Il Mango (Mangifera indica) è, dopo la Banana, il frutto tropicale più coltivato al mondo. Esistono centinaia di cultivars di Mango, alcune locali, altre diffuse su scala mondiale, garantendo un'enorme varietà, sia in termini di sapore, sia per quanto riguarda il periodo di maturazione.
Ciò che in pochi sanno è che il Mango è una pianta subtropicale, non strettamente tropicale come il Durian, il Rambutan o il Mangostano.
Questa differenza non è irrilevante ed, a qualcuno di voi, potrebbe suggerire una bella domanda :
"E' possibile coltivare l'albero del Mango in Italia ?".
Questa differenza non è irrilevante ed, a qualcuno di voi, potrebbe suggerire una bella domanda :
"E' possibile coltivare l'albero del Mango in Italia ?".
Fino agli anni '60 si riteneva che la coltivazione del Mango fosse impraticabile in Italia ed, in generale, in un po' tutto il bacino Mediterraneo; tuttavia negli anni a venire si iniziò a testare la reale resistenza al freddo di questa specie, piantando i primi esemplari in Sicilia. Ovviamente si scelsero le zone costiere più miti ed esenti da gelo.
I risultati furono incoraggianti e, sotto certi versi, sorprendenti: Mangifera indica, diversamente da specie come la Papaya, tollerava bene l'arresto vegetativo e sopportava sporadici abbassamenti di temperatura sino a 0° C (32° F).
I risultati furono incoraggianti e, sotto certi versi, sorprendenti: Mangifera indica, diversamente da specie come la Papaya, tollerava bene l'arresto vegetativo e sopportava sporadici abbassamenti di temperatura sino a 0° C (32° F).
Insomma, le zone costiere della Sicilia risultarono idonee alla crescita del Mango; ciò nonostante oggigiorno vi sono solo pochi impianti produttivi, prevalentemente concentrati sulla costa settentrionale, da Messina a Palermo.
Forse qualche imprenditore agricolo siciliano dovrebbe aver coraggio e piantare Mango, otterrebbe frutti dalle ottime qualità organolettiche, invece di essere costretto a lasciar marcire sugli alberi tonnellate di Arance, per non abbassare troppo il prezzo di vendita.
Origine e Diffusione :
Il Mango (Mangifera indica) è una specie arborea sempreverde appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae ed è nativo dell'India, dove è coltivato da millenni e tutt'oggi viene considerato il "Re dei Frutti".
Questo albero venne importato in Jamaica a fine '700 e, nel 1800, si diffuse anche in diversi stati del Sud America (tra cui il Brasile, attualmente uno dei maggiori produttori di Mango al mondo) e nelle zone più miti degli Stati Uniti, come in Florida e nel Sud della California.
Del genere Mangifera, il Mango non è l'unica specie ad essere commestibile, ma è indubbiamente l'unica a vantare elevate qualità gustative, tanto da essere presente in tutte le zone tropicali e subtropicali del Mondo, dall'Australia, all'Africa, sino all'Asia ed all'America Latina.
Nel Bacino Mediterraneo i maggiori produttori sono la Spagna ed Israele e, da Agosto a Dicembre, si possono trovare in vendita (raramente) frutti "quasi" nostrani.
Com'è Fatta la Pianta del Mango ? - Botanica e Fisiologia :
Il Mango è una pianta che cresce su un unico tronco eretto e, nel suo habitat naturale, supera agevolmente i 30 m (98 feet) di altezza; tuttavia, nelle zone temperate calde od ai limiti delle zone subtropicali, le piante adulte hanno dimensioni più contenute. Il legno è duro, di color rossastro e talvolta utilizzato per fare mobili.
La chioma è solitamente espansa, "globosa" ed arrotondata, ma alberi cresciuti in foreste in cui vi è una fitta vegetazione tendono a spingersi in alto, limitando lo sviluppo dei rami nella parte bassa del tronco ed assumendo una chioma a "forma di ombrello".
Le foglie del Mango hanno una forma oblunga, sono lunghe sino a 35 cm e larghe in media 8 cm (14 & 3 inch). Da mature sono coriacee, verde intenso, con venature più chiare, mentre nella fase giovanile sono tenere, di color variabile tra viola, marroncino e rosso.
I nuovi flussi vegetativi sono davvero ornamentali e, per chi è abituato ad una flora temperata, inusuali.
I piccoli fiori verdi-giallastri sono raggruppati in un'infiorescenza a forma di pannocchia, che emerge dalle gemme situate all'apice dei rami. Ogni infiorescenza, lunga sino a 60 cm (24 in), può contare oltre un migliaio di fiori, alcuni dei quali ermafroditi (in grado di dare frutti), mentre altri staminiferi, ovvero maschili (privi di pistillo), con l'unico compito di produrre polline.
