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mercoledì 31 dicembre 2025
Quali Sono le Piante Idrofile ? - Cosa Coltivo in Una Zona Paludosa ?
martedì 25 novembre 2025
Foglia - Adattamenti Alle Diverse Intensità di Luce
La foglia, in tutte le specie vegetali, può esser considerata il motore della pianta, grazie al quale è possibile produrre sostanza organica utilizzata poi come risorsa energetica e come materiale per la composizione di nuovi tessuti (soprattutto durante la lignificazione).
Come è Fatta Una Foglia ?
Potremmo rispondere a questa domanda come farebbe un botanico, ma qui vorrei sintetizzare e rendere il tutto di facile assimilazione anche per un "non addetto ai lavori".
La foglia è formata da diversi strati, ognuno composto da file (più o meno numerose) di cellule. Visto dalla pagina superiore (quella rivolta al sole) potremmo schematizzare così :
- Cuticola : strato ceroso e impermeabile, ha come ruolo quello di proteggere la foglia dalla disidratazione. Il suo spessore, come vedremo di seguito, può variare in base alle specie ed alla loro capacità di resistere alla siccità.
- Epidermide Superiore : unico strato di cellule.
- Tessuto a Palizzata : formato da una o più file di cellule attaccate tra loro, sono ricche di cloroplasti ed è il luogo dove avviene la fotosintesi clorofilliana.
- Tessuto Lacunoso : qui le cellule lasciano degli spazi vuoti tra loro, permettendo ai gas (ossigeno = O2 e anidride carbonica = CO2) di diffondere più facilmente.
- Epidermide Inferiore
- Cuticola : qui lo strato è meno spesso, inoltre è intervallata da Stomi, ovvero delle fessure che possono esser aperte o chiuse (all'occorrenza) permettendo il passaggio (ingresso ed uscita) di gas e la perdita di acqua per traspirazione.
- In primis la Fotosintesi, ovvero quel processo tramite cui con l'energia solare viene usata per ossidare l'acqua ad ossigeno, producendo ATP e NADPH (fase luminosa), i quali poi vengono utilizzati per convertire (CO2) in Glucosio (Glu), ovvero sostanza organica (fase oscura).
- Sintesi biochimica : parte dell'energia della fotosintesi non viene utilizzata per produrre Glucosio, ma è impiegata nella sintesi di molecole utili a tutta la pianta come ormoni, amminoacidi, lipidi e altro ancora.
- Regola la quantità di acqua per la pianta e, con la traspirazione, richiama acqua (e sali minerali) dalle radici, ridistribuendola ad ogni cellula della pianta.
- Raffreddare la chioma con la traspirazione, un po' come noi facciamo col sudore.
- Foglie Coriacee con un tessuto a palizzata spesso, con più strati cellulari (la luce intensa può filtrare e raggiungere quelli sottostanti)
- Foglie con piccola superficie
- Chioma Densa e Fitta, con ombreggiamento parziale tra le foglie
- Presenza di tricomi (peli fogliari) e spesso tonalità tendenti al biancastro-grigio per riflettere l'eccesso di luce solare.
- Secrezione di olii essenziali che schermano parzialmente la luce solare
- Poche molecole di Clorofilla Antenna
- Maggior presenza di pigmenti in grado di dissipare l'energia solare in eccesso senza sovraccaricare i fotosistemi, come i Carotenoidi.
- Foglie orientate con angoli acuti, più parallele (che perpendicolari) ai raggi solari
- Hanno foglie grandi, esponendo una grande superficie alla luce riflessa. In altre parole, se la quantità di luce/area è a loro sfavore, aumentano l'area per captare più luce
- Unico strato di cellule nel tessuto a palizzata, ma con maggior quantità di clorofilla.
- Foglie ben distanziate tra loro (internodi più lunghi), con angoli perpendicolari al suolo.
