La Palma di San Pietro (Chamaerops humilis), talvolta chiamata anche Palma Nana, è una specie molto diffusa in Italia dove, anche grazie alle dimensioni ridotte, è coltivata a gruppetti nelle aiuole, sotto la chioma di alberi ad alto fusto o laddove non vi sia lo spazio necessario alla crescita di altre palme ornamentali, come ad esempio la Palma delle Canarie.
Origine, Diffusione e Curiosità :
Delle oltre 2.000 specie di Palme presenti sulla Terra solo 2 sono native dell'Europa, la Palma di Creta (Phoenix theophrasti) e, appunto, la Palma di San Pietro (Chamaerops humilis). Quest'ultima, sebbene non sia la Palma più resistente al freddo, è quella che cresce più a Nord in assoluto, infatti la si ritrova spontanea (e non d'importazione) sin nel Sud della Francia, circa al 43° parallelo Nord.
Chamaerops humilis ha una distribuzione naturale che comprende le coste Europee (Portogallo, Spagna, Francia, Italia) e quelle Africane (Marocco, Algeria e Tunisia), in pratica le coste del Mediterraneo occidentale.
In Italia la Palma Nana è naturalizzata in Sicilia, Sardegna e Calabria, oltre che sul litorale Tirrenico a Sud di Livorno.
Quanto appena detto è riferito alla presenza di popolazioni selvatiche, infatti la diffusione a livello ornamentale si estende ben oltre i confini sopracitati. La Palma di San Pietro è perfettamente adattata al clima Mediterraneo e può cresce più o meno in tutte le zone d'Italia, comprese molte città del Nord Italia a clima temperato.
La Palma nana può esser coltivata con successo in Liguria, lungo la Costa Adriatica, nelle zone interne di tutto il centro-Sud Italia (sino a quota di alta collina), sulle sponde dei grandi laghi del Nord Italia ed, in posizioni riparate, addirittura nella fredda ed umida pianura Padana.
L'habitat naturale di questa palma è rappresentato dalla macchia mediterranea, ma anche da suoli aridi ed erosi, in cui poche altre specie riescono a prosperare.
Sebbene il nome scientifico universalmente accettato sia Chamaerops humilis, questa palma è talvolta chiamata con il nome Phoenix humilis.
La Palma di San Pietro è anche nota come Palma di Goethe, poiché il poeta, dopo averla ammirata ai giardini botanici di Padova, se ne innamorò, tanto da dedicarle più di uno scritto.
Descrizione Botanica ed Inquadramento Filogenetico :
Chamaerops humilis, come qualsiasi altra specie di Palma, appartiene alla famiglia delle Arecaceae (ex Palmaceae) ed è l'unica rappresentante del proprio genere (Chamaerops).
In natura esistono due varietà (o sottospecie) di Palma di San Pietro, con piccole differenze che saranno elencate di seguito :
Origine, Diffusione e Curiosità :
Delle oltre 2.000 specie di Palme presenti sulla Terra solo 2 sono native dell'Europa, la Palma di Creta (Phoenix theophrasti) e, appunto, la Palma di San Pietro (Chamaerops humilis). Quest'ultima, sebbene non sia la Palma più resistente al freddo, è quella che cresce più a Nord in assoluto, infatti la si ritrova spontanea (e non d'importazione) sin nel Sud della Francia, circa al 43° parallelo Nord.
Chamaerops humilis ha una distribuzione naturale che comprende le coste Europee (Portogallo, Spagna, Francia, Italia) e quelle Africane (Marocco, Algeria e Tunisia), in pratica le coste del Mediterraneo occidentale.
In Italia la Palma Nana è naturalizzata in Sicilia, Sardegna e Calabria, oltre che sul litorale Tirrenico a Sud di Livorno.
Quanto appena detto è riferito alla presenza di popolazioni selvatiche, infatti la diffusione a livello ornamentale si estende ben oltre i confini sopracitati. La Palma di San Pietro è perfettamente adattata al clima Mediterraneo e può cresce più o meno in tutte le zone d'Italia, comprese molte città del Nord Italia a clima temperato.
La Palma nana può esser coltivata con successo in Liguria, lungo la Costa Adriatica, nelle zone interne di tutto il centro-Sud Italia (sino a quota di alta collina), sulle sponde dei grandi laghi del Nord Italia ed, in posizioni riparate, addirittura nella fredda ed umida pianura Padana.
L'habitat naturale di questa palma è rappresentato dalla macchia mediterranea, ma anche da suoli aridi ed erosi, in cui poche altre specie riescono a prosperare.
Sebbene il nome scientifico universalmente accettato sia Chamaerops humilis, questa palma è talvolta chiamata con il nome Phoenix humilis.
La Palma di San Pietro è anche nota come Palma di Goethe, poiché il poeta, dopo averla ammirata ai giardini botanici di Padova, se ne innamorò, tanto da dedicarle più di uno scritto.
Descrizione Botanica ed Inquadramento Filogenetico :
Chamaerops humilis, come qualsiasi altra specie di Palma, appartiene alla famiglia delle Arecaceae (ex Palmaceae) ed è l'unica rappresentante del proprio genere (Chamaerops).