Il rapporto tra fiori ermafroditi e fiori maschili dipende dalla cultivar, così come dalla temperatura durante il periodo di fioritura. Comunque sia, solo una piccola percentuale dei fiori si trasforma in frutto e raramente una pannocchia fiorale origina più di 3-4 frutti.
Il Mango è una pianta autofertile, il che permette la produzione anche con piante isolate od impianti mono-cultivar (tutte piante cloni tra loro). L'impollinazione avviene ad opera degli insetti pronubi e non costituisce un problema.
Ma quando fiorisce il Mango in Italia ?
La produzione di gemme a fiore, e la conseguente induzione della fioritura, è stimolata da uno stress di tipo abiotico.
Nelle zone temperate è il freddo (fresco) a stimolare la fioritura ed un periodo di almeno 4-6 settimane, con temperature notturne inferiori ai 15° C (59° F), permette un'abbondante fioritura. Questa è la condizione che si verifica in Italia, dove la fioritura avviene, indicativamente, ad inizio primavera.
Fioriture fuori stagione non sono affatto rare, il "fresco" di novembre e dicembre potrebbe già esser sufficiente e, se ci fosse un gennaio particolarmente soleggiato e mite, il Mango potrebbe esser tratto in inganno.
Nelle zone più tropicali, con poche escursioni termiche stagionali, lo stress è rappresentato dalla siccità. Qui la fioritura non è indotta dalla temperatura, bensì dall'assenza di acqua.
Nel suo habitat ideale, zone subtropicali (es. Nord India), le due cose si potrebbero sommare, in quanto il periodo secco coincide con quello più "fresco".
In zone tropicali senza periodi siccitosi, la fioritura potrebbe essere scarsa ed altalenante.
Il frutto del Mango è una drupa contenente un unico seme. Generalmente ha una forma ovale (a fagiolo), con un andamento ad "S" più o meno pronunciato (molto evidente nel clone Nam dok mai), sebbene ci possano essere sostanziali differenze tra le varietà.
Il peso varia da 50 gr (0,35 lb) sino a 2 kg (4,4 lb), anche se commercialmente sono mediamente di 400 gr (0,9 lb).
I frutti immaturi sono color verde, mentre quelli maturi spaziano dal giallo/verde, al rosso, con sfumature di diverse tonalità di viola/arancione, anche in funzione della diretta esposizione ai raggi solari.
Il profumo può essere molto intenso, lieve o assente. La polpa interna è gialla, dal sapore dolce, con una consistenza che può essere fibrosa o meno, a seconda della pianta.
In Italia (Sicilia) le cultivars più precoci iniziano a maturare i frutti da Agosto, mentre le ultime tra Novembre e Dicembre.
I grossi frutti sono anche molto ornamentali, sia per i colori sgargianti, sia perché rimangono a lungo appesi a ciò che rimane della lunga infiorescenza, facendoli sembrare quasi "impiccati".
Il seme è a forma appiattita ed, a seconda della cultivar, possono appartenere a due categorie distinte. Esistono infatti semi mono-embrionici o poli-embrionici. I primi sono semi con un unico embrione, derivante dalla fusione di un gamete maschile ed uno femminile (riproduzione sessuata), mentre i secondi contengono molti embrioni, la maggior parte dei quali nucellari, ovvero derivanti esclusivamente da cellule somatiche della pianta madre (riproduzione asessuata). Tradotto in parole povere, i semi monoembrionici sono come i classici semi che troviamo nella maggior parte delle angiosperme e, se piantati, daranno origine ad una pianta diversa rispetto alla pianta madre.
I semi poliembrionici contengono un embrione simile a quello dei monoembrionici, ma anche molti altri (embrioni nucellari) che sono dei cloni identici della pianta che li ha generati. Seminandoli si avrà un'alta probabilità che germogli un embrione nucellare e che quindi si riproduca l'esatta cultivar (clone), senza dover passare dall'innesto.
Questa peculiarità è tipica del Mango e di molti Agrumi, ma è pressoché assente nelle altre piante da frutto.
L'apparato radicale del Mango ha uno sviluppo iniziale a fittone, per espandersi successivamente. Per questo motivo piantine coltivate in vaso, specie se ottenute da semina, devono crescere in un vaso più alto che largo.
Nel complesso possiede radici possenti, profonde ed espanse oltre la proiezione della chioma sul suolo. La crescita delle radici è massima durante il periodo delle piogge e rallenta quando vi è un importante flusso vegetativo : il picco di produzione delle foglie coincide con il picco negativo di crescita radicale. La pianta concentra le proprie energie alternando fasi di crescita aerea a fasi di crescita sotterranea.
