sabato 21 dicembre 2024

Perché le Piante Respirano ? - Fotosintesi vs Respirazione

Molti di voi avranno sentito dire "non tenere le piante in camera da letto, perché di notte consumano ossigeno", ma quanto c'è di vero in questa affermazione? Le piante non erano dei produttori di ossigeno?

Premessa :

Per comprendere quanto segue dobbiamo necessariamente aver ben chiaro che cosa sia la Respirazione Cellulare e la Fotosintesi Clorofilliana.

Semplificando al massimo potremmo dire che Respirazione e Fotosintesi siano la stessa reazione ad ordine invertito, ovvero che la Respirazione produce ciò che la Fotosintesi richiede e viceversa.

Durante la Fotosintesi, tramite una complessa serie di reazioni di ossido-riduzione, si produce Glucosio ed Ossigeno (O2), partendo da Acqua (H2O) ed Anidride Carbonica (CO2); questa reazione non è spontanea e richiede energia affinché possa avvenire, quest'ultima è infatti ricevuta dal Sole. La Respirazione invece consuma Glucosio ed Ossigeno, producendo Acqua ed Anidride Carbonica; questa reazione non richiede energia, bensì la fornisce, permettendo lo sviluppo degli organismi eterotrofi (Homo sapiens compreso).

Fotosintesi vs Respirazione Giorno/Notte


Reazione della Respirazione Cellulare


 O2    +      C6H12O6 (Glucosio)--------------------------------> CO2     +     H2O      +    Energia 


Reazione della Fotosintesi Clorofilliana


CO2     +     H2O      +    Energia Solare ---------------------> O2      +      C6H12O6 (Glucosio)



In Quali Tessuti delle Piante Avviene la Fotosintesi ? 


Perché possa avvenire la fotosintesi è necessario che vi sia la Clorofilla, la molecola capace di catturare l'energia solare (fotoni) e di trasformarla in energia chimica (ATP, Glucosio, etc.). Sebbene esistano diversi tipi di clorofilla, capaci di assorbire luce a diversa lunghezza d'onda, la maggior parte della Clorofilla non assorbe (cioé riflette) la luce verde, motivo per cui noi vediamo le foglie di color verde. 

La fotosintesi avviene nei Cloroplasti delle cellule che formano la foglia, ma non solo qui, bensì anche in tutti gli altri tessuti verdi, come possono esser le pale (rami modificati) del Fico d'India o i rami della Ginestra di Spagna, che svolgono la maggior parte della fotosintesi, dato che le foglie cadono molto precocemente. Anche in piante "normali" i rami primaverili (prima della lignificazione) sono verdi ed in grado di svolgere attivamente la fotosintesi.

Tuttavia vi sono parti della pianta che non ricevono luce (es. radici) o che si sono irrobustite ed hanno lignificato (tronco, branche, rami adulti etc.); hanno un colore non verde (marrone, bianco, grigio etc.) e le cellule che le compongono sono prive di Cloroplasti ed incapaci di assorbire la radiazione luminosa. Ciò nonostante rami, fusti e radici sono organi vitali, in continua crescita e che, da qualche parte, dovranno pure ottenere energia.

Le cellule non fotosintetiche delle piante ricavano energia respirando, ovvero demoliscono il Glucosio prodotto altrove (nelle parti verdi per fotosintesi); a dover di cronaca dobbiamo dire che un minimo di respirazione la fanno anche le foglie, anche se ricavano gran parte dell'energia da altre molecole energetiche (ATP e dal NADPH) prodotte dalla fotosintesi (non menzionate sopra per semplificazione), di breve conservabilità e difficilmente traslocabili in altri tessuti.

In ultimo ricordiamoci che le nuove foglie utilizzano praticamente tutto ciò che producono per la loro crescita e solo una volta diventate adulte contribuiscono alla produzione di Glucosio destinato ai tessuti non fotosintetici.


Quali Parametri Influenzano la Respirazione e la Fotosintesi ?

Come per qualsiasi altro processo biologico vegetale i tre parametri che influenzano sono :

  • Temperatura
  • Luce Solare 
  • Umidità del Suolo

La Temperatura influenza sia la Fotosintesi che la Respirazione. Sebbene la temperatura ottimale di sviluppo vari da specie a specie, potremmo dire che, mediamente, a 0° C (32° F) entrambe le reazioni sono talmente lente da poterle considerare ferme (velocità = 0). Per semplificazione, potremmo usare la velocità della Fotosintesi come grammi di Glu prodotti ogni ora e per la Respirazione i grammi di Glu consumati in un'ora.

La Fotosintesi Netta è = Glu Prodotto (Fotosintesi) - Glu Consumato (Respirazione)

La Fotosintesi Netta si può anche esprimere come : Ossigeno Prodotto (Fotosintesi) - Ossigeno Consumato (Respirazione) oppure CO2 consumata (Fotosintesi) - CO2 prodotta (Respirazione)

Temperatura e Respirazione in Funzione della Temperatura
Il punto in cui la Fotosintesi Netta è uguale a zero (ovvero Respirazione e Fotosintesi "lorda" si pareggiano) si definisce Punto di Compensazione.

