La maggior parte delle varietà di Vite (Vitis vinifera) è soggetta ad infezioni fungine, alcune delle quali possono arrecare gravi perdite di produzione.
La difesa contro questi patogeni diventa perciò di fondamentale importanza, ma anche capire la loro fisiologia ed il loro modo di riprodursi può aiutare a prevenire il diffondersi della malattia.
La difesa contro questi patogeni diventa perciò di fondamentale importanza, ma anche capire la loro fisiologia ed il loro modo di riprodursi può aiutare a prevenire il diffondersi della malattia.
Oggi vorrei parlare del Marciume Nero della Vite, conosciuto anche col termine inglese "Black Rot" e causato dal fungo Guignardia bidwellii, un patogeno appartenente alla divisione degli Ascomiceti.
Esso colpisce tutti gli organi della pianta, dalle foglie ai frutti, rendendo quest'ultimi immangiabili. L'acino colpito dal marciume nero, come leggeremo più avanti, ammuffisce e secca, una sintomatologia simile a quella riscontrata durante gli attacchi di Botrite (Botrytis cinerea), con la differenza che Botrytis cinerea ha un maggior numero di ospiti oltre alla Vite (ad esempio Rose e Fragole), attacca l'acino d'Uva quando è in uno stadio fenologico più avanzato (post-invaiatura, quasi a maturazione con acini ricchi di zuccheri) e produce una muffa grigia (o biancastra) sulla sua superficie; inoltre un leggerissimo attacco di Botrite produce quella che si definisce "Muffa Nobile", la quale non danneggia i frutti, ma ne aumenta il contenuto zuccherino ed è dunque vantaggiosa per la vendemmia.
Da Dove Proviene il Fungo Guignardia bidwellii ? In Quali Zone è Più Diffuso?
Da Dove Proviene il Fungo Guignardia bidwellii ? In Quali Zone è Più Diffuso?
Il responsabile di questo marciume è Guignardia bidwellii, un fungo proveniente dal Nord America, dove se ne riconosce la presenza sin dai primi anni del 1800.
Questo patogeno fu importato in Francia nel 1885, probabilmente insieme a portainnesti resistenti alla fillossera, e da lì si diffuse in pochi anni in Italia e nel resto d'Europa.
In Italia gli attacchi furono isolati per decenni e la prima vera epidemia si verificò solo negli anni '70, alle 5 Terre, in Liguria.
Oggigiorno il Black-rot è endemico in molte regioni del Nord Italia (Veneto in primis) ed i suoi attacchi sono più frequenti e massicci in zone miti ed umide. A riprova di questo c'è da menzionare il fatto che, sebbene il Guignardia bidwellii sia nativo dell'Ovest degli Stati Uniti, questa malattia sia quasi sconosciuta nella semi-desertica e torrida California.
Cos'è il Marciume Nero della Vite? Che Danni Provoca? Come si Riconosce?
Guignardia bidwellii supera l'inverno sotto forma di Spora, nascosta in diverse parti della pianta. Queste ascospore svernano preferibilmente all'interno degli acini mummificati caduti al suolo nella stagione precedente, ma anche all'interno di ferite nel legno della Vite, dove possono sopravvivere sino a due anni.
Quando in primavera si superano i 10° C (50° F), le piogge aprono gli aschi dai quali fuoriescono le ascospore che, trasportate dal vento, si diffondono infettando nuove piante.
Per la germinazione di queste spore serve che le foglie siano bagnate per un tempo più o meno lungo a seconda della temperatura; se quest'ultima è ottimale, ovvero 25° C (77° F), basteranno 6 ore, più ci si allontana (sia verso il basso, che verso l'alto) e più i tempi si dilateranno.
Durante questa fase il patogeno "fora" la cuticola penetrando all'interno degli organi vegetali. Il tempo d'incubazione e di sviluppo varia in funzione della temperatura ed è mediamente di circa due settimane.
Il Marciume Nero riguarda tutti gli organi della Vite in fase di crescita attiva, anche se i danni maggiori si riscontrano su fiori, frutti e foglie.
Le foglie colpite mostrano sintomi caratteristici, con aloni regolari tondeggianti di color marrone lungo il perimetro, mentre l'interno necrotizza e, dissecandosi, assume un color rosso tenue. Queste "macchie" difficilmente si fondono tra loro e non occupano mai tutta la superficie fogliare. Questi sintomi, talvolta accompagnati da protuberanze nerastre, non sono osservabili in foglie già adulte e sviluppate.