Come Crescere la Pianta del Mango ? - Coltivazione, Esposizione, Potatura e Cure
Il Mango si può piantare in aree "frost free" (esenti da gelo), in cui la media delle temperature minime del mese più freddo siano di almeno 8° C (46° F) e quella delle massime di 15° C (59° F).
In Italia, oltre alle coste Siciliane e Calabresi, se ne potrebbe tentare la coltivazione nei punti più riparati del ponente Ligure e della Campania, mentre sarebbe molto a rischio anche nell'estremo Sud della Puglia.
In Italia il periodo migliore per la piantumazione di un Mango in piena terra è l'inizio della primavera, in modo che abbia un'intera estate per crescere e rafforzarsi, prima dell'arrivo del freddo.
Sebbene il Mango non sia tra le piante più adatte ad essere cresciute in vaso, è consigliabile coltivarlo in vaso per i primi 2-3 anni di vita, riparandolo dal freddo (in serra calda, non in casa) durante la brutta stagione, così da poterlo piantare solo quando sarà sufficiente grande per trascorrere l'inverno all'aperto (sempre in zone in cui non geli).
Sebbene in letteratura si trovi scritto che il Mango possa resistere al freddo sino pochi gradi sotto zero, e c'è chi suggerisce addirittura -4°C (25° F) per piante adulte, si dovrebbe prendere 0° C (32° F) come temperatura limite, già a -1° C (30° F) i danni da freddo possono essere ingenti, con vistose bruciature alle foglie.
A temperature inferiori, se di brevissima durata, si potrebbe avere una totale defogliazione, ma in linea di massima un'intera notte a -3° C (26,5° F) comporta la morte di una pianta adulta.
Anche temperature costantemente basse, seppure sopra lo zero, potrebbero far deperire la pianta e renderla più soggetta all'attacco di funghi patogeni.
Per contro il Mango resiste molto bene al caldo e può tollerare temperature massime che superano i 40° C (104° F).
Il Mango ama esposizioni assolate ed, in Italia, conviene piantarlo nella zona più calda che si ha a disposizione (es. muro esposto a Sud). Posizioni in ombra sono assolutamente da evitare.
Nel suo habitat naturale Mangifera indica fiorisce sul finir della stagione secca (che è anche la più fresca). Per questo motivo i suoi fiori sono piuttosto delicati e sensibili all'eccessiva umidità atmosferica, la quale provoca malattie fungine, con prematura cascola dei fiori/frutticini.
E' dunque fondamentale che durante il periodo di fioritura (in Italia la primavera) non vi siano eccessive piogge; è inoltre utile sapere che se le temperature sono inferiori ai 10° C (50° F) i fiori producono polline sterile, incapace di fecondare l'ovulo.
Il frutto del Mango, a seconda della varietà e delle condizioni climatiche, impiega dai 3 ai 6 mesi per maturare, con una raccolta leggermente scalare.
Nelle zone subtropicali la maturazione avviene nei mesi più caldi dell'anno, mentre in Italia avviene tra fine estate (da metà Agosto) e fine autunno (Novembre).
Nelle zone equatoriali, dove si possono avere più fioriture l'anno, ci sono più periodi di maturazione.
In zone tropicali, un grosso albero di Mango può produrre sino a 330 kg (660 lb) di frutta durante la stagione di "carica", ma solo pochi frutti durante quella di "scarica".
La specie è infatti soggetta all'alternanza di produzione, soprattutto se abbandonata a sé.
Il Mango è nativo di zone in cui vi sono anche 6 mesi consecutivi di siccità all'anno, per questo motivo, una volta affrancato, avrà bisogno di minime innaffiature, resistendo tranquillamente al secco estivo.
Durante i primi anni d'impianto, invece, una buona irrigazione favorirà una rapida crescita.
Questa fruttifera tropicale è adattabile in quanto a composizione chimica del terreno, potendo crescere su un'ampia gamma. Le produzioni migliori si hanno in suoli leggermente sabbiosi e ben drenanti. La maggior parte dei portainnesti per il mango hanno una scarsa tolleranza alla salinità del terreno.
Il Mango è una pianta abbastanza resistente ai patogeni e, nelle zone vocate, sono poche le malattie a cui va incontro.
In Italia, durante la stasi vegetativa invernale, il freddo, unito all'umidità, potrebbe facilitare l'insorgere di malattie, per tanto si consiglia un trattamento antifungino.
Durante i mesi caldi, sulle foglie della nuova vegetazione (più tenere e delicate) possono verificarsi attacchi di Oidio (Mal Bianco).
