giovedì 23 novembre 2017

Dove Cresce la Robinia pseudoacacia ? - La Pianta Infestante Importata dall'America

Chi tra di voi usa il camino avrà sicuramente sentito parlare dell'Albero della Robinia (Robinia pseudoacacia), poiché possiede un ottimo (ed economico) legno da ardere. 
La Robinia è una pianta molto diffusa che, in Italia, è diventata infestante ed è riuscita ad imporsi su diverse specie vegetali autoctone.

Nelle prossime righe capiremo com'è fatta la pianta della Robinia, come si può coltivare e come mai riesca a crescere (quasi) ovunque.

Robinia pseudoacacia

Tronchi Robinia pseudoacacia


Origine e Distribuzione :

La Robinia pseudoacacia, nota anche con il nome di "Falsa Acacia" o "Gaggia", è una specie nativa della regione dei Monti Appalachi, nella parte orientale degli Stati Uniti d'America.
La specie botanica fu introdotta in Europa nel 1601, ad opera di Jean Robin, un botanico che lavorava per il Re di Francia Enrico IV.
In Italia arrivò nel 1662, dove venne piantata nel prestigioso Orto Botanico di Padova.

La Robinia è una pianta dotata di una crescita assai veloce e, per questo motivo, venne diffusa sul territorio, per contrastare l'erosione, per produrre legna da bruciare o per il rimboschimento.
Tuttavia la natura "invasiva" della Robinia le ha permesso di diffondersi in tutta l'Europa, dalla Svezia alla Spagna, dalla Grecia all'Europa Centrale (Francia, Svizzera, Ungheria, Austria).
La specie è naturalizzata anche in Medio Oriente (Turchia, Israele), nel Nord Africa, in Asia (Cina, Corea, India, Pakistan) e persino in Nuova Zelanda ed Australia.

In Italia è presente ovunque e, soprattutto al Nord (es. Lombardia), la situazione sembra essere sfuggita di mano.
La Robinia tende a formare boschi puri molto fitti, riesce a colonizzare habitat molto differenti ed ha la peculiarità di emettere numerosi ricacci (polloni) dalle radici.
Per questi motivi ha pochi competitori naturali e rappresenta una seria minaccia per lo sviluppo della flora locale, portando ad un impoverimento della biodiversità.

Se mi dovessero chiedere "Qual è la pianta più diffusa in Italia, allo stato naturale ?", non avrei alcun dubbio a rispondere "Robinia pseudoacacia".

Provate ad osservare il bordo di una strada, un campo lasciato incolto da qualche anno, una casa diroccata o dei binari ferroviari abbandonati, sicuramente vedrete un predominio di piante di Robinia.


Com'è la Pianta della Robinia ? - Botanica e Fisiologia

Frutti Immaguri Robinia pseudoacaciaL'Albero della Robinia (Robinia pseudoacacia) è una specie decidua che appartiene alla famiglia delle Fabaceae (Leguminose), una delle più numerose tra le angiosperme (piante con fiori).
Il nome del genere (Robinia) fu dato da Linneo, in onore di Jean Robin che, cent'anni prima, importò la prima pianta in Europa.
La Robinia è imparentata con la Mimosa (Acacia dealbata) e l'Acacia di Persia (Albizia julibrissin), tant'è che talvolta viene anch'essa chiamata Acacia, come suggerisce anche il suffisso della specie "pseudo-acacia".

La Robinia è una pianta a crescita rapida e, in pochi anni, può raggiungere un'altezza di circa 20-25 m (66-82 ft). Tuttavia la crescita verticale è dominante ed il tronco ha di solito un diametro inferiore rispetto ad altre specie di egual altezza.
I rami hanno spine appuntite in corrispondenza delle gemme e possono crescere anche oltre 4 metri (13 ft) a stagione. Essi sono esili e molto flessibili, dando alla Robinia un aspetto slanciato che, in condizioni di forte vento, la fanno "ballare" vistosamente.
La chioma è poco densa ed i pochi rami sono spesso concentrati nella parte alta della pianta.
La corteccia, inizialmente liscia e rossastra, diventa rugosa e grigio-brunastra col passare del tempo ed, a maturità, tende a fessurarsi longitudinalmente, creando dei solchi profondi che si intrecciano, rendendo il tronco facilmente riconoscibile.
Il fusto e le fessure dei rami più grandi, rappresentano l'habitat ideale per la crescita di diverse specie di Muschio.

Le foglie della Robinia sono color verde tenue, alterne, imparipennate (come tipico delle Leguminose) ed ognuna composta da 7-15 foglioline.
Le infiorescenze sono dei racemi (grappoli) penduli, formate da numerosi fiori e foglie. Esse si sviluppano a partire dall'ascella fogliare e possono essere lunghe oltre 30 cm (12 inch).
I fiori sono bianchi, con una parte centrale gialla ed emanano un gradevole profumo; inoltre hanno un'elevata quantità di nettare, il che rende loro molto attraenti per le Api, da cui si può ricavare un ottimo miele. I singoli fiori assomigliano, sia per forma che per colore, a quelli di alcune varietà di Fagiolo.
Nel Nord Italia la fioritura principale della Robinia avviene nella tarda primavera, nel periodo che va da fine Aprile a tutto Maggio ed è successiva alla produzione delle nuove foglie.
Quando un bosco di Robinia è in fiore si ode da lontano, con l'assordante "zzzzzz" prodotto dalle numerosissime Api che sono alla ricerca del prezioso contenuto zuccherino dei fiori.
In alcune piante non è raro vedere, in estateuna seconda fioritura, sebbene molto più contenuta, a volte addirittura un'unica infiorescenza per albero.
I frutti sono dei baccelli appiattiti, lunghi circa 10 cm (4 inch), contenenti una decina di semi. Tra Agosto e Settembre, a maturazione ultimata, i frutti si aprono rilasciando i semi nell'ambiente, ma rimangono spesso ancorati alla pianta per tutto l'inverno, fino alla ripresa vegetativa dell'anno successivo.