I danni più rilevanti riguardano però il grappolo. Il Black Rot può comparire dalla fioritura, sino all'ingrossamento dei frutti ed inizialmente si evidenzia con un pallino biancastro di circa 1 mm (0.04 in) sui chicchi d'Uva in accrescimento. Dopo poco tempo l'infezione si estende all'intero acino, facendogli assumere colorazione brunastra. In fine l'acino immaturo diventa viola, marcisce, raggrinzisce e dissecca, diventando la "casa invernale" per le sue spore.
L'infezione potrebbe anche non coinvolgere tutti gli acini, ma il grappolo in sé risulterà compromesso e privo di valore commerciale.
Diversamente dalla Botrite, il Marciume Nero della Vite si manifesta entro Agosto e non attacca l'Uva durante il periodo di maturazione.
Quali Piante Attacca ?
Contrariamente a Botrytis cinerea che attacca oltre 200 specie di vegetali, Guignardia bidwellii è più selettivo ed attacca poche specie della famiglia delle Vitaceae come Vitis vinifera (l'Uva Europea coltivata per fare il Vino), Vitis amurensis (Vite Asiatica), Vitis labrusca (Uva Fragola), Parthenocissus quinquefolia (Vite Ornamentale Americana), ma anche alcune specie di Agrumi.
Come Prevenire e Curare gli Attacchi di Black Rot ?
La difesa contro il Marciume Nero della Vite inizia con la prevenzione. Se si vuole avere una Vigna in un posto umido e con frequenti piogge primaverili ed estive, ovvero in una zona con un clima favorevole a questo tipo di patogeno, converrà scegliere dei Vitigni già intrinsecamente resistenti, evitando quelli più sensibili.
E' importante anche la scelta del microclima, prediligendo zone collinari, pendii assolati esposti a Sud, piante distanziate tra loro e poco fitte, in modo da evitare al massimo l'ombreggiamento.
Eliminare, bruciando anche le radici, i vigneti abbandonati, i quali rappresenterebbero una notevole fonte d'inoculo primario per i vigneti adiacenti.
Bisogna ricordarsi di eliminare sia i resti della potatura, che i tralci infetti e, durante l'inverno, bruciare i viticci rimasti attaccati ai fili di sostegno ed i grappoli "mummificati" dell'anno precedente.
La lotta agronomica consiste anche nel lavorare il terreno prima della ripresa vegetativa, interrando i residui infetti e, nei vigneti non inerbiti, rincalzare il minimo indispensabile e solo dopo il primo trattamento contro il black-rot, per non far riaffiorare materiale di inoculo interrato con le lavorazioni d'autunno.
La lotta chimica deve iniziare prima della fioritura, quando i tralci raggiungono una lunghezza di circa 10 cm (4 in) e deve continuare fino ad inizio invaiatura.
Si possono utilizzare prodotti a base di Rame, i ditiocarbammati o gli IBS (inibitori sintesi steroli), usati anche per combattere altre malattie fungine della Vita, come lo Oidio.
Questo patogeno fu importato in Francia nel 1885, probabilmente insieme a portainnesti resistenti alla fillossera, e da lì si diffuse in pochi anni in Italia e nel resto d'Europa.
In Italia gli attacchi furono isolati per decenni e la prima vera epidemia si verificò solo negli anni '70, alle 5 Terre, in Liguria.
Oggigiorno il Black-rot è endemico in molte regioni del Nord Italia (Veneto in primis) ed i suoi attacchi sono più frequenti e massicci in zone miti ed umide. A riprova di questo c'è da menzionare il fatto che, sebbene il Guignardia bidwellii sia nativo dell'Ovest degli Stati Uniti, questa malattia sia quasi sconosciuta nella semi-desertica e torrida California.
Cos'è il Marciume Nero della Vite? Che Danni Provoca? Come si Riconosce?
Guignardia bidwellii supera l'inverno sotto forma di Spora, nascosta in diverse parti della pianta. Queste ascospore svernano preferibilmente all'interno degli acini mummificati caduti al suolo nella stagione precedente, ma anche all'interno di ferite nel legno della Vite, dove possono sopravvivere sino a due anni.
