene di norma più piccola e, con opportune potature, la si può crescere a forma arbustiva, con tralci ricadenti. Gli steli sono sottili, ma numerosi e flessibili, rendendo la pianta adatta alla formazione di siepi che coprano recinzioni, ovviamente solo laddove il clima (vedi più avanti) ne permetta la coltivazione all'aperto tutto l'anno. 

Foglie Plumbago auriculata
Le foglie della Piombaggine Blu sono lucide, di color verde chiaro, di forma ovale e non più lunghe di 5 centimetri (2 in). La pianta è vigorosa e le foglie tendono a disporsi a raggiera, dando l'impressione che siano molto folte. Il verde brillante è intervallato dal colore azzurro-bluastro dei fiori. Essi sono formati da cinque petali che, a seconda della varietà, possono assumere diverse tonalità di azzurro, talvolta con sfumature violastre. Esiste anche una varietà (P. auriculata var. alba) a fiori bianchi. I numerosi fiori sono disposti in un'infiorescenza ombrelliforme, che potrebbe vagamente ricordare la forma di un'infiorescenza di Ortensia. I fiori sono molto visitati dalle farfalle che provvedono all'impollinazione.

Le radici sono piuttosto superficiali e la specie non produce né radici avventizie, né viticci con cui aggrapparsi ai supporti. 

Una curiosità, sebbene di aspetto ben diverso, si ritiene che il Plumbago odierno sia molto simile all'antenato da cui poi si sono evolute molte specie di piante carnivore presenti ai giorni nostri. Non è un caso che i fiori di questa pianta siano visitati più dalle mosche, che dalle api.

Fiori Plumbago auriculata

Coltivazione e Cure :

Plumbago auriculata, tra i vari nomi noto anche come Gelsomino Azzurro, è una pianta che predilige climi che vanno dal tropicale al temperato caldo, esenti da gelate. Esso può essere coltivato sia in pieno Sole, sia a mezz'ombra, fiorendo copiosamente in entrambe le condizioni, mentre se coltivato tutto il giorno all'ombra il numero dei fiori prodotti si riduce. 

Il Plumbago gradisce un terreno soffice, fertile, drenante, ma che si mantenga umido, tuttavia piante coltivate in piena terra e ben affrancate hanno una media resistenza alla siccità

Questa pianta fiorifera, grazie anche all'apparato radicale relativamente compatto, si coltiva facilmente anche in grossi vasi; ovviamente in tale condizione le innaffiature estive dovranno essere più frequenti rispetto a piante coltivate in piena terra.

Vegetazione
La coltivazione in vaso consente lo sviluppo del Plumbago anche nelle zone fredde del Nord Italia, dove il gelo intenso non ne permetterebbe la sopravvivenza all'esterno. Queste specie è infatti sensibile al gelo e si deve mettere in serra o proteggere, quando le temperature scendono sotto gli 0° C (32° F). Anche pochi gradi sotto zero bruciano le foglie, tuttavia le radici ed i fusti sono più resistenti e, qualora le gelate non siano state troppo intense (non oltre -4° C o 25° F), in primavera ributteranno copiosamente, riformando velocemente l'intera chioma. 

La potatura può essere molto energica, senza che questo comprometta la fioritura dell'annata successiva, anche perché i fiori vengono prodotti sul nuovo legno. La fioritura è prolungata e scalare, tanto che, in Italia, può durare dalla fine della primavera, sino ai primi freddi autunnali (maggio-ottobre), mentre in zone tropicali può anche essere continuativa (per tutti i mesi dell'anno). 

La specie è rustica e poco incline ad attacchi massicci da parte di patogeni di natura virale o insetti. Per questo non viene trattata con anticrittogamici. Talvolta può capitare che in nuovi germogli vengano infestati dagli afidi, tuttavia di norma il problema è circoscritto e si risolve da solo senza compromettere né la fioritura, né lo sviluppo.

Plumbago auriculata si riproduce tranquillamente per semina, ma a livello vivaistico è di norma moltiplicata tramite talea, da effettuarsi nel periodo estivo. Quest'ultimo metodo di propagazione permette di mantenere l'esatta cultivar, oltre a consentire un'immediata messa a fiore. 

Il Plumbago si può coltivare tranquillamente all'aperto nelle zone costiere del Centro-Sud Italia (ma anche in Liguria), dove richiede solo di essere bagnato nei periodi più aridi. Nelle zone più calde del Sud Italia sarebbe da preferire una posizione leggermente meno soleggiata rispetto a quella che gli si dovrebbe riservare al Centro-Nord Italia. Nel settentrione si può coltivare all'aperto solo nei microclimi più miti, come alcuni angoli molto riparati del Lago Maggiore; tuttavia anche qui solo durante gli inverni più miti potrà mantenere la chioma, mentre negli altri ripartirà dalle radici, morendo del tutto con cadenza decennale (che magari, con i cambiamenti climatici, si estenderà).

Altrove si coltiva in vaso, da collocare in veranda durante l'inverno. La condizione di crescita in vaso è comunque ben tollerata e lo sviluppo sarà soddisfacentemente buono. Durante la coltivazione in vaso si dovrà però prestare maggior attenzione alla concimazione, dato che il terreno tenderà ad impoverirsi molto più rapidamente rispetto ad un suolo erboso.

Una pianta molto fiorifera ed elegante che, da ora in poi, saprete riconoscere.

Cespuglio Plumbago auriculata

martedì 1 novembre 2022

Alberature Stradali : Le Specie Più Comuni nelle Città Italiane

Le piante, ed il verde in generale, rendono l'ambiente urbano più vivibile, oltre ad abbellire ed a dare un po' di colore al grigiore dell'asfalto. 

Gli alberi, facendo la fotosintesi, partecipano al Ciclo del Carbonio riducendo così la quantità atmosferica di CO2 emessa dai combustibili fossili. Alcune specie possono addirittura metabolizzare i metalli pesanti e le polveri sottili, rendendo l'aria urbana più respirabile. Oltre a ciò le piante creano zone d'ombra, che in estate aiutano a ridurre le temperature ed il calore rilasciato dal cemento.

