Per conoscere realmente il Clima di una località si dovrebbe avere a disposizione una stazione Meteo professionale (non un semplice termometro da muro) ed almeno 30 anni di misurazioni.
Tuttavia l'Italia è piena di microclimi e la temperatura ufficiale, misurata anche a pochi chilometri di distanza da casa, potrebbe discostarsi notevolmente da quella del vostro giardino.
Sicuramente gli essere vegetali sono sensibilissimi all'ambiente, basti pensare che i Licheni (formati dalla simbiosi tra un'alga ed un fungo) sono utilizzati come bio-indicatori dell'inquinamento, dato che non sopravvivono laddove ve ne sia troppo.
Ogni pianta ha una propria resistenza al freddo, alla siccità, al vento etc. Scegliendo una pianta "spia" si potrebbero ottenere diverse informazioni sul luogo in cui è stata piantata.
In realtà in climatologia una classificazione delle fasce climatiche basata sulle piante esiste già. Le zone fitoclimatiche sono caratterizzate dalla presenza di più specie vegetali con esigenze termiche e pluviometriche paragonabili.
In altre parole questa classificazione non tiene conto della latitudine o dell'altitudine, ma semplicemente del tipo vegetazione presente che, a sua volta, dipende dalle temperature e dalle piogge.
In altre parole questa classificazione non tiene conto della latitudine o dell'altitudine, ma semplicemente del tipo vegetazione presente che, a sua volta, dipende dalle temperature e dalle piogge.
In Italia sono presenti 5 classi fitoclimatiche, suddivise a loro volta in sottozone:
- Lauretum : è la zona più calda e prende il nome dalla specie tipica, l'Alloro (Laurus nobilis). Presente lungo la fascia costiera ed in buona parte dell'entroterra del Centro-Sud, oltre che sulle rive dei grandi laghi prealpini (ad es. il Lago di Garda)
- Castanetum : prende il nome dal Castagno (Castanea sativa), presente nelle zone submontane del centro Sud e nelle pianure-colline dell'Italia settentrionale.
- Fagetum : qui la specie più rappresentativa è il Faggio (Fagus sylvatica). Tipica delle zone di bassa montagna, dove sono presenti boschi decidui.
- Picetum : zona degli Abeti Rossi (Picea abies) e delle foreste miste di conifere.
- Alpinetum : si trova in alta montagna, al limite degli alberi. Presente sulle Alpi fino a 2500 m, una delle specie più diffuse in questa zona è il Larice (Larix decidua).
Due stesse zone fitoclimatiche possono trovarsi anche a molta distanza l'una dall'altra. Ad esempio il Castanetum è presente nel Nord Italia dal piano sino a 900 m ed in Sicilia, 1000 km più a Sud, dai 700 m ai 1500 m.
Ma quali sono le piante "indicatrici" più adatte?
Se vogliamo sapere dove il clima è più rigido, l'inverno più lungo ed il gelo più intenso, così da poter fare una mappa locale che ci dica cosa può e cosa non può crescere/fruttificare, dovremo prima di tutto scegliere delle piante "limite".
Pare ovvio che se scegliessimo la Palma da Cocco per paragonare due paesi del Nord Italia, l'esperimento darebbe pochi risultati, dato che morirebbe in entrambi i posti.
Discorso analogo se prendessimo una Betulla che, sopravvivendo in tutte e due i paesini, non fornirebbe informazioni utili.
Premetto che il freddo può essere di diversa natura, magari una valle interna è molto soggetta ad inversione termica e solitamente registra temperature minime basse ma, in occasione di avvezioni di aria molto fredda, è più protetta e non ha i picchi che si registrano in zone di pianura più esposte.
Nella pianura Padana, in inverno, sono frequenti le Nebbie, che riducono le escursioni termiche, facendo però registrare temperature massime spesso molto basse ed addirittura giornate di ghiaccio.
Per distinguere i microclimi delle varie zone d'Italia prenderò in considerazioni diverse piante "spia", la cui presenza indicherà la bontà del clima locale, più di quanto non faccia la singola misurazione della temperatura minima. Esaminerò anche alcune specie a fioritura invernale, la cui mancata (o altalenante) fruttificazione suggerirà un microclima più freddo.
Ovviamente dovranno anche essere piante abbastanza comuni e diffuse, non rarità botaniche.
Resistenza della Pianta durante l'Inverno
Limone (Citrus limon) : questa specie è, tra gli Agrumi, una delle più sensibili al freddo e può esser un buon indicatore per le zone interne del Sud e costiere del Centro Italia.
In letteratura il Limone è dato rustico fino a -5° C (23° F), ma il freddo continuativo può danneggiarlo anche se non raggiunge tale picco. Indicativamente dovrebbe essere coltivato in zone in cui ci siano lievi gelate, solo poche notti all'anno.
Se vedete dei Limoni che campano da 30 anni in un posto, potrete essere ragionevolmente sicuri che lì il "vero" freddo non arriva mai. In una zona un po' più fredda magari, alla fine di un inverno rigido, hanno una cospicua perdita di foglie e sono evidenti i danni da freddo.