All'aumentare della temperatura aumentano sia Respirazione, sia Fotosintesi, ma quest'ultima cresce più rapidamente. Nel range tra 20° C e 30° C si ha la maggior Fotosintesi Netta. Sorpassati i 30° C si ha una netta riduzione dell'attività fotosintetica, mentre la riduzione della Respirazione avviene a temperature superiori, così ché, nella maggior parte delle specie il Punto di Compensazione per la temperatura è di circa 32° C.

La Radiazione Solare assorbita è la quantità di energia solare che una pianta riesce ad utilizzare. Il numero di ore di luce (Fotoperiodo) è percepito ed usato dalle piante per capire, ad esempio, quando è il momento di fiorire o quando è il momento di perdere le foglie (per approfondire clicca qua); tuttavia la variazione del numero di ore di luce è stagionale. Tra giorno e notte quello che cambia è l'irraggiamento Solare, che è nullo di notte e raggiunge il suo massimo a mezzogiorno.

La Respirazione NON è influenzata dalla radiazione Solare e, quindi, la sua velocità (a parità di temperatura) è uguale tra giorno e notte.
Di notte, di conseguenza, una pianta consuma Glucosio ed Ossigeno (Respira esclusivamente). Alla mattina, ai primi raggi di Sole, la Fotosintesi aumenta, fino a raggiungere il punto di compensazione (fotosintesi=respirazione), da lì in poi continua ad aumentare all'aumentare della radiazione Solare; solo con irraggiamento molto elevato (ore centrali dei mesi estivi) il fattore limitante inizia a diventare la CO2  e la Fotosintesi raggiunge un Plateau. Oltre un certo livello di irraggiamento la radiazione Solare può anche esser dannosa, ma le piante sono in grado di dissipare l'energia in eccesso (Fotoinibizione).

Riassumendo la Respirazione è costante in funzione della Luce, mentre la Fotosintesi è pari zero in assenza di luce, in una prima fase cresce esponenzialmente all'aumentare della luce, per poi crescere lentamente sino ad andare a saturazione; il Punto Saturazione equivale alla radiazione luminosa oltre la quale non vi è un ulteriore incremento di Fotosintesi


Le diverse specie richiedono quantitativi di luce diversa, ad esempio le piante che crescono nel sottobosco si sviluppano meglio in zone ombreggiate (specie Sciafile), mentre gli alberi che crescono alti o in ambienti aperti preferiscono il pieno sole (specie Eliofile).

Ovviamente le due specie hanno adattamenti evolutivi che permettono loro di preferire l'alta o la bassa radiazione luminosa. In linea di massima le specie Sciafile raggiungono il Punto di Compensazione con intensità luminose più basse, ma hanno anche il Punto di Saturazione a radiazione solare inferiore rispetto alle specie Eliofile

Fotosintesi Specie Eliofile e Sciafile

Come si vede dal grafico sopra, le specie Sciafile ("A") sono avvantaggiate nella prima fase della curva (quando vi è minor irraggiamento Solare), mentre le specie Eliofile ("B") recuperano nella seconda parte della curva (quando vi è alto irraggiamento Solare).

Ricordiamoci che, anche in un'unica pianta, vi possono esser foglie diverse a seconda se siano nella parte bassa (prendono poco luce) o nella parte alta. Le prime tendono ad esser più allargate e sottili, mentre quelle più esposte al Sole sono più spesse e con un numero maggiore di Cloroplasti.


Assumendo la quantità di  CO2 nell'aria costante, l'ultimo parametro che influenza la fotosintesi è disponibilità idrica e l'umidità dell'aria. In linea di massima è facile intuire che, a sua volta, la quantità di acqua disponibile è collegata anche alla temperatura.

Nella pagina inferiore le foglie posseggono gli Stomi, ovvero dei fori che la pianta è in grado di regolare (aprire o chiudere); attraverso gli Stomi la pianta traspira, ovvero cede acqua all'atmosfera, oltre ad effettuare gli scambi gassosi con l'esterno
La traspirazione serve sia per richiamare nuova acqua dalle radici (funziona un po' come una pompa), sia per "raffreddare" le foglie. Se la disponibilità idrica è elevata le piante hanno gli Stomi aperti, vi è alta traspirazione e fotosintesi. Le piante della foresta tropicale, infatti, hanno foglie grandi ed usano la traspirazione per rinfrescarsi, dato che le precipitazioni sono abbondanti; in altri ambienti le piante hanno sviluppato diverse strategie per la resistenza alla siccità (clicca qua per dettagli).

La traspirazione consuma acqua e la sua velocità è tanto maggiore tanto è maggiore la temperatura, scarsa l'umidità atmosferica e se vi è presenza di vento.

In ambienti caldi ed aridi le piante perderebbero per traspirazione più acqua di quanta ne hanno a disposizione, perciò chiudono gli Stomi per non disidratarsi, ma allo stesso tempo la COinterna diminuisce (ed aumenta l'ossigeno), dato che viene consumata senza esser rimpiazzata. Come conseguenza la Fotosintesi rallenta, fino ad arrestarsi. La carenza idrica riduce anche la Respirazione, ma in maniera meno drastica, così che il rapporto Fotosintesi/Respirazione tende a diminuire quando l'acqua scarseggia.+

In  Estate molte Piante Mediterranee hanno una sorta di stasi vegetativa indotta dalla carenza idrica, ma son in grado di tollerarla bene. Specie con fabbisogno idrico maggiore iniziano invece a manifestare segni di sofferenza se costrette a mantenere gli Stomi chiusi per lunghi periodi.