Platani e Pruni Lungolago di Arona

Ma non tutte le piante sono adatte a crescere in città e, di norma, devono avere le seguenti caratteristiche :

  • Sopportare l'inquinamento e lo smog
  • Crescere abbastanza velocemente
  • Essere piante ad alto fusto (non arbustive), così da permettere la presenza di parcheggi alla loro base
  • Resistere al freddo, al caldo ed alla siccità (è impensabile innaffiarle)
  • Essere rustiche e resistere alle malattie (non si possono trattare con anticrittogamici) 
  • Avere elevata longevità (almeno 80-100 anni)
  • Avere un apparato radicale solido, che ne eviti la caduta anche in caso di forte vento
  • Possedere una chioma densa ed espansa
  • Resistere anche a potature drastiche (che sono comunque da evitare)

Quali Sono le 15 Specie Più Comuni nelle Alberature Stradali delle Vostre Città ?

1) Platano (Platanus acerifolia)  

Riconoscibile per il tronco dotato di una corteccia "mimetica" che ricorda un po' le divise militari, è coltivato da Nord a Sud (sebbene più frequente al centro-nord). Il Platano, appartenente alla famiglia delle Platanaceae, è un grosso albero che, se non potato, raggiunge senza problemi i 30 metri (100 ft) di altezza. In realtà la specie più comunemente usata è un ibrido tra Platanus occidentalis e Platanus orientalis, per l'appunto Platanus acerifolia. Il nome è una chiaro richiamo alla forma della foglia che, per l'appunto, ricorda quella di un Acero. Lo possiamo trovare in quasi tutte le città d'Italia, come ad esempio lungo Via Celoria (zona Università Città Studi) a Milano. 

Platanus acerifolia
2) Tiglio (Tilia vulgaris:

Specie nativa del centro-Europa ed appartenente alle Malvaceae, una famiglia con specie di norma tropicali, con poche eccezioni, tra cui appunto il Tiglio. Esso è coltivato da secoli ai margini delle strade. Si riconosce a vista per le grosse foglie a forma di cuore ma, tra fine maggio e giugno, anche all'olfatto; infatti un viale alberato di Tigli in fioritura emana una fragranza delicata ed indistinguibile. Spesso i Tigli vengono potati in maniera piuttosto drastica, assumendo un aspetto tozzo e non è raro trovarli anche in questa forma, tuttavia sono piante ad alto fusto e se lasciate crescere liberamente possono raggiungere un'altezza di circa 30 metri (100 ft).

Tilia vulgaris

3) Pioppo (Populus nigra:

Pianta appartenente alle Salicaceae, può raggiungere i 30 metri (98 ft) di altezza. Peculiarità è il portamento assurgente, che ricorda un po' la forma di un cipresso. Tra tutte le piante ad alto fusto è probabilmente quella con la chioma più compatta, con rami presenti anche nella parte bassa del tronco, ma con angoli acutissimi rispetto allo stesso. Le foglie sono cuoriformi, di color verde intenso. I frutti contengono semi ricoperti da una lanuggine che vola per chilometri, talvolta ricoprendo interi prati. Purtroppo sono piante non troppo longeve (rispetto ad altre di simili dimensioni) e, invecchiando, possono facilmente essere abbattuti dal forte vento, motivo per cui in molte città si stanno togliendo dai margini delle strade, per relegarli a posti isolati nei parchi pubblici. 

Populus nigra
4) Pruno (Prunus ssp.) :

I Pruni ornamentali (esistono più specie), diversamente dalle altre specie elencate in questo articolo, hanno uno sviluppo limitato e, più che per creare ombra, vengono piantati lungo i viali pedonali per abbellirli (clicca qua per maggiori dettagli). I Prunus da fiore appartengono alla grande famiglia delle Rosaceae e non superano i 6 metri (20 ft) di altezza e, verso Marzo, si ricoprono di una miriade di fiorellini bianco-rosati per un periodo di circa due settimane. Le foglie rimangono color bruno-porpora anche durante l'estate.

Pruno da Fiore
5) Bagolaro (Celtis australis:

Appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, è chiamato anche "Spaccasassi" per via delle possenti radici, in grado di penetrare nelle crepe delle rocce sino a spaccarle. Il Bagolaro, nativo dell'Europa Meridionale, è un albero deciduo alto al massimo 25 metri (82 ft), dotato di un tronco possente, ricoperto da una corteggia grigia e liscia. La chioma è espansa ed a forma globulare, con foglie medio-piccole dal margine seghettato. I frutti, facilmente notabili in autunno, sono delle piccole drupe, violacee a maturità, che sono molto gradite dagli uccelli. Viene piantato lungo le strade delle città anche perché è una specie rustica e robusta, che difficilmente viene divelta dal vento.

Celtis australis
6) Albero dei Ventagli (Ginkgo biloba) :

Una delle due Gimnosperme tra tutte le piante elencate in questo articolo, è considerato un fossile vivente risalente a 260 milioni di anni fa. La specie, unica sopravvissuta della famiglia delle Ginkgoaceae,  raggiunge un'altezza massima di circa 40 m (131 ft), sebbene rimanga normalmente un po' più bassa, con un portamento tendenzialmente piramidale, sebbene in alcune varietà possa essere colonnare. Le foglie sono a forma di ventaglio, con una consistenza che può ricordare quella del cuoio. In autunno, prima di cadere, le foglie si tingono di giallo, rendendo il G. biloba molto ornamentale in questa fase. Viene coltivato lungo i viali, ma ancor di più nei parchi delle città, in quanto molto tollerante all'inquinamento e con un'elevata capacità di "purificare" l'aria dalle polveri sottili e da altri inquinanti.

Ginkgo biloba
7) Ippocastano (Aesculus hippocastanum:

Nativo del Caucaso ed appartenente alle Sapindaceae è un albero deciduo alto fino a 30 metri (100 ft) ed utilizzato sia nei parchi, che lungo le strade, per via delle belle foglie composte (dall'aspetto vagamente tropicale), del portamento elegante e dell'appariscente fioritura tardo primaverile. Si riconosce anche per il frutto, che ricorda una grossa castagna, che non è però commestibile. Il tronco di vecchi esemplari tende a fessurarsi in profondità ed ad avere una forma irregolare. 