- Talvolta hanno foglie bucate per lasciar passare la luce alle foglie sottostanti e ridistribuire meglio la poca luce disponibile, particolarmente vero in rampicanti tropicali (es. Monstera deliciosa)
- Maggior rapporto clorofilla b/clorofilla a; la clorofilla b è particolarmente presente nei sistemi antenna che captano energia solare indirizzandola verso i fotosistemi (composti prevalentemente da clorofilla a), ovvero i centri dove avviene la reazione luminosa della fotosintesi.
- Maggior quantità di cloroplasti e di clorofilla, infatti le foglie sono spesso di un verde più intenso.
giovedì 30 ottobre 2025
Come Fanno le Piante Palustri a Sopravvivere Immerse nell'Acqua ?
Le radici sono fondamentali per lo sviluppo di ogni pianta, esse forniscono stabilità, assorbono sali minerali e acqua, accumulano sostanze di riserva, oltre a svolgere un ruolo regolatorio (spesso ormonale) sull'intera pianta.
Le radici però non svolgono la fotosintesi e quindi dipendono energicamente dall'utilizzo di Glucosio trasportato dalle foglie sino a loro. Il Glucosio (ed i suoi derivati), oltre ad esser utilizzato come materia prima (es. parete cellulare) viene consumato nei mitocondri (respirazione cellulare, per dettagli clicca qua) per produrre ATP, poi utilizzato nei diversi processi biologici (crescita etc.).
Il punto importante è che per la respirazione serve ossigeno. In condizioni normali il suolo contiene circa il 25% di aria (contenente quindi ossigeno) e le radici lo assimilano direttamente da lì. Più si scende in profondità più la concentrazione di ossigeno cala, motivo per cui la maggior parte della massa radicale si concentra nel primo metro (3.3 ft) di terra. Può capitare però che un terreno sia poco permeabile (es. argilloso) e che, in seguito a piogge, quel 25% di spazio disponibile per l'aria venga saturato dall'acqua. In queste condizioni si ha quello che si chiama ristagno idrico, che può esser più o meno superficiale e più o meno duraturo (fino ad esser perenne in zone paludose).
Sebbene nell'acqua sia disciolto ossigeno, l'acqua (soprattutto stagnante) ne ha poco e non direttamente assorbile dai peli radicali delle radici.
Quali sono i due principali problemi del ristagno idrico :
- Ambiente ideale per lo sviluppo di muffe e altri funghi patogeni, con possibile marcescenza delle radici.
- Ipossia : l'assenza di ossigeno non permette la respirazione cellulare delle radici, le quali vanno incontro a morte per mancanza di energia.
- Radici Avventizie e Pneumatofori : le radici avventizie vengono prodotte dai rami principali (non immersi in acqua) e scendono; in molti casi hanno anche una funzione di sostegno (si pensi ai grossi rami di specie quali Ficus macrophylla) e di assorbimento nutrienti, ma non essendo immerse (almeno all'inizio) possono utilizzare ossigeno dell'aria. Gli Pneumatofori sono invece delle radici specializzate per la respirazione; esse derivano da radici laterali, crescono verso l'alto (fuori dal suolo) e permettono lo scambio gassoso con l'atmosfera; sono tipiche di piante che vivono in ambienti salmastri (es. Mangrovie), così come in ambienti ipossici e palustri come per il Cipresso delle Paludi.
- Metabolismo Anaerobico : in assenza di ossigeno la respirazione non può avvenire, ma la fermentazione sì. Le cellule radicali di queste specie possono sopportare la fermentazione, la quale produce una minima quantità di ATP, oltre a Lattato e Etanolo, anche in assenza di ossigeno. Questo tipo di adattamento è più che altro presente in specie che hanno ristagni lunghi, ma non perenni, dato che la fermentazione produce metaboliti tossici (che queste piante riescono a tollerare meglio di altre). Il concetto non è molto diverso da un corridore che fa uno scatto a freddo, il muscolo (per produrre energia) ha bisogno di molto ossigeno nell'immediato e, dato che non c'è, fa la fermentazione producendo Acido Lattico (con conseguente dolore muscolare).
- Presenza di Aerenchima : tessuto normalmente non presente nelle piante, ma che si sviluppa in quelle che prosperano in ambienti palustri. Questo tipo di tessuto è essenzialmente formato da cellule morte che creano dei canali, appena sotto la corteccia, che permettono il passaggio d'aria. In altre parole l'aria entra attraverso le lenticelle dei rami (fessurazioni che permettono ai rami di assorbire aria per respirazione) e da qui hanno un canale preferenziale che lo trasporta sino alle radici; quindi le radici ottengono ossigeno non per diffusione semplice e diretto contatto, ma ossigeno prelevato altrove e trasportato fin lì. L'aerenichima può esser costitutivo (sempre presente) o esser prodotto all'occorrenza, se la pianta si trova a dover crescere in condizioni di ipossia (in piante come Pioppo o Salice). Sebbene presente in piante arboree, l'aerenchima è più comune in piante Erbacee, come le Ninfee.
lunedì 29 settembre 2025
Le 10 Migliori Graminacee Ornamentali - Coltivazione e Curiosità
Di quali fossero le migliori piante erbacee perenni ne avevamo già discusso qua. Qui però mi vorrei soffermare solo su una specifica famiglia di piante erbacee, le Poaceae (sin. Graminaceae).
Di questo gruppo fanno parte moltissime specie che formano il manto erboso dei nostri giardini, tra cui Lolium perenne, Poa pratensis, Cynodon dactylon (nota come Gramigna e spesso infestante), ma anche molte piante alimentari come il Mais (Zea mays) o il Grano (Triticum durum).Le Graminacee sono Angiosperme Monocotiledoni, per lo più erbacee, che possono essere sia annuali che perenni ed hanno habitat diversificati, dalle zone tropicali, sino alle aree più fredde dei climi temperate.
1) Erba della Pampas (Cortaderia selloana) : di origine Sud Americana e più precisamente della Pampa, la pianura fertile compresa tra Argentina, Uruguay e Sud del Brasile; è una pianta che può diventare infestante, produce foglie nastriformi, color verde-glauco, lunghe ed affilate, sempreverdi nei climi caldi, mentre seccano (o ingialliscono) dove il gelo è intenso. E' una delle Graminacee più grandi, potendo arrivare ad oltre 2 metri (6.6 ft) di altezza ed altrettanto di larghezza. La parte più ornamentale è l'infiorescenza, dall'aspetto piumoso. Ogni pianta produce molte spighe che si ergono con un lungo stelo che spunta dalla parte centrale del cespo ed hanno un color che varia dal bianco-crema sino al rosa (a seconda della varietà). Può crescere sia al Sole che a mezz'ombra, preferisce terreni drenanti, mediamente fertili e, grazie al notevole apparato radicale, resiste bene alla siccità estiva. Evitare suolo pesanti, perennemente zuppi di acqua. La fioritura avviene dalla tarda estate all'autunno e le infiorescenze permangono (seccando) anche durante la stagione invernale. Resiste al gelo almeno fino ad una USDA zone 7. Durante la stagione invernale (o inizio primavera se la si vuol tenere come ornamento per l'inverno) si effettua la potatura, tagliando foglie ed infiorescenze, lasciando il cespo alto circa 20 cm (8 in). Data la sua imponenza è un'ottima scelta sia come pianta isolata, che da bordura alta.
4) Erba Fontana (Pennisetum alopecuroides) : originaria dell'Asia Orientale (Cina, Giappone, Corea) in natura prospera in zone umide (ma senza ristagno d'acqua) come pascoli umidi, sponde di fiumi o torrenti. Rispetto alle precedenti richiede un suolo più humifero e ricco di nutrienti ed è meno tollerante alla siccità estiva, inoltre gradisce qualche ora di ombra durante il giorno per aver una crescita più morbida e meno compatta. La resistenza al gelo è ottima e, rispetto alle precedenti, secca completamente la parte aerea quando arriva il freddo intenso. Di crescita contenuta, ha portamento globoso, con un raggio "sferico" di circa 70 cm (28 in). Da Luglio ad Ottobre produce numerose infiorescenze (spighe piumose color beige) che le conferiscono un bell'aspetto, soprattutto in autunno ed inverno, quando ormai secche si ricoprono di brina o rugiada ed il Sole basso dona loro un fascino romantico. A fine inverno si pota a pochi centimetri da terra. Si abbina molto bene con specie dei generi Echinacea, Aster o Rudbeckia.
venerdì 22 agosto 2025
Cos'è la Lignificazione ? Da Cosa è Fatto il Legno ?
