lunedì 21 settembre 2015

Uva Turca (Phytolacca americana), un'Infestante dalle Bacche Nere

Tra le specie che meglio si adattano al clima italiano troviamo l'Uva Turca (Phytolacca americana), un'infestante con bacche nere o blu scuro.
L'uva turca, contrariamente a quanto dica il nome, è originaria del Nord America ed è nota anche con altri nomi: Cremesina, Uva da Colorare, Fitolacca Americana, Spinacio della Virginia.

Phytolacca americana tree

























Portamento Fitolacca americana
La specie Phytolacca americana appartiene alla famiglia delle Phytolaccaceae, non è quindi minimamente imparentata con l'uva che tutti noi conosciamo. Questa pianta fu introdotta in Italia a partire dal '700 e sfruttata prevalentemente per la produzione di bacche nere che venivano poi utilizzate come colorante o tintura naturale per capi di lana. La Fitolacca Americana è una specie poco esigente, può crescere in zone assolate, così come in zone ombrose, su terreni ricchi o poveri, in zone siccitose o umide e questo, insieme alla crescita molto veloce, le ha permesso una rapida diffusione diventando un'infestante su quasi tutto il territorio italiano. La Phytolacca americana è una specie nitrofila, ovvero amante dei terreni ricchi di nitrati che spesso si trovano in corrispondenza di letamai, vecchi muri, stalle o vicino a campi coltivati; infatti la si ritrova facilmente ai margini dei terreni agricoli o delle zone boschive e nei canali di irrigazione, tuttavia può crescere anche nel sottobosco, all'interno di case diroccate o sul ciglio della strada. 

Phytolacca americana fruits
























L'Uva Turca è una pianta erbacea perenne, che può raggiungere un'altezza di 2-3 metri, il fusto è eretto e lignificato solo alla base, mentre i rami sono numerosi, succulenti e lunghi, tanto da avere un portamento "ricadente".
Foglie Phytolacca americanaIl colore del legno varia col passare della stagione e, a fine estate/inizio autunno, diventa rosa-violaceo rendendo l'Uva Turca distinguibile tra tutte le altre piante. 
Fiori Uva TurcaLe foglie sono alternate, lunghe circa 20 cm e larghe 5 cm, a forma lanceolata con apice appuntito; il colore è verde chiaro, ma spesso, specie le foglie esposte al sole, tendono a diventare rossicce o addirittura gialle. I fiori sono riuniti in racemi (grappoli) lunghi circa 15 cm, opposti alle foglie e presenti scalarmente per tutta l'estate. Il singolo fiore è ermafrodita, privo di petali, di color bianco-rosato e verdastro nella parte centrale (ovario). I frutti che seguono la fioritura sono delle bacche arrotondate con diametro di circa 5-10 mm, riunite in un grappolo che a maturità risulta pendulo. Queste bacche sono dapprima verdi e lucide per poi virare ad un colore viola porpora molto scuro, quasi nero e, a maturità, diventano estremamente macchianti. Ogni frutto è diviso in dieci spicchi, ognuno dei quali contenente un seme; questa geometria, che ricorda un po' la forma della zucca, è ben osservabile nei frutti in accrescimento; i frutti dell'Uva Turca non sono commestibili.

Oltre all'utilizzo come colorante, la Fitolacca Americana viene sfruttata come pianta officinale per la sua azione purgativa ed antinfiammatoria contro batteri, funghi e virus di varia natura; inoltre stimola il sistema immunitario. Sebbene la pianta sia tossica, in alcuni paesi è consuetudine mangiare i giovani germogli dopo averli bolliti più volte, mentre le bacche erano utilizzate in passato anche per colorare i vini.  

Phytolacca americana flowers
Phytolacca americana berries

mercoledì 16 settembre 2015

Durian (Durio zibethinus), il Frutto che Puzza più Diffuso del Sud-Est Asiatico

Alzi la mano chi ha mai sentito parlare o meglio ancora assaggiato il Durian? Eppure questo frutto, prodotto dalla specie Durio zibethinus, è il più diffuso del Sud-Est Asiatico tanto da meritarsi il nome di "King of Fruits" (Re dei Frutti).

Come si mangia il Durian? Qual è il suo gusto? Si può coltivare in Italia o in Europa?