In conclusione :

Come facile comprendere Respirazione e Fotosintesi sono finemente regolate, nell'articolo abbiamo cercato di capire come varia il loro rapporto analizzando un solo fattore alla volta, ma nella realtà temperatura, irraggiamento solare e disponibilità idrica agiscono contemporaneamente e sono graduali (vi è una scala di grigi, non è mai tutto bianco o nero), generando un'infinità di possibili combinazioni. 

Per rispondere alla domanda iniziale "ma le piante si possono tenere in camera da letto" ?

Direi proprio di sì, anche se le piante respirano, in condizioni "standard" (temperatura, luce, acqua) nell'arco delle 24 h la Fotosintesi è 7-9 volte più efficiente rispetto alla Respirazione, quindi per ogni molecola di Ossigeno consumata con la Respirazione ce ne saranno 7-9 prodotte per Fotosintesi, con un bilancio netto 6-8. Ovviamente di notte vi sarà consumo, ma in una stanza la quantità di ossigeno usata di notte è irrilevante (decisamente inferiore rispetto ad aver un'altra persona in camera) e, di giorno, sarà solo vantaggioso. Detto questo basta cambiare l'aria 5 minuti per aver una composizione interna identica a quella esterna. 

venerdì 29 novembre 2024

Piante Perenni, Annuali e Biennali - Quali Sono le Differenze ?

Esistono centinaia di migliaia di specie di piante che, al di là della sistematica basata sulla storia evolutiva, possono esser suddivise in base alle loro :

  • Dimensioni/Portamento : ad esempio piante ad alto fusto, arbustive, tappezzanti, rampicanti.
  • Habitat : piante eliofile, sciafile, igrofile etc.
  • Clima : tropicali, subtropicali, mediterranee, da climi temperati freddi, etc.
  • Suolo : acidofile, alofite etc.
In questo articolo vorrei invece concentrarmi su un'altra tipologia di classificazione non filogenetica, ovvero la suddivisione in piante perenni, annuali o biennali.

Premetto che per meglio comprendere quanto segue è bene ricordare che esistono piante erbacee e piante legnose (vedi qua). Le piante erbacee hanno, appunto, una consistenza erbacea, ovvero i loro fusti non lignificano e rimangono più flessibili; si può pensare per esempio ad un prato incolto, la maggior parte di ciò che vi cresce sono piante erbacee; tuttavia non facciamoci trarre in inganno, esistono anche piante "vere e proprie" che, anche se alte diversi metri, hanno consistenza erbacea, come ad esempio i Banani. Le piante legnose (chiamate anche arboree), invece, hanno rami lignificati, più duri/compatti e meno flessibili. 

Aiuola con Piante Annuali
Cosa Vuol Dire Pianta Annuale, Biennale o Perenne ?

Le piante annuali sono tutte quelle specie che compiono l'intero ciclo vitale (germogliamento, crescita, fioritura, fruttificazione e morte) in un unico anno. Le piante annuali sono quasi esclusivamente erbacee, non avrebbe senso spendere energia nel "fortificare" i rami con la lignificazione se da lì a poco dovranno morire.

Le piante biennali invece impiegano il primo anno per formare le strutture vegetative (radici, fusti, foglie), mentre nell'anno successivo si concentrano sulle strutture riproduttive (fiori, frutti e semi) per concludere il loro ciclo vitale dopo due anni. Molte di queste piante vivono in luoghi freddi ed è la vernalizzazione (cioè il freddo invernale) a "far capire" alla pianta che passato il freddo sarà arrivato il secondo anno e dovrà produrre fiori/frutti. Possiamo considerarlo una sorta di fabbisogno di freddo come quello di molte specie perenni.

Bergenia crassifolia
Le piante perenni invece hanno una vita pluriennale (eggià di veramente perenne non esiste nulla), alcune specie anche mille anni e la maggior parte di esse alternano ogni anno una fase vegetativa ad una riproduttiva. Alcune (poche) piante perenni, come Agave americana, dedicano tutta la loro vita alla fase vegetativa e la fioritura rappresenta solo l'ultimo atto prima di morire (si dicono piante monocarpiche, ovvero perenni che fioriscono un'unica volta nella vita). Le piante perenni possono essere sia erbacee che arboree, a seconda della specie.

Chiariamo ora un punto. Non tutte le piante perenni lo sono nella loro interezza. Il "classico albero" è perenne dalle radici alla punta dei rami, ma molte specie perenni in realtà lo sono solo nella parte ipogea (sotterranea), mentre sono "annuali" per quanto riguarda la parte epigea (sopra il suolo). Esistono poi anche piante perenni con parte epigea biennale, come ad esempio i Lamponi (Rubus idaeus). In altri termini una pianta è considerata perenne se lo sono le sue radici/bulbi/tuberi, a prescindere che poi lo sia anche la parte aerea o meno.


Evoluzione : Piante Perenni vs Annuali ?

Le piante annuali rappresentano circa il 6% delle specie vegetali esistenti in natura, ma questa percentuale non è equidistribuita in tutti gli ambienti; ad esempio si è osservato che in zone molto torride, così come in zone estremamente gelide vi è un incremento delle specie annuali rispetto alla media mondiale. 
Ciò è spiegabile con il fatto che in ambienti ostili, la sopravvivenza degli adulti è fortemente limitata in almeno un periodo dell'anno, di conseguenza "investire" energie per il lungo termine sarebbe rischioso, meglio concentrarsi sulla rapida crescita nella parte migliore dell'anno e lasciare in eredità i semi, ben più resistenti ad ambienti inospitali, rispetto alle piante.

In climi più temperati, invece, investire nella crescita permette di avere radici profonde, rami più robusti e chiome possenti e, superata la fase giovanile, avere la possibilità di riprodursi in maniera "perenne". 

La differenza è proprio quella : le piante annuali crescono veloci e si concentrano quasi esclusivamente sul loro compito principale, ovvero fiorire e fruttificare entro l'unico anno di vita che hanno; mentre e piante annuali impiegano più tempo a raggiungere la maturità sessuale.


Quali Sono le Differenze tra Piante Annuali e Perenni ?

Se compariamo piante erbacee annuali e perenni notiamo che le prime hanno crescita più rapida, raggiungono prima la fase riproduttiva e sono più frequentemente autofertili, così da non dipendere da altri esemplari per la produzione di frutti/semi. 

EricaceaMolte specie annuali hanno semi con buona longevità (per approfondire Clicca Qua), di conseguenza la sopravvivenza della nuova generazione è garantita anche dopo più anni. Ad esempio, in alcuni luoghi, come il deserto di Atacama in Cile, le condizioni estreme di aridità permettono la vita effimera di piante annuali magari ogni 5-7 anni; in concomitanza di eventi di maggior umidità che fanno letteralmente "fiorire il Deserto". In alcuni casi però anche piante bulbose o tuberose possono trascorrere silenti più anni (ricordo che il bulbo non è un seme, ma un fusto in miniatura) e che le bulbose sono, di norma, perenni.

Le piante perenni, oltre che per via sessuata, si possono spesso riprodurre anche per via asessuata, ad esempio emettendo stoloni (come le Fragole). Le piante annuali si riproducono esclusivamente tramite seme.

Esempi di specie annuali e perenni :

Tra le spermatofite sono solo le Angiosperme a dividersi in annuali, biennali o perenni, mentre le Gimnosperme sono esclusivamente perenni.

Tutte le specie arboree, ovvero quelle che lignificano tutti i nuovi getti, sono perenni. Di questa categoria (piante perenni) fanno parte tutti gli alberi, come le molte specie decidue delle zone temperate (ad esempio le specie utilizzate nelle Alberature Stradali), oltre a molte specie erbacee, come buona parte delle erbe che compongono il prato di un giardino. In altre parole, se vediamo un albero alto e grosso sicuramente non sarà né annuale, né biennale.

Angolo di Giardino
Esempi di Specie Perenni (con anche chioma perenne) ed Arboree

Esempi di Specie Perenni (con anche chioma perenne) ed Erbacee :


Esempi di Specie Perenni Erbacee (con chioma NON perenne) :

  • Carciofo (Cynara cardunculus) - perdita estiva
  • Acanto (Acanthus mollis) - breve perdita in estate, dopo la sfioritura
  • Narcisi - visibili solo tra fine inverno e primavera
  • Tulipani - come per i narcisi, solo poco più tardivi
  • Peonia Erbacea - perde chioma in inverno
  • Hosta
  • Aster dumosus 

Esempi di Specie Perenni (con chioma Biennale) :

  • Mora (Rubus ulmifolius)
  • Lamponi (Rubus idaeus)

Esempi di Specie Annuali :


Esempi di Specie Biennali : molte di queste piante son ortaggi che, a scopo alimentare, vengono raccolti al primo anno, dato che non se ne mangiano i fiori, ma parti dell'apparato vegetativo (radici, foglie etc.)


Fontana Villa Taranto
Landscape

giovedì 24 ottobre 2024

Quali Piante Sono Simili a Palme, ma Appartenenti ad Altre Famiglie ?

Come ampiamente visto qua le Palme (famiglia Arecaceae) sono circa 2600 specie, alcune delle quali molto resistenti al freddo (per dettagli clicca qua) e tranquillamente coltivabili in buona parte d'Italia.

In questo articolo vorrei descrivere alcune piante che, a prima vista, possono sembrare delle palme, ma che in realtà sono spesso assai lontane evolutivamente.


Elenco delle Simil-Palma :

1) Cycas revoluta : è originaria del Giappone meridionale, dove cresce su suoli tendenzialmente sabbiosi. E' una pianta che cresce molto bene in zone calde, ma può tollerare diversi gradi sotto zero, ampliando la possibilità di coltivazione al clima di quasi tutta Italia (montagne escluse). La specie ha crescita molto lenta, il tronco arriva ad un diametro di circa 25 cm (10 in), con un'altezza variabile da 10 cm (4 in), nei giovani esemplari, a oltre 5 metri (16.5 ft), negli esemplari di oltre 50 anni. Le foglie sono grandi, pennate, disposte a spirale all'estremità del fusto. Questo, unito all'assenza di ramificazioni del tronco, la fanno assomigliare molto ad una palma; tuttavia appartiene alla famiglia delle Cycadaceae, ovvero una Gimnosperma, quindi filogeneticamente molto lontana da quella delle Arecaceae.

Cycas revoluta
2) Dicksonia antarctica : nativa del continente Australiano, cresce nelle foreste umide, su suoli freschi e ricchi di humus, in posizioni ombreggiate. La D. antarctica è una pianta antica a crescita lenta, presente già ben prima delle attuali piante a fiore (angiosperme); essa infatti appartiene alle Felci, le prime piante ad essere vascolarizzate, ma ancora prive di semi. Sebbene piante adulte abbiano un fusto eretto, senza ramificazioni, con vegetazione verde concentrata all'estremità, basta osservare le foglie per capire che, in effetti, è una Felce e non una Palma; ma da lontano o senza uno sguardo attento si possono facilmente scambiare per Palme. Un'altra felce, dall'aspetto da palma, è la più delicata Cyathea cooperi.

Dicksonia antarctica
3) Papiro (Cyperus papyrus) e Falso Papiro (Cyperus alternifolius) : il Papiro è noto sin dall'antichità, grazie al popolo Egizio che ne ricavava una superficie su cui scrivere. E' una specie nativa dell'Africa tropicale ed appartenente alla famiglia delle Cyperaceae, cresce spontaneo in zone caldo umide, in posizioni soleggiate, ma lungo corsi d'acqua, avendo talvolta le radici immerse. E' una specie subtropicale, sensibile al freddo, ed è coltivabile all'aperto solo nel Sud Italia. E' una pianta erbacea perenne con rizoma legnoso sotterraneo e lunghi fusti di pochi centimetri di diametro, alti circa 2 metri (6,6 ft), alla cui sommità sono presenti infiorescenze ombrelliformi. Il Falso Papiro è uno stretto parente, condivide habitat, origine e famiglia, tuttavia se l'inverno è freddo perde la parte aerea, ma rivegeta dalle radici l'anno seguente. 

Cyperus papyrus

Cyperus alternifolius
4) Mahonia eurybracteata : secondo alcuni sistematici dovrebbe esser classificata come Berberis eurybracteata, appartiene alla famiglia delle Berberidaceae ed è endemica della Cina. E' un piccolo arbusto, con foglie pennate, chioma molto fitta e, se non potata, tende a formare nuovi fusti (polloni) dalle radici. Personalmente ritengo possa ricordare la palma nana d'appartamento (Chamaedorea elegans). La fioritura avviene sul legno più vecchio e le infiorescenze gialle spuntano all'apice dei rami, svettando sulla pianta stessa. I fiori sbocciano tra Ottobre e Dicembre. Specie sempreverde con ottima resistenza al gelo, anche molto intenso.

Mahonia eurybracteata

5) Macrozamia communisMacromazia johnsonii : endemiche dell'Australia, sono entrambe Gimnosperme appartenenti alla famiglia delle Zamiaceae ed imparentate con la più comune Cycas revoluta discussa sopra. Hanno foglie pennate, lunghe anche 2 metri (6.6 ft), che possono ricordare quelle delle Palme del genere Phoenix. Il fusto cresce molto lentamente in altezza, ma più velocemente in larghezza e può esser parzialmente ipogeo (sotterraneo). Possono crescere sia in posizione soleggiata, che piuttosto ombrosa e reggono gelate di media intensità, defogliandosi sotto i -5° C (23° F), ma sopravvivendo anche oltre. Sono specie Dioica, vi sono dunque individui che producono Coni maschili e altri che producono Coni Femminili.

Macrozamia communis
6) Zamia furfuracea : nativa del Messico, è anch'essa una Zamiaceae, molto comune anche come pianta ornamentale da interni. Rispetto alla precedente possiede foglie più carnose, di aspetto lucido, quasi ceroso, che possono raggiungere il metro (3.3 ft) di lunghezza. Ogni foglia è formata da un certo numero di paia (circa 10-12) di foglioline ricoperte da peluria e disposte in maniera opposta lungo il rachide centrale. Il fusto è tendenzialmente ipogeo, di modeste dimensioni. La pianta ben sopporta l'aridità, ma tollera poco il freddo ed è coltivabile all'aperto senza protezioni solo nelle zone più miti d'Italia.

Zamia furfuracea


Encephalartos woodii
7) Encephalartos woodii : specie di Zamiaceae, nativa del Sud Africa ed estinta in natura. I circa 500 esemplari adulti, per lo più ospitati da orti botanici internazionali, sono tutti maschi (producono coni maschili), quindi la riproduzione avviene esclusivamente per via vegetativa (polloni basali), dato che non esistono più semi. La specie ha un aspetto maestoso, un grosso tronco ed un'altezza massima di poco inferiore ai 10 metri (33 ft). Le imponenti foglie pennate sono relegate all'apice vegetativo. Una specie rarissima e antica, che però ricorda molto da vicino alcune delle più comuni Palme ornamentali.

8) Pandanus spiralis : appartenente alla famiglia delle Pandanaceae è, come le vere palme, un'angiosperma, quindi non produce coni, ma fiori. Specie nativa dell'Australia tropicale, quindi molto sensibile al freddo e difficilmente coltivabile in Italia. Si sviluppa su un tronco esile, alto sino a 10 metri (33 ft), di norma poco ramificato. Le foglie sono lunghe e sottili, disposte a raggio, dando complessivamente un aspetto simile a quello di una foglia palmata di una palma. Il frutto, solo nell'aspetto, ricorda un piccolo Ananas.

