Fare un viaggio in Thailandia è sicuramente un'idea presente nella testa di molti. I prezzi relativamente contenuti, il clima tropicale e la ricchezza di templi buddisti la rende una meta ambita e migliaia di italiani la scelgono per le proprie vacanze.
Se siete in procinto di partire per la Thailandia o per un'altra nazione del Sud-Est Asiatico (Laos, Vietnam, Cambogia, Birmania, Malesia), vi starete sicuramente chiedendo cosa mangerete.
Premetto che la cucina Thai è speziata, ma molto sana ed equilibrata, con un perfetto equilibrio tra dolce/acido/salato/piccante; tuttavia in questo articolo vorrei parlare dei frutti tipici dell'Asia tropicale, facendone una breve descrizione, sia dell'aspetto, sia del sapore.
Quali Frutti Vale la Pena Comprare ? Quali Frutti Thailandesi Sono Realmente Buoni da Mangiare?
Se dovessi fare una classifica (senza alcun criterio d'ordine, anzi il frutto più tipico è proprio l'ultimo), la farei più o meno così :
Se dovessi fare una classifica (senza alcun criterio d'ordine, anzi il frutto più tipico è proprio l'ultimo), la farei più o meno così :
1) Banana (Musa sp.) : questo frutto non ha certo bisogno di presentazioni, né tanto meno lo si può considerare tipico del Sud-Est Asiatico (o meglio, non più delle restanti zone tropicali). Tuttavia in Thailandia, diversamente dall'Italia, si trovano in commercio oltre 20 varietà di banane, con forme, dimensioni e gusti diversi. Alcune son buone cotte, altre sono particolarmente dolci, insomma troverete un'infinità di "sfumature" di Banana.
2) Papaia (Carica papaya) : anche qui nulla di nuovo, ormai la si trova anche nei supermercati italiani. Piante di Papaya sono molto diffuse lungo le strade, i frutti si trovano durante tutto l'anno e vengono solitamente tagliati e serviti per colazioni. Personalmente adoro mangiarli immersi nello Yogurt bianco. Il gusto intenso non ha nulla a che spartire con le Papaie semi-acerbe che troviamo spesso in Europa.
3) Mango (Mangifera indica) : discorso simile a quanto già fatto per la Papaya. Il frutto del Mango è diffusissimo in tutti i tropici, dove è presente di forme e colori differenti.
In Thailandia si trova la varietà "Mango Thai", il cui frutto maturo è di color giallo spento, con una polpa squisita e non fibrosa.
Nelle bancarelle si trova spesso in vendita già affettato. Il prezzo medio di un frutto è l'equivalente di 50 centesimi di Euro. Talvolta vengono venduti anche Mango verdi (acerbi) da usare in insalata.
In Thailandia si trova la varietà "Mango Thai", il cui frutto maturo è di color giallo spento, con una polpa squisita e non fibrosa.
Nelle bancarelle si trova spesso in vendita già affettato. Il prezzo medio di un frutto è l'equivalente di 50 centesimi di Euro. Talvolta vengono venduti anche Mango verdi (acerbi) da usare in insalata.
4) Lici (Litchi chinensis) : specie subtropicale, che richiede un minimo di stagionalità. Viene coltivato nel Nord della Thailandia e raggiunge maturazione tra Aprile ed Agosto. Ormai lo troviamo anche in Italia (sotto Natale, di solito proveniente dal Madagascar), ma la dolcezza di quelli maturati sul posto difficilmente la si riscontra in Italia.
Il Litchi ha buccia esterna rosa, dimensioni di una ciliegia, polpa bianca che racchiude un unico seme. Al giusto punto di maturazione può ricordare il sapore dell'Uva, sebbene con una nota d'acidità in più.
Il Litchi ha buccia esterna rosa, dimensioni di una ciliegia, polpa bianca che racchiude un unico seme. Al giusto punto di maturazione può ricordare il sapore dell'Uva, sebbene con una nota d'acidità in più.
5) Rambutan (Nephelium lappaceum) : cugino del Litchi, ma decisamente più tropicale e raro in Italia. Nel Sud Est Asiatico è comune, si trova tutto l'anno, sebbene in Thailandia abbia il picco di produzione verso Aprile. Frutto che ricorda il Litchi, sebbene la buccia rossa esterna abbia delle estroflessioni che lo fanno assomigliare ad un riccio di mare. Il sapore del frutto è, a mio avviso, migliore di quello del Litchi, privo di acidità e più delicato.
