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venerdì 17 aprile 2015

Che Cosa è l'USDA Plant Hardiness Zone? e l'AHS Heat Zone?

Chi tra di voi è più esperto o appassionato avrà senz'altro notato che molti siti stranieri riportano le zone USDA di rusticità, relative alle piante vendute. Una pianta, a seconda della sua resistenza al freddo, potrà sopravvivere in alcune zone, ma non in altre. 

Ma che cosa si intende per USDA Plant Hardiness Zone (Zone di resistenza al freddo)?

USDA è l'acronimo di "United State Department of Agriculture". Questo dipartimento ha suddiviso gli Stati Uniti in diverse zone climatiche in base alle temperature minime invernali stabilendo così il limite entro cui una data specie può "superare l'inverno".

USDA Plant Hardiness Zone relativa agli Stati Uniti

Quindi se una specie è data per USDA 5 vorrà dire che non morirà di freddo in tutte le zone con USDA superiore (USDA 6-7 etc...).
Questo non vuol dire che una pianta con USDA 5 possa prosperare in tutte le zone più calde...come abbiamo visto qua un inverno troppo mite può esser deleterio.

Inoltre la sopravvivenza di una pianta non è data solo dalle temperature, ma anche da molti altri fattori come la siccità che, in queste mappe, non viene considerata.


Ma Come si Calcola la USDA plant hardiness zone ?


In pratica rappresenta la media delle temperature annue più basse registrate su un arco di molti anni.

Se ad esempio in una data località abbiamo:

Inverno 2001/02 : temperatura minima annua = -8°C registrata il 3 Dicembre
Inverno 2002/03 : temperatura minima annua = -12°C registrata il 28 Dicembre
Inverno 2003/04 : temperatura minima annua = -10°C registrata il 3 Febbraio
Inverno 2004/05 : temperatura minima annua = -9°C registrata il 22 Gennaio
Inverno 2005/06 : temperatura minima annua = -10°C registrata il 11 Febbraio
Inverno 2006/07 : temperatura minima annua = -7°C registrata il 9 Dicembre
Inverno 2007/08 : temperatura minima annua = -13°C registrata il 29 Dicembre
Inverno 2008/09 : temperatura minima annua = -11°C registrata il 30 Gennaio
Inverno 2009/10 : temperatura minima annua = -8°C registrata il 27 Febbraio
Inverno 2010/11 : temperatura minima annua = -7°C registrata il 15 Gennaio

Avremo una media (nel decennio 2001-2010) di -9,5 C° che corrisponderà ad una USDA 8a.


Le zone USDA sono divise in numeri che vanno da 0 (la più fredda) a 12 (la più calda); ogni numero è ulteriormente diviso in due zone contraddistinte da una lettera a (la più fredda) e b (la più calda)


Ad ogni mezzo numero (ovvero ad una lettera) corrisponde un range di 5° F (2,8° C)


USDA Plant Hardiness Zone Table


Ma è Sempre Valida Questa Tabella? e Soprattutto è Applicabile anche all'Italia?


Ovviamente lo Stress da freddo non è indotto solo dalla temperatura minima raggiunta, ma anche dalla frequenza con cui questa si manifesta, dalla durata della stessa e anche da quanto poi di giorno si alza la temperatura.


Quindi possiamo capire che questa classificazione ha un certo margine di incertezza; i punti che seguono cercheranno di evidenziare con delle domande, quali possono esser le differenze tra due zone con la stessa USDA:


  • L'evento estremo può capitare con frequenze diverse? consideriamo (per semplificazione) 3 anni in due zone con stessa USDA. In una, magari affacciata sull'oceano, registriamo (-5°,-6°,-4°); nell'altra, magari nell'entroterra e senza protezioni orografiche registriamo (0°, -12°, -3°). Entrambe sono USDA 9a ma, indubbiamente, nella prima località la temperatura non subisce mai grosse variazioni nel corso degli anni, nell'altra invece vi sono.
  • Il picco di freddo avviene una volta all'anno oppure temperature simili si protraggono per tutta la stagione invernale?
  • Di giorno la temperatura riesce a salire? Magari zone con stessa USDA hanno latitudini diverse ad es. una zona a clima continentale ha la stessa USDA di una a clima oceanico situata più a Nord. Nella prima l'irraggiamento solare diurno è molto più elevato che nella seconda e, dopo una gelida notte, la temperatura tenderà ad alzarsi più velocemente.