Fiori Robinia pseudoacacia

Foglie Robinia pseudoacacia

Tronco Robinia pseudoacacia

Come Crescere la Robinia ? - Coltivazione, Esposizione ed Esigenze Climatiche

Robinia pseudoacacia è una specie pioniera, molto vigorosa, ma con una longevità limitata.
In Italia, allo stato naturale, raggiungere un'età media di circa 70 anni, sebbene singoli esemplari, coltivati in zone non boschive (es. parchi o giardini) possano diventare secolari, come ad esempio il primo albero introdotto in Europa, che è tuttora vivo e, con un'età superiore ai 400 anni, è probabilmente la più vecchia Robinia al mondo.
Partendo da seme, la fioritura e la produzione di frutti inizia dopo solo 6-7 anni e si protrae copiosa sino a 40-50 anni, per avere successivamente un netto declino.

La Robinia ha una buona resistenza al freddo ed, in Italia, può crescere in montagna sino ad un'altitudine di 1000 m (3280 ft) e, nel meridione, anche oltre.
Sebbene preferisca terreni acidi ed umidi, può svilupparsi su qualsiasi suolo e tollerare lunghi periodi di siccità.
Nel suo habitat naturale le piogge annue sono di circa 1000 mm (40 in), ma la Robinia può vivere anche in zone in cui ne cadono appena 400 mm (16 in).
In aree in cui le precipitazioni estive sono praticamente nulle (vedi le zone a clima Mediterraneo più aride d'Italia, come Puglia e Sardegna), la specie ha una crescita più contenuta ed un portamento arbustivo.

Infiorescenza Robinia pseudoacaciaLa Robinia è una specie eliofila e si sviluppa correttamente solo in posizioni soleggiate. In zone ombrose, come il sottobosco, i semi faticano a germogliare e la crescita rimane stentata.
Questo albero, come del resto molte altre leguminose (es. Fave), può crescere in terreni poveri di nutrienti, in quanto è un azotofissatore, ovvero è in grado di utilizzare l'azoto atmosferico, trasformandolo in sali di azoto che arricchiscono il suolo di questo elemento, rendendolo più fertile.

Questa pianta può sopportare potature drastiche, tanto che per eradicarla si devono necessariamente rimuovere le radici. Se si potasse alla base (come spesso succede ai bordi delle strade), le radici emetterebbero polloni, ricreando in poco tempo una vegetazione più fitta di prima.
La riproduzione per semina è efficace, i semi hanno una percentuale di germinazione di circa il 75%, sopportano gli incendi e possono rimanere vitali per oltre 3 anni.
Tuttavia l'ampia colonizzazione di prati e zone libere è dovuta all'espansione clonale (moltiplicazione vegetativa), ovvero alla massiccia emissione di polloni radicali, i quali formano nuove piante, che a loro volta riemetteranno polloni dalle radici etc. Nel caso in cui la pianta venga danneggiata dal vento, dagli incendi o da quant'altro, è in grado di emettere nuova vegetazione anche dalla ceppaia.

Insomma la Robinia non teme né le alte né le basse temperature, cresce più veloce dell'erba e, se coltivata in terreni assolati, diventa inarrestabile.

Frutti Maturi e Semi Robinia pseudoacacia

Germoglio Robinia pseudoacacia
Fioritura Robinia pseudoacacia

venerdì 17 novembre 2017

Come Coltivare la Carissa macrocarpa (Prugna del Natal) ? Dove può Crescere in Italia ?

Carissa macrocarpa (o Carissa grandiflora) è il nome scientifico di una pianta tropicale nota come Natal Plum, in italiano traducibile in "Prugna del Natal".
Questa specie altamente ornamentale può crescere nelle zone più miti d'Italia ed, inoltre, produce frutti commestibili, che assomigliano a delle piccole susine di color porpora.

Nelle prossime righe conosceremo un po' meglio la Carissa macrocarpa e vi fornirò qualche informazione utile alla sua coltivazione.

Carissa macrocarpa

Origine, Habitat e Diffusione :

La Prugna del Natal è nativa del Sud Africa ed in particolar modo, come suggerisce il nome, della regione KwaZulu-Natal, situata nella parte più orientale dello stato; tuttavia la distribuzione naturale di questa specie si estende anche più a Nord, sino al Mozambico.
La Carissa macrocarpa cresce spontanea lungo le coste, sulle dune di sabbia oppure al confine con le foreste costiere.

Oggigiorno la specie è alquanto diffusa in Florida ed in California, oltre che sulle isole del Golfo del Messico (es. Caraibi).
In Italia è ancora poco conosciuta e coltivata prevalentemente da appassionati, sia come arbusto isolato, sia per formare siepi fiorite ornamentali.
Ovviamente questo "lusso" è permesso solo a coloro che hanno orti e giardini nelle zone costiere più miti d'Italia.
Ad esempio, un esemplare molto rigoglioso cresce da anni nei giardini di Hanbury, a Ventimiglia, in Liguria, una zona davvero molto riparata.