I frutti quasi maturi possono essere colpiti dalla nota mosca della frutta, una strategia per combattere questo insetto è "incappucciare" i frutti prossimi alla maturazione.
Il Mango, in terreni fertili, non ha bisogno di grandi concimazioni, un eccessivo uso di fertilizzanti (specie se ricchi di Azoto) favorirà la produzione di foglie, a discapito di frutti/fiori.
M. indica è una specie che tollera anche drastiche potature, ritornando a produrre nel giro di un paio di stagioni. Nei primi anni dall'impianto si attua una potatura di formazione, favorendo la crescita di 3 branche principali, disposte a circa 120° tra di loro.
Nella fase adulta, la potatura del Mango si effettua ogni 1-2 anni ed è volta a rimuovere i rami più interni (o morti), per arieggiare la chioma (riduce l'umidità e quindi le malattie fungine) ed a contenere le dimensioni (Manghi coltivati raramente vengono fatti crescere oltre 4-5 metri di altezza).
La potatura si può effettuare durante il periodo di arresto vegetativo, ed è utile ricordarsi che il Mango produce i fiori/frutti da gemme situate all'apice della nuova vegetazione.
Infine sappiate che i rami del mango si sviluppano in nodi (corona di gemme), ovvero porzioni di legno in cui le foglie sono ravvicinate e disposte circolarmente. Tra un nodo e l'altro è presente un'unità inter-nodale, in cui le foglie sono ben distanziate.
Tagli sopra il nodo risveglieranno le numerose (e ravvicinate) gemme del nodo, determinando lo sviluppo di 8-10 nuovi germogli. Tagli appena sotto un nodo, invece, favoriranno l'emissione di solo 3-4 germogli.
Come Si Riproduce il Mango ? - Moltiplicazione e Varietà
Il Mango viene propagato per semina (soprattutto nelle cultivars poli-embrioniche) o tramite innesto.
Il seme deve esser prelevato da frutti maturi, meglio se grossi, sani e che non siano stati refrigerati, ricordandosi che i semi del Mango si conservano per breve tempo e sono soggetti all'attacco di funghi.
Per una più alta probabilità di germinazione si consiglia di rimuovere la parte interna del seme dall'endocarpo, facendo molta attenzione a non danneggiarla.
I semi vanno piantatati in vaso e ricoperti con terra per circa 2-3 cm (1 in). La semina all'aperto, in Italia, non dovrà esser fatta prima di maggio ed il vaso andrà tenuto a mezz'ombra, con terreno umido. Ricordatevi che dai semi mono-embrionici avrete un solo germoglio, corrispondente ad una pianta diversa rispetto alla madre, mentre dai semi poli-embrionici avrete molti germogli, di cui tutti cloni della pianta madre tranne uno.
Scegliete 3-4 germogli tra i più vigorosi (solitamente lo zigote ha meno vigore) e trapiantateli in vasi singoli.
La riproduzione per via vegetativa è l'unica che permette di ottenere cloni da varietà mono-embrioniche.
Il Mango viene propagato tramite innesto su franco (= portainnesto è Mangifera indica) durante i mesi più miti dell'anno, in cui vi sia crescita vegetativa.
Si può optare per il classico innesto a "V", avendo cura di rimuovere le foglie dal nesto (aiuta a non disidratarlo) e facendo combaciare il cambio di entrambe le parti (nesto-portainnesto) affinché si possano saldare.
La prima fioritura avviene dopo un paio d'anni dall'innesto (talvolta meno), ma è meglio togliere i frutti per far irrobustire la pianta.
Il Mango è una pianta longeva e può avere un'ottima produzione anche a 100 anni di età.
Esistono centinaia di varietà di Mango, qui elencherò solo quelle più comuni, che si possono (potrebbero) trovare in Italia :
Mango "Kensington Pride" : selezionato in Australia, intorno agli anni '60. E' probabilmente la varietà più diffusa al mondo, nonché la prima ad essere introdotta in via sperimentale in Italia (Sicilia). Frutto medio-grande, color giallo pallido, con lievi arrossamenti. Polpa mediamente fibrosa, dal buon sapore leggermente speziato. Maturazione medio-precoce (tra fine Agosto e Settembre, in Sicilia).
Mango "Glenn" : originario della Florida, questo albero ha un portamento compatto ed una chioma tondeggiante. Il frutto è giallo, ma ben colorato (rosso, arancione) nella parte rivolta verso il sole. Il sapore è ottimo e l'assenza di fibra, unita al bell'aspetto del frutto maturo, lo rende di gran valore commerciale. Matura precocemente, già ad inizio Agosto in Sicilia.