Avevamo già discusso qua della differenza tra piante annuali, biennali e perenni, con riferimento al fatto che siano erbacee o arboree (legnose).
Ma qui può sorgere la domanda : "Da Cosa è Costituito il Legno" ?
Bhè il legno maturo è formato essenzialmente da :
- Cellulosa : polimero organico formato da una lunga catena di monomeri di Glucosio, conferisce resistenza.
- Emicellulosa : derivato dalla cellulosa mantiene coese le fibre.
- Lignina : polimero idrofobico a base di Fenoli, conferisce impermeabilità.
- Resine e Tannini : molto variabili a seconda della specie, ad esempio molto abbondante nelle Conifere, può avere ruolo protettivo.
- Sali Minerali : stabilizzano le strutture.
In prevalenza il legno è formato da carbonio organico, ottenuto dalla "fissazione" della CO2, possibile grazie all'energia ricavata dalla Fotosintesi. La formazione di legno sottrae dunque anidride carbonica dall'atmosfera, riducendo così l'effetto serra (per dettagli sul ciclo del carbonio clicca qua).
Un ramo erbaceo (prima della lignificazione o in specie erbacee) ha anch'esso cellulosa, emicellulosa etc, ma in percentuali diverse; mentre non contiene lignina, inoltre è essenzialmente fatto da acqua. Pensate che il 90% del peso di un tessuto erbaceo è attribuibile all'acqua. Se tagliate 10 kg di erba, dopo qualche giorno al sole (che fa evaporare l'acqua) ne avrete circa 1 kg.
Oltre all'acqua, la grossa differenza è il contenuto proteico, che è molto elevato in germogli erbacei in crescita e quasi nullo nei tessuti lignificati.
Ma Cos'è la Lignificazione ?
Le piante erbacee non formano legno, come potete notare osservando l'erba dei prati. Ma anche le specie arboree (legnose) hanno parti erbacee; basta guardare una pianta in primavera quando produce molti nuovi getti, che diventeranno i futuri rami. In questa fase hanno però una consistenza erbacea, sono verdi ed in grado di svolgere (anche se meno efficientemente delle foglie) la fotosintesi.
La lignificazione è il passaggio da "ramo erbaceo" a "ramo legnoso".
Le cellule dei tessuti che vanno in contro a lignificazione formano una parete cellulare secondaria interna alla classica parete cellulare primaria (formata quasi esclusivamente da cellulosa e ben più elastica).
La parete secondaria è formata da molti strati di cellulosa e da lignina, conferendo resistenza e durezza.
Inoltre la lignina rende impermeabile il ramo, i tessuti lignificati si rafforzano ed avviene la morte programmata di parte delle cellule.
E' importante sottolineare che nelle piante arboree non tutti i tessuti sono soggetti a lignificazione (ad esempio le foglie non lo sono).
A Cosa Serve la Lignificazione ?
- Sostegno : un ramo erbaceo (in primavera) è molto più flessibile, mentre in inverno (a lignificazione avvenuta) diventa più duro. La lignificazione permette anche la crescita in altezza, permettendo al tronco, alle branche (etc.) di sostenere il peso della pianta senza flettersi e ricadere.
- Conduzione Acqua : vasi Xilematici duri e rigidi permettono un miglior passaggio di acqua e sali minerali verso la chioma della pianta.
