Le piante, ed il verde in generale, rendono l'ambiente urbano più vivibile, oltre ad abbellire ed a dare un po' di colore al grigiore dell'asfalto.
Gli alberi, facendo la fotosintesi, partecipano al Ciclo del Carbonio riducendo così la quantità atmosferica di CO2 emessa dai combustibili fossili. Alcune specie possono addirittura metabolizzare i metalli pesanti e le polveri sottili, rendendo l'aria urbana più respirabile. Oltre a ciò le piante creano zone d'ombra, che in estate aiutano a ridurre le temperature ed il calore rilasciato dal cemento.
Ma non tutte le piante sono adatte a crescere in città e, di norma, devono avere le seguenti caratteristiche :
- Sopportare l'inquinamento e lo smog
- Crescere abbastanza velocemente
- Essere piante ad alto fusto (non arbustive), così da permettere la presenza di parcheggi alla loro base
- Resistere al freddo, al caldo ed alla siccità (è impensabile innaffiarle)
- Essere rustiche e resistere alle malattie (non si possono trattare con anticrittogamici)
- Avere elevata longevità (almeno 80-100 anni)
- Avere un apparato radicale solido, che ne eviti la caduta anche in caso di forte vento
- Possedere una chioma densa ed espansa
- Resistere anche a potature drastiche (che sono comunque da evitare)
1) Platano (Platanus acerifolia)
Riconoscibile per il tronco dotato di una corteccia "mimetica" che ricorda un po' le divise militari, è coltivato da Nord a Sud (sebbene più frequente al centro-nord). Il Platano, appartenente alla famiglia delle Platanaceae, è un grosso albero che, se non potato, raggiunge senza problemi i 30 metri (100 ft) di altezza. In realtà la specie più comunemente usata è un ibrido tra Platanus occidentalis e Platanus orientalis, per l'appunto Platanus acerifolia. Il nome è una chiaro richiamo alla forma della foglia che, per l'appunto, ricorda quella di un Acero. Lo possiamo trovare in quasi tutte le città d'Italia, come ad esempio lungo Via Celoria (zona Università Città Studi) a Milano.
Specie nativa del centro-Europa ed appartenente alle Malvaceae, una famiglia con specie di norma tropicali, con poche eccezioni, tra cui appunto il Tiglio. Esso è coltivato da secoli ai margini delle strade. Si riconosce a vista per le grosse foglie a forma di cuore ma, tra fine maggio e giugno, anche all'olfatto; infatti un viale alberato di Tigli in fioritura emana una fragranza delicata ed indistinguibile. Spesso i Tigli vengono potati in maniera piuttosto drastica, assumendo un aspetto tozzo e non è raro trovarli anche in questa forma, tuttavia sono piante ad alto fusto e se lasciate crescere liberamente possono raggiungere un'altezza di circa 30 metri (100 ft).
Pianta appartenente alle Salicaceae, può raggiungere i 30 metri (98 ft) di altezza. Peculiarità è il portamento assurgente, che ricorda un po' la forma di un cipresso. Tra tutte le piante ad alto fusto è probabilmente quella con la chioma più compatta, con rami presenti anche nella parte bassa del tronco, ma con angoli acutissimi rispetto allo stesso. Le foglie sono cuoriformi, di color verde intenso. I frutti contengono semi ricoperti da una lanuggine che vola per chilometri, talvolta ricoprendo interi prati. Purtroppo sono piante non troppo longeve (rispetto ad altre di simili dimensioni) e, invecchiando, possono facilmente essere abbattuti dal forte vento, motivo per cui in molte città si stanno togliendo dai margini delle strade, per relegarli a posti isolati nei parchi pubblici.