Aesculus hippocastanum
8) Liquidambar (Liquidambar styraciflua):

Nativo del Nord America, appartiene alla famiglia Altingiaceae. Si sviluppa come albero di medie-grosse dimensioni, di norma raggiungendo al massimo un'altezza di 25 metri (83 ft). Il portamento è piuttosto snello, con rami assurgenti. Le foglie sono profondamente lobate e, in autunno, hanno un vivacissimo colore che spazia dal giallo al rosso, la presenza di questa sfumatura lo rende particolarmente attraente in questa stagione. Ormai è facile trovarlo sia lungo le strade cittadine, sia nei parchi pubblici. Per uno sviluppo ottimale preferisce terreni umidi ed è quindi più indicato per il Nord Italia. 

Liquidambar styraciflua

Fioritura Koelreuteria paniculata
9) Albero delle Lanterne (Koelreuteria paniculata)

Originario di Cina e Corea appartiene alla famiglia delle Sapindaceae, la stessa a cui appartengono gli Aceri, ma anche fruttifere strettamente tropicali come il Rambutan. E' una pianta decidua che, rispetto alle precedenti, si mantiene più bassa raggiungendo un'altezza di poco superiore ai 10 metri (33 ft). Si fa notare soprattutto in Giugno, quando l'intera chioma si ricopre di infiorescenze a forma piramidale costituite da moltissimi piccoli fiori gialli. Altra peculiarità sono i frutti, color rosato, che assomigliano alle famose lanterne cinesi (da qui il nome).

Viale con Alberi delle Lanterne
10 ) Frassino (Fraxinus ssp.)

Il genere, appartenente alla famiglia delle Oleaceae, è composto da più specie, di cui alcune (es. Fraxinus americana, Fraxinus excelsior Fraxinus angustifolia) utilizzate per le alberature stradali. Sebbene con differenze tra le specie, il Frassino ornamentale è un albero ad alto fusto che può superare i 30 metri (100 ft) di altezza, ma ha un portamento relativamente snello. Tutte le specie sono native delle zone temperate dell'emisfero Boreale e crescono bene nella zona fitoclimatica del Castanetum. Le foglie sono caduche, composte e imparipennate, ognuna formata da 4-7 copie di foglioline dal margine spesso seghettato. Il tronco è liscio in gioventù, mentre tende a fessurarsi longitudinalmente con l'età.

Fraxinus
11 ) Quercia (Quercus) Rovella (Quercus pubescens) :

Esistono molte specie di Quercia, la Rovella (Quercus pubescens) è quella più comune in Italia dove, oltre a crescere selvatica nei boschi decidui, viene talvolta coltivata anche a livello ornamentale nei parchi. Il fusto è relativamente breve, con branche che partono sin dalla parte basse. La pianta supera di poco i 20 metri (66 ft) di altezza, tuttavia ha una chioma espansa e, nel complesso, può sembrare abbia un portamento tozzo, ma massiccio. Le foglie seccano in autunno, ma rimangono attaccate alla pianta fino alla primavera successiva. La Quercia Rossa (Quercus rubra) è invece originaria del Canada e coltivata lungo i viali dei parchi, anche per via dello splendido colore rosso che assume in autunno, prima di perdere le foglie. Infine il Leccio (Quercus ilex) usato come alberatura stradale, soprattutto nelle zone costiere del centro-sud Italia, dato che è una Quercia sempreverde e la neve potrebbe arrecare danni meccanici.

Quercus rubra
12) Acero Saccarino (Acer saccharinum) :

Specie di Acero nativo nel nord America, sul confine tra Stati Uniti e Canada, è una pianta di medie dimensioni, superando raramente il 20 metri (66 ft) di altezza, con un portamento abbastanza espanso. La crescita risulta rapida e ciò gli permette di trovare facile impiego nelle alberature dei viali cittadini e lungo le piste ciclabili. Viene chiamato anche Acero Argenteo poiché le foglie, profondamente lobate, hanno riflessi color argento sulla pagina inferiore, mentre su quella superiore sono di color verde brillante. La corteccia è di color grigio e tende a squamarsi con l'età. I frutti, come in tutti gli Aceri, sono delle dismare che ricordano la forma di un'elica, che permette loro di "planare" lontano dalla pianta madre. 

Acer saccharinum
13) Carpino Bianco (Carpinus betulus :

Carpinus betulus
Specie nativa dell'Europa e diffusa sino alle zone meno aride del medio-oriente, appartiene alla famiglia delle Betulaceae ed è  quindi parente della classica Betulla. La pianta raggiunge un'altezza di circa 20 metri (66 ft) e possiede tronco liscio, anche se sul fusto degli esemplari adulti tendono a formarsi profonde scanalature. La corteccia è grigia. Le foglie sono di medio-piccole dimensioni, alterne, con vistosi ripiegamenti e nervature. Le foglie, un po' come succedeva con la Rovella, tendono ad ingiallire, seccare, ma rimanere attaccate ai rami anche durante l'inverno. I nuovi rami, appena germogliati, hanno tonalità che spaziano dal porpora al rossastro. La specie raggiunge anche i due secoli d'età ed allo stato naturale ha una buona capacità nell'emettere polloni. Si trova lungo i viali, soprattutto nel Nord Italia.

14) Pino Marittimo e Domestico (Pinus pinaster e Pinus pinea) :

Coltivati nelle zone costiere, lungo i viali ed all'interno dei parcheggi, sono spesso specie confuse l'una con l'altra. Entrambe, ma soprattutto la P. pinea, sono conifere dal portamento atipico, infatti tendono a sviluppare una chioma a forma d'ombrello, con un tronco lungo e privo di rami nella parte bassa. Facilmente danneggiabile dalla neve, può diventare pericolosa laddove ve ne si accumuli molta. P. pinea produce anche i pinoli, utilizzati insieme al basilico, per fare un ottimo pesto alla genovese. Le radici sono così superficiali e possenti tanto da creare problemi, infatti possono sollevare l'asfalto e rovinare marciapiedi. 

Pinus pinea
15) Jacaranda mimosifolia :

Vorrei concludere con una specie esotica, di certo coltivabile solo nelle zone più miti d'Italia, dove eventi di gelo siano rari, leggeri ed effimeri. La Jacaranda è nativa dell'America latina ed appartiene alla famiglia delle Bignoniaceae (la stessa della più rustica Bignonia) ed è molto comune nelle zone tropicali e subtropicali, mentre in Italia viene coltivata per lo più da privati. Tuttavia a Palermo ho un vi è un viale alberato con questa specie ed in alcune zone del Sud Italia potrebbe essere un'ottima alternativa alle piante citate in precedenza. Le foglie sono molto simili a quelle della Mimosa, tuttavia ha un comportamento semi-deciduo o deciduo. La fioritura è copiosa, con fiori color blu-viola, che ricorda un po' i colori della fioritura di Glicine. In Italia essi sbocciano verso aprile-maggio, quando la pianta è ancora piuttosto spoglia di foglie. Davvero uno spettacolo. La Jacaranda è una pianta imponente e raggiunge anche i 30 m (100 ft) di altezza. 

Jacaranda mimosifolia

martedì 4 ottobre 2022

Brugmansia - Coltivazione, Clima e Cure

La Brugmansia, nota anche con il nome "Trombone degli Angeli" o anche "Stramonio Arboreo", è una pianta ornamentale coltivata per i suoi bellissimi fiori in molte zone calde d'Italia.

Origine, Specie ed Inquadramento Botanico :

Con il nome Brugmansia ci riferiamo in realtà ad un genere, al cui interno sono presenti solo sette specie, appartenenti all'immensa famiglia delle Solanaceae (come Pomodori, Melanzane e Tamarillo). Il genere Brugmansia è strettamente correlato col genere Datura, tanto che fino a pochi decenni fa si credeva che fossero un unico genere. Tutte le specie di Brugmansia sono native del Sud America e molte di esse crescono (crescevano) in montagna, sulle Ande; tuttavia si ritiene che oggigiorno, allo stato naturale, si siano estinte, a seguito dell'estinzione degli animali che provvedevano alla disseminazione dei loro semi.

Fiore Brugmansia

Di seguito troverete una breve descrizione delle diverse specie, mentre successivamente parlerò della Brugmansia come se fosse un'unica specie, soffermandomi sui tratti comuni a tutte.

  • Brugmansia aurea : endemica dell'Ecuador, è dichiarata estinta allo stato selvatico dal 2014. Può raggiungere un'altezza di 6 metri (20 ft) e produce fiori dalla tipica forma del genere, ma esclusivamente di colore giallo.
  • Brugmansia insignis : originaria della parte settentrionale dell'Amazzonia, cresceva ai piedi delle Ande Peruviane, così come in Colombia. Raggiunge un'altezza di circa 3 metri (10 ft) ed ha fiori bianchi sfumati di rosa.
  • Brugmansia insignis : nativa del Brasile Meridionale, produce fiori bianchi (talvolta sfumati di giallo) che emanano una dolce fragranza.
  • Brugmansia versicolor : endemica dell'Ecuador, produce fiori pendenti verso il basso che raggiungono le maggiori dimensioni tra tutte le 7 specie e possono esser lunghi anche 50 cm (1,65 ft).
  • Brugmansia arborea : tra le specie più grandi, può raggiungere i 7 metri (23 ft) di altezza. E' nativa delle Ande, dove cresceva anche a quote considerevoli, dall'Ecuador sino al Cile settentrionale. E' una delle Brugmansia più resistenti al gelo, dato che nei luoghi d'origine sono possibili leggere brinate. 
  • Brugmansia sanguinea : distribuzione simile a quella della B. arborea, anche in questo caso ha un notevole sviluppo e si contraddistingue per avere fiori dal colore rosso.
  • Brugmansia vulcanicola : originaria delle Ande settentrionali (Ecuador, Colombia), è una pianta a sviluppo limitato ed ha i fiori più piccoli tra tutte le specie di Brugmansia.

Botanica e Fisiologia :

La Brugmansia è una pianta tendenzialmente a portamento arbustivo, con diversi tronchi e ramificazioni, sin dalla parte bassa di essi ed in Italia raramente supera i 3 metri (20 ft) di altezza, rimanendo spesso più bassa. Le foglie, che possono aver dimensioni differenti a seconda della specie, sono alterne, a forma ovale, con margine ondulato quasi a formare delle punte, talvolta ricoperte da una sottile peluria e possono ricordare (vagamente) quelle della Pianta delle Melanzane.

Piante di Stramonio Arboreo
Nelle zone più miti d'Italia, e nei luoghi d'origine, tutte le Brugmansia sono sempreverdi, ciò nonostante talune reggono piuttosto bene la defogliazione ed in zone con leggere gelate possono comportarsi come piante decidue, senza che questo ne causi necessariamente la morte o ne comprometta la fioritura della stagione successiva. Un'ultima nota in merito alle foglie : esse possono contenere elevate quantità di alcaloidi e risultare perciò tossiche.

Tronco BrugmansiaI fiori hanno la caratteristica forma ad imbuto e sono penduli, praticamente perpendicolari al terreno. Essi sono numerosi ed hanno colori che variano dal bianco, al giallo, al rosso-rosa, all'arancione e non è raro che un fiore abbia sfumature di più colori, a seconda della specie e dei numerosi ibridi selezionati dall'uomo. La dimensione media di un fiore si aggira attorno ai 30 cm (12 in). I fiori possono esser singoli, doppi o persino oltre.

Sei delle sette specie di Brugmansia hanno fiori che emanano una fragranza più o meno intensa, che raggiunge l'apice durante le calde serate estive. Lo scopo evolutivo di tutto questo è attirare gli insetti impollinatori notturni, come le falene. L'unica specie a non avere fiori profumati è la B. sanguinea, la quale è di solito impollinata dai Colibrì, invece che dagli insetti notturni.

La fioritura è prolungata e, in zone non tropicali come l'Italia, si interrompe solo durante i mesi più freddi, mentre può esser più o meno continuativa ai tropici. In linea di massima in Italia inizia a fiorire dalla tarda primavera, sino all'autunno inoltrato.

Il tronco ed i rami hanno di norma una consistenza semi-legnosa e sono ricoperti da una sottile corteccia marrone-grigiastra che si fa via via più verde tanto più ci si avvicina all'apice. Le radici sono relativamente sottili e non invasive. Il frutto è una bacca spugnosa contenente numerosi fiori. 

Infiorescenza Trombone degli Angeli

Fiore Bianco Brugmansia

Coltivazione  della Brugmansia in Italia ? - Esposizione, Clima, Potature e Cure

Il Trombone degli Angeli si coltiva al meglio in piena terra, tuttavia, grazie all'apparato radicale relativamente compatto, si può sviluppare bene anche in grandi vasi, rendendo così possibile la sua coltivazione anche in zone gelide.