In natura esistono due varietà (o sottospecie) di Palma di San Pietro, con piccole differenze che saranno elencate di seguito :
- Chamaerops humilis var. humilis : cresce più a Nord, ma in pianura e la si ritrova sulle coste settentrionali del Mediterraneo, ovvero in Europa. Presenta foglie verdi ed ha una crescita meno lenta rispetto all'altra varietà, raggiungendo un'altezza superiore. Possiede una maggior resistenza all'umidità, sia atmosferica, che del suolo.
- Chamaerops humilis var. cerifera : cresce più a Sud, ma riesce a spingersi sino ad una quota di circa 2.000 metri (6560 ft). Questa varietà è presente nei Paesi che si affacciano sulle coste meridionali del Mediterraneo (Nord Africa) ed è conosciuta anche come Chamaerops humilis var. argentea, per via delle foglie color argento. Rispetto alla precedente ha una crescita più lenta, una minor tolleranza all'umidità, ma una maggior capacità di crescere in luoghi particolarmente siccitosi e torridi, quasi desertici.
Da qui in poi, salvo diversamente specificato, descriverò i tratti comuni ad entrambe le specie sopraelencate.
La Palma di San Pietro appartiene alla sotto-tribù Rhapidinae ed è strettamente imparentata con la Trachycarpus fortunei. Tuttavia si distingue chiaramente da quest'ultima per via delle dimensioni più contenute, del portamento "multi-tronco" e per il picciolo fogliare dotato di spine.
Altre specie con cui può esser confusa sono l'Acoelorrhaphe wrightii, nativa della Florida, che però tende ad aver tronchi più alti e snelli e la Serenoa repens, che invece ha fusti più corti ed una minor propensione ad emettere polloni, formando un cespuglio basso, quasi strisciante, con tronchi più distanziati.
Altre specie con cui può esser confusa sono l'Acoelorrhaphe wrightii, nativa della Florida, che però tende ad aver tronchi più alti e snelli e la Serenoa repens, che invece ha fusti più corti ed una minor propensione ad emettere polloni, formando un cespuglio basso, quasi strisciante, con tronchi più distanziati.
Chamaerops humilis è una palma di piccole dimensioni che, soprattutto nella varietà a foglia argentata, non supera i 2 metri di altezza (6.5 ft).
Questa specie presenta un portamento atipico rispetto a buona parte delle altre palme; infatti la Palma Nana ha l'attitudine ad emettere polloni basali ed una crescita tipicamente cespugliosa, con molti tronchi disposti circolarmente che, nella parte bassa, sono praticamente a contatto tra loro, mentre all'apice son distanziati, poiché la nuova vegetazione si "incurva" verso l'esterno, in cerca di luce.
In altre parole, in piante ormai adulte e completamente sviluppate, avrete una forma ad imbuto (vedi prima foto dell'articolo).
Il fusto ha un diametro che raramente supera i 15 cm (6 in), ma sembra di maggiori dimensioni poiché avvolto dai residui squamosi delle foglie ormai morte, di color marrone. In esemplari giovani il fusto è talmente corto da passare quasi inosservato, ma con l'età può piegarsi sin quasi toccare terra; i greci la chiamavano infatti Phoenix chamaeriphes, che tradotto significa "Palma gettata per terra".
Un unico cespuglio di Palma Nana può esser formato anche da oltre 10 fusti, spesso di dimensioni (ed età) assai diverse tra di loro.
Le foglie sono rigide, a forma di ventaglio (palmate), larghe sino ad un metro e mezzo (60 in) ed ognuna formata da circa 20 foglioline allungate (fingered leaflets). Esse sono attaccate al tronco tramite un lungo picciolo dotato di spine ed hanno color verde intenso (C. humilis var. humilis) oppure blu-argenteo (C. humilis var. cerifera), simile a quello della Brahea armata.
Le infiorescenze, sorrette da brevi peduncoli, sono a forma di pannocchia ramificata e vengono spesso nascoste dal fogliame. Ognuna di esse è composta da centinaia di fiori gialli, che possono esser maschili, femminili o, più raramente, ermafroditi.
Sebbene non sia vero nella totalità dei casi, la Chamaerops humilis è da considerarsi una specie Dioica.
La fioritura avviene in primavera, indicativamente nel periodo compreso tra i mesi di Marzo e Maggio, a seconda del clima e dell'esposizione.
I frutti sono delle drupe di piccole dimensioni, raggruppate strettamente in un grappolo. Essi sono verdi da immaturi, mentre rossicci-marroni a maturazione avvenuta (tarda estate/autunno).
La polpa è scarsa e fibrosa, tuttavia è lievemente zuccherina e commestibile, sebbene il sapore non sia di certo entusiasmante.
Le radici, come tipico delle monocotiledoni, sono fascicolate, ovvero formate da un groviglio di radichette di piccolo diametro, senza che vi sia un fittone dominante. L'apparato radicale si sviluppa superficialmente e rimane piuttosto compatto, permettendo alla specie di esser agevolmente coltivata anche in vaso.