Mango "Tommy Atkins" : sebbene non sia tra i Manghi più saporiti, è uno dei più venduti a livello mondiale. Questo perché resiste molto bene al trasporto, è conservabile a lungo ed ha una buccia viola, molto attraente per il consumatore. Epoca di maturazione medio-precoce.
Mango "Keitt" : pianta dal portamento aperto (poco compatto), ma molto produttiva. Produce frutti poco colorati (verdi), ma molto grandi e dal profumo inteso. La polpa è dolce, leggermente pungente e priva di fibre. Maturazione tardiva, in Sicilia, tra Ottobre e Novembre.
Mango "Osteen" : pianta vigorosa, espansa. Produce un frutto di medie dimensioni, ottimo sapore, quasi privo di fibre. Matura tra Settembre ed Ottobre.
Mango "Kent" : albero a portamento assurgente. Produce frutti medio-grossi, giallo-verdi con leggere sfumature rosse. La polpa è dolce, con un gusto complesso. Ideale per l'hobbista, ma poco indicato per l'imprenditore, dato che i frutti maturi sono poco conservabili. Maturazione tardiva.
Il Mango (Mangifera indica) è una specie arborea sempreverde appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae ed è nativo dell'India, dove è coltivato da millenni e tutt'oggi viene considerato il "Re dei Frutti".
Questo albero venne importato in Jamaica a fine '700 e, nel 1800, si diffuse anche in diversi stati del Sud America (tra cui il Brasile, attualmente uno dei maggiori produttori di Mango al mondo) e nelle zone più miti degli Stati Uniti, come in Florida e nel Sud della California.
Del genere Mangifera, il Mango non è l'unica specie ad essere commestibile, ma è indubbiamente l'unica a vantare elevate qualità gustative, tanto da essere presente in tutte le zone tropicali e subtropicali del Mondo, dall'Australia, all'Africa, sino all'Asia ed all'America Latina.
Nel Bacino Mediterraneo i maggiori produttori sono la Spagna ed Israele e, da Agosto a Dicembre, si possono trovare in vendita (raramente) frutti "quasi" nostrani.
Com'è Fatta la Pianta del Mango ? - Botanica e Fisiologia :
Il Mango è una pianta che cresce su un unico tronco eretto e, nel suo habitat naturale, supera agevolmente i 30 m (98 feet) di altezza; tuttavia, nelle zone temperate calde od ai limiti delle zone subtropicali, le piante adulte hanno dimensioni più contenute. Il legno è duro, di color rossastro e talvolta utilizzato per fare mobili.
La chioma è solitamente espansa, "globosa" ed arrotondata, ma alberi cresciuti in foreste in cui vi è una fitta vegetazione tendono a spingersi in alto, limitando lo sviluppo dei rami nella parte bassa del tronco ed assumendo una chioma a "forma di ombrello".
Le foglie del Mango hanno una forma oblunga, sono lunghe sino a 35 cm e larghe in media 8 cm (14 & 3 inch). Da mature sono coriacee, verde intenso, con venature più chiare, mentre nella fase giovanile sono tenere, di color variabile tra viola, marroncino e rosso.
I nuovi flussi vegetativi sono davvero ornamentali e, per chi è abituato ad una flora temperata, inusuali.
I piccoli fiori verdi-giallastri sono raggruppati in un'infiorescenza a forma di pannocchia, che emerge dalle gemme situate all'apice dei rami. Ogni infiorescenza, lunga sino a 60 cm (24 in), può contare oltre un migliaio di fiori, alcuni dei quali ermafroditi (in grado di dare frutti), mentre altri staminiferi, ovvero maschili (privi di pistillo), con l'unico compito di produrre polline.
Il rapporto tra fiori ermafroditi e fiori maschili dipende dalla cultivar, così come dalla temperatura durante il periodo di fioritura. Comunque sia, solo una piccola percentuale dei fiori si trasforma in frutto e raramente una pannocchia fiorale origina più di 3-4 frutti.
Il Mango è una pianta autofertile, il che permette la produzione anche con piante isolate od impianti mono-cultivar (tutte piante cloni tra loro). L'impollinazione avviene ad opera degli insetti pronubi e non costituisce un problema.
Ma quando fiorisce il Mango in Italia ?
La produzione di gemme a fiore, e la conseguente induzione della fioritura, è stimolata da uno stress di tipo abiotico.
Nelle zone temperate è il freddo (fresco) a stimolare la fioritura ed un periodo di almeno 4-6 settimane, con temperature notturne inferiori ai 15° C (59° F), permette un'abbondante fioritura. Questa è la condizione che si verifica in Italia, dove la fioritura avviene, indicativamente, ad inizio primavera.