Frutto Aperto Durian

Caratteristiche del frutto del Durian :

Il Re dei Frutti si trova facilmente in Thailandia, Malesia, Filippine ed Indonesia ad un prezzo abbordabile, mentre è assai difficile trovarlo fresco in Italia. Durian è una parola composta in lingua malese che, tradotta, significa "frutto spinoso". La spessa buccia di questo frutto presenta, infatti, numerose spine a forma piramidale che ne rendono difficile l'apertura.
Il frutto ha un peso medio che si aggira attorno ai 2-4 kg (4-8 lb), anche se, raramente, può arrivare fino a 7-8 kg (15-17 lb); la parte edule è la polpa interna che racchiude diversi semi. Il Durian è noto per la sua intensa puzza, a detta di molti un misto tra sudore di ascelle, calze sporche e latte scaduto da molto tempo; nel sud-est Asiatico il suo possesso è proibito, con tanto di cartelli, in diverse strutture (Hotel, Aeroporti, etc..) ed il trasporto in contenitori ermetici è altamente consigliato.



Ora vi starete chiedendo "Come fa un frutto così puzzolente a riscontrare tanto successo?"



Frutti immaturi DurianFrutti più maturi hanno un odore più intenso, così come il loro sapore; sembra infatti che odore e sapore siano strettamente correlati. Dopo averlo "sgusciato", il Durian ci mostra la sua parte interna che, a seconda della varietà e del grado di maturazione, spazia dal colore giallo intenso a quello bianco crema. 
La polpa matura ha una consistenza soffice, cremosa e si scioglie in bocca, mentre il gusto, in contrapposizione all'odore, è eccezionale per la maggior parte di coloro che l'hanno assaggiata. Il sapore del Durian si potrebbe descrivere come un miscuglio di diverse essenze: un sentore di vaniglia aromatizzata alle mandorle con un retrogusto di formaggio morbido e poco stagionato che, nel complesso, rendono il gusto tipicamente tropicale.


Alfred Russel Wallace (1823-1913), naturalista inglese noto per aver elaborato, in contemporanea, una teoria sull'evoluzione simile a quella di Darwin, descrive il gusto del Durian:


"Un sapore indescrivibile, una crema pasticcera all'aroma di mandorla fornisce un'idea generale, ma ci sono occasionali sfumature di gusti che portano alla mente crema di formaggio, salsa di cipolle, vino "Sherry" ed altri alimenti minori. Poi la morbidezza della polpa aggiunge un tocco di delicatezza, come in nessun altro frutto. Non è né acido, né dolce e neppure succoso, nessuna di queste qualità è necessaria per renderlo perfetto. Non induce nausea o altri cattivi effetti e più ne mangi e meno sei disposto a fermarti. Infatti mangiare Durian è una nuova sensazione che vale la pena provare per tutti coloro che viaggeranno nell'Est"


Come coltivare il Durian :

Durio zibethinus tree
Foglie di DurianIl Durian è il frutto della specie Durio zibethinus (fam. Malvaceae) e cresce con successo nelle zone comprese tra il 18° N e il 18° S, a patto che vi siano piogge di almeno 1500 mm/anno (60 in/year) ben distribuite nei 12 mesi. Infatti questa specie non è adatta alle zone monsoniche in cui vi sia una stagione secca di oltre 2-3 mesi; in zone molto vicine ai tropici può crescere fino ad un'altitudine di 800 m (2,600 ft). L'habitat di crescita è simile a quello del Mangostano, anch'esso diffuso nel sud-est asiatico e la temperatura minima non dovrebbe mai essere inferiore ai 15°C (60°F), sotto gli 8°C (46°F) la pianta inizia a defogliarsi e sotto i 5°C (41°F) a morire. Nei primi anni di vita la pianta del Durian gradisce un certo grado di ombreggiatura, mentre da grande si sviluppa al meglio in pieno sole. Il terreno ideale è acido (pH 5-6), ricco di sostanza organica, ma soprattutto drenante in quanto le radici del Durio zibethinus non tollerano il ristagno d'acqua. Inoltre la coltivazione è preferibile farla nell'entroterra in quanto questa specie, diversamente dalla Palma da Cocco e Palma Blu del Messico, non tollera la salsedine nell'aria.