Il terreno ideale è fertile, drenante, ma che si mantenga anche abbastanza umido. E' ideale concimare con letame o compost ben maturo che, oltre a nutrire la pianta, funge da ammendante, rendendo il suolo soffice ed aumentando la ritenzione idrica. Sono da evitare terreni poveri, secchi, sabbiosi ed eccessivamente sassosi. Come noterete, lo Stramonio non ha un'ottima resistenza alla siccità e, soprattutto nei mesi estivi, le innaffiature dovranno essere generose. Ovviamente la coltivazione in vaso complica la gestione, dato che le radici esploreranno un minor volume di terreno, il quale si asciugherà ed impoverirà più rapidamente. Se in piena terra la concimazione non è strettamente necessaria, in vaso lo diventa ed al contempo si dovrà prestare una maggior attenzione a non far seccare la terra.

Ma dove collocare il vaso o, se il clima lo permette, dove interrare il vostro Trombone degli Angeli ? 

L'ideale è trovare un angolo caldo e riparato, magari vicino al muro di casa, ma preferibilmente con un'esposizione ad Est. In modo tale potrà godere dell'ombra pomeridiana, assai gradita durante le roventi estati. Si può coltivare anche in pieno Sole, soprattutto al centro-Nord, tuttavia l'esposizione che le dona un aspetto più sano è senza dubbio quella a mezz'ombra.

Altro aspetto da chiarire è quale sia la resistenza al freddo della Brugmansia. Premesso che la tolleranza al freddo è diversa tra le sette specie, se prendiamo come riferimento la B. arborea ed i suoi innumerevoli ibridi potremmo asserire che l'ideale sarebbe coltivarle (all'aperto e senza protezioni invernali) in aree prive di gelo. Se le temperature si mantengono superiori agli 0° C (32° F), lo Stramonio Arboreo mantiene le foglie reggendo senza danni anche lunghi periodi con temperature inferiori ai 10° C (50° F). In una finestra che oscilla tra 0° C e -3° C (32-26° F) si ha la perdita parziale o totale delle foglie, ma il legno dei rami più grossi resiste; tuttavia le radici sono ancora più rustiche ed in un range di temperatura tra -3° C e -8° C (26-18° F) potrebbero ancora sopravvivere e, in primavera, riformare l'intera chioma e persino fiorire durante l'estate (un po' più in ritardo rispetto a se non morisse la parte aerea). Non escludo che con un'ottima pacciamatura le radici possano sopravvivere anche a temperature leggermente inferiori, soprattutto se con terreno secco.

Il Trombone degli Angeli è una pianta molto vigorosa che sopporta pesanti potature. Esse hanno lo scopo di diradare la chioma, togliendo rami che si incrociano, ma anche di mantenere la pianta più bassa, di solito ad altezza uomo; inoltre sarà anche importante rimuovere i succhioni ed alcuni dei numerosi polloni che, soprattutto in climi in cui d'inverno sopravviva solo l'apparato radicale, saranno in sovrannumero. 

Lo Stramonio si moltiplica facilmente tramite seme, il quale deve essere interrato in primavera, non appena le temperature esterne consentiranno il germogliamento. Il terriccio deve essere mantenuto umido e, di anno in anno, le nuove piantine dovranno essere rinvasate in vasi di diametro sempre maggiore. Partendo da seme ci vorranno in media 5 anni per la prima fioritura. Alternativamente si propaga facilmente tramite talea, utilizzando un ramo lungo circa 15 cm (6 in), da far radicare in terriccio misto torba-sabbia durante la primavera. Questo metodo di riproduzione, oltre a mantenere l'esatta cultivar, ci permetterà di ottenere piante in grado di fiorire in 1-2 anni.

Insomma una pianta ornamentale, dall'aspetto tropicale ed abbastanza facile a coltivare, anche in Vaso nelle regioni del Nord Italia. Se vi ho incuriosito non esitate ad acquistarne una (si trova facilmente nei Vivai) e son sicuro che vi darà grandi soddisfazioni. 

Foglie ed Apice Brugmansia

Fioritura Stramonio

giovedì 1 settembre 2022

Peonia Arbustiva ed Erbacea - Coltivazione, Clima e Differenze tra le Specie

Le Peonie sono coltivate in tutta Italia per il loro bellissimi, e talvolta profumati, fiori. In questo articolo cercheremo di fare un po' di chiarezza sulle specie principali e su come devono esser coltivate per fiorire abbondantemente e per molto tempo.

Origine ed Inquadramento Botanico :

Il genere Paeonia, unico rappresentante della famiglie delle Paeoniaceae, contiene al suo interno circa 40 specie, le quali possono grossolanamente essere divise in specie erbacee (circa 75%) o arboree (25%). La distribuzione delle diverse specie di Peonia è ampia, ma riconducibile a zone temperate dell'emisfero boreale. Allo stato selvatico le specie arboree si ritrovano solo in Cina, mentre quelle erbacee, a seconda della specie, popolano l'Europa meridionale e l'Asia centro-orientale, comprendendo le zone montagnose ai piedi dell'Himalaya, come la Paeonia emodi, presente tra Pakistan e Nepal o la Paeonia sterniana, endemica del Tibet; mentre la Paeonia lactiflora si spinge fino alla gelida Siberia orientale. Paeonia cambessedesii è endemica delle isole Baleari (Spagna), mentre la Paeonia parnassica cresce nelle zone montagnose della Grecia. Nell'America settentrionale è presente la Paeonia californica, che cresce sul versante pacifico della California (Stati Uniti), ma anche nella Baia California (Messico). In Italia, allo stato naturale, ritroviamo la Paeonia mascula, nota anche come Rosa di Montagna, che cresce nel sottobosco di querce e la Paeonia officinalis, che predilige terreni calcarei e cresce sulle Alpi e nella parte centro settentrionale dell'Appennino (non si ritrova nel Sud Italia).

Le Peonie hanno 5 cromosomi, ma molte specie sono tetraploide, sebbene esistano anche diploidi (per informazioni sulla poliploidia clicca qua).

Sebbene la Peonia sia storicamente collegata alla Cina, arrivò in Europa a fine '700 e, soprattutto in Inghilterra e Francia, i botanici si misero al lavoro per selezionare varianti con le migliori caratteristiche e, dato che le diverse Peonie sono spesso ibridabili tra loro, diedero origine ad innumerevoli ibridi coltivati tuttora a scopo ornamentale in tutto il mondo. L'Olanda, conosciuta per lo più per i Tulipani, è il maggior produttore di bulbi di Peonia.

Fiore Peonia

Quali Sono le Differenze tra la Peonia Arbustiva (o Arborea) ed Erbacea ?

A prima vista, soprattutto per un occhio inesperto, le Peonie potrebbero apparire tutte molto simili tra loro, con l'unica differenza facilmente riscontrabile solo nella tipologia del fiore (colore, dimensione, forma etc..); tuttavia non è questo il tratto distintivo tra le due tipologie di Peonia (Arborea vs Erbacea), dato che entrambe, al loro interno, hanno un'enorme diversificazione di fiori, a seconda della varietà.

Ciò che permette di distinguere una Peonia Arbustiva da una Peonia Erbacea e riassumibile nei punti che seguono :

  • Aspetto in Inverno : la Peonia Arbustiva è, di fatto, un arbusto ed in inverno manterrà i rami prodotti durante l'estate precedente, perdendo unicamente le foglie (è decidua). Nella Peonia Erbacea, invece, i rami estivi seccheranno con l'arrivo del freddo e nella primavera successiva i nuovi rami spunteranno da gemme presenti nel bulbo sotterraneo (che è perenne). Quindi in inverno la Peonia Arbustiva sembrerà un cespuglio spoglio, mentre la Peonia Erbacea "scomparirà", perdendo tutta la parte aerea.
  • Altezza : la Peonia Erbacea, dovendo ricostruire l'intera chioma ogni anno, raggiungerà altezze minori, di norma poco oltre il metro (3.3 ft); la Peonia Arbustiva invece può essere alta anche il doppio.
  • Prima Fioritura : se si interra in autunno un bulbo di una Peonia Erbacea, la primavera successiva si avranno già i fiori, mentre piantando una piccola Peonia Arborea ci potrebbero volere 2-3 anni prima della prima fioritura. 
  • Longevità : le Peonie Arbustive possono vivere anche 100 anni. Le Peonie Erbacee sono anch'esse perenni, ma per mantenersi  sane e vigorose si dovrebbero dividere i bulbi ogni 6-7 anni.
  • Vigoria : di norma le Peonie Erbacee crescono più velocemente, dato che hanno un'unica stagione per raggiungere la loro massima altezza.
  • Resistenza al Freddo : sebbene anche le Peonie Arboree siano resistenti a geli piuttosto intensi, quelle Erbacee lo sono di più e possono tollerare i climi continentali gelidi del Nord Europa.
  • Esposizione : Le Peonie Erbacee vogliono posizioni più Soleggiate rispetto alle Peonie Arbustive
Per una lettura sulla generale differenza tra specie botaniche erbacee ed arboree clicca qui.

Peonia Fiore Rosa

Peonia Arbustiva Fiore Giallo

Come è Fatta una Peonia ? - Botanica e Fisiologia

Nonostante le differenze sopracitate, molti tratti accomunano le diverse specie di Peonia. Tutte le Peonie hanno l'aspetto di piccoli cespugli fitti, raramente più alti di un uomo e posseggono foglie pennate, in cui ogni fogliolina è lobata, più o meno marcatamente a seconda della varietà. Il colore delle foglie è tendenzialmente verde, ma in molte selezioni solo la venatura è verde, mentre il resto possiede sfumature bronzee.

I diversi cloni si differenziano per lo più per i loro fiori che possono essere di un colore che spazia dal bianco, al rosso, alle diverse sfumature di rosa-viola e, più raramente, anche giallo-arancione. Il fiore è di grosse dimensioni e caratterizzato dalla presenza di numerosissimi stami. Esso può essere singolo, doppio, semi-doppio, anemone (che ricorda appunto gli Anemoni). Altra variabile è l'odore del fiore, che può essere molto intenso, come assente, con in mezzo tutte le diverse intensità di fragranza. 

I fiori della Peonia sono singoli, si aprono all'apice di un lungo stelo ed hanno una vita media di circa 5-7 giorni, ma sbocciano in maniera scalare, protraendo la fioritura di ogni pianta per almeno 6-8 settimane, in un periodo compreso tra metà primavera e Luglio, con differenze anche in base alla varietà ed al clima in cui vengono coltivate.


Come Coltivare la Peonia ? - Crescita, Terreno e Potature 

Le Peonie sono piante amanti del Sole e gradiscono esposizioni piuttosto soleggiate; tuttavia possono fiorire anche in posizioni a mezz'ombra. In linea di massima le Peonie Erbacee sono più esigenti e fioriscono al meglio solo in pieno Sole, mentre le Peonie Arboree possono dare ottimi risultati anche con meno Sole diretto e talvolta, soprattutto nelle zone più torride ed aride, sono più sane con qualche ora di ombra durante il giorno.

Foglie Peonia
Le Peonie sono coltivate in luoghi molti freddi, sopportando anche gelate molto intense. Indicativamente sopravvivono in zone USDA comprese tra 2 e 8; quindi le più rustiche (alcune specie di Peonia Erbacea) resistono a temperature inferiori -40° C (40° F), mentre le specie più delicate delle Peonie Arbustive fin circa -12° C (10° F). In altre parole la giusta varietà di Peonia può crescere anche nelle vallate più fredde del Nord Italia.  Per contro, nelle zone più calde del Sud Italia potrebbe non essere soddisfatto il fabbisogno di freddo, con effetti negativi sulla fioritura (che risulterebbe scarsa).

Il terreno ideale è ricco di sostanza organica (ottime le concimazioni con letame maturo), ma soprattutto ben drenante, dato che i ristagni idrici tendono a far marcire i tuberi. Se il terreno fosse troppo compatto conviene lavorarlo, mischiarlo a sabbia e deporre ghiaia sul fondo, così da evitare l'accumulo di acqua. Il pH del suolo è preferibilmente neutro (pH 7), ma la pianta può tollerare leggere oscillazioni, preferendo quelli leggermente acidi rispetto a leggermente basici. Fertilizzanti eccessivamente ricchi di azoto potrebbero indurre crescita vigorosa, ma scarsa fioritura.