Pandanus spiralis
9) Ravenala madagascariensis : chiamato Albero dei Viaggiatori, appartiene alle Strelitziaceae, quindi stretto parente della più comune Strelitzia reginae. Nativo del Madagascar, è anche uno dei simboli dell'Isola, dove vive nelle foreste umide, anche di bassa montagna. Il tronco è unico, eretto e nelle zone d'origine può esser alto anche 20 metri (66 ft). Le foglie ricordano quelle di un Banano, ma hanno un picciolo molto lungo, con una parte concava, ricoperta da guaina, in cui si immagazzina acqua piovana. Le foglie sono disposte a ventaglio e posizionate su un unico piano. I fiori hanno la forma che ricorda un uccellino, come tipico della famiglia, ed assomigliano a quelli della Strelitzia nicolai.

Ravenala madagascariensis
10) Begonia luxurians : chiamata anche Begonia dalla foglia palmata, appartiene alla famiglia delle Begoniaceae (clicca qui per dettagli) ed è nativa del Brasile. Le foglie emergono da steli eretti ed hanno un aspetto ricadente, sono verdi con picciolo rosso. Non supera mai i 3 metri di altezza (10 ft) ed è ultra-tropicale, iniziando a soffrire già con temperature appena inferiori ai +10° C (50° F), relegando alle serre la sua coltivazione in Italia.

Begonia luxurians
11) Pachypodium lamerei : appartiene alla famiglia delle Apocynaceae (come Oleandro e Falso Gelsomino) ed è specie endemica del Madagascar. E' una pianta succulenta, con attività fotosintetica presente anche nel tronco ricoperto di lunghe spine. All'apice del fusto (o dei rami, nelle poche ramificazioni che potrebbe fare) compaiono le foglie; esse sono presenti solo all'estremità dei rami, sono verdi, lanceolate e disposte a rosetta. I fiori sono bianchi, fragranti e sbocciano dal centro della rosetta. In natura prospera su suoli poveri, aridi, quasi desertici e può superare i 5 metri (16,6 ft) di altezza. In Italia si può coltivare all'aperto in zone esenti da gelo.

Pachypodium lamerei
12) Carludovica palmata : appartenente alla famiglia delle Cyclanthaceae ed è originaria del Centro-America sino alla Bolivia. Diversamente dalla maggior parte delle vere palme non sviluppa un tronco legnoso. Le foglie sono palmate e sorrette da un lungo picciolo eretto, mentre i fiori sono maschili o femminili, ma prodotti da un'unica pianta (specie Monoica). Priva di un vero tronco, raggiunge l'altezza massima in funzione della lunghezza della foglia-picciolo, al massimo 3 metri (10 ft). In natura cresce nel sottobosco delle foreste pluviali. In Italia se ne può tentare (non son sicuro che ci si riesca) la coltivazione nelle zone costiere più miti del Sud Italia, avendo cura di trovare un angolo riparato, piuttosto umido ed ombreggiato.

Carludovica palmata
13) Dioon spinulosum : appartiene alla famiglia delle Zamiaceae ed è presente in natura nelle foreste pluviali del Messico orientale. Possiedono foglie pennate lunghe 2 metri (6,6 ft), ognuna formata da circa 120 paia di foglioline disposte ad angolo piatto lungo il rachide. Le foglioline vicino al picciolo son piccole, quelle mediane son le più lunghe, mentre quelle terminali si accorciano nuovamente. Esse hanno in margine dentellato. La chioma è folta ed il tronco, con l'età, può diventare abbastanza alto. Resiste a temperature di circa -2° C (28° F).

Dioon spinulosum
Brighamia Insignis14) Brighamia Insignis : chiamata Palma Hawaiana, in realtà non lo è, dato che appartiene alla famiglia delle Campanulaceae. Si sviluppa su un unico fusto (raramente ramifica) succulento e bulboso, con foglie presenti alla sola estremità. Esse sono carnose, disposte a rosetta ed hanno un color verde pallido e forma ovale. I fiori sono profumati, raggruppati in 2-3 in grappolini; hanno 5 petali biancastri fusi ad un tubo lungo oltre 10 cm (4 in). In natura è estinto l'unico insetto in grado di impollinarla efficacemente, rendendo la sua riproduzione naturale assai saltuaria ed aleatoria. Pianta sensibile al freddo e non coltivabile in climi temperati. 

15) Cordyline australis : specie nativa della Nuova Zelanda, facente parte delle Asparagaceae. Può superare i 10 metri di altezza (33 ft) e con l'età può ramificare, ma le foglie sono collocate solo alla fine dei rami. I fiori son color bianco-crema e spuntano da infiorescenze terminali, poste al centro della rosetta fogliare, costituite da numerosi fiori. Le foglie sono a forma di spada. La specie è piuttosto resistente al freddo, anche fino a -10° C (14° F), e può esser coltivata anche in buona parte del Nord Italia.