I Pruni ornamentali (esistono più specie), diversamente dalle altre specie elencate in questo articolo, hanno uno sviluppo limitato e, più che per creare ombra, vengono piantati lungo i viali pedonali per abbellirli (clicca qua per maggiori dettagli). I Prunus da fiore appartengono alla grande famiglia delle Rosaceae e non superano i 6 metri (20 ft) di altezza e, verso Marzo, si ricoprono di una miriade di fiorellini bianco-rosati per un periodo di circa due settimane. Le foglie rimangono color bruno-porpora anche durante l'estate.
Appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, è chiamato anche "Spaccasassi" per via delle possenti radici, in grado di penetrare nelle crepe delle rocce sino a spaccarle. Il Bagolaro, nativo dell'Europa Meridionale, è un albero deciduo alto al massimo 25 metri (82 ft), dotato di un tronco possente, ricoperto da una corteggia grigia e liscia. La chioma è espansa ed a forma globulare, con foglie medio-piccole dal margine seghettato. I frutti, facilmente notabili in autunno, sono delle piccole drupe, violacee a maturità, che sono molto gradite dagli uccelli. Viene piantato lungo le strade delle città anche perché è una specie rustica e robusta, che difficilmente viene divelta dal vento.
Una delle due Gimnosperme tra tutte le piante elencate in questo articolo, è considerato un fossile vivente risalente a 260 milioni di anni fa. La specie, unica sopravvissuta della famiglia delle Ginkgoaceae, raggiunge un'altezza massima di circa 40 m (131 ft), sebbene rimanga normalmente un po' più bassa, con un portamento tendenzialmente piramidale, sebbene in alcune varietà possa essere colonnare. Le foglie sono a forma di ventaglio, con una consistenza che può ricordare quella del cuoio. In autunno, prima di cadere, le foglie si tingono di giallo, rendendo il G. biloba molto ornamentale in questa fase. Viene coltivato lungo i viali, ma ancor di più nei parchi delle città, in quanto molto tollerante all'inquinamento e con un'elevata capacità di "purificare" l'aria dalle polveri sottili e da altri inquinanti.
Nativo del Caucaso ed appartenente alle Sapindaceae è un albero deciduo alto fino a 30 metri (100 ft) ed utilizzato sia nei parchi, che lungo le strade, per via delle belle foglie composte (dall'aspetto vagamente tropicale), del portamento elegante e dell'appariscente fioritura tardo primaverile. Si riconosce anche per il frutto, che ricorda una grossa castagna, che non è però commestibile. Il tronco di vecchi esemplari tende a fessurarsi in profondità ed ad avere una forma irregolare.
Nativo del Nord America, appartiene alla famiglia Altingiaceae. Si sviluppa come albero di medie-grosse dimensioni, di norma raggiungendo al massimo un'altezza di 25 metri (83 ft). Il portamento è piuttosto snello, con rami assurgenti. Le foglie sono profondamente lobate e, in autunno, hanno un vivacissimo colore che spazia dal giallo al rosso, la presenza di questa sfumatura lo rende particolarmente attraente in questa stagione. Ormai è facile trovarlo sia lungo le strade cittadine, sia nei parchi pubblici. Per uno sviluppo ottimale preferisce terreni umidi ed è quindi più indicato per il Nord Italia.
Originario di Cina e Corea appartiene alla famiglia delle Sapindaceae, la stessa a cui appartengono gli Aceri, ma anche fruttifere strettamente tropicali come il Rambutan. E' una pianta decidua che, rispetto alle precedenti, si mantiene più bassa raggiungendo un'altezza di poco superiore ai 10 metri (33 ft). Si fa notare soprattutto in Giugno, quando l'intera chioma si ricopre di infiorescenze a forma piramidale costituite da moltissimi piccoli fiori gialli. Altra peculiarità sono i frutti, color rosato, che assomigliano alle famose lanterne cinesi (da qui il nome).