Il Limone si può trovare anche nel Nord Italia, sulle rive dei grandi laghi prealpini. Qui però prospera solo nei punti più riparati ed anche lì, con cadenza trentennale, si possono aver danni molto gravi se non addirittura la morte dell'intera pianta. Altrove si può trovare, ma solo molto piccolo, perché non campa più di un paio di Inverni.
Sulle coste di Calabria e Sicilia è facile trovarlo, qui non è un buon indicatore. Molto buono invece come indicatore per le coste del medio Adriatico; per le colline esposte a Sud di Lazio e Campania.
Arancio (Citrus sinensis) : L'Arancio dolce è più resistente del Limone. Sul lago mi è capitato di vedere Limoni che "ripartivano" dai rami principali ed Aranci con tutte le foglie sane. Ancora più rustici sono gli Aranci amari ed i Mandarini. Queste specie potrebbero essere dei buoni indicatori per le zone collinari interne di Toscana e Marche, per le zone prossime ai grandi laghi oppure per quelle interne e pianeggianti del Centro-Sud Italia.
Un pianta spia abbastanza simile come rusticità potrebbe essere il Carrubo (Ceratonia siliqua).
Mimosa (Acacia dealbata) : La specie è mediamente più resistente degli Agrumi e la sua rusticità si aggira intorno ai -8° C (18° F) o, se per breve durata, anche qualche grado in meno.
Una pianta di Mimosa grande e vecchia può suggerire il clima della zona. Tra l'altro la specie è molto diffusa e se in una zona vediamo solo mimose "piccole" vuol dire che probabilmente non vivono per più di 7-8 inverni.
Dopo l'inverno 2016/2017, che nel Nord Italia ebbe un freddo non intensissimo ma molto prolungato, constatai i vari microclimi con un bel giro in bicicletta: nelle zone di pianura, soggette ad inversione termiche ed esposte ai venti, quasi tutte le Mimose avevano le foglie marroni e bruciate, nelle alture esposte a Sud erano invece perfettamente sane. Sicuramente non un caso.
Questa specie è un buon indicatore per le zone di Pianura del centro Italia, per le zone collinari del Nord Italia ed, un po' al limite, per la Pianura Padana.
Olivo (Olea europaea) : Premetto che di questa specie esistono centinaia di Cultivar, ognuna delle quali con una diversa resistenza al gelo, ciononostante, data la frequenza con cui l'Olivo è presente nei giardini, potremmo fare un "discorso medio".
La specie è tipica del clima Mediterraneo, tuttavia la sua rusticità è più elevata di quanto non si creda; può uscire senza grossi danni anche a brevi gelate di poco inferiori ai -10° C (14° C).
Inoltre l'Olivo resiste piuttosto bene alla defogliazione, dando così un maggior grado di attendibilità su un'areale più esteso.
Nel Centro-Nord Italia è molto diffuso l'Olivo "Leccino". Questo è un buon indicatore per le zone di alta collina (500 mt) del Centro Italia, per la bassa montagna del Centro-Sud (600-800 m) oppure per le zone urbane del Nord Italia e la fascia pre-alpina.
Anche qui basta osservare la situazione dopo un inverno freddo, la quantità (e la salute) delle foglie, saranno indice di quanto abbia fatto freddo. A volte basta spostarsi da un leggero pendio ad una pianura, da una collina esposta a Nord ad una esposta a Sud, per notare grosse differenze.
In zone più fredde la chioma dell'Olivo può morire completamente ogni tot anni, ma le radici no ed emetteranno polloni. Qui non troverete mai Olivi con tronchi di grosso diametro, ma semmai Olivi a forma "cespugliosa".
Altre piante le cui foglie si possono danneggiare ad una temperatura simile all'Olivo sono il Rosmarino, l'Alloro, l'Oleandro ed il Mirto.
Fico (Ficus carica) e Melograno (Punica granatum) : Anche qui ci troviamo di fronte a due specie Mediterranee, sono però decidue e resistono al freddo un po' meglio dell'Olivo.
Sono buoni indicatori per le conche Appenniniche a quote superiori ai 500 m, per le zone di bassa pianura Padana (ad es. Lomellina, Alessandria, zone piemontesi alla base dell'Appenino Ligure).
La loro rusticità è di circa -12° C (10° F), ma anche a temperature più basse potrebbero non subire grossi danni.
La parte terminale dei nuovi rami di Fico è però poco lignificata e, se l'inverno è rigido, tende a seccarsi e morire. La pianta emetterà foglie dalle gemme sottostanti, senza danni alla produzione.
La fogliazione sarà però più tardiva e non comincerà "dalle punte".
Quindi, anche a temperature sub-letali, possiamo trarre delle informazioni. Il Melograno ha caratteristiche simili, rigetta però più frequentemente dalle radici.