Cordyline australis

lunedì 30 settembre 2024

Genere Acacia (Mimosa) : Elenco Specie, Inquadramento, Differenze e Caratteristiche Comuni

Acacia è uno dei molti generi delle Fabaceae, un grande raggruppamento noto ai più con il nome di Famiglia delle Leguminose. Ad essa appartengono sia specie orticole annuali (Fave, Piselli e Fagioli), sia specie sempreverdi perenni da climi tropicali (Tamarindo o Inga edulis) o mediterranei (Caesalpinia), sia decidue da climi temperati (Albero di Giuda).

Qui mi vorrei però soffermare unicamente sul genere Acacia, che annovera al proprio interno circa 1000 specie, essenzialmente native di due continenti : Australia (circa 90%) e Africa (10%), con rare eccezioni altrove.

Le piante di Acacia coltivate in Italia sono dette Mimose e, come vedremo, ne esistono ben di più rispetto alla classica Mimosa simbolo della festa della donna.

Molte (ma non tutte) specie di Acacia condividono le caratteristiche sottoelencate :

  • Sono piante sempreverdi
  • Crescono in luoghi caldi e spesso secchi
  • Hanno foglie bipennate, formate da numerosissime foglioline (però son comuni anche altre tipologie)
  • In molte specie le foglie son in realtà Filloidi, ovvero piccioli modificati con funzione fotosintetica.
  • Il fiore è raccolto in una spiga o in un capolino globoso, più raramente solitario
  • Il fiore è formato da lunghi stami gialli, che conferiscono al fiore un aspetto "sferico"
  • Il frutto è un baccello più o meno allungato a seconda della specie

Quali Sono le Specie di Acacia più Particolari e Rappresentative ?

1) Acacia podalyriifolia : chiamata anche Mimosa d'Inverno, ha per l'appunto la peculiarità di fiorire in pieno inverno, già a partire da Dicembre nelle zone più miti. Le infiorescenze poste all'estremità dei rami sono composte da 15-30 fiori, color giallo oro e molto profumati. La specie ha portamento arbustivo, talvolta ad alberello, di norma di piccole dimensioni, difficilmente oltre i 5 metri (16.5 ft) di altezza. Le foglie sono ovali, color glauco e ricordano un po' quelle di alcune specie di Eucalipto (es. E. gunnii). Resiste solo a lievi gelate.

Acacia podalyriifolia
Fiori Acacia podalyriifolia
2) Acacia baileyana : fioritura abbondante, con fiori gialli simili, sia per colore che per dimensione, a quelli della classica mimosa, dalla quale si differenzia per le foglie più piccole. Il portamento è tendenzialmente piramidale e raggiunge circa 10 metri (33 ft) di altezza. Regge fino a -9° C (15° F). La fioritura è precoce, tipicamente invernale e nei climi più miti può iniziare in Dicembre, fino a Febbraio nei luoghi più freschi. Esiste anche una cultivar con nuovi getti dalle foglia color violaceo. 

Acacia baileyana

3) Acacia dealbata : nativa della Tasmania e del Sud-Est dell'Australia, è in assoluto la Mimosa più comune e diffusa negli ambienti a clima mediterraneo. La specie ha crescita rapida e raggiunge altezze ragguardevoli (anche oltre 20 metri = 66 ft). I boccioli fiorali iniziano a formarsi sin dalla fine dell'estate precedente, ma si schiudono solo tra fine inverno ed inizio primavera, anche a seconda del clima. Fa un'unica fioritura annuale, ma estremamente copiosa, con numerosissimi fiori gialli. Pianta poco longeva, non vive oltre 30-40 anni. Preferisce terreni acidi e non tollera quelli calcarei.

Acacia dealbata
4) Acacia retinodes : chiamata anche "Mimosa 4 Stagioni", deve il suo nome al fatto di fiorire a più riprese ad eccezione del periodo più freddo dell'anno. Le foglie sono lanceolate, il portamento è pendulo e raggiunge un'altezza media di 6-8 metri (20-26 ft). I fiori sono gialli, meno abbondanti rispetto a quelli della classica Mimosa. Resiste qualche grado sottozero ed a gelate di media intensità, sia pur di breve durata. Data la tolleranza ai terreni calcarei viene spesso utilizzata come portainnesto, per innestarci l'A. dealbata.

Albero Acacia retinodes

Fiori Acacia retinodes
5) Acacia senegal : diversamente da quelle fin qui descritte, la specie è nativa dell'Africa, in particolar modo delle savane del Senegal, anche se il suo areale si estende ad oriente fino all'Eritrea. E' un arbusto di circa 10 metri (33 ft), con rami spinosi e foglie bipennate. Produce infiorescenze compatte, con fiori giallo chiaro, quasi color panna, a cui seguono lunghi baccelli. La specie cresce in zone aride e, nella stagione avversa, può perdere le foglie ed quindi comportarsi come decidua. Inadatta ad esser coltivata in Italia.

Acacia senegal
6) Acacia hanburyana : rara ibridazione ottenuta da Thomas Hanbury, ancor oggi presente ai giardini botanici di Hanbury di Ventimiglia (clicca qua per foto e descrizione). Foglie sono color glauco, di forma tendenzialmente lanceolata, anche se è presente il fenomeno dell'eterofillia, ovvero produce anche foglie pennate. I grossi fiori gialli sbocciano sul finire dell'inverno.