Bocciolo Peonia
Le Peonie non hanno un'ottima resistenza alla siccità, ma odiano anche i terreni troppo umidi; idealmente, in assenza di piogge, dovrebbero essere annaffiate con parsimonia, una volta ogni due settimane durante la primavera ed una volta a settimana in estate, mentre non si deve irrigare quando la pianta va in dormienza invernale (dopo caduta foglie). Ricordatevi, bagnare troppo è forse peggio di non bagnare affatto. Un'ottima soluzione, che vi permetterà di ridurre il consumo di acqua, potrebbe consistere nel fare un buono strato di pacciamatura.

La potatura è diversa a seconda che sia una Peonia Arbustiva o Erbacea; nel primo caso avrà lo scopo di eliminare i rami che si intersecano e sfoltire la chioma, favorendo la circolazione d'aria, mentre nel secondo caso si dovranno tagliare i rami secchi (ormai morti) alla base. E' fondamentale sapere che Peonia abbiate piantato, dato che potare alla base una Peonia Arbustiva equivarrà a non avere neppure un fiore durante l'estate successiva. Con entrambi i tipi di Peonia la potatura va eseguita sul finire dell'Autunno.

Dove e Quando Piantare le Peonie in Giardino ? Come Si Propaga ?

Il periodo migliore per la piantagione è il tardo autunno, prima che il terreno geli, ma dopo che le piante abbiano perso le foglie. La posizione dovrà esser soleggiata ed abbastanza aperta, dato che le Peonie non crescono bene vicino ad altre piante (più grandi di loro), né tanto meno sotto-chioma ad alberi ad alto fusto, come invece amano le Azalee ed i Rododendri.

Scegliete dunque una posizione isolata, per creare una bordura insieme ad altri bulbi e/o piante a crescita lenta e con apparato radicale contenuto (le Peonie odiano competere per i nutrienti con altre specie).

Le specie Arboree (es. Paeonia suffruticosa) si riproducono spesso tramite innesto su tuberi di specie erbacee, mentre le specie Erbacee si moltiplicano per divisione dei bulbi. Questa differenza è importante in fase di piantumazione : le Peonie Erbacee dovranno esser poste nella buca in modo tale che le gemme più superficiali siano ricoperte da non più di 4 cm (1,6 in) di terra, altrimenti potrebbe esser "soffocata"; per contro le Peonie Arbustive devono aver il punto di innesto posto ad almeno 10 cm (4 in) di profondità, evitando così che il portainnesto (cioè la specie erbacea) ricacci.

Le Peonie, nelle loro "mille" varianti, sono belle piante fiorite che, per loro natura, si prestano ad essere piantate isolate od a gruppetti distanziati e, insieme agli Aceri, non possono mancare in un bel giardino giapponese.

Fiore Peonia "Anemone"

Aiuola di Peonie

Grosso Fiore Semidoppio Peonia

martedì 2 agosto 2022

Dove Cresce il Tamarindo (Tamarindus indica) ? - Clima, Esposizione e Fruttificazione

Il Tamarindo (Tamarindus indica), da non confondere con il Tamarillo (Cyphomandra betacea), è una pianta tropicale i cui frutti vengono impiegati per uso alimentare ed erboristico.

Com'è e Qual è il Gusto del Tamarindo ?

Il frutto è un baccello lungo fino a 15 cm (6 in) che, a maturità, risulta color marrone chiaro. La parte esterna (buccia) è croccante e, facendo pressione con le dita, tende a sbriciolarsi. All'interno troviamo numerosi semi appiattiti di color nero lucido, avvolti dalla polpa, la quale è la parte commestibile di questo frutto. Essa è color marrone scuro ed ha una consistenza particolare, "appiccicosa e pastosa", che ricorda un po' quella del caramello del Mars. Il sapore è tutto suo, anche se potremmo associarlo a quello di un dattero molto maturo, con in più una nota di acidità, la quale può anche essere del tutto assente in alcune varietà. Il gusto è abbastanza deciso e perciò la polpa può essere diluita e disciolta per produrre bevande, ma può anche esser mangiata tal quale, magari non in quantità industriali.

Frutti Maturi Tamarindo

Frutti Aperti Tamarindo

Origine e Diffusione :

L'esatto luogo di origine del Tamarindus indica è tuttora incerto, tuttavia si ritiene che la specie sia nativa delle zone di savana dell'Africa tropicale, dove cresce selvatica in stati come Sudan, Nigeria, Somalia, Kenya e Tanzania, ma anche in zone molto secche dell'Arabia, come l'Oman. Il suo habitat naturale non è troppo diverso da quello dell'albero icona dell'Africa, il  Baobab (Adansonia digitata), a cui spesso cresce affianco. L'attuale distribuzione geografica è di origine antropica, infatti il Tamarindo è coltivato dall'uomo sin da epoche remote ed è oggi presente in tutte le zone tropicali e subtropicali del mondo. Tra i paesi che ne fanno maggior consumo c'è l'India, tanto che il termine "Tamarindo", di origine araba, significa "Dattero d'India".

Nelle zone equatoriali, con piogge abbondanti e ben distribuite durante l'anno, il Tamarindo produce pochi frutti, ma cresce e vegeta ugualmente bene, tanto da essere piantato come albero ornamentale o da ombra, nelle alberature stradali. 

In linea di massima il suo areale di coltivazione si spinge, sia a Nord che a Sud, fino ad una latitudine di 30° o poco più.

Fiore Tamarindus indica
Botanica e Fisiologia :

Il Tamarindo appartiene alla grande famiglia delle Fabaceae (ex Leguminose), la stessa dell'Albizia e della Mimosa, ma anche di PiselliFagioli e Fave, come si può evincere dalla forma del frutto (baccello).

Questa specie si sviluppa sotto forma di albero di medie dimensioni, raggiungendo un'altezza di circa 20 metri (6.6 ft) o poco più. La chioma è voluminosa, con una forma allargata, tanto che in alcuni casi fa sembrare tozzo anche un tamarindo adulto che ha raggiunto l'altezza massima. 

Il tronco, di norma singolo, è ricoperto da una corteccia color grigiastra che, con l'età, tende a squamarsi ed a creare profonde fessurazioni longitudinali. 