6) Mangostano (Garcinia mangostana) : sebbene questo frutto lo si possa trovare anche in Italia (verso Natale), è decisamente più tipico del Sud Est Asiatico.
Esternamente si presenta viola/marrone con un gambo corto, ma spesso, in cui son ben evidenti i sepali (ormai turgidi) del fiore. A maturazione è leggermente cedevole alla pressione. La forma è sferica e, per aprirlo, si può applicare una pressione "ai poli" (con l'indice ed il pollice). All'interno troverete una polpa bianca divisa in spicchi, contenenti i semi. Il gusto è eccellente, dissetante e si scioglie letteralmente in bocca, lasciando un senso di freschezza.
Esternamente si presenta viola/marrone con un gambo corto, ma spesso, in cui son ben evidenti i sepali (ormai turgidi) del fiore. A maturazione è leggermente cedevole alla pressione. La forma è sferica e, per aprirlo, si può applicare una pressione "ai poli" (con l'indice ed il pollice). All'interno troverete una polpa bianca divisa in spicchi, contenenti i semi. Il gusto è eccellente, dissetante e si scioglie letteralmente in bocca, lasciando un senso di freschezza.
Piccola nota : in molti Hotel è vietato introdurlo, poiché il suo succo violaceo potrebbe macchiare asciugamani e lenzuola.
7) Salak (Salacca zalacca) : frutto Indonesiano, prodotto da una palma. Esternamente è marroncino/rossastro con evidenti estroflessioni della buccia. La polpa interna è biancastra. Credo esistano diverse varietà e "stadi" di maturazione; io ho avuto modo di assaggiare 6 frutti (in un unico pacchetto, quindi di simile provenienza).
A seconda della maturazione potevano essere più o meno gradevoli, ma nel complesso la polpa l'ho trovata amarognola/aspra e mi lasciava in bocca il senso di "acqua salmastra". Sicuramente non lo consiglierei come prima scelta, ma avendone la possibilità provatelo, chissà magari a voi capiterà un frutto maturo, della giusta varietà o semplicemente avrete un palato che lo apprezzerà più del mio.
A seconda della maturazione potevano essere più o meno gradevoli, ma nel complesso la polpa l'ho trovata amarognola/aspra e mi lasciava in bocca il senso di "acqua salmastra". Sicuramente non lo consiglierei come prima scelta, ma avendone la possibilità provatelo, chissà magari a voi capiterà un frutto maturo, della giusta varietà o semplicemente avrete un palato che lo apprezzerà più del mio.
8) Annona squamosa : parente dell' A. cherimola è un frutto esternamente verde, con marcate protuberanze (come fossero scaglie di un coccodrillo).
A maturazione è morbido al tatto. La polpa interna è cremosa e soffice ed in essa sono presenti numerosi semi neri. Il sapore è meno forte di quello della Cherimoya, ma è anche più delicato e bilanciato, ricordandomi il gusto di un buon yogurt alla vaniglia.
9) Syzygium malaccense : frutto introvabile in Italia, ma comune in Thailandia. Esternamente è rosso ed a forma conica, mentre la polpa interna è bianca-giallina. La consistenza è croccante e per molti versi può ricordare una mela, tuttavia è molto più dissetante e, se dovessi fare un paragone, direi che ricorda il Nashi (Pero Asiatico).
10) Pomelo (Citrus maxima) : gli agrumi non sono certo il punto forte di questa parte del mondo: le Arance sono rare, i Mandarini (a mio avviso poco buoni) solo durante i mesi invernali.
Il Pomelo, che ormai si trova anche da noi, è l'eccezione ed è molto comune. Viene servito sbucciato (rimuovono anche la peluria bianca che avvolge lo spicchio) ed ha un sapore simile a quello di un pompelmo dolce e senza acidità.
11) Pitaya (Hylocereus undatus) : questa cactacea produce un frutto noto anche come Dragon Fruit. Esternamente possiede una buccia di color rosa/viola, con lunghe brattee verdastre.
La polpa interna è bianca, acquosa e contiene numerosi semini, che vengono mangiati senza alcun problema (un po' come fossero quelli del Kiwi).
Il sapore della Pitaya è abbastanza neutro e delicato, ma più dolce rispetto a quanto si possa trovare nei supermercati italiani. La consistenza potrebbe ricordare un mix tra anguria e melone.
Esistono anche varietà a polpa rossa.
12) Longan (Dimocarpus longan) : terzo cugino (insieme a Litchi e Rambutan). Frutto a forma sferica, racchiuso da una buccia beige/marroncina. La polpa bianca racchiude un unico seme ed ha un sapore forte, intenso, non acido; personalmente lo trovo squisito.