Kaki (Diospyros kaki) e Kiwi (Actinidia chinensis) : Queste due specie resistono più o meno sino a -15° C (5° F) e sono buoni indicatori solo per le zone più fredde del Nord Italia (altopiani più freddi). Giovani piante di Kiwi sono notevolmente più sensibili.
Sono probabilmente dei buon indicatori per le pianure del centro Europa.
Mango (Mangifera indica) e Monstera deliciosa : Queste due specie sono molto sensibili al freddo e possono essere delle piante spia solo per le zone costiere più miti d'Italia.
Il Mango subisce gravi danni anche con lievi gelate e, per rimanere in salute, dovrebbe crescere in zone dove le minime invernali scendano solo raramente sotto i 5° C (41° F).
Recentemente sono stati fatti impianti nella fascia costiera della Sicilia (soprattutto nella costa Nord), ma già nella piana di Catania (soggetta ad Inversioni) la coltivazione del Mango presenta dei rischi ed addentrandoci nell'entroterra siculo può sopravvivere solo nei microclimi più miti.
Anche la Monstera è delicata e le sue enormi foglie si danneggiano facilmente con temperature appena sotto il punto di congelamento.
La presenza di queste due piante è indice di una mitezza "fuori media" per l'Italia. Oltre alle coste della Sicilia e del Sud della Calabria, queste due specie potrebbero indicare un microclima particolarmente mite in Sardegna, sulle coste Liguri e Campane.
Altrove, in Italia e senza protezioni, il Mango all'aperto è destinato a morire.
Specie Rustiche, ma utili allo studio dei Microclimi:
Alcune specie non hanno grossi problemi a superare l'inverno italiano, tuttavia possono fornire utili informazioni climatiche sui luoghi in cui sono piantate.
Banano Giapponese (Musa basjoo) : Ultimamente, anche nel Nord Italia, sono diventati frequenti i Banani ad uso ornamentale. Questa specie di Banano, il cui frutto non è commestibile, è infatti resistente al freddo e può sopravvivere anche a temperature minime di -15° C (5° F).
Tuttavia non è l'intera pianta ad aver una simile rusticità, ma solo le radici (ed in parte lo pseudo-fusto).
Le foglie del Banano Giapponese si bruciano (diventano marroni e seccano) anche dopo brevi esposizioni a temperature poco sotto gli 0° C (32° F). Quindi, se in Gennaio noterete dei Musa basjoo con foglie belle verdi, allora vorrà dire che lì il gelo non è ancora arrivato.
Passiflora caerulea : Un discorso analogo a quello fatto appena sopra si può fare anche con questa specie di Passiflora. Qui però la temperatura "soglia" è leggermente più bassa ed anche con punte a -5° (23° F) si potrebbero avere solo danni minori alle foglie.
Se a fine inverno noterete una Passiflora c. con foglie belle e sane, probabilmente vorrà dire che in quel giardino c'è un microclima più mite rispetto a dove altre Passiflora c. siano spoglie o con tutte le foglie ingiallite.
Nespolo Giapponese (Eriobotrya japonica) e Corbezzolo (Arbutus unedo) : Entrambe sono specie sempreverdi rustiche, con foglie coriacee che reggono un gelo piuttosto intenso. Eppure sono delle ottime piante "spia", poiché fioriscono in autunno-inverno ed i loro fiori sono decisamente meno resistenti al freddo rispetto al resto della pianta.
Si dice che il Nespolo Giapponese fruttifichi bene solo nell'areale degli Agrumi, tuttavia la specie riesce a portare avanti la fioritura (e l'ingrossamento dei frutticini) anche con temperature proibitive per la maggior parte delle altre specie.
Personalmente ho visto fruttificare Nespoli nella fredda (ed umida) Pianura Padana e danni seri alla produzione si hanno solo con prolungate temperature inferiori ai -5° C (23° F). Un discorso molto simile vale per il Corbezzolo.
Osservando la fruttificazione di queste due specie, potremmo capire il microclima locale.
In alcune zone fruttificheranno in tutte le annate, in altre solo dopo inverni miti, in alcuni posti la fruttificazione sarà abbondante, altrove ci saranno pochi frutti per pianta. Osservando i Nespoli Giapponesi della zona e mettendo insieme tutti questi dati potremo capire dove il freddo è più intenso.
Nel Nord Italia e nelle zone interne del Centro, queste due specie sono dei buoni indicatori.
La stretta relazione tra stadio fenologico (stadio di sviluppo) di una pianta e clima è cosa assodata. Ovviamente più una zona è calda e più ci sarà precocità di sviluppo.
Nel determinare lo sviluppo (precocità o tardività) anche le temperature massime avranno un ruolo primario e probabilmente più importante rispetto agli esempi fatti sopra.
Sebbene più o meno tutte le specie siano soggette a questa relazione, alcune lo sono maggiormente ed, anche con piccole differenze termiche, evidenziano anticipi (o ritardi) considerevoli.
Cosa Osservare in Primavera ?
Mandