domenica 18 dicembre 2022

Piombaggine (Plumbago auriculata), un Rampicante per i Climi Caldi - Coltivazione e Cure

I fiori azzurri non sono tra i più comuni nel Regno Vegetale e, forse anche per questo, il Plumbago (Plumbago auriculata) non passa mai inosservato nei cortili e nei giardini italiani.

Plumbago è in realtà un genere, appartenente alla famiglia delle Plumbaginaceae, che racchiude al proprio interno una ventina di specie che prosperano in climi cha vanno dal tropicale, sino al temperato caldo.

Alcune delle specie di Plumbago : 

  • Plumbago pulchella : specie cespugliosa endemica del Messico, dove viene usata come pianta medicinale, soprattutto in ambito veterinario. 
  • Plumbago wissii : specie rara che si trova esclusivamente in alcune aree rocciose della Namibia settentrionale. Produce fiori color rosa-lilla.
  • Plumbago indica : originario del Sud-Est asiatico (Filippine, Indonesia etc.) è una delle specie più sensibili al freddo e muore con temperature inferiori ai 10° C (50° F). Ha portamento cespuglioso e produce fiori arancioni, dalla forma tipica del genere.
  • Plumbago zeylanica : specie erbacea dal portamento prostrato originaria delle zone subtropicali dall'India, sino all'Australia. Produce fiori bianchi.
  • Plumbago europaea : specie nativa del bacino Mediterranea, la si trova spontanea (ma molto localizzata) anche in Italia dove forma cespugli non più alti di 1 metro (3.3 ft). I fiori sono di color rosa violaceo e la fioritura, in Sardegna, avviene tra Agosto e Settembre.
  • Plumbago auriculata : nativo del Sud-Africa è la specie più diffusa a livello ornamentale, nonché quella discussa approfonditamente in questo articolo.
Plumbago auriculata

Botanica e Fisiologia :

Plumbago auriculata è una specie sempreverde di natura rampicante che, nelle zone d'origine (Sud Africa), riesce a raggiungere anche i 6 metri (20 ft) di altezza. Se coltivata in Italia come pianta ornamentale si mantiene di norma più piccola e, con opportune potature, la si può crescere a forma arbustiva, con tralci ricadenti. Gli steli sono sottili, ma numerosi e flessibili, rendendo la pianta adatta alla formazione di siepi che coprano recinzioni, ovviamente solo laddove il clima (vedi più avanti) ne permetta la coltivazione all'aperto tutto l'anno. 

Foglie Plumbago auriculata
Le foglie della Piombaggine Blu sono lucide, di color verde chiaro, di forma ovale e non più lunghe di 5 centimetri (2 in). La pianta è vigorosa e le foglie tendono a disporsi a raggiera, dando l'impressione che siano molto folte. Il verde brillante è intervallato dal colore azzurro-bluastro dei fiori. Essi sono formati da cinque petali che, a seconda della varietà, possono assumere diverse tonalità di azzurro, talvolta con sfumature violastre. Esiste anche una varietà (P. auriculata var. alba) a fiori bianchi. I numerosi fiori sono disposti in un'infiorescenza ombrelliforme, che potrebbe vagamente ricordare la forma di un'infiorescenza di Ortensia. I fiori sono molto visitati dalle farfalle che provvedono all'impollinazione.

Le radici sono piuttosto superficiali e la specie non produce né radici avventizie, né viticci con cui aggrapparsi ai supporti. 

Una curiosità, sebbene di aspetto ben diverso, si ritiene che il Plumbago odierno sia molto simile all'antenato da cui poi si sono evolute molte specie di piante carnivore presenti ai giorni nostri. Non è un caso che i fiori di questa pianta siano visitati più dalle mosche, che dalle api.

Fiori Plumbago auriculata

Coltivazione e Cure :

Plumbago auriculata, tra i vari nomi noto anche come Gelsomino Azzurro, è una pianta che predilige climi che vanno dal tropicale al temperato caldo, esenti da gelate. Esso può essere coltivato sia in pieno Sole, sia a mezz'ombra, fiorendo copiosamente in entrambe le condizioni, mentre se coltivato tutto il giorno all'ombra il numero dei fiori prodotti si riduce. 

Il Plumbago gradisce un terreno soffice, fertile, drenante, ma che si mantenga umido, tuttavia piante coltivate in piena terra e ben affrancate hanno una media resistenza alla siccità

Questa pianta fiorifera, grazie anche all'apparato radicale relativamente compatto, si coltiva facilmente anche in grossi vasi; ovviamente in tale condizione le innaffiature estive dovranno essere più frequenti rispetto a piante coltivate in piena terra.

Vegetazione
La coltivazione in vaso consente lo sviluppo del Plumbago anche nelle zone fredde del Nord Italia, dove il gelo intenso non ne permetterebbe la sopravvivenza all'esterno. Queste specie è infatti sensibile al gelo e si deve mettere in serra o proteggere, quando le temperature scendono sotto gli 0° C (32° F). Anche pochi gradi sotto zero bruciano le foglie, tuttavia le radici ed i fusti sono più resistenti e, qualora le gelate non siano state troppo intense (non oltre -4° C o 25° F), in primavera ributteranno copiosamente, riformando velocemente l'intera chioma. 

La potatura può essere molto energica, senza che questo comprometta la fioritura dell'annata successiva, anche perché i fiori vengono prodotti sul nuovo legno. La fioritura è prolungata e scalare, tanto che, in Italia, può durare dalla fine della primavera, sino ai primi freddi autunnali (maggio-ottobre), mentre in zone tropicali può anche essere continuativa (per tutti i mesi dell'anno). 

La specie è rustica e poco incline ad attacchi massicci da parte di patogeni di natura virale o insetti. Per questo non viene trattata con anticrittogamici. Talvolta può capitare che in nuovi germogli vengano infestati dagli afidi, tuttavia di norma il problema è circoscritto e si risolve da solo senza compromettere né la fioritura, né lo sviluppo.

Plumbago auriculata si riproduce tranquillamente per semina, ma a livello vivaistico è di norma moltiplicata tramite talea, da effettuarsi nel periodo estivo. Quest'ultimo metodo di propagazione permette di mantenere l'esatta cultivar, oltre a consentire un'immediata messa a fiore. 

Il Plumbago si può coltivare tranquillamente all'aperto nelle zone costiere del Centro-Sud Italia (ma anche in Liguria), dove richiede solo di essere bagnato nei periodi più aridi. Nelle zone più calde del Sud Italia sarebbe da preferire una posizione leggermente meno soleggiata rispetto a quella che gli si dovrebbe riservare al Centro-Nord Italia. Nel settentrione si può coltivare all'aperto solo nei microclimi più miti, come alcuni angoli molto riparati del Lago Maggiore; tuttavia anche qui solo durante gli inverni più miti potrà mantenere la chioma, mentre negli altri ripartirà dalle radici, morendo del tutto con cadenza decennale (che magari, con i cambiamenti climatici, si estenderà).

Altrove si coltiva in vaso, da collocare in veranda durante l'inverno. La condizione di crescita in vaso è comunque ben tollerata e lo sviluppo sarà soddisfacentemente buono. Durante la coltivazione in vaso si dovrà però prestare maggior attenzione alla concimazione, dato che il terreno tenderà ad impoverirsi molto più rapidamente rispetto ad un suolo erboso.

Una pianta molto fiorifera ed elegante che, da ora in poi, saprete riconoscere.

Cespuglio Plumbago auriculata