In Thailandia viene venduto "a grappoli", ma è assai utilizzato anche per l'inscatolamento o per la produzione di succhi.
Piccola nota, la specie è subtropicale e potrebbe esser coltivata con successo lungo le coste di Sicilia, Calabria e Liguria.
13) Guava (Psidium guajava) : in Thailandia è diffusa la varietà a frutto verde. Solitamente viene servito acerbo ed a fette, in queste condizioni ha la consistenza (ed il gusto) di una mela acidula.
Personalmente preferisco farlo maturare completamente, la polpa si ammorbidisce, il sapore diventa più dolce ed il profumo più deciso.
Il gusto del Guava è unico e spiccatamente tropicale, per farvi un'idea o lo assaggiate o vi bevete uno dei tanti succhi a base di (solo) Guava.
I semi sono piccoli, ma molto duri e possono essere fastidiosi durante la masticazione.
14) Cocco (Cocos nucifera) : la noce di cocco che siamo soliti consumare in occidente è totalmente diversa. Nel Sud Est asiatico il cocco maturo viene grattugiato, ma è abitudine raccoglierlo immaturo. Una volta aperto si beve il latte, di ottimo sapore zuccherino e la polpa (ancora morbida) si raccoglie con un cucchiaio e la si mangia come fosse gelato.
15) Jackfruit (Artocarpus heterophyllus) : questo è il frutto più grande al mondo (per i record clicca qui), ma difficilmente lo troverete intero; è invece comune trovarlo "a spicchi".
La polpa è gialla, ha una consistenza gommosa ed un sapore agrodolce, accostabile all'Ananas. E' un gusto a cui ci si deve abituare ed unito ad un odore intenso, può non essere sempre apprezzato. Ricordo che la prima volta che lo assaggiai rimasi deluso ma, ad ogni nuovo assaggio, saliva nella mia classifica. Anche i semi cotti si possono mangiare ed hanno un vago sapore di castagna.
16) Lansium domesticum : pur essendo appassionato di frutti, questo non l'avevo mai sentito. A prima vista non sembra molto invitante, tanto che non lo comprai direttamente, ma me ne feci aggiungere un paio (in regalo) ad una spesa massiccia.
Bene, rimasi stupito, la polpa interna, semi-trasparente aveva un consistenza quasi gelatinosa, con elevato contenuto acquoso; il sapore mi ha subito ricordato quello del pompelmo, sebbene mancasse l'amarezza tipica di questo agrume.
Uno di quei frutti che, durante un pomeriggio afoso, si lasciano mangiare uno dopo l'altro.
17) Sapodilla (Manilkara zapota) : frutto presente, ma ben meno di altri. Forma ovale e buccia marrone. La polpa interna ha la consistenza, ed anche il sapore, di una Pera, con una nota di amaro di fondo.
18) Durian (Durio zibethinus) : ed ecco il Ré dei Frutti, nonché uno dei frutti più amati e caratteristici del Sud-Est Asiatico. Il Durian è conosciuto per il suo odore (puzza secondo alcuni) ed in molti hotel è vietato introdurlo.
Devo dire che è un odore penetrante, ma se il frutto non è marcio non è così insopportabile, bisogna solo abituarsi.
Esternamente si presenta con una buccia che è una sorta di corazza, con lunghe spine appuntite, ma all'interno è contenuta una polpa soffice e cremosa. Il prezzo è mediamente elevato ed uno spicchio può costare anche l'equivalente di 5 euro. E' fondamentale sceglierlo maturo al punto giusto, se acerbo non sa di nulla e vi sembrerà di mangiar plastica, se quasi marcio, oltre a puzzare davvero tanto, ha un sapore pessimo.
Quando è maturo al punto giusto emana un odore (non un fetore), la polpa è bianca/gialla con consistenza cremosa e morbida (non liquescente).
Io ho assaggiato gli estremi (acerbo e quasi marcio), se vi capiterà questa condizione sarà bocciatura sicura. Fortunatamente l'ho mangiato anche a giusta maturità; in questo caso la polpa si scioglie in bocca e, sia per sapore che per consistenza, la paragonerei ad una crema di formaggio fuso, che dev'essere gustata a lungo prima di essere deglutita.
La polpa interna è bianca, acquosa e contiene numerosi semini, che vengono mangiati senza alcun problema (un po' come fossero quelli del Kiwi).
Il sapore della Pitaya è abbastanza neutro e delicato, ma più dolce rispetto a quanto si possa trovare nei supermercati italiani. La consistenza potrebbe ricordare un mix tra anguria e melone.