Come Coltivare la Palma di San Pietro ? - Clima, Esposizione, Moltiplicazione e Cure
E' importante premettere che la Chamaerops humilis è una palma Mediterranea, non tropicale, e per questo è piuttosto resistente al freddo (sebbene non quanto la T. fortunei) ed, in pianura, può crescere in quasi tutta Italia.
Diciamo che la soglia di -15° C (5° F) potrebbe esser la temperatura minima sotto cui la pianta muore, tuttavia per limitare al massimo i danni da gelo sarebbe meglio coltivarla laddove le temperature non scendano mai sotto i -12° C (10° F).
Per una coltivazione in totale sicurezza bisognerebbe dunque piantar la Palma Nana in una zona USDA 8a o più calda.
Nelle zone più fredde del Nord Italia (es. Pianura Padana) potrebbe esser necessario qualche accorgimento, almeno durante i primi anni di vita.
Entrambe le sottospecie hanno rusticità simile, inoltre, diversamente dalla maggior parte delle altre palme, possono emettere nuovi polloni dalle radici qualora la chioma venisse uccisa dal freddo.
La Palma di San Pietro è perfettamente adatta ad esposizioni in pieno Sole, ma si può accontentare anche della mezz'ombra, tuttavia se cresciuta perennemente all'ombra (non luminosa), oltre a fiorire poco, tende a perdere la propria forma compatta.
Quindi non fatevi grossi problemi, potete piantarla in mezzo ad un prato assolato, così come sotto la chioma di alberi ad alto fusto, dove la luce filtrata sarà sufficiente per uno sviluppo armonico.
C. humilis è una specie resistente alla siccità ed è perfettamente adattata a sopravvivere all'estate Mediterranea senza alcuna irrigazione ed, anzi, soprattutto la varietà Chamaerops humilis var. argentea, prospera in zone ben più aride, quasi a confine con il Deserto del Sahara.
Ovviamente parlo di piante cresciute in piena terra ed ormai affrancate, se la coltivate in vaso, in pieno Sole e nel Sud Italia, innaffiare settimanalmente sarà al quanto utile alla crescita.
Di norma rimane comunque una pianta da non bagnare, anche perché un'eccessiva umidità del suolo potrebbe far marcire le radici, con conseguente morte dell'intera pianta.
In natura cresce in zone calde, su terreni sabbiosi e rocciosi, anche poveri, quindi in piena terra le concimazioni non ricoprono particolare importanza, se non forse velocizzare un pochino la crescita. I cespugli di questa specie che trovate in ottima salute nelle aiuole delle vostre città probabilmente non son mai stati concimati, eppure son lì belli più che mai.
Quindi vi è grande adattabilità ed è possibile coltivare una Palma di San Pietro in perfetta salute su un'ampia gamma di terreni, ricordandosi solo di evitare quelli eccessivamente compatti, in cui vi si possono formare facilmente ristagni idrici.
Per quanto riguarda le potature vale quanto detto per tutte le altre palme, ovvero si possono rimuovere esclusivamente le foglie vecchie, ma non si può cimare, in quanto un fusto a cui viene tagliato l'apice vegetativo (la punta) non è più in grado di crescere; tuttavia, rispetto alle palme a singolo tronco, incapaci di emettere nuovi polloni dalle radici, nella Palma di San Pietro è possibile tagliare alla base i tronchi in eccesso, selezionando solo quelli più belli e vigorosi e, di anno in anno, sarà possibile potare alla base ogni altro tronco che spuntasse dalle radici della pianta.
Chamaerops humilis è una specie che può esser facilmente propagata tramite semina, da effettuarsi tra Aprile e Maggio. A temperatura ed umidità ottimali la germinazione del seme richiederà un tempo variabile tra 1 e 3 mesi.
Il metodo di riproduzione più veloce è però tramite pollone, basterà rimuovere uno di questi "nuovi tronchi", della lunghezza di circa 25 cm (10 in), avendo l'accortezza di prelevare anche qualche radice; successivamente sarà sufficiente trapiantarlo in un vaso, tenerlo a mezz'ombra e, nel giro di un anno, potrà esser già trattato come una pianta adulta.
Quasi mi dimenticavo, le malattie fungine sono di solito assenti o di lieve entità, aggiungendo ancora un punto a chi volesse aver una bella palma, senza doversene occupare.
Chamaerops humilis è una specie che può esser facilmente propagata tramite semina, da effettuarsi tra Aprile e Maggio. A temperatura ed umidità ottimali la germinazione del seme richiederà un tempo variabile tra 1 e 3 mesi.
Il metodo di riproduzione più veloce è però tramite pollone, basterà rimuovere uno di questi "nuovi tronchi", della lunghezza di circa 25 cm (10 in), avendo l'accortezza di prelevare anche qualche radice; successivamente sarà sufficiente trapiantarlo in un vaso, tenerlo a mezz'ombra e, nel giro di un anno, potrà esser già trattato come una pianta adulta.
Quasi mi dimenticavo, le malattie fungine sono di solito assenti o di lieve entità, aggiungendo ancora un punto a chi volesse aver una bella palma, senza doversene occupare.
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