Biologia e Botanica :

Boccioli floreali DurianFiori di Durio zibethinus
Il Durio zibethinus è una specie sempreverde nativa dell'Indonesia, Malesia e poi diffusasi nel resto del sud-est asiatico. L'albero è di longevità media (100-150 anni, occasionalmente plurisecolari), ha dimensioni notevoli e, soprattutto in foreste dense, può raggiungere un'altezza di 30-40 m (100-130 ft); il tronco cresce eretto con numerose ramificazioni laterali e, se lasciato crescere liberamente, assume una forma conica, simile a quella di un "Albero di Natale". Le radici hanno conformazione diversa a seconda se siano piante fatte da seme o innestate, le prime hanno un fittone che scende dritto per poi ramificarsi con radici secondarie e terziarie, mentre le piante innestate non hanno il fittone e le ramificazioni iniziano più superficialmente. L'apparato radicale del Durian non è espanso, infatti è situato per circa l'80% nell'area sottostante la chioma. Le foglie sono semplici, alternate e di forma ellittica, larghe mediamente 5 cm (2 in), lunghe 15 cm (6 in) e, appena spuntate, sono ripiegate su sé stesse; peculiare è il forte contrasto tra la parte superiore della foglia di colore verde intenso e la parte inferiore di color marrone, in presenza di vento l'effetto cromatico ne esalta la bellezza.

I fiori sono lunghi 5-7 cm (2-3 in), hanno un odore fragrante ed un colore generalmente giallo, ma variabile a seconda della varietà; il colore del fiore rispecchia quello che sarà il colore della polpa del frutto. I fiori del Durian sono riuniti in un corimbo contenente mediamente 20-30 fiori e sbocciano da gemme situate sulle branche principali o addirittura sul tronco, questo perché rami più giovani ed esili non reggerebbero il peso dei frutti.


Fisiologia dello Sviluppo dei Frutti :

Frutticini DurianL'induzione a fiore sembra esser stimolata da una breve stagione secca (3-4 settimane). I fiori sono ermafroditi, mentre la pianta è generalmente autosterile, l'impollinazione incrociata tra diverse piante è dunque indispensabile per ottenere frutti. Inoltre la parte femminile di un fiore è recettiva quando quella maschile non produce ancora polline, questo sfalsamento impedisce che il polline fecondi l'ovulo dello stesso fiore. I fiori si aprono dalle 15 a mezzanotte, con un secondo picco nelle prime ore dell'alba. L'impollinazione avviene ad opera di insetti notturni, ma anche di piccoli mammiferi, tra cui alcune specie di pipistrello (es. Eonycteris spelaea o Macroglossus minimus) che si nutrono dell'abbondante nettare presente nei fiori di Durian. La maturazione avviene, in base alla varietà e all'andamento climatico, circa 90-130 giorni dopo la fioritura ed il periodo di raccolta si protrae per circa un mese. Anche in condizioni ottimali di clima e impollinazione si sviluppano solo 1 o 2 frutti per ogni grappolo floreale.


Ma in che periodo matura il Durian?


Essendo una pianta tropicale che prospera in climi senza una netta stagione secca e umida il periodo di maturazione varia molto anche con minimi cambiamenti climatici e anche le oltre 200 varietà hanno periodi di maturazione differenti, ma in linea generale vale quanto segue.
In zone molto vicine all'equatore, con piogge ben distribuite, come in Malesia, ci possono esser anche due produzioni all'anno con un picco nei mesi di Giugno e Dicembre. In zone tropicali lontane dall'equatore (cioè non comprese tra 10°N e 10°S), come parti dell'Australia, la fioritura avviene in primavera e la maturazione intorno a fine estate-inizio autunno. In zone in cui vi sia una (breve) stagione secca, come alcune zone dell'India, la fioritura avviene poco prima che inizi la stagione delle piogge e la maturazione circa 3-4 mesi dopo.

Polpa frutto Durian








mercoledì 9 settembre 2015

Che Cos'è l'Impollinazione e a Cosa Serve?

L'impollinazione è il processo tramite cui i granelli di polline (gameti maschili) prodotti dagli stami si depositano sugli ovuli (gameti femminili), mentre gli impollinatori sono gli animali che trasportano il polline da una pianta all'altra. Nelle prossime righe cercheremo di capire a che cosa serve l'impollinazione a livello evolutivo, oltre all'ovvia fecondazione dei fiori per la produzione di frutti.

Impollinazione ape fiore



L'argomento era già stato introdotto parlando di autofertilità e sessualità nelle piante , ma perché l'impollinazione gioca un ruolo primario nel regno vegetale? perché le Api (Apis mellifera) sono così importanti?