Esistono anche varietà a polpa rossa.
12) Longan (Dimocarpus longan) : terzo cugino (insieme a Litchi e Rambutan). Frutto a forma sferica, racchiuso da una buccia beige/marroncina. La polpa bianca racchiude un unico seme ed ha un sapore forte, intenso, non acido; personalmente lo trovo squisito.
In Thailandia viene venduto "a grappoli", ma è assai utilizzato anche per l'inscatolamento o per la produzione di succhi.
Piccola nota, la specie è subtropicale e potrebbe esser coltivata con successo lungo le coste di Sicilia, Calabria e Liguria.
13) Guava (Psidium guajava) : in Thailandia è diffusa la varietà a frutto verde. Solitamente viene servito acerbo ed a fette, in queste condizioni ha la consistenza (ed il gusto) di una mela acidula.
Personalmente preferisco farlo maturare completamente, la polpa si ammorbidisce, il sapore diventa più dolce ed il profumo più deciso.
Il gusto del Guava è unico e spiccatamente tropicale, per farvi un'idea o lo assaggiate o vi bevete uno dei tanti succhi a base di (solo) Guava.
I semi sono piccoli, ma molto duri e possono essere fastidiosi durante la masticazione.
14) Cocco (Cocos nucifera) : la noce di cocco che siamo soliti consumare in occidente è totalmente diversa. Nel Sud Est asiatico il cocco maturo viene grattugiato, ma è abitudine raccoglierlo immaturo. Una volta aperto si beve il latte, di ottimo sapore zuccherino e la polpa (ancora morbida) si raccoglie con un cucchiaio e la si mangia come fosse gelato.
15) Jackfruit (Artocarpus heterophyllus) : questo è il frutto più grande al mondo (per i record clicca qui), ma difficilmente lo troverete intero; è invece comune trovarlo "a spicchi".
La polpa è gialla, ha una consistenza gommosa ed un sapore agrodolce, accostabile all'Ananas. E' un gusto a cui ci si deve abituare ed unito ad un odore intenso, può non essere sempre apprezzato. Ricordo che la prima volta che lo assaggiai rimasi deluso ma, ad ogni nuovo assaggio, saliva nella mia classifica. Anche i semi cotti si possono mangiare ed hanno un vago sapore di castagna.
16) Lansium domesticum : pur essendo appassionato di frutti, questo non l'avevo mai sentito. A prima vista non sembra molto invitante, tanto che non lo comprai direttamente, ma me ne feci aggiungere un paio (in regalo) ad una spesa massiccia.
Bene, rimasi stupito, la polpa interna, semi-trasparente aveva un consistenza quasi gelatinosa, con elevato contenuto acquoso; il sapore mi ha subito ricordato quello del pompelmo, sebbene mancasse l'amarezza tipica di questo agrume.
Uno di quei frutti che, durante un pomeriggio afoso, si lasciano mangiare uno dopo l'altro.
17) Sapodilla (Manilkara zapota) : frutto presente, ma ben meno di altri. Forma ovale e buccia marrone. La polpa interna ha la consistenza, ed anche il sapore, di una Pera, con una nota di amaro di fondo.
18) Durian (Durio zibethinus) : ed ecco il Ré dei Frutti, nonché uno dei frutti più amati e caratteristici del Sud-Est Asiatico. Il Durian è conosciuto per il suo odore (puzza secondo alcuni) ed in molti hotel è vietato introdurlo.
Devo dire che è un odore penetrante, ma se il frutto non è marcio non è così insopportabile, bisogna solo abituarsi.
Esternamente si presenta con una buccia che è una sorta di corazza, con lunghe spine appuntite, ma all'interno è contenuta una polpa soffice e cremosa. Il prezzo è mediamente elevato ed uno spicchio può costare anche l'equivalente di 5 euro. E' fondamentale sceglierlo maturo al punto giusto, se acerbo non sa di nulla e vi sembrerà di mangiar plastica, se quasi marcio, oltre a puzzare davvero tanto, ha un sapore pessimo.
Quando è maturo al punto giusto emana un odore (non un fetore), la polpa è bianca/gialla con consistenza cremosa e morbida (non liquescente).
Io ho assaggiato gli estremi (acerbo e quasi marcio), se vi capiterà questa condizione sarà bocciatura sicura. Fortunatamente l'ho mangiato anche a giusta maturità; in questo caso la polpa si scioglie in bocca e, sia per sapore che per consistenza, la paragonerei ad una crema di formaggio fuso, che dev'essere gustata a lungo prima di essere deglutita.