Per rispondere alla seconda domanda dobbiamo tener conto che queste mappe sono studiate per gli U.S.A.!! Là il clima è decisamente più "pazzo" rispetto a quello italiano; in primis non vi sono grandi barriere orografiche e, almeno ad Est rispetto alla catena delle Montagne Rocciose, si alternano incursioni gelide a periodi più tiepidi. Le pianure Texane esemplificano in pieno quanto appena detto: lì, grazie anche alla latitudine, si possono avere giornate primaverili anche in pieno inverno con punte di 20° C ed oltre in Gennaio; questo spesso comporta un risveglio anticipato delle piante che le rende più soggette a danni da freddo nelle successive incursioni fredde che possono non far salire il termometro sopra gli 0° C per più giorni di fila. A parità di USDA in Italia il freddo sarà più continuativo e non una "toccata e fuga" come spesso accade negli Stati Uniti. Quindi non è certo che una pianta che in America resiste in una USDA 9b ce la faccia pure in Italia.
Detto questo anche il calcolo dell'USDA italiana può dare una stima sulla possibilità di acclimatamento di una data pianta.

Mappa USDA per l'Italia. Le zone più calde (rosse-arancione) hanno
USDA 10-9. 

Le zone USDA ci danno indicazioni sulla possibilità di una pianta di sorpassare l'inverno, ma quindi vuol dire che quella pianta potrà prosperare in quella zona?
Ovviamente no, anche l'estate deve esser calda e lunga a sufficienza per poter permettere un completo sviluppo.


Per chiarire meglio il concetto prendiamo Roma e Dublino, entrambe hanno USDA 9 e quindi, in linea generale, un arbusto piantato in Novembre in una o nell'altra città arriverà a Marzo vivo.
Tuttavia a Roma troverà, da Marzo in poi, molte giornate soleggiate, temperature alte ed un'estate lunga. A Dublino invece il cielo rimarrà spesso coperto e, anche nei mesi più caldi, le temperature faticheranno a superare i 20°. Questo comporta che una pianta con elevato bisogno di calore per il proprio sviluppo possa crescere poco ed in maniera stentata.


Ma Come Stimare il "caldo estivo" di una Data Zona (AHS heat zone) ?

Si è deciso di contare quanti giorni all'anno (mediamente) si registrano temperature superiori a 30°.

Zona AHS Da
1< 1
217
3814
41530
53145
64660
76190
891120
9121150
10151180
11181210
12>210

venerdì 3 aprile 2015

Come Coltivare il Ribes Nero (Ribes nigrum)


Il Ribes Nero è il nome comune della specie Ribes nigrum, appartenente alla famiglia delle Grossulariaceae.

Dove può crescere il Ribes Nero?  Come si coltiva? Quali cure necessita? Come si sviluppa?

Questa specie, così come tutte le altre specie di Ribes, sono piante da climi temperati freddi, che sopportano temperature invernali molto rigide e gradiscono estati poco afose ed esposizioni non eccessivamente soleggiate, soprattutto in zone in cui vi siano scarse precipitazioni estive. Le radici poco profonde rendono questa specie abbastanza sensibile alla siccità e, in luoghi dove non piova per buona parte dell'estate, sarebbe consigliabile effettuare una buona pacciamatura.
Ribes nigrum è molto a suo agio nella zona Alpina del Nord Italia, anche fino ad oltre 1200 m di altitudine, mentre nelle zone torride del Sud Italia potrebbe faticare ad acclimatarsi ed a soddisfare l'elevato fabbisogno di freddo.