La risposta sta nell'evoluzione, tutte le specie evolvono e quelle meno adatte all'ambiente in cui vivono saranno sopraffatte da quelle più adatte. Ora vi chiederete "Ma cosa c'entra questo con l'impollinazione?" ed io cercherò di spiegarvelo nelle prossime righe, spero in maniera esaustiva.

Le mutazioni sono eventi rari che "alterano" un gene, a volte questo "cambiamento" è vantaggioso, a volte neutro, a volte svantaggioso; l'evoluzione seleziona appunto quelli vantaggiosi. Tuttavia nella realtà non esiste un unico gene e non è sempre tutto o bianco o nero, quindi l'esser "più o meno adatti" è spesso dovuto alla combinazione di più geni.

Ora cercherò di fare un esempio semplice, ma intuitivo.

Siamo in una zona torrida e secca, al confine col deserto ed una specie di pianta sta cercando di lottare per la sopravvivenza al caldo e alla siccità.

Terreno arido Tenerife Canarie



Supponiamo che la pianta 1 abbia avuto una mutazione sul suo gene A (ora diventato gene A-mut) che le conferisce maggior resistenza alla siccità, mentre la pianta 2 abbia avuto una mutazione sul suo gene B (ora gene B-mut) che le conferisce maggior resistenza al caldo estremo.

Quindi:

  • La pianta 1 avrà il Gene A-mut e il Gene B, sarà quindi resistente alla siccità, ma non al caldo estremo
  • La pianta 2 avrà il Gene A e il Gene B-mut, sarà quindi resistente al caldo estremo, ma non alla siccità

Dato che l'evento che ha "creato" il Gene A-mut è raro è improbabile che nella pianta 1 avvenga una seconda mutazione nel Gene B che lo faccia diventare Gene B-mut, ovvero resistente al caldo. Lo stesso discorso vale per la pianta 2.

Quindi se le due piante non entrassero mai in contatto, se non si scambiassero informazione genica, avremmo tutta la progenie della pianta 1 resistente alla siccità, mentre tutta la progenie della pianta 2 resistente al caldo, ma nessuna pianta potrà mai esser resistente sia alla siccità che al caldo torrido.
L'impollinazione incrociata permette lo "scambio di geni" tra le diverse piante aumentando esponenzialmente la variabilità genetica di una pianta.

Ora pensate che nella realtà non ci sono 2 piante e non ci sono solo 2 geni in gioco, si capisce quindi che la complessità è notevole e le combinazioni che si possono creare diventano praticamente infinite. Più le combinazioni "casuali" porteranno un vantaggio evolutivo e più verranno trasmesse a discapito di quelle svantaggiose, nell'esempio sopra una pianta con Gene A-mut e Gene B-mut potrà spingersi in zone ancora più desertiche dove sia la pianta 1 che la pianta 2 morirebbero, per il caldo o per la siccità rispettivamente.

Quindi l'impollinazione tra piante diverse facilita lo scambio genico ed aumenta le possibili combinazioni, questo serve ad aumentare la probabilità di trovare una pianta più adatta all'ambiente rispetto ai suoi progenitori.


venerdì 4 settembre 2015

Palma Blu del Messico (Brahea armata), una Palma dai Lunghi Fiori

Sebbene la famiglia delle Palmaceae (o Arecaceae) sia prevalentemente di origine tropicale, alcune specie di Palme mostrano un certa resistenza al freddo e possono esser coltivate anche in Italia e nel Mediterraneo.
Palma Blu in Liguria
Il genere Brahea, annovera al suo interno oltre 10 specie, tutte originarie del Centro America, tra cui le più diffuse sono la Brahea armata (detta anche Palma Blu del Messico) e la Brahea edulis. Quest'ultima è endemica dell'isola di Guadalupe e si differenzia dalla B.armata per aver foglie più verdi e per esser leggermente meno rustica.


Palma Blu del MessicoLa Brahea armata è originaria della Bassa California (Baja California) in Messico, una zona molto arida (il capoluogo Tijuana registra poco più di 200 mm di acqua l'anno, ovvero 1/4 di quelli che cadono a Roma) e con temperature minime che possono, raramente, scendere sotto gli 0° C (32 °F). La Palma Blu del Messico, potendo resistere a lunghi periodi di siccità così come a lievi gelate, è perfettamente adattata al clima Mediterraneo e cresce in molte zone d'Italia.