Quando in primavera si superano i 10° C (50° F), le piogge aprono gli aschi dai quali fuoriescono le ascospore che, trasportate dal vento, si diffondono infettando nuove piante.
Per la germinazione di queste spore serve che le foglie siano bagnate per un tempo più o meno lungo a seconda della temperatura; se quest'ultima è ottimale, ovvero 25° C (77° F), basteranno 6 ore, più ci si allontana (sia verso il basso, che verso l'alto) e più i tempi si dilateranno.
Durante questa fase il patogeno "fora" la cuticola penetrando all'interno degli organi vegetali. Il tempo d'incubazione e di sviluppo varia in funzione della temperatura ed è mediamente di circa due settimane.
Il Marciume Nero riguarda tutti gli organi della Vite in fase di crescita attiva, anche se i danni maggiori si riscontrano su fiori, frutti e foglie.
Le foglie colpite mostrano sintomi caratteristici, con aloni regolari tondeggianti di color marrone lungo il perimetro, mentre l'interno necrotizza e, dissecandosi, assume un color rosso tenue. Queste "macchie" difficilmente si fondono tra loro e non occupano mai tutta la superficie fogliare. Questi sintomi, talvolta accompagnati da protuberanze nerastre, non sono osservabili in foglie già adulte e sviluppate.
I danni più rilevanti riguardano però il grappolo. Il Black Rot può comparire dalla fioritura, sino all'ingrossamento dei frutti ed inizialmente si evidenzia con un pallino biancastro di circa 1 mm (0.04 in) sui chicchi d'Uva in accrescimento. Dopo poco tempo l'infezione si estende all'intero acino, facendogli assumere colorazione brunastra. In fine l'acino immaturo diventa viola, marcisce, raggrinzisce e dissecca, diventando la "casa invernale" per le sue spore.
L'infezione potrebbe anche non coinvolgere tutti gli acini, ma il grappolo in sé risulterà compromesso e privo di valore commerciale.
Diversamente dalla Botrite, il Marciume Nero della Vite si manifesta entro Agosto e non attacca l'Uva durante il periodo di maturazione.
Quali Piante Attacca ?
Contrariamente a Botrytis cinerea che attacca oltre 200 specie di vegetali, Guignardia bidwellii è più selettivo ed attacca poche specie della famiglia delle Vitaceae come Vitis vinifera (l'Uva Europea coltivata per fare il Vino), Vitis amurensis (Vite Asiatica), Vitis labrusca (Uva Fragola), Parthenocissus quinquefolia (Vite Ornamentale Americana), ma anche alcune specie di Agrumi.
Come Prevenire e Curare gli Attacchi di Black Rot ?
La difesa contro il Marciume Nero della Vite inizia con la prevenzione. Se si vuole avere una Vigna in un posto umido e con frequenti piogge primaverili ed estive, ovvero in una zona con un clima favorevole a questo tipo di patogeno, converrà scegliere dei Vitigni già intrinsecamente resistenti, evitando quelli più sensibili.
E' importante anche la scelta del microclima, prediligendo zone collinari, pendii assolati esposti a Sud, piante distanziate tra loro e poco fitte, in modo da evitare al massimo l'ombreggiamento.
Eliminare, bruciando anche le radici, i vigneti abbandonati, i quali rappresenterebbero una notevole fonte d'inoculo primario per i vigneti adiacenti.
Bisogna ricordarsi di eliminare sia i resti della potatura, che i tralci infetti e, durante l'inverno, bruciare i viticci rimasti attaccati ai fili di sostegno ed i grappoli "mummificati" dell'anno precedente.
La lotta agronomica consiste anche nel lavorare il terreno prima della ripresa vegetativa, interrando i residui infetti e, nei vigneti non inerbiti, rincalzare il minimo indispensabile e solo dopo il primo trattamento contro il black-rot, per non far riaffiorare materiale di inoculo interrato con le lavorazioni d'autunno.
La lotta chimica deve iniziare prima della fioritura, quando i tralci raggiungono una lunghezza di circa 10 cm (4 in) e deve continuare fino ad inizio invaiatura.
Si possono utilizzare prodotti a base di Rame, i ditiocarbammati o gli IBS (inibitori sintesi steroli), usati anche per combattere altre malattie fungine della Vita, come lo Oidio.
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