Le foglie, sono alterne e composte e, dal rachide principale di ognuna di esse, escono tra 10 e 20 paia di foglioline strette ed allungate, sullo stile di altre leguminose come la Robinia. Le foglie del Tamarindo sono color verde brillante ed hanno una consistenza simile al cuoio, inoltre le foglioline che le compongono hanno la peculiarità di "chiudersi" di notte, avvicinandosi tra di loro.

La specie è considerata sempreverde, tuttavia in ambienti in cui la stagione secca si protrae a lungo possono avere un comportamento semi-deciduo o persino deciduo (per un breve tempo), una sorta di estivazione in piccolo.

Foglie Tamarindus indica
I fiori sono ermafroditi, di piccole dimensioni e raggruppati in racemi compatti, formati al massimo da 15 fiori; essi hanno colori con sfumature che spaziano dal giallo al rosato. Le infiorescenze emergono dai nuovi getti e, in climi subtropicali, la fioritura avviene durante la bella stagione, indicativamente tra primavera ed estate. In zone monsoniche la fioritura avviene in concomitanza dell'emissione delle nuove foglie, verso la fine della stagione secca. In zone senza grosse fluttuazioni stagionali la fioritura può esser meno abbondante, ma meglio distribuita nei 12 mesi dell'anno.

L'impollinazione avviene ad opera degli insetti e la pianta è, almeno parzialmente, autofertile, sebbene l'impollinazione incrociata permetta una resa superiore. In un singolo fiore lo stigma (parte femminile) è ricettivo un giorno prima di quando l'antera (parte maschile) produca polline e, nel complesso, un albero isolato produce il 15% rispetto a piante che si impollinano vicendevolmente. Il frutto del Tamarindo è abbastanza lento a maturare e, dalla fioritura al frutto maturo, passano in media 8 mesi.

L'apparato radiale è esteso, profondo e compatto. Ciò permette alla pianta un'ottima resistenza nei confronti dei tifoni tropicali.

Fioritura Tamarindo

Come Coltivare il Tamarindo ? - Clima, Esposizione e Riproduzione

Il Tamarindo è una pianta adattata a crescere in climi tropicali semi-aridi od addirittura aridi, anche in prossimità delle coste, tollerando bene persino l'aria salmastra. Come facile intuire ha un'ottima resistenza alla siccità e può svilupparsi anche laddove vi siano appena 250 mm (10 in) di pioggia annui (vi ricordo che sotto i 200 mm una zona è considerata deserto). La quantità di pioggia ideale per la fruttificazione sarebbe però di 500 mm (20 in). E' importante notare che una stagione secca di almeno 3-4 mesi è necessaria per indurre la fioritura, infatti in zone a clima pluviale (foreste molto piovose tutto l'anno) la produzione è assai scarsa, se non nulla.

Le alte temperature non sono un problema e piante adulte superano senza danni anche ondate con temperature di 45° C (113° F).

Ma è possibile coltivare il Tamarindo in Italia ?

A dir il vero questa specie è anche piuttosto resistente al freddo e, piante adulte, possono sopportare qualche ora a temperature di -2°/-3° C (28-26° F), tuttavia le giovani piantine muoiono anche con leggere gelate. Nonostante il Tamarindo sopporti questi picchi di freddo, un ruolo rilevante per la sua sopravvivenza lo hanno anche le temperature massime invernali infatti, pur resistendo a brevi episodi di gelo leggero, il Tamarindo non sopporta il freddo prolungato.  Credo che in alcune zone d'Italia (ad esempio sulle aride coste meridionali della Sicilia, ma non solo) potrebbe farcela, senza né protezione dal freddo, né tanto meno irrigazione estiva; tuttavia la maturazione dei frutti sarebbe cosa più ardua, in letteratura è noto che in climi "freschi" il frutto tende a marcire invece che maturare durante la stagione fredda. Detto ciò bisognerebbe provare, questo è l'unico modo per capire se un Tamarindo riesce a maturare i suoi frutti in Italia. 

Grappolo Frutti Tamarindus indica
Tamarindus indica gradisce esposizioni soleggiate tutto il giorno e si sviluppa su un'ampia gamma di terreni, a patto che siano drenanti, dato che non sopporta il ristagno idrico ed i terreni zuppi. Cresce al meglio in terreni limosi, profondi e fertili, dove le radici possono espandersi più agevolmente; ciò nonostante fruttifica anche in suoli poveri, sabbiosi o sassosi, tollerando sia pH acidi che leggermente basici e persino suoli con elevata salinità. Se coltivata in piena terra ed affrancata la concimazione è superflua, mentre per la coltivazione in vaso potrebbe esser utile una concimazione annuale, prima della ripresa vegetativa. 

Il Tamarindo si moltiplica abitualmente tramite semina. I semi devono però essere prelevati da frutti freschi; talvolta i frutti che si trovano in commercio hanno semi con una scarsa vitalità, dato che il frutto si conserva abbastanza a lungo senza marcire e non escludo venga anche frigo conservato. In Italia il periodo migliore per seminare il Tamarindo è Maggio e, con alte temperature e bagnando il terriccio, il germogliamento avverrà entro un paio di settimane. In condizioni ideali, semi freschi (sebbene se conservati in luoghi adatti rimangano vitali per mesi), a 40 giorni dalla semina, hanno una percentuale di germogliamento pari al 70%. Prima di seminare si consiglia di lasciare i semi in ammollo in acqua (a temperatura ambiente) per 24-48 h. 

Partendo da seme la crescita è abbastanza lenta ed una pianta di Tamarindo impiega circa 10 anni per raggiungere la maturità ed iniziare a fiorire/fruttificare. Poi però continua a produrre anche fino a 200 anni di età, l'elevata longevità permette ad alcuni esemplari di vivere oltre 300 anni, producendo almeno 150 kg (330 lb) di frutta all'anno (ovviamente nel suo ambiente naturale).

Alternativamente, sia per ridurre i tempi di messa a frutto, sia per propagare la cultivar specifica, si può propagare tramite innesto, che di norma viene eseguito su franco (ovvero il portainnesto è anch'esso un Tamarindus indica, ma ottenuto da seme).

Un albero lontano dalla cultura Italia, ma ben presente in molti alimenti e cosmetici. Quando comprerete creme, succhi, sciroppi o qualcosa di particolare guardate gli ingredienti, non è così raro che troviate la scritta "estratto di Tamarindo". 

Chioma e Tronco Tamarindo

Baccelli di Tamarindo