La Brahea armata è una palma poco esigente in quanto a terreno e si accontenta anche di un terreno povero e ghiaioso, come quello tipico di molte zone aride, mentre l'esposizione ideale è quella in pieno sole o a mezz'ombra; inoltre è piuttosto tollerante ai venti ricchi di salsedine. Questa specie, soprattutto nel primo decennio di vita, ha una crescita estremamente lenta, infatti non è raro vederne alcune dall'aspetto decisamente tozzo; dopo la prima fase la velocità di crescita aumenta e la pianta raggiunge dimensioni medie arrivando sino ad un'altezza di 15 m (50 ft) ed un diametro della corona di circa 5 m (16 ft).

Brahea armata flowersLa Palma Blu del Messico possiede, come suggerisce il nome, delle foglie di color argento con riflessi blu che possono vagamente ricordare il colore delle foglie d'olivo. Esse sono lunghe sino a 2,5 m (8 ft) e, diversamente dalle foglie della Palma da Cocco, hanno forma palmata, ovvero "a ventaglio". Il tronco è di colore grigio, tozzo da giovane, leggermente più slanciato nelle palme adulte e può raggiungere un diametro di 50 cm (20 in).
Blue Mexican Palm flowersCiò che rende uniche queste palme è però la fioritura, essa si protrae per lungo tempo ed avviene durante la primavera e l'estate.
Le infiorescenze della Brahea armata sono composte da innumerevoli fiori ermafroditi color bianco crema e sono lunghe sino a 5 m (16 ft), le più lunghe tra tutte le specie di palme più comuni. I frutti sono lunghi circa 2 cm (0.8 in) e a maturazione virano dal colore giallo a marrone.

La Palma Blu del Messico può acclimatarsi fino ad una zona USDA  8 e può indicativamente sopravvivere a temperature nell'ordine dei -12° C (10° F), queste devono però essere di breve durata, con ambiente secco ed accompagnate da temperature massime superiori agli 0° C (32° F).
Un freddo anche inferiore, ma prolungato nel tempo, può aver effetti nefasti, specie se unito ad un' elevata umidità atmosferica.
L'effetto decorativo delle sue foglie, il portamento delle infiorescenze penduli che spesso arrivano arrivano a metà tronco e la sua notevole rusticità la rendono un'ottima Palma ornamentale adatta a quasi tutte le zone costiere d'Italia.

Brahea armata flowers


Stipite Brahea armata

Fioritura Giovane Brahea armata

martedì 1 settembre 2015

Le Fave (Vicia faba) Arricchiscono di Azoto la Terra dell'Orto

E' noto fin da tempi antichi che alcune specie apportano elementi che altre consumano. 
Un elemento cardine per lo sviluppo di tutte le piante è l'Azoto e le Fave (Vicia faba) contribuiscono all'arricchimento di azoto della terra dell'orto in cui sono coltivate. 


Generalità ed Inquadramento Botanico :

Baccello di Fava La Fava (Vicia faba, detta anche Faba vulgaris) è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Fabaceae (detta anche Leguminose), la stessa di Piselli e Fagioli. Come accennato sopra ha l'ottimo pregio di arricchire il terreno di azoto e la sua coltivazione può essere molto utile per preparare un terreno ricco per l'orto estivo. Questa sua caratteristica è dovuta alla simbiosi che si instaura tra le sue radici e i batteri della specie Rhizobium leguminosarum. Questi batteri sono azotofissatori, ovvero hanno la peculiarità di esser in grado di assorbire l'azoto gassoso (N2) presente nell'atmosfera e di convertirlo in altri composti azotati solidi in grado di esser assorbiti dalle radici delle piante. La simbiosi è utile ad entrambi gli organismi, i batteri forniscono sali di azoto assimilabili, mentre le radici delle fave forniscono loro i restanti nutrienti.


Semina, Coltivazione, Sviluppo ed Esigenze Climatiche :