Il  Ribes Nero è originario delle zone montuose dell'Eurasia e si presenta come un arbusto con un'altezza che può raggiungere i 2 metri sebbene, con la potatura, si possano contenere le dimensioni senza comprometterne la fruttificazione. In estate sono visibili le foglie dalla forma prevalentemente trilobata e dai margini seghettati. Le foglie del Ribes nigrum emanano un odore caratteristico e molto intenso, basta sfregarle per aver le mani intrise di questo aroma assai gradito al mio olfatto.
Questa specie si moltiplica facilmente tramite talea o polloni ed è spesso venduta a radice nuda, ciò nonostante l'attecchimento ha un'alta percentuale di riuscita. La riproduzione tramite semina, a livello vivaistico, è rara, in quanto piuttosto lenta, rispetto ai metodi per via vegetativa.
Tuttavia in natura è piuttosto comune; i piccoli frutti sono cibo prezioso per innumerevoli generi di uccelli che, spargendone i semi, diffondono la specie.
Ribes nigrum si può trovare allo stato selvatico in zone di montagna, ai bordi dei boschi o in prossimità di corsi d'acqua ed è piuttosto comune anche nelle campagne del Nord Italia.
Il terreno ideale per questa specie è umido, ma drenante e leggermente acido, tuttavia non è una specie particolarmente esigente da questo punto di vista e può accontentarsi di diversi tipi di suolo.

Ribes nigrum
Il  Ribes Nero è un arbusto deciduo e di inverno sono ben visibili le gemme che sono di un colore che va dal giallo-marroncino al rosa. La corteccia è di colore rossastra nei rami più giovani e tende ad inscurirsi più il legno invecchia.




Gemme di Ribes nero
In  primavera le gemme del Ribes nero si schiudono lasciando intravedere le prime foglioline, ancora embricate.






Poco dopo si iniziano ad intravedere i boccioli che andranno a comporre il piccolo grappolo floreale, detto racemo.




Boccioli di ribes nero





La  fioritura del Ribes Nero è piuttosto scalare e, tra l'apertura del primo e la caduta dell'ultimo fiore, può passare quasi un mese. All'interno del racemo sbocciano prima i fiori alla base (quelli più vicini alle foglie) e poi via via tutti gli altri. Nel Nord Italia avviene attorno ad Aprile.
I fiori del Ribes nigrum sono di color verde-violaceo, raggruppati in numero variabile, piuttosto piccoli e poco vistosi. Questi fiori hanno un portamento pendulo, sono tondeggianti ed hanno una buona resistenza alle brinate primaverili.
Molti cloni di questa specie (es. Noir de Bourgogne, Climax) sono però autosterili, rendendo necessaria la presenza di più piante per l'impollinazione incrociata ad opera delle Api.
Esistono comunque cultivars autocompatibili, come Black Down e Black Reward, oppure le recenti Troll e Andega, le quali mostrano anche un'ottima tolleranza allo Oidio.







Ribes nigrum flowers






Fiori ribes nero

Nella tarda primavera il Ribes Nero ha cambiato la propria livrea ed è ora colorato di un bel verde, nella foto che segue si possono anche notare i frutticini appena allegati e i nuovi getti non ancora lignificati. In questo periodo, specie in esemplari giovani, la crescita è assai vigorosa, così come l'emissione di Polloni.


Ed  i frutti, a seconda della varietà e del clima, matureranno tra inizio Giugno e Agosto. Anche la loro maturazione risulta piuttosto scalare, con quelli alla base del racemo ad essere più precoci. Essi sono delle bacche di piccole dimensioni, di colore nero, contenenti molti semi.







Ribes nigrum fruits



Frutti di ribes nero
Quindi che cosa fare con i frutti del Ribes nero?


I frutti possono essere utilizzati per il consumo fresco, tuttavia il loro gusto estremamente forte li rende poco appetibili alla maggior parte della gente, sebbene io conosca gente a cui piacciono appena colti dalla pianta.
Queste bacche, così come altre parti della pianta quali germogli o boccioli, trovano il loro massimo impiego nell'erboristeria. Sono infatti note sin dall'antichità le sue proprietà antinfiammatorie e antistaminiche; infatti vengono usati nella cura delle allergie, delle vie respiratorie e risulta utile anche contro la congiuntivite.
Inoltre questi frutti possono esser utilizzati per confetture o per fare sciroppi, magari mischiandoli con altri frutti. Se l'aroma "puro" può esser troppo forte, l'aroma diluito dona un tocco a diverse pietanze.


Ed  infine, arrivato l'autunno, il nostro arbusto inizia a tingersi le foglie col tipico color autunnale. Le foglie, ormai brune per via della mancanza di nutrimento, cadranno a breve.