L'Albicocco è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacea ed alla sottofamiglia delle Drupacee (caratterizzate da avere un unico seme piuttosto grande all'interno del frutto).
Nelle prossime righe cercheremo di capire com'è la fenologia dell'Albicocco, qual è il suo habitat e come coltivarlo.
Nelle prossime righe cercheremo di capire com'è la fenologia dell'Albicocco, qual è il suo habitat e come coltivarlo.
L'origine dell'Albicocco (Prunus armeniaca) è da ricercarsi nell'estremo oriente laddove il Nord della Cina confina con la Russia. La sua storia è molto lunga e ci sono testimonianza di questo frutto già 4.000 anni fa.
Dal luogo d'origine si diffuse per tutta l'Asia centrale sino a raggiunge l'Armenia e da lì il Mediterraneo. Il nome scientifico, Prunus armeniaca, fu dato da Linneo credendo, erroneamente, che la sua origine fosse appunto l'Armenia.
La pianta ha un portamento medio e, se non potata, può raggiungere 5-6 metri di altezza. Essendo una specie decidua, durante l'inverno è spoglia e ciò lascia intravedere molto bene le gemme e il legno. L'albicocco preferisce un'esposizione soleggiata ed un terreno drenante, l'eccessiva umidità può favorire l'attacco da parte della Monilia (Monilia fructigena e Monilia laxa sono le specie più diffuse), un fungo piuttosto aggressivo nei confronti dell'albicocco. In Italia è coltivabile praticamente ovunque, sebbene preferisca le zone più miti dove non vi siano gelate tardive.
Il legno risulta di un colore rossastro con delle lenticelle bianche. Con la crescita i rami acquistano delle striature particolari e contraddistive.
La potatura dell'Albicocco va effettuata in Autunno-Inverno, quando le foglie sono cadute, ma non vi è il rischio di brinate. Prunus armeniaca è una specie che non ama potature drastiche, che causano Gommosi; per questo motivo è consigliabile potare tutti gli anni, un po', per non accorgersi dopo 5-6 anni che la pianta è troppo grande e dover "tagliare" rami dal grosso diametro.
Sebbene l'Albicocco sia considerato una specie adatta a climi Mediterranei, esso è piuttosto resistente al freddo ed, in Italia, può crescere da Nord a Sud ed, anzi, è proprio l'Emilia Romagna, con i suoi gelidi inverni, ad essere una delle regioni in cui concentra la maggior produzione a scopo industriale.
Prunus armeniaca ha un apparato radicale profondo che conferisce una notevole resistenza alla siccità; tuttavia, in zone molto aride, per ridurre al minimo le innaffiature, si è soliti utilizzare il Mandorlo (Prunus dulcis) come portainnesto.
Come si intuisce dall'ultima frase, l'Albicocco si moltiplica prevalentemente tramite innesto, ciononostante si può riprodurre anche tramite seme e, se sarete fortunati, inizierà a fruttificare dopo 5-6 anni.
La potatura dell'Albicocco va effettuata in Autunno-Inverno, quando le foglie sono cadute, ma non vi è il rischio di brinate. Prunus armeniaca è una specie che non ama potature drastiche, che causano Gommosi; per questo motivo è consigliabile potare tutti gli anni, un po', per non accorgersi dopo 5-6 anni che la pianta è troppo grande e dover "tagliare" rami dal grosso diametro.
Sebbene l'Albicocco sia considerato una specie adatta a climi Mediterranei, esso è piuttosto resistente al freddo ed, in Italia, può crescere da Nord a Sud ed, anzi, è proprio l'Emilia Romagna, con i suoi gelidi inverni, ad essere una delle regioni in cui concentra la maggior produzione a scopo industriale.
Prunus armeniaca ha un apparato radicale profondo che conferisce una notevole resistenza alla siccità; tuttavia, in zone molto aride, per ridurre al minimo le innaffiature, si è soliti utilizzare il Mandorlo (Prunus dulcis) come portainnesto.
Come si intuisce dall'ultima frase, l'Albicocco si moltiplica prevalentemente tramite innesto, ciononostante si può riprodurre anche tramite seme e, se sarete fortunati, inizierà a fruttificare dopo 5-6 anni.
Gemme a legno |
Gemme a legno |
Gemme a fiore |
Gemme a fiore |
Al centro una gemma a legno, all'esterno due gemme a fiore |
L'Albicocco ha notevole resistenza ai freddi invernali e sopporta temperature minime inferiori ai -15° C (5° F), tuttavia le sue gemme sono tra le prime a muoversi e a fiorire, di conseguenza è piuttosto soggetta ai ritorni di freddo.
Già ad inizio febbraio le gemme a fiore iniziano ad ingrossarsi risultando di un bel rosso rosato.
Poco dopo iniziano a schiudersi lasciando intravedere i petali che, essendo bianchi, fanno un forte contrasto
Come accennato prima la fioritura è molto precoce e, al Sud, può avvenire anche a metà febbraio o prima. Per questo è fondamentale, per chi vive in zone a rischio di gelate primaverili, scegliere una cultivar a fioritura tardiva.
Il fiore è bianco-rosato, ermafrodita e parecchio visitato dagli insetti pronubi. Prunus armeniaca è, generalmente, una specie autofertile che non necessita impollinazione incrociata.
Alla fioritura, che si protrae per circa 10-15 giorni, segue l'allegagione ed i frutti (drupe) iniziano ad ingrossarsi velocemente. In contemporanea avviene pure l'emissione delle foglie.
Segue una fase in cui il frutto arresta la crescita ed inizia a formare il nocciolo.
Successivamente l'albicocca riprende a crescere e a prendere via via un colore sempre più arancione. In alcune annate favorevoli (rare) la pianta può essere piena di frutti con rami che quasi si spezzano sotto il loro peso. Questa pianta è piuttosto soggetta all'alternanza di produzione.
Ed infine avviene, al Nord tra metà Giugno e fine Luglio a seconda della varietà, la maturazione. In questo periodo l'albicocca assume il colore tipico della cultivar (tendenzialmente arancione-rossiccio) ed al tatto risulta ammorbidita.
Le foto che seguono mostrano i frutti maturi dell'albicocco varietà "Pisana", nota per la sua tolleranza alla Monilia, per la grossa pezzatura dei frutti e per la fioritura tardiva.
La nuova vegetazione nell'albicocco è di colore rosso a gradazioni sfumate fino a diventare verde scuro nelle foglie "mature". Esse sono a forma di cuore, con il margine leggermente seghettato ed una nervatura regolare.
In questa foto si vedono i rami in allungamento e la graduale sfumatura del colore: alla base verde, poi arancione e all'apice, che sta emettendo ancora foglie, quasi rossiccio.
Ed alla fine, con l'arrivo dei primi freddi, le foglie iniziano a tingersi dei tipici colori autunnali cadendo da lì a poco.
Ho un albero di albicocco bellissimo. Veramente è di mio nipote è vorrei duplicare .. non ha polloni sotto è dunque vorrei sapere se lo posso innestare con il melo ho però grazie
RispondiEliminaNo, non si può. Puoi provare su altre Drupacee, come il Mandorlo.
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