Acacia hanburyana
7) Acacia pudica : nativa dell'America latina, è nota ai più per esser in grado di reagire agli stimoli tattici; infatti le sue foglie, se appena sfiorate, si richiudono su loro stesse. E' facilmente coltivabile in vaso e, anche in piena terra, non supera il metro (3.3 ft) di altezza. I fiori sono a forma sferica e di color violaceo. La specie non tollera il gelo.

Acacia pudica
8) Acacia crassa : albero che può raggiungere i 12 metri (39 ft) di altezza. Le foglie sono strette, lanceolate ed assottigliate nella parte finale. Le infiorescenze emergono dall'ascella fogliare, sono lunghe e non ramificate.

Acacia crassa
9) Acacia cognata : endemica del Sud dell'Australia, si caratterizza per aver una chioma densa, formata da foglie strettissime, quasi filiformi. Il portamento risulta ricadente ed i fiori sono gialli, ma di dimensioni minori rispetto a quelli di altre Acacia. Entro certi limiti l'aspetto, almeno a prima vista, potrebbe ricordare quello della più comune Schinus molle.

Acacia cognata
10) Acacia brownii : nativa dell'Australia orientale, è un piccolo arbusto, inferiore al metro (3.3 ft) di altezza. Le foglie, o meglio il fillodio (cioè il picciolo che sostituisce la funzione delle foglie), sono aghiformi, ricordando un po' quelle del Rosmarino. La chioma è poco densa, la fioritura non è particolarmente copiosa, con fiori gialli di circa 1 cm di diametro (0,4 in).

Acacia brownii
11) Acacia longifolia :  nativa del sud-est dell'Australia è un albero che può raggiungere gli 8 m (26 ft) di altezza, in pochi anni, grazie ad una crescita esplosiva. La fioritura è primaverile e successiva a quella della classica Mimosa. Le foglie sono lunghe, lanceolate, talvolta leggermente incurvate. I fiori spuntano da gemme poste sull'ascella fogliare e sono ravvicinati e riuniti in pannocchie non ramificate.
 
Acacia longifolia

12) Acacia nigricans : piccolo arbusto, raramente di altezza superiore ai 2 metri (6.6 ft). Ha foglie composte, di piccole dimensioni, mentre i fiori sono di forma globulare, gialli e più voluminosi delle foglie.

Acacia nigricans
13) Acacia uncinata : pianta interessante per le modeste dimensioni, con una crescita orizzontale spesso superiore a quella verticale, raggiungendo un'altezza di circa 2 metri (6,6 ft).  Il portamento è compatto e ricadente. I fiori sono dei glomeruli isolati gialli con un lungo peduncolo; altro fattore interessante è la fioritura continua fin tanto che le temperature lo permettono; in Italia si protrae da Maggio a Novembre, ma qualche fiore isolato, in zone miti, è possibile tutto l'anno.

Acacia uncinata
14) Acacia denticulosa : nativa dell'Australia occidentale, è un arbusto di circa 3 m (10 ft) con inusuali foglie allargate e, a tratti, tondeggianti. I fiori sono piccoli e riuniti serratamente in spighe di forma cilindrica.

Acacia denticulosa

Acacia alata
15) Acacia alata : possiede rami disposti a zig-zag e i fillodi che sono in continuo con i rami. I fiori sono color crema/giallo tenue. Sicuramente tra le Acacia più particolari.

16) Acacia acinacea : piccolo arbusto con rami ricadenti, dal tipico aspetto xerofilo. Le foglie sono piccolissime e durante la fioritura quasi non si vedono, con fiori gialli che ricoprono tutti i rami.

Acacia acinacea
17) Acacia genistifolia : possiede filloidi corti e rigidi, che sembrano più spine che foglie. Fiori color crema e portamento arbustivo.

Acacia genistifolia
18) Acacia aphylla : pianta desertica priva di foglie, con fotosintesi relegata ai verdi rami. Ricorda la nostra comune Ginestra.

Acacia aphylla
19) Acacia mitchellii : arbusto con piccolissime foglie composte e chioma poco densa. I fiori sono singoli e, sulla stessa pianta, si aprono scalarmente. 

Acacia mitchellii
20) Acacia sertiformis : arbusto ramificato, con lunghi rami ricadenti e foglie tondeggianti dall'apice appuntito. I fiori son di un bel color giallo acceso.

Acacia sertiformis
21) Acacia saligna : utilizzata sia per formare siepi, sia piantata isolata; tollera bene calcare e salsedine e si sviluppa sotto forma di cespuglio di forma tondeggiante. La fioritura è primaverile, tra Marzo e Aprile. Crescita rapida.

Acacia saligna

Anche se la sistematica non le attribuisce strettamente al genere Acacia, presento le ultime due piante comunemente chiamate "Acacia", sebbene siano decidue e con una maggiore resistenza al freddo rispetto a quelle sin qui descritte.

22) Acacia di Costantinopoli : il nome scientifico è in realtà Albizia julibrissin, portamento espanso, foglie grandi e stupendi fiori con sfumature rosa-violacee, che sbocciano verso fine primavera/inizio estate.

Albizia julibrissin
23) Robinia pseudoacacia : nativa degli USA, è stata importata da tempo in Europa dove è diventata infestante. Crescendo velocemente viene spesso impiegata per ottenere legno da ardere. La specie si adorna di fiori bianchi verso Aprile ed è considerata una pianta mellifera.

Robinia pseudoacacia