Il genere, appartenente alla famiglia delle Oleaceae, è composto da più specie, di cui alcune (es. Fraxinus americana, Fraxinus excelsior e Fraxinus angustifolia) utilizzate per le alberature stradali. Sebbene con differenze tra le specie, il Frassino ornamentale è un albero ad alto fusto che può superare i 30 metri (100 ft) di altezza, ma ha un portamento relativamente snello. Tutte le specie sono native delle zone temperate dell'emisfero Boreale e crescono bene nella zona fitoclimatica del Castanetum. Le foglie sono caduche, composte e imparipennate, ognuna formata da 4-7 copie di foglioline dal margine spesso seghettato. Il tronco è liscio in gioventù, mentre tende a fessurarsi longitudinalmente con l'età.
Esistono molte specie di Quercia, la Rovella (Quercus pubescens) è quella più comune in Italia dove, oltre a crescere selvatica nei boschi decidui, viene talvolta coltivata anche a livello ornamentale nei parchi. Il fusto è relativamente breve, con branche che partono sin dalla parte basse. La pianta supera di poco i 20 metri (66 ft) di altezza, tuttavia ha una chioma espansa e, nel complesso, può sembrare abbia un portamento tozzo, ma massiccio. Le foglie seccano in autunno, ma rimangono attaccate alla pianta fino alla primavera successiva. La Quercia Rossa (Quercus rubra) è invece originaria del Canada e coltivata lungo i viali dei parchi, anche per via dello splendido colore rosso che assume in autunno, prima di perdere le foglie. Infine il Leccio (Quercus ilex) usato come alberatura stradale, soprattutto nelle zone costiere del centro-sud Italia, dato che è una Quercia sempreverde e la neve potrebbe arrecare danni meccanici.
Specie di Acero nativo nel nord America, sul confine tra Stati Uniti e Canada, è una pianta di medie dimensioni, superando raramente il 20 metri (66 ft) di altezza, con un portamento abbastanza espanso. La crescita risulta rapida e ciò gli permette di trovare facile impiego nelle alberature dei viali cittadini e lungo le piste ciclabili. Viene chiamato anche Acero Argenteo poiché le foglie, profondamente lobate, hanno riflessi color argento sulla pagina inferiore, mentre su quella superiore sono di color verde brillante. La corteccia è di color grigio e tende a squamarsi con l'età. I frutti, come in tutti gli Aceri, sono delle dismare che ricordano la forma di un'elica, che permette loro di "planare" lontano dalla pianta madre.
Coltivati nelle zone costiere, lungo i viali ed all'interno dei parcheggi, sono spesso specie confuse l'una con l'altra. Entrambe, ma soprattutto la P. pinea, sono conifere dal portamento atipico, infatti tendono a sviluppare una chioma a forma d'ombrello, con un tronco lungo e privo di rami nella parte bassa. Facilmente danneggiabile dalla neve, può diventare pericolosa laddove ve ne si accumuli molta. P. pinea produce anche i pinoli, utilizzati insieme al basilico, per fare un ottimo pesto alla genovese. Le radici sono così superficiali e possenti tanto da creare problemi, infatti possono sollevare l'asfalto e rovinare marciapiedi.
Vorrei concludere con una specie esotica, di certo coltivabile solo nelle zone più miti d'Italia, dove eventi di gelo siano rari, leggeri ed effimeri. La Jacaranda è nativa dell'America latina ed appartiene alla famiglia delle Bignoniaceae (la stessa della più rustica Bignonia) ed è molto comune nelle zone tropicali e subtropicali, mentre in Italia viene coltivata per lo più da privati. Tuttavia a Palermo ho un vi è un viale alberato con questa specie ed in alcune zone del Sud Italia potrebbe essere un'ottima alternativa alle piante citate in precedenza. Le foglie sono molto simili a quelle della Mimosa, tuttavia ha un comportamento semi-deciduo o deciduo. La fioritura è copiosa, con fiori color blu-viola, che ricorda un po' i colori della fioritura di Glicine. In Italia essi sbocciano verso aprile-maggio, quando la pianta è ancora piuttosto spoglia di foglie. Davvero uno spettacolo. La Jacaranda è una pianta imponente e raggiunge anche i 30 m (100 ft) di altezza.