Com'è Fatta la Prugna del Natal ? - Botanica e Fisiologia 

Carissa macrocarpa (sinonimo di Carissa grandiflora) è una specie sempreverde che appartiene alla famiglia delle Apocynaceae e si sviluppa sotto forma di piccolo arbusto, dalla forma tondeggiante, alto e largo al massimo 2-3 metri (6-10 ft), sebbene, all'infuori dei tropici, rimanga spesso più basso.

Il portamento è ricadente, quasi tappezzante, con tralci lunghi ed esili che sfiorano terra o si appoggiano su muretti o sassi. Ad una prima vista questo portamento potrebbe ricordare quello della pianta dei Capperi (Capparis spinosa).

La Prugna del Natal ha una crescita rapida, si sviluppa su più tronchi e possiede giovani rami dotati di spine appuntite, raggruppate a coppie, ad un angolo di circa 90° l'una dall'altra (a forma di "Y").
Le foglie sono opposte, lucide, di color verde scuro ed hanno una consistenza carnosa/succulenta. Esse sono di medio-piccole dimensioni, hanno una forma ovale, con una profonda venatura centrale che le divide in due.
I fiori della Carissa macrocarpa si formano all'apice della nuova vegetazione e possono essere solitari o riuniti in gruppi composti da 3-4 fiori.
Questi fiori sono color bianco neve, emanano un odore delicato ed hanno 5 petali, disposti concentricamente, dando loro un aspetto simile ad un'elica. Essi hanno una forma ad imbuto, in cui il polline e gli ovuli si trovano in profondità e, nei luoghi d'origine, l'impollinazione avviene a carico di scarafaggi e falene notturne, entrambi dotati di lunghe "appendici", in grado di raggiungere la parte più interna dei fiori.
Sebbene i fiori siano bisessuali e, solitamente autofertili, all'infuori del proprio areale l'allegagione (formazione di frutticini) potrebbe essere scarsa, poiché mancano quel tipo di insetti pronubi così altamente specializzati e le Api fanno fatica ad impollinarli.
Avere fioriture abbondanti e niente (o quasi) frutti è abbastanza comune, ma è un fenomeno che varia considerevolmente da pianta a pianta.
Per limitare questo problema, ed aumentare il numero di fiori fecondati, può essere utile piantare più esemplari e/o impollinare manualmente i fiori, prelevando il polline con un pennellino affilato.

Frutto Aperto Carissa macrocarpaIn zone tropicali la fioritura della Carissa macrocarpa è pressoché continua per tutto l'anno, ma anche in Italia si protrae per un periodo molto lungo, indicativamente dalla tarda primavera sino all'autunno, cessando solo nei mesi più freddi dell'anno.

Se avviene la fecondazione, ai fiori seguono dei frutti eduli. Essi sono inizialmente di color verde, ma a maturazione virano a color rosa-porpora, diventando più morbidi e leggermente cedevoli al tatto.
I frutti della Carissa macrocarpa sono a forma di uovo, con un'estremità più appuntita e l'altra più arrotondata, hanno dimensioni variabili, ma generalmente paragonabili a quelle di un piccolo Kiwi.
All'interno del frutto si trova una polpa rossa e biancastra, nel cui centro sono presenti circa una decina di piccoli semi marroni appiattiti.

Il sapore è particolare, sicuramente non eccezionale, ma comunque piacevole; inoltre varia molto da pianta a pianta e, purtroppo, non credo siano state selezionate molte cultivars per le caratteristiche organolettiche. Il gusto astringente si avverte sempre, ma diventa via via meno marcato con l'avanzare della maturazione; in bocca la consistenza è granulosa ed il sapore mix tra acidulo e dolce, ricorda i piccoli frutti nostrani.
Probabilmente i frutti del Natal Plum sono più indicati per la preparazione di marmellate e confetture, rispetto ad essere mangiati come frutta fresca.
Il frutto richiede circa 60 giorni per maturare e la fruttificazione avviene indicativamente da metà estate, sino all'autunno inoltrato, a volte addirittura fino a Natale (alcuni la chiamano anche "Prugna di Natale").
Data la fioritura prolungata ed il poco tempo necessario per la maturazione dei frutti, è frequente vedere contemporaneamente su un'unica pianta: fiori (bianchi), frutti immaturi (verdi) e frutti maturi (rossi), ricordando molto i colori autunnali del Corbezzolo.

Staccando i frutti (o anche tagliando un rametto), fuoriesce un lattice biancastro, simile a quello dei Fichi (Ficus carica), irritante per gli occhi.
Sebbene in passato si credesse che tutte le parti della pianta ad eccezione del frutto fossero velenose, oggi si sa che questo è più un mito che realtà ed, al limite, si possono avere lievi irritazioni (vedi il lattice citato poco sopra).

Boccioli Carissa macrocarpa

Frutti Prugna del Natal

Fiore Carissa macrocarpa

Dove Piantare la Carissa macrocarpa ? - Coltivazione, Esposizione, Clima, Potatura, Riproduzione e Cure

La Prugna del Natal è una pianta che non può crescere ovunque in Italia, anzi sono pochi i posti in cui si possa sviluppare senza danneggiarsi (o morire) durante l'inverno.
In linea di massima si dovrebbe piantare in zone "frost free" (esenti da gelo), come le aree costiere del Sud Italia o quelle più riparate del Nord (esempio Liguria); tuttavia se ne può tentare la coltivazione anche laddove ci siano rarissime (e lievi) gelate, magari posizionandola esposta a Sud, vicino ad un muro che rilasci calore durante le fredde nottate invernali.

La Carissa macrocarpa ha un scarsa resistenza al freddo e può tollerare occasionali abbassamenti di temperatura sino a circa -2° C (28° F).
A temperature inferiori iniziano ad esserci danni rilevanti alle foglie ed ai rami, ma se il freddo non è continuativo c'è qualche possibilità che la pianta rivegeti dalle radici in primavera. Tuttavia se le temperature scendessero sotto i -4° C (25° F), la probabilità che la pianta sopravviva sarebbe minima e, per piante molto giovani, i danni da freddo potrebbero essere letali anche a temperature prossime agli 0° C (32° F).

L'esposizione ideale è in pieno sole, tuttavia riesce a svilupparsi anche a mezz'ombra, ma la fioritura/fruttificazione diminuisce al diminuire delle ore di sole diretto, diventando nulla in zone ombrose.


Il terreno ideale è ben drenante (mal sopporta i ristagni idrici), ma per il resto è abbastanza tollerante, crescendo bene sia sulla sabbia, che su terreni rocciosi, anche poveri.
Prosperando vicino al mare, la specie è in grado di tollerare terreni con elevate concentrazioni di sale, nonché venti ricchi di salsedine.

La Carissa macrocarpa ha una buona resistenza alla siccità e, una volta affrancata, può sopportare anche senza irrigazioni le torride "estati mediterranee", senza compromettere la fruttificazione.
La concimazione è poco importante, in quanto la pianta riesce a svilupparsi perfettamente anche in terreni sassosi e poveri di nutrienti.

La specie è dotata di enorme vigoria ed è perciò in grado di reggere potature energiche, senza grosse sofferenze.
Si può potare durante tutto l'anno, ma è meglio farlo sul finir dell'inverno/inizio primavera, non pregiudicando la fioritura e fruttificazione dell'anno.
Detto questo la potatura non è assolutamente indispensabile ed ha come unico scopo quello di contenere le dimensioni delle piante, come ad esempio per la formazione di siepi ornamentali.

Natal Plum è una pianta rustica e resistente ed, in Italia, non ha grossi problemi o malattie. I rari attacchi fungini si risolvono in maniera naturale, senza ricorrere agli anticrittogamici.
Piante coltivate in posizioni ombreggiate ed umide sono più soggette agli attacchi dei patogeni.

La Carissa macrocarpa si propaga efficacemente tramite margotta. Basta intagliare un ramo, piegarlo, ricoprire la parte centrale di terra ed aspettare che emetta radici. Dopo un paio di mesi si potrà recidere il ramo principale e trapiantare la nuova piantina in un vaso con sabbia, tendendolo in ombra durante i primi mesi di sviluppo.
La moltiplicazione per Talea è più difficoltosa, ma possibile.
In ultimo, la specie si può riprodurre anche tramite semina; i semi germinano in circa 2-4 settimane, la crescita iniziale è abbastanza lenta, ma la messa a frutto avviene solitamente precocemente, ad un'età di 2-3 anni.

Fioritura Carissa macrocarpa

Rami e Foglie Carissa macrocarpa

Frutti Immaturi Carissa macrocarpa

Frutto Maturo Carissa macrocarpa

Germoglio Carissa macrocarpa

venerdì 10 novembre 2017

Cosa Sono i Muschi (Briofite) ? Com'è Fatta la Pianta del Muschio ?

Se volessimo guardare all'evoluzione dei vegetali, i Muschi (noti anche come Briofite) rappresenterebbero l'anello di congiunzione tra le Alghe e le Pteridofite (es. Felci).

Le Alghe, da non confondere con le piante acquatiche, sono organismi (spesso unicellulari) privi di tessuti specializzati (radici, fusto etc.); le Felci sono invece organismi pluricellulari dotati di tessuti vascolarizzati, che permettono loro un maggiore sviluppo verticale ed un più efficiente trasporto di acqua. 

I Muschi si collocano a "metà strada"; essi sono organismi pluricellulari che, diversamente dalle Alghe, hanno tessuti specializzati, ma non hanno un vero e proprio sistema vascolare, come invece avviene nelle Felci.
Il Muschio, per il proprio sviluppo, è totalmente dipendente dall'acqua e non può sopravvivere in luoghi perennemente aridi e secchi.

Alghe, Muschi e Felci sono piante crittogame, ovvero prive di organi riproduttivi visibili; non hanno quindi né fiori, né frutti, né semi.

Muschio nel Sottobosco

Cos'è il Muschio ? - Confronto tra Specie 

Le Briofite (Bryophyta) sono un gruppo di piante molto numeroso, che annovera al proprio interno quasi 25.000 specie diverse e, come numero di specie, è secondo solo alle Angiosperme.
E' quindi impossibile parlare dei Muschi come se fossero tutti uguali, poiché le differenze di forma, dimensione ed habitat di crescita, potrebbero essere significative.
Qui mi limiterò a descrivere quelle che sono le "caratteristiche base", che accomunano tutti i muschi.

Nei muschi è presente il Cormo, una struttura organizzata in tre organi fondamentali : radice-fusto-foglie, anche se non si può parlare di un vero e proprio apparato radicale, poiché l'assorbimento di acqua e nutrienti avviene anche a carico degli altri tessuti.

Come già detto in precedenza, i Muschi non hanno tessuti vascolarizzati, ovvero quelle strutture specializzate nel trasporto di liquidi e soluti dalla zona di assorbimento, sino alla zona di utilizzo. 
Per questo motivo le loro dimensioni sono sempre piuttosto contenute ed hanno uno sviluppo prettamente orizzontale, che facilità così il passaggio d'acqua (per capillarità) da una parte all'altra della pianta.
Le foglie sono piccole e generalmente con uno spessore di un'unica cellula.

I Muschi hanno portamento strisciante e, nella maggior parte dei casi, non superano i 5 cm (2 in) di altezza e le specie più piccole misurano frazioni di centimetro. Tuttavia la specie tropicale Dawsonia superba, presente in Australia e Nuova Zelanda, può superare i 60 cm (24 in) di altezza.
I tessuti di tutte le Briofite sono erbacei e non vi è nessuna lignificazione.

Anche se possono crescere entrambi sulle rocce o con pochissima terra, i Muschi non si devono confondere con i Licheni. Questi ultimi sono infatti degli organismi formati dalla simbiosi di un'alga con un fungo.


Dove Cresce il Muschio ? - Habitat, Distribuzione ed Ecologia

Chiunque di voi sia andato in cerca di Muschio da mettere nel presepe, si sarà accorto che esso cresce nel sottobosco, in ambienti umidi e relativamente ombrosi.
In effetti tutte le specie di Muschio sono strettamente vincolate all'acqua e, senza di essa, non sono in grado di svilupparsi e riprodursi.

Le diverse specie di Muschio hanno colonizzato tutte le zone umide della Terra, dalle aree tropicali, fino alla Tundra Artica.
Sebbene tutte le specie abbiano bisogno dell'acqua per completare il proprio ciclo vitale, alcuni Muschi sono in grado di sopravvivere a mesi di siccità, andando incontro ad un processo di disidratazione programmata, sino al ritorno delle piogge.

I Muschi possono crescere su diversi tipi di substrati e, diversamente dalle altre piante, è sufficiente pochissimo terreno, affinché si possano sviluppare.
Molte specie sono epifite, ovvero crescono arrampicandosi sul tronco degli alberi, ma nessuna di esse è parassita delle piante a cui si "aggrappa".
Non a caso, per capire dove si trova il "Nord" in una zona temperata, basta guardare il tronco di un albero: i Muschi cresceranno sulla parte rivolta a Nord, poiché quella rivolta a Sud risulterebbe troppo assolata (chiaramente questo è vero nell'emisfero Boreale, in quello Australe avviene il viceversa,  per dettagli clicca qua).

In zone ad alte latitudini o laddove i cieli siano spesso nuvolosi, alcuni Muschi riescono a svilupparsi anche in zone aperte, lontane dagli alberi e dalla fitta vegetazione.
Sebbene i Muschi siano piuttosto sensibili all'inquinamento atmosferico, ci sono specie (es. Rhytidiadelphus squarrosus) che possono vivere in ambienti urbani o fortemente antropizzati, mentre altri Muschi sono acquatici e vivono interamente immersi nell'acqua (es. Fontinalis antipyretica).

Muschio su un Muretto

Muschio sul Tronco di un Albero


Come Crescere il Muschio ? - Coltivazione, Esposizione e Clima

Chiunque sia rimasto affascinato dai Giardini Giapponesi, in cui il suolo non è ricoperto da erba, bensì da Muschi ornamentali che creano un'atmosfera "incantata", si sarà chiesto "Come posso coltivare il Muschio nel mio giardino ?".

Le Briofite sono riuscite a colonizzare un areale immenso, spesso marginale e non adatto alla crescita di altri tipi di piante.
I Muschi, infatti, non hanno bisogno un terreno profondo e basta poco humus depositato su una roccia, per permettere loro di crescere.
Moltissime specie hanno un'elevata tolleranza al freddo ed al gelo e riescono a superare anche gli inverni più freddi.
L'umidità è un altro fattore chiave, la maggior parte di essi vuole un ambiente costantemente umido che, spesso, si ritrova in zone ombreggiate.
Terreni eccessivamente drenanti, che tendono ad asciugarsi, possono fortemente inibire lo sviluppo dei Muschi che, in linea generale, preferiscono i suoli acidi ed umiferi.
I raggi solari diretti per più ore al giorno rappresentano un altro fattore dannoso per il loro sviluppo.

Se, per contro, si volesse contrastare la crescita dei muschi, si possono utilizzare solfati di ferro o solfati di ammonio od altri prodotti commerciali che uccidono i Muschi.
Tuttavia, se le altre condizioni (luce, umidità etc..) rimangono ideali, ben presto quel pezzo di giardino sarà ripopolato.
Un altro metodo è usare erbe adatte per la crescita in zone ombreggiate, così facendo esse competeranno con i Muschi per i nutrienti, limitandone lo sviluppo e la diffusione.


Come Si Riproduce il Muschio ? - Ciclo Biologico 

Tutti i Muschi alternano una fase aploide (n) ad una diploide (2n), ma è la prima ad essere dominante (Ciclo Aplodiplonte).
Ciclo Vitale Aplodiplonte nei MuschiIl ciclo vitale inizia con la germinazione di una Spora (n), la quale va a formare il Gametofito (n) adulto, anch'esso aploide ed in grado di svolgere la fotosintesi clorofilliana.
Sul Gametofito si sviluppa il Gametangio, l'organo sessuale dei Muschi, che può essere femminile (Archegonio), oppure maschile (Anteridio) e possono coesistere sulla stessa pianta o essere presenti su piante diverse.

L'Archegonio produce un'unica cellula uovo (n), mentre l'Anteridio produce numerosi gameti maschili (n) geneticamente identici, dotati di flagelli.
I gameti maschili, quando maturi, vengono rilasciati e, sfruttando l'acqua come veicolo di trasporto, raggiungono l'Archegonio, fecondando la cellula uovo.
Questa fecondazione porterà allo sviluppo dello Sporofito (2n), il quale rimane attaccato al Gametofito, sfruttandolo per ricavare nutrienti.
Sullo Sporofito si differenzia lo Sporangio (2n), una struttura concava nella quale, tramite meiosi, si producono le Spore (n), che saranno rilasciate nell'ambiente e rimarranno quiescenti fino al ritorno delle condizioni ideali per la germinazione. Da qui il ciclo vegetativo si ripete.

Nel caso di piante (Gametofiti = n) che posseggono sia organi maschili, che organi femminili, TUTTI i gameti prodotti saranno geneticamente identici e, molto probabilmente, la fecondazione avverrà tra gameti prodotti dallo stesso Gametofito. Si otterrà dunque uno Sporofito diploide, ma omozigote (entrambi gli alleli identici), le cui Spore saranno geneticamente identiche.
In altre parole, il rimescolamento genico è meno efficace rispetto alle piante superiori e questo spiega perché il tasso di evoluzione sia circa 2-3 volte più lento.

Esiste anche la riproduzione asessuata, solitamente per frammentazione.

Muschio su un Ramo

Muschio su una Roccia

venerdì 3 novembre 2017

Coltivazione della Gardenia - Esposizione, Cure e Clima

Molti di voi avranno sentito parlare della Pianta della Gardenia, tuttavia Gardenia è in realtà un genere vegetale che, tra l'altro, è piuttosto grande e conta al suo interno oltre 200 specie.
La "classica" Gardenia, che vediamo in vendita nei vivai e che coltiviamo in vaso sul balcone o all'interno di casa, è la Gardenia jasminoides (sinonimo Gardenia augustaGardenia grandiflora), una specie ornamentale che produce fragranti fiori color bianco.

Nelle prossime righe capiremo come (e dove) coltivare la Gardenia in Italia, quale sia la sua resistenza al freddo invernale, come potarla e curarla.

Fiore Gardenia jasminoides


Origine e Diffusione :

Il genere Gardenia, nominato così in onore del botanico americano Alexander Garden (1730-1791), è diffuso su un areale molto esteso che comprende le zone tropicali e subtropicali di Asia, Africa e di molte isole dell'oceano Pacifico (es. Isole Fiji).


La Gardenia jasminoides, la specie più diffusa a livello ornamentale, è nativa del Sud-Est Asiatico e la si trova spontanea in Vietnam, Korea, Sud della Cina e del Giappone.

In Cina la Gardenia è coltivata da migliaia di anni, mentre arrivò in Inghilterra solo nel 18th secolo e da lì si diffuse nel resto d'Europa.

Ai nostri giorni è presente, oltre che nei luoghi d'origine, in quasi tutte le aree tropicali o subtropicali del mondo.
La Gardenia si può piantare anche nelle zone temperate calde mentre, nei luoghi più freddi, è spesso coltivata in vaso e riparata in casa durante l'inverno, anche perché si presta meglio di altre specie alla coltivazione in appartamento.


Com'è Fatta la Pianta della Gardenia ? Botanica e Fisiologia

La Gardenia jasminoides appartiene alla famiglia delle Rubiaceae, la stessa della pianta del Caffè (Coffea arabica) e la parentela tra queste due specie è più che evidente nella forma delle foglie.

La Gardenia comune è una pianta sempreverde a portamento cespuglioso, con uno sviluppo abbastanza limitato, specie se coltivata in vaso.
Se una pianta di Gardenia è piantata all'esterno, in piena terra, in un suolo fertile, con la giusta esposizione e quantità di acqua, ovvero cresce nelle condizioni ideali, può raggiungere un'altezza di circa 2 m (6.5 ft) ed estendersi altrettanto in larghezza. Tuttavia raggiungerà queste dimensioni solo dopo anni, poiché la crescita è particolarmente lenta.

Altre specie di Gardenia più tropicali, come la Gardenia brighamii (endemica delle Hawaii) o la Gardenia taitensis (Polinesia), si sviluppano più a forma di albero e possono superare i 5 metri di altezza (16 ft).

Boccioli GardeniaLe foglie della Gardenia sono di medie dimensioni, hanno color verde scuro ed una forma ovale; inoltre il margine superiore è altamente ondulato, assumendo un andamento a "zig zag".
La somiglianza tra le foglie di Gardenia e di Caffè è davvero notevole.
Le nuove foglie sono di color verde più tenue, mentre quelle vecchie ingialliscono e cadono. Una perdita contenuta delle foglie è fisiologica e rappresenta il normale rinnovo.
Se però buona parte delle foglie sono gialle e la crescita è stentata, allora c'è sicuramente un problema che, nella maggior parte dei casi, riguarda il terreno (ad esempio un pH troppo alto od un eccesso idrico che provoca ristagno).

I fiori della Gardenia jasminoides sono color bianco latte, possono essere singoli o, più frequentemente, doppi e sbocciano da gemme situate all'apice della vegetazione. Questi fiori possono essere solitari o, più raramente, raggruppati in piccole infiorescenze ed emanano una piacevole fragranza.
I fiori di Gardenia hanno anche oltre 10 petali, che tendono a circondare le antere e, se non fosse per i petali di maggior spessore, potrebbero ricordare i fiori delle Rose.

La fioritura è abbastanza prolungata ed, in Italia, si protrae per un paio di mesi ed oltre, tra tarda primavera e metà estate, indicativamente da Maggio ad Agosto. I singoli fiori hanno una vita media di appena 5-7 giorni, ma si aprono in maniera scalare, coprendo l'arco temporale menzionato poco sopra.
Nei climi più idonei ed in piante in ottima salute, si può avere una seconda (e meno cospicua) fioritura in autunno.

Le piante coltivate nei Vivai (in serra) possono fiorire anche in Febbraio/Marzo e, in molti casi, vengono "pompate" per aver una fioritura abbondante, anche se sono ancora piccole e cresciute in vasi sproporzionati ed angusti.
Il primo consiglio è di rinvasare subito e di stimolare la produzione di nuove foglie, anche se non è raro che l'anno seguente la fioritura sia scarsa o nulla.
Le gemme a fiore sono presenti sin dall'anno precedente, in inverno esse sono gonfie ed in attesa del rialzo termico per potersi aprire.

I frutti sono delle bacche formate da una polpa che contiene numerosi semi marroni.

Le radici delle Gardenie hanno una discreta estensione, ma rimangono piuttosto superficiali e, piante affrancate, non gradiscono trapianti da una posizione all'altra.
Gardenia jasminoides è una pianta poco longeva che, anche nelle migliori condizioni di crescita, fatica a vivere più di 50 anni e spesso muore ad un'età inferiore.

Fiore Gardenia jasminoides

Foglie Gardenia

Dove Piantare la Gardenia ? - Coltivazione, Esposizione, Clima, Potatura e Cure

La Gardenia appartiene alla categoria delle Piante Acidofile, solitamente piuttosto esigenti in quanto a terreno ed esposizione.
La specie gradisce un terreno leggero, ricco di nutrienti, drenante, ma in grado di trattenere l'umidità e soprattutto acido (pH compreso tra 5 e 6); cresce bene in terreni simili a quelli in cui prosperano Camelie e Rododendri.
In suoli alcalini e/o argillosi le Gardenie hanno difficoltà ad assorbire in nutrienti e vanno presto incontro a deperimento, fino a morire.
Il pH del suolo si può (leggermente) modificare utilizzando concimi per acidofile od aggiungendo aghi di pino e foglie di faggio.

La classica Gardenia è considerata piuttosto sensibile al freddo, tuttavia non è strettamente tropicale e la si può coltivare all'aperto con successo in diverse zone d'Italia (Nord compreso).
Leggendo in rete, anche da siti "esperti", si trovano informazioni spesso false, del tipo : "La Gardenia (Gardenia jasminoides) non tollera temperature minime invernali inferiori ai 10° C (50° F)".
Chiaramente se così fosse non sarebbe coltivabile neppure in Sicilia, cosa assolutamente non vera; ma quindi qual è la reale rusticità di questa specie ?

La resistenza al freddo è influenzata da molteplici fattori (durata, entità, umidità etc.), tuttavia si può genericamente affermare che non ci dovrebbero essere grossi problemi sino a temperature minime di -6° C (21° F). La temperatura limite di danno dovrebbe essere compresa tra -7° e -10° C (19-14° F), a seconda della frequenza e della durata del gelo. Sotto questa soglia il danno potrebbe essere tale da uccidere la pianta.
Negli ultimi anni alcune varietà (es. Kleim's Hardy Gardenia e Frost Proof) sono state pubblicizzate come "Gardenie Resistenti al Gelo", affermando che potessero resistere senza danni a temperature di -12° C (10° F) od inferiori. Personalmente credo che questi numeri debbano essere validati nel proprio giardino, tenendo conto che, pur di vendere, una minima differenza di rusticità possa venir esaltata oltremodo. Ricordatevi infine che un conto è la temperatura minima sporadica, un conto è la temperatura minima media; può darsi che una sola notte a -15° C (5° F)  faccia meno danni di due settimane con minime a -10° C (4° F).
In ogni caso, se la si volesse coltivare in una zona limite, sarà essenziale progettare una buona struttura di protezione dal freddo; cosa non troppo difficile date le dimensioni contenute della specie.
Anche prolungate esposizioni a temperature superiori ai 32° C (90° F) possono far entrare le piante in uno stato di sofferenza.

Gardenia jasminoides ama la luminosità, ma non gradisce una posizione troppo assolata. Diciamo che, in linea di massima, le Gardenie vanno piantate scegliendo un'esposizione a mezz'ombra, in cui non ricevano i raggi solari diretti durante le ore centrali della giornata.
Quanto detto diventa fondamentale in zone con estati secche, soleggiate e calde. Un'esposizione in pieno sole potrebbe danneggiare le foglie e limitare lo sviluppo.
Un'ottima soluzione per piantare una Gardenia è scegliere una posizione che sia a Nord rispetto ad un edificio od ad un grande albero ad alto fusto; in questo modo, prenderà Sole diretto nelle prime ore del mattino e al tramonto, evitando il "Sole di Mezzogiorno".
Ricordatevi che se le coltivate in casa durante l'inverno, non facendo ricevere loro Sole diretto,  quando le rimetterete all'aperto per la bella stagione, dovrete (ri)acclimatarle gradualmente alla luce solare.


La Gardenia è poco resistente alla siccità e vuole terreno umido, ma non zuppo; si dovrà quindi innaffiare regolarmente, ma non troppo abbondantemente.
L'irrigazione dovrebbe essere fatta evitando di bagnare foglie e fiori, i quali andrebbero più facilmente incontro a marciumi ed infezioni; inoltre è importante non usare acqua troppo calcarea, che innalzerebbe il pH del terreno. L'ideale è irrigare con acqua piovana.

La concimazione è sempre gradita, soprattutto ad inizio primavera. Per concimare è consigliabile utilizzare uno dei tanti concimi per acidofile che si trovano in commercio, ricordandosi di evitare di concimare con la cenere, la quale è basica ed innalza il pH del suolo.
In terreni non prettamente acidi può essere utile usare concimi addizionati con chelati di ferro, i quali permettono un miglior assorbimento degli ioni ferro da parte delle radici.

La potatura non è essenziale, tuttavia è utile per contenere lo sviluppo. In questo caso conviene potare ad anni alterni, rimuovendo i rami secchi, maldisposti o troppo lunghi.
Sarebbe meglio eseguire la potatura a metà estate, dopo la fioritura, in modo tale che, tra tarda estate ed autunno, si possano riformare i boccioli, che sbocceranno nella stagione successiva.

Gemme a Fiore Gardenia jasminoides

Pianta Gardenia in Primavera


Coltivazione in Vaso ed in Casa - Problemi e Soluzioni

La Gardenia, grazie all'apparato radicale non troppo voluminoso ed allo sviluppo limitato, si può coltivare con buoni risultati anche in vaso.
Il vaso deve però essere delle giuste dimensioni e, almeno una volta ogni due anni, si dovrebbe rinvasare (in primavera) in vasi via via più capienti, utilizzando terreno per acidofile.
Questa specie, come detto in precedenza, tollera meglio di altre l'ambiente dell'interno di una abitazione; tuttavia, rispetto alle classiche "Piante da Appartamento", si dovranno utilizzare semplici trucchetti:

  • Posizionare il vaso vicino ad una finestra esposta a Sud o comunque in un luogo luminoso
  • Non mettere il vaso vicino a fonti di calore come termosifoni o stufe
  • Evitare gli sbalzi termici (es. vicino ad una zona di passaggio tra interno ed esterno casa)
  • Mantenere umide le foglie nebulizzando con acqua (l'ambiente di casa è troppo secco)
  • Bagnare il terriccio quando è asciutto, evitando dannosi ristagni idrici

Di seguito indicherò i più comuni problemi che si riscontrano nel coltivare le Gardenie:

Se la pianta ha foglie gialle è probabile che abbia difficoltà nell'assorbimento di microelementi. Questo non vuol necessariamente dire che manchino, ma potrebbero essere presenti in una forma non assimilabile, come nel caso della clorosi ferrica (che avviene quando il pH è troppo alto), che è indotta da un limitato assorbimento di ferro. Per risolvere il problema dovrete acidificare il terreno.
Talvolta le foglie ingiallite possono essere anche sintomo di stress idrici (es. carenza di acqua).

Se i boccioli fiorali cadono prima di aprirsi, il problema potrebbe ricollegarsi a forti sbalzi termici.

Se non si formano i boccioli, potrebbe essere dovuto ad una mancanza di nutrienti, ad una carenza di luce (es. ombra scura) od ad un eccesso di concimazioni azotate. 

Se marciscono le radici è perché il terreno non è sufficientemente drenante o le annaffiature sono troppo abbondanti.

Nel caso di malattie di origine biotica (es. Virus patogeni), usare uno dei tanti anti-fungini ad ampio spettro presenti in commercio.

Fiore appassito Gardenia


Come Si Riproduce la Gardenia ? Quali Sono le Migliori Varietà ?

La Gardenia si propaga prevalentemente tramite talea. In primavera si taglia l'apice di un ramo (circa 6 cm o 2.4 inch), meglio se tenero e verde. Poi si devono togliere tutte le foglie ad eccezione di un paio sulla punta, interrare il ramo in terriccio per acidofile mischiato con sabbia, torba ed ormoni radicanti.
Dopodiché posizionare il vasetto in un ambiente luminoso (ma senza sole diretto), mantenendo il terreno (e l'ambiente) umido ed una temperatura di circa 20° C (68° F). La radicazione dovrebbe avvenire nel giro di 6-8 settimane.
La moltiplicazione per semina è poco usata, poiché più lenta. In questo caso si semina in autunno, aspettando il germogliamento primaverile.
La Gardenia si può riprodurre anche tramite margotta.


Esistono innumerevoli cultivars di Gardenia, di seguito cercherò di fare un breve elenco di quelle più popolari o particolari :

  • Gardenia jasminoides "Golden Magic" : si caratterizza per un portamento compatto ed una buona tolleranza al caldo, ma la sua peculiarità è il fiore che, sebbene all'inizio sia bianco, a sviluppo ultimato è color giallo oro.
  • Gardenia jasminoides "Four Seasons" : varietà che si differenzia per aver un periodo di fioritura più lungo rispetto alla specie tipo.
  • Gardenia jasminoides "Belmont" : cultivar dal portamento espanso, che produce fiori con molti petali. Questo clone è spesso utilizzato per recidere i fiori, a scopi decorativi.
  • Gardenia jasminoides "Aimee" : clone noto per la produzione di fiori a forma di rosa di dimensioni notevoli.
  • Gardenia jasminoides "White Gem" : varietà nana, che solitamente non supera i 60 cm (24 in), ideale per essere coltivata in vaso.
  • Gardenia jasminoides "Radicans"  : selezione a portamento assurgente e dotata di foglie più piccole rispetto alla specie tipo.
  • Gardenia jasminoides "Variegata" : come suggerisce il nome, ha foglie variegate: gialle e verdi.
  • Gardenia jasminoides "Chuck Hayes" : nota sia per la sua resistenza al freddo, sia per l'attitudine a rifiorire in autunno.
  • Gardenia jasminoides "Pinwheel" : cultivar resistente al gelo, che produce fiori con solo 6 petali, dalla forma stretta ed allungata. 

Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità e che, ripensando a quell'angolo piuttosto ombroso del vostro giardino, vi venga voglia di comprare una graziosa pianta di Gardenia che, con qualche attenzione, regalerà fiori profumati per quasi 3 mesi all'anno.

Fioritura Gardenia jasminoides

Fiore di Gardenia jasminoides