Fioriture fuori stagione non sono affatto rare, il "fresco" di novembre e dicembre potrebbe già esser sufficiente e, se ci fosse un gennaio particolarmente soleggiato e mite, il Mango potrebbe esser tratto in inganno.
Nelle zone più tropicali, con poche escursioni termiche stagionali, lo stress è rappresentato dalla siccità. Qui la fioritura non è indotta dalla temperatura, bensì dall'assenza di acqua.
Nel suo habitat ideale, zone subtropicali (es. Nord India), le due cose si potrebbero sommare, in quanto il periodo secco coincide con quello più "fresco".
In zone tropicali senza periodi siccitosi, la fioritura potrebbe essere scarsa ed altalenante.
Il frutto del Mango è una drupa contenente un unico seme. Generalmente ha una forma ovale (a fagiolo), con un andamento ad "S" più o meno pronunciato (molto evidente nel clone Nam dok mai), sebbene ci possano essere sostanziali differenze tra le varietà.
Il peso varia da 50 gr (0,35 lb) sino a 2 kg (4,4 lb), anche se commercialmente sono mediamente di 400 gr (0,9 lb).
I frutti immaturi sono color verde, mentre quelli maturi spaziano dal giallo/verde, al rosso, con sfumature di diverse tonalità di viola/arancione, anche in funzione della diretta esposizione ai raggi solari.
Il profumo può essere molto intenso, lieve o assente. La polpa interna è gialla, dal sapore dolce, con una consistenza che può essere fibrosa o meno, a seconda della pianta.
In Italia (Sicilia) le cultivars più precoci iniziano a maturare i frutti da Agosto, mentre le ultime tra Novembre e Dicembre.
I grossi frutti sono anche molto ornamentali, sia per i colori sgargianti, sia perché rimangono a lungo appesi a ciò che rimane della lunga infiorescenza, facendoli sembrare quasi "impiccati".
Il seme è a forma appiattita ed, a seconda della cultivar, possono appartenere a due categorie distinte. Esistono infatti semi mono-embrionici o poli-embrionici. I primi sono semi con un unico embrione, derivante dalla fusione di un gamete maschile ed uno femminile (riproduzione sessuata), mentre i secondi contengono molti embrioni, la maggior parte dei quali nucellari, ovvero derivanti esclusivamente da cellule somatiche della pianta madre (riproduzione asessuata). Tradotto in parole povere, i semi monoembrionici sono come i classici semi che troviamo nella maggior parte delle angiosperme e, se piantati, daranno origine ad una pianta diversa rispetto alla pianta madre.
I semi poliembrionici contengono un embrione simile a quello dei monoembrionici, ma anche molti altri (embrioni nucellari) che sono dei cloni identici della pianta che li ha generati. Seminandoli si avrà un'alta probabilità che germogli un embrione nucellare e che quindi si riproduca l'esatta cultivar (clone), senza dover passare dall'innesto.
Questa peculiarità è tipica del Mango e di molti Agrumi, ma è pressoché assente nelle altre piante da frutto.
L'apparato radicale del Mango ha uno sviluppo iniziale a fittone, per espandersi successivamente. Per questo motivo piantine coltivate in vaso, specie se ottenute da semina, devono crescere in un vaso più alto che largo.
Nel complesso possiede radici possenti, profonde ed espanse oltre la proiezione della chioma sul suolo. La crescita delle radici è massima durante il periodo delle piogge e rallenta quando vi è un importante flusso vegetativo : il picco di produzione delle foglie coincide con il picco negativo di crescita radicale. La pianta concentra le proprie energie alternando fasi di crescita aerea a fasi di crescita sotterranea.
Come Crescere la Pianta del Mango ? - Coltivazione, Esposizione, Potatura e Cure
Il Mango si può piantare in aree "frost free" (esenti da gelo), in cui la media delle temperature minime del mese più freddo siano di almeno 8° C (46° F) e quella delle massime di 15° C (59° F).
In Italia, oltre alle coste Siciliane e Calabresi, se ne potrebbe tentare la coltivazione nei punti più riparati del ponente Ligure e della Campania, mentre sarebbe molto a rischio anche nell'estremo Sud della Puglia.
In Italia il periodo migliore per la piantumazione di un Mango in piena terra è l'inizio della primavera, in modo che abbia un'intera estate per crescere e rafforzarsi, prima dell'arrivo del freddo.
Sebbene il Mango non sia tra le piante più adatte ad essere cresciute in vaso, è consigliabile coltivarlo in vaso per i primi 2-3 anni di vita, riparandolo dal freddo (in serra calda, non in casa) durante la brutta stagione, così da poterlo piantare solo quando sarà sufficiente grande per trascorrere l'inverno all'aperto (sempre in zone in cui non geli).