Vicia faba leaves
Le Fave, diversamente da altri ortaggi, preferiscono un clima fresco e mal si prestano alla coltivazione estiva. In Italia, laddove non geli, si possono coltivare nel periodo autunno-invernale, altrove è meglio coltivarle una volta passati i rigori invernali, da fine febbraio a maggio. 
Vicia faba flowersLa germinazione dei semi avviene anche a temperature di poco superiori agli 0° C (32 F°) e, con temperature di 10° C (50° F), si attua nel giro di 10-15 giorni. La Fava emette un fittone con numerosi tubercoli che, anche grazie alla simbiosi con batteri azotofissatori, nutre la pianta permettendogli una crescita assai rapida. La Vicia faba ha uno sviluppo prettamente eretto con rare ramificazioni e raggiunge mediamente il metro di altezza, sebbene alcune varietà possano superare i 150 cm. Le foglie sono alterne e composte da 2-4 foglioline. I fiori sono portati da un racemo originatosi dall'ascella fogliare e ne contiene un numero variabile mediamente compreso tra 2 e 6. I fiori delle fave sono lunghi circa 3 cm, hanno colore in prevalenza bianco con striature violacee e piccole zone nerastre, temono i caldi intensi, infatti temperature superiori ai 24-26° C compromettono la fruttificazione. Il frutto è un baccello contenente da 4 a 10 semi di forma e colore molto diversificati tra le varietà.


Le Fave si possono coltivare anche in terreni poveri o intensivamente sfruttatati in precedenza. Oltre a svilupparsi ed a fruttificare, renderanno il terreno nuovamente ricco di azoto, sui cui si potranno poi coltivare con successo Pomodori, Melanzane, Peperoni e tutti quelli ortaggi avidi di azoto.
In altre parole le Fave è come se fossero dei "concimi naturali" a lenta cessione, almeno per quanto riguarda l'elemento principe, ovvero l'Azoto, indispensabile per la crescita di tutti i vegetali.

E' importante che il terreno non si secchi troppo, le Fave sono piuttosto poco tolleranti alla siccità e, in caso di lunghi periodi secchi, si dovrà irrigare.


Varietà :

Le varietà appartenente alla specie Vicia faba si possono catalogare in 3 grandi gruppi:


  • Vicia faba var. minor : detta anche favino o piccola fava e caratterizzata dall'aver semi piccoli  e rotondeggianti il cui peso è inferiore a 0,7 grammi. Questa varietà è usata prevalentemente per il foraggio o il sovescio e talvolta per l'alimentazione del bestiame. 
  • Vicia faba var. major : la classica fava dalla forma appiattita il cui peso di ogni singolo seme supera 1 grammo di peso. E' la varietà più diffusa per la coltivazione negli orti ed il suo uso è prevalentemente quello dell'alimentazione umana. 
  • Vicia faba var. equina : comunemente detta favetta, ha una forma semi-appiattita, una dimensione intermedia tra le due varietà sopracitate ed è usata nell'alimentazione del bestiame. 


Utilizzi :

Pianta di Vicia faba
La fava è una specie dai mille utilizzi, è un ottimo legume per l'alimentazione umana, ma può essere impiegato anche per l'alimentazione del bestiame, dalle mucche ai cavalli a più o meno tutti gli erbivori. Inoltre, come riportato all'inizio dell'articolo, è un ottimo apportatore di azoto nel terreno favorendo le successive coltivazioni e ben si presta anche alla tecnica del sovescio. In ultimo ricordiamo che le fave hanno crescita rapida e si sviluppano anche con temperature rigide; il fatto di esser tra le prime specie a crescere le rende indicate per la lotta biologica, questo perché in primavera possono essere parassitate dagli afidi che a loro volta forniranno un ottimo (e raro per il periodo) banchetto per le coccinelle. Attirare e nutrire le coccinelle nella prima fase della primavera aiuta a prevenire i futuri attacchi parassitari su altre specie ortive e non. 


Avversità e Patologie ;


Le fave, un po' come tutti gli ortaggi, sono soggette a diverse avversità, ciò nonostante leggeri attacchi possono esser tollerati e non compromettono la raccolta.

Le principali calamità di origine fungina sono:


  • Antracnosi : forse quella più seria, può verificarsi durante tutto il ciclo vegetativo. Attacca il fusto producendo ferite profonde e il baccello causando necrosi di colore nerastro e deformazioni che si espandono ai semi in via di sviluppo.
  • Ruggine : attacca prevalentemente le foglie producendo le classiche macchie di color giallo-arancione-marroncino sparse lungo tutta la foglia  che ricordano appunto la ruggine che troviamo su un ferro abbandonato.

L'umidità eccessiva, bagnare le piante con acqua gelida, bagnare le foglie durante l'innaffiatura e concimazioni ricche di azoto facilitano l'instaurarsi di questi funghi.


La principale avversità di origine animale è l'Afide nero (Aphis fabas), esso si riproduce molto velocemente e un eccessivo attacco compromette la vitalità della pianta, tuttavia questo parassita richiama sulle fave le coccinelle e si instaura spesso un equilibrio tra le specie.