martedì 19 luglio 2016

Albizia julibrissin, un'Acacia dai Fiori Rosa che Adorna Parchi e Strade

L'Albizia, sebbene a molti potrebbe non suonare familiare, è un genere di piante piuttosto diffuso in Italia. Tra le diverse specie, l'Albizia julibrissin (detta anche Acacia di Costantinopoli o Acacia di Persia) è quella più comune nel Nord Italia, tanto è vero che la ritroviamo in molti parcheggi, ai lati delle strade, nei parchi o nei giardini privati, dove regala abbondanti fioriture per buona parte dell'estate.

Come si deve coltivare l'Albizia julibrissin? Qual è il suo clima ideale? Quali cure necessita per ottenere abbondanti fioriture?

Fioritura Acacia di Persia


Origine e Diffusione :

Albizia julibrissin è una specie le cui origini sono da ricercarsi nel continente Asiatico, si pensa infatti che sia nativa dell'Iran e dell'Asia subtropicale.
Il nome del genere, "Albizia", fu attribuito da Antonio Durazzini in memoria di Filippo degli Albizzi, un gentiluomo fiorentino che, nel 1749, importò l'Albizia julibrissin da Costantinopoli e la diffuse nei parchi e nei bei giardini della Toscana. L'appellativo "julibrissin" deriva invece dall'italianizzazione della parola "Gul-i-Abrisham" che, in lingua Turca, significa Fiore di Seta o semplicemente Fiocco. Ai nostri giorni la specie è presente in Italia ed in tutta l'Europa che si affaccia sul Mediterraneo, oltre che negli Stati Uniti ed ovviamente nell'areale d'origine.

Pianta di Albizia julibrissin



Botanica e Sviluppo :

Albizia julibrissin appartiene alla famiglia delle Fabaceae (Leguminose), è una specie decidua che si sviluppa sotto forma di albero di medie dimensioni, potendo raggiungere un'altezza di 15 m (49 ft). 
Pur avendo un discreto sviluppo la specie è poco longeva, addirittura meno della Betulla, e raramente supera i 40-50 anni di età. La crescita, forse per compensare questa carenza, è abbastanza rapida e vigorosa e fa assumere alla pianta una forma tondeggiante e un poco tozza, la chioma dell'Acacia di Persia è, infatti, a forma di ombrello.
Le foglie di questa specie, sebbene più grosse e caduche, sono molto simili a quelle della Mimosa, essendo composte da file di piccole foglie a loro volta divise in altre foglioline.
La parte più ornamentale, nonché quella forse più caratteristica, è il fiore. I fiori dell'Albizia julibrissin sono raggruppati in corimbi che sbocciano da boccioli situati all'apice della nuova vegetazione ed emanano un fragranza delicata. Gli stami sono molto più lunghi dei petali, dando così al fiore un aspetto "a ciuffo", mentre il loro colore bianco, lilla, con sfumature violacee li rende appariscenti.
La fioritura dell'Albizia è scalare e si protrae per un periodo piuttosto lungo che, indicativamente, va da fine Maggio ad Agosto, anche se l'epoca e  la durata possono cambiare in funzione del clima. Talvolta, se la stagione calda si protrae anche nella prima parte dell'autunno, si può avere una seconda (e meno abbondante) fioritura. Quando questo si verifica la pianta avrà i frutti derivanti dalla prima fioritura e questi fiori, contemporaneamente. I frutti dell'Acacia di Costantinopoli, come tipico delle leguminose, sono dei baccelli lunghi e sottili con all'interno diversi semi di piccole dimensioni.

Foglie di Albizia julibrissin

Fiori Acacia Costantinopoli







Coltivazione, Clima e Cure :

L'Albizia julibrissin è una pianta adatta al clima italiano, gradisce estati calde e lunghe ed ha una buona resistenza al freddo, sebbene inferiore a quella di molte altre specie decidue. Benché ci siano delle differenze tra le Cultivars, si può affermare che l'Albizia può crescere fino ad una zona USDA 6 e quindi resistere, indicativamente, fino a temperature minime di -15° C (5° F).
L'Albizia, sebbene non ami suoli troppo acidi, è una pianta poco esigente e può crescere su un'ampia gamma di terreni, compresi quelli salmastri, che frequentemente si ritrovano lungo i margini delle coste; inoltre, una volta affrancata, è alquanto resistente alla siccità.
La notevole resistenza alla salsedine, così come all'inquinamento atmosferico, rende la sua piantumazione particolarmente indicata per zone ai margini di strade affollate, inquinate o in prossimità del mare, dove altre specie avrebbero una crescita stentata.
L'Acacia di Costantinopoli cresce sia in posizioni totalmente assolate, che a mezz'ombra, mentre sono da evitare le zone eccessivamente ventose, in quanto le ampie foglie e la forma ad ombrello della chioma potrebbero indurre danni di tipo meccanico ai fragili rami.
Questa specie mal si adatta alla coltivazione in vaso, situazione che ne compromette lo sviluppo, anticipando lo stato senile delle pianta.
La potatura si effettua in inverno, a foglie cadute, ma, da adulta, non è assolutamente indispensabile, se non per ringiovanirla con tagli di ritorno.
L'Albizia julibrissin si riproduce prevalentemente tramite innesto; è possibile anche tramite talea, sebbene, con questa specie, la percentuale di attecchimento non sia alta.
La semina, sebbene non garantisca le caratteristiche della Cultivars (leggi qua il perché), è una tecnica molto proficua, non per caso la specie è quasi infestante in alcune zone degli Stati Uniti.
L'Acizzia jamatonica, una Psilla asiatica, è stata segnalata per la prima volta in Piemonte nel 2001 e da lì si è diffusa in tutto il Nord Italia e persino in Svizzera, Francia e Slovenia.
Questo insetto parassita l'Albizia julibrissin, succhiandone la linfa grezza (quella ricca di Glucosio) e producendo una melata biancastra che, oltre ad imbrattare tutto ciò che è al di sotto della chioma, facilita l'insorgere della fumaggine.
La sottrazione di linfa grezza causa anche il deperimento della pianta, la comparsa di foglie gialle e, nei casi più gravi, l'anticipata caduta delle foglie. Questo patogeno, nel suo areale di origine, non è particolarmente nocivo ma, in Italia, non avendo i suoi naturali antagonisti, è diventato il principale pericolo per questa specie.

Frutti immaturi Albizia julibrissin


Albizia julibrissin leaves

Chioma di Albizia julibrissin

Fiori di Albizia julibrissin

Albizia julibrissin flowers

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