Sebbene in letteratura si trovi scritto che il Mango possa resistere al freddo sino pochi gradi sotto zero, e c'è chi suggerisce addirittura -4°C (25° F) per piante adulte, si dovrebbe prendere 0° C (32° F) come temperatura limite, già a -1° C (30° F) i danni da freddo possono essere ingenti, con vistose bruciature alle foglie.
A temperature inferiori, se di brevissima durata, si potrebbe avere una totale defogliazione, ma in linea di massima un'intera notte a -3° C (26,5° F) comporta la morte di una pianta adulta.
Anche temperature costantemente basse, seppure sopra lo zero, potrebbero far deperire la pianta e renderla più soggetta all'attacco di funghi patogeni.
Per contro il Mango resiste molto bene al caldo e può tollerare temperature massime che superano i 40° C (104° F).
Il Mango ama esposizioni assolate ed, in Italia, conviene piantarlo nella zona più calda che si ha a disposizione (es. muro esposto a Sud). Posizioni in ombra sono assolutamente da evitare.
Nel suo habitat naturale Mangifera indica fiorisce sul finir della stagione secca (che è anche la più fresca). Per questo motivo i suoi fiori sono piuttosto delicati e sensibili all'eccessiva umidità atmosferica, la quale provoca malattie fungine, con prematura cascola dei fiori/frutticini.
E' dunque fondamentale che durante il periodo di fioritura (in Italia la primavera) non vi siano eccessive piogge; è inoltre utile sapere che se le temperature sono inferiori ai 10° C (50° F) i fiori producono polline sterile, incapace di fecondare l'ovulo.
Il frutto del Mango, a seconda della varietà e delle condizioni climatiche, impiega dai 3 ai 6 mesi per maturare, con una raccolta leggermente scalare.
Nelle zone subtropicali la maturazione avviene nei mesi più caldi dell'anno, mentre in Italia avviene tra fine estate (da metà Agosto) e fine autunno (Novembre).
Nelle zone equatoriali, dove si possono avere più fioriture l'anno, ci sono più periodi di maturazione.
In zone tropicali, un grosso albero di Mango può produrre sino a 330 kg (660 lb) di frutta durante la stagione di "carica", ma solo pochi frutti durante quella di "scarica".
La specie è infatti soggetta all'alternanza di produzione, soprattutto se abbandonata a sé.
Il Mango è nativo di zone in cui vi sono anche 6 mesi consecutivi di siccità all'anno, per questo motivo, una volta affrancato, avrà bisogno di minime innaffiature, resistendo tranquillamente al secco estivo.
Durante i primi anni d'impianto, invece, una buona irrigazione favorirà una rapida crescita.
Questa fruttifera tropicale è adattabile in quanto a composizione chimica del terreno, potendo crescere su un'ampia gamma. Le produzioni migliori si hanno in suoli leggermente sabbiosi e ben drenanti. La maggior parte dei portainnesti per il mango hanno una scarsa tolleranza alla salinità del terreno.
Il Mango è una pianta abbastanza resistente ai patogeni e, nelle zone vocate, sono poche le malattie a cui va incontro.
In Italia, durante la stasi vegetativa invernale, il freddo, unito all'umidità, potrebbe facilitare l'insorgere di malattie, per tanto si consiglia un trattamento antifungino.
Durante i mesi caldi, sulle foglie della nuova vegetazione (più tenere e delicate) possono verificarsi attacchi di Oidio (Mal Bianco).
I frutti quasi maturi possono essere colpiti dalla nota mosca della frutta, una strategia per combattere questo insetto è "incappucciare" i frutti prossimi alla maturazione.
Il Mango, in terreni fertili, non ha bisogno di grandi concimazioni, un eccessivo uso di fertilizzanti (specie se ricchi di Azoto) favorirà la produzione di foglie, a discapito di frutti/fiori.
M. indica è una specie che tollera anche drastiche potature, ritornando a produrre nel giro di un paio di stagioni. Nei primi anni dall'impianto si attua una potatura di formazione, favorendo la crescita di 3 branche principali, disposte a circa 120° tra di loro.
Nella fase adulta, la potatura del Mango si effettua ogni 1-2 anni ed è volta a rimuovere i rami più interni (o morti), per arieggiare la chioma (riduce l'umidità e quindi le malattie fungine) ed a contenere le dimensioni (Manghi coltivati raramente vengono fatti crescere oltre 4-5 metri di altezza).
La potatura si può effettuare durante il periodo di arresto vegetativo, ed è utile ricordarsi che il Mango produce i fiori/frutti da gemme situate all'apice della nuova vegetazione.
Infine sappiate che i rami del mango si sviluppano in nodi (corona di gemme), ovvero porzioni di legno in cui le foglie sono ravvicinate e disposte circolarmente. Tra un nodo e l'altro è presente un'unità inter-nodale, in cui le foglie sono ben distanziate.
Tagli sopra il nodo risveglieranno le numerose (e ravvicinate) gemme del nodo, determinando lo sviluppo di 8-10 nuovi germogli. Tagli appena sotto un nodo, invece, favoriranno l'emissione di solo 3-4 germogli.
Come Si Riproduce il Mango ? - Moltiplicazione e Varietà
Il Mango viene propagato per semina (soprattutto nelle cultivars poli-embrioniche) o tramite innesto.
Il seme deve esser prelevato da frutti maturi, meglio se grossi, sani e che non siano stati refrigerati, ricordandosi che i semi del Mango si conservano per breve tempo e sono soggetti all'attacco di funghi.
Per una più alta probabilità di germinazione si consiglia di rimuovere la parte interna del seme dall'endocarpo, facendo molta attenzione a non danneggiarla.
I semi vanno piantatati in vaso e ricoperti con terra per circa 2-3 cm (1 in). La semina all'aperto, in Italia, non dovrà esser fatta prima di maggio ed il vaso andrà tenuto a mezz'ombra, con terreno umido. Ricordatevi che dai semi mono-embrionici avrete un solo germoglio, corrispondente ad una pianta diversa rispetto alla madre, mentre dai semi poli-embrionici avrete molti germogli, di cui tutti cloni della pianta madre tranne uno.
Scegliete 3-4 germogli tra i più vigorosi (solitamente lo zigote ha meno vigore) e trapiantateli in vasi singoli.
La riproduzione per via vegetativa è l'unica che permette di ottenere cloni da varietà mono-embrioniche.
Il Mango viene propagato tramite innesto su franco (= portainnesto è Mangifera indica) durante i mesi più miti dell'anno, in cui vi sia crescita vegetativa.
Si può optare per il classico innesto a "V", avendo cura di rimuovere le foglie dal nesto (aiuta a non disidratarlo) e facendo combaciare il cambio di entrambe le parti (nesto-portainnesto) affinché si possano saldare.
La prima fioritura avviene dopo un paio d'anni dall'innesto (talvolta meno), ma è meglio togliere i frutti per far irrobustire la pianta.
Il Mango è una pianta longeva e può avere un'ottima produzione anche a 100 anni di età.
Esistono centinaia di varietà di Mango, qui elencherò solo quelle più comuni, che si possono (potrebbero) trovare in Italia :
Mango "Kensington Pride" : selezionato in Australia, intorno agli anni '60. E' probabilmente la varietà più diffusa al mondo, nonché la prima ad essere introdotta in via sperimentale in Italia (Sicilia). Frutto medio-grande, color giallo pallido, con lievi arrossamenti. Polpa mediamente fibrosa, dal buon sapore leggermente speziato. Maturazione medio-precoce (tra fine Agosto e Settembre, in Sicilia).
Mango "Glenn" : originario della Florida, questo albero ha un portamento compatto ed una chioma tondeggiante. Il frutto è giallo, ma ben colorato (rosso, arancione) nella parte rivolta verso il sole. Il sapore è ottimo e l'assenza di fibra, unita al bell'aspetto del frutto maturo, lo rende di gran valore commerciale. Matura precocemente, già ad inizio Agosto in Sicilia.
Mango "Tommy Atkins" : sebbene non sia tra i Manghi più saporiti, è uno dei più venduti a livello mondiale. Questo perché resiste molto bene al trasporto, è conservabile a lungo ed ha una buccia viola, molto attraente per il consumatore. Epoca di maturazione medio-precoce.
Mango "Keitt" : pianta dal portamento aperto (poco compatto), ma molto produttiva. Produce frutti poco colorati (verdi), ma molto grandi e dal profumo inteso. La polpa è dolce, leggermente pungente e priva di fibre. Maturazione tardiva, in Sicilia, tra Ottobre e Novembre.
Mango "Osteen" : pianta vigorosa, espansa. Produce un frutto di medie dimensioni, ottimo sapore, quasi privo di fibre. Matura tra Settembre ed Ottobre.
Mango "Kent" : albero a portamento assurgente. Produce frutti medio-grossi, giallo-verdi con leggere sfumature rosse. La polpa è dolce, con un gusto complesso. Ideale per l'hobbista, ma poco indicato per l'imprenditore, dato che i frutti maturi sono poco conservabili. Maturazione tardiva.