- Protezione : sia contro patogeni (il legno è impermeabile e duro), sia per tollerare meglio il freddo (e il caldo). Non a caso piante sempreverdi che emettono nuova vegetazione in autunno non avendo tempo per lignificarla, la rendono più facilmente danneggiabile dal gelo (vi ricordo che durante la lignificazione c'è un'enorme riduzione di acqua, che è la componente principale di un ramo verde). L'acqua ghiacciando ovviamente aumenta di volume è rompe le cellule.
lunedì 14 luglio 2025
Giardino Australiano - 25 Specie Coltivabili in Italia
L'Australia è un angolo di mondo unico, che si è isolato dagli altri continenti oltre 100 milioni di anni fa. La separazione fisica ha permesso alle specie di evolversi in maniera indipendente e, non potendo scambiarsi geni (accoppiarsi, riprodursi) con altri esser viventi all'infuori dell'Australia, ha favorito la speciazione ed rendendo l'area ricchissima di endemismi (specie che vivono solo lì). L'esempio più lampante sono i marsupiali, tra cui il famoso Canguro, che vivono esclusivamente qui.
Lo stesso discorso si può fare con le specie vegetali; ad esempio la maggior parte delle specie di Acacia ed Eucalipto sono native dell'Australia.
Di seguito vorrei fare un elenco (con breve descrizione) delle specie native di Australia (e Nuova Zelanda) che potrebbero permetterci di farci un angolino "Australiano" nel nostro giardino.
1) Callistemon citrinus : specie sempreverde appartenente alla famiglia delle Mirtaceae, che raggiunge un'altezza variabile a seconda della varietà, ma in genere non superiore ai 3 metri (10 ft). Il portamento è snello, con rami flessibili e ricadenti. Produce fantastiche infiorescenze cilindriche costituite da molti fiori rossi (alcune varietà anche bianchi), con numerosi stami; si ha una fioritura a fine primavera/inizio estate a cui può seguirne un'altra ad inizio autunno (soprattutto dove le temperature si mantengono buone). Adattabile a diversi habitat, in natura cresce spesso in zone umide dell'Australia orientale, ma resiste bene anche in zone assolate ed aride una volta affrancato. Gradisce il pieno Sole, ma tollera anche la mezz'ombra. Resiste al gelo fino a temperature di circa -10° C (14° F), forse qualcosa in più con danni. Per ulteriori informazioni clicca qui.
6) Mimosa 4 Stagioni (Acacia retinodes) : appartenete alle Fabaceae e si differenzia dalla classica mimosa (Acacia dealbata) per portamento, foglie e per il periodo di fioritura. La caratteristica principale di questa specie è infatti la capacità di fiorire in continuazione fin tanto che le temperature lo consentano (in Italia smette di fiorire solo tra tardo autunno e fine inverno, con differenze a seconda del clima). La pianta può raggiungere 8 metri (26 ft) di altezza, con chioma folta, talvolta ricadente e foglie lanceolate. I fiori sono gialli e sferici, spuntano all'ascella fogliare dei nuovi getti. Considerata leggermente più sensibile al freddo rispetto alla comune Mimosa, può comunque resistere fino a quasi -10° C (14° F) se occasionali e di breve durata. Cresce al Sole e non teme siccità. In natura cresce nel Sud dell'Australia e in Tasmania, in climi mediterranei. Altra differenza rispetto alla A. dealbata è che tollera il calcare del terreno e pH alti.
9) Pittosporum tenuifolium : di origine Neo Zelandese appartiene alla famiglia delle Pittosporaceae (come il più comune Pittosporum tobira). Cresce in zone costiere, fino ad 800 mt di quota, in zone di boscaglia con un clima temperato umido, ma ha comunque una discreta resistenza alla siccità. Si sviluppa anche su suoli poveri, spesso sabbiosi e drenanti, gradisce pieno Sole, ma in zone aride e secche di avvantaggia di una leggera ombra nelle ore più calde della giornata. La resistenza al freddo è media, indicativamente fino a temperature di -8° C (17° F). I fiori sono di color viola, ma poco appariscenti. Le foglie sono dai margini ondulati e dall'aspetto translucido, soprattutto quelle più giovani. L'albero ha un portamento più colonnare (conico da giovane) rispetto al P. tobira ed in natura può raggiungere gli 8 metri (26 ft), ma in coltivazione in Italia di norma rimane basso la metà. Esiste anche una varietà Nana ed una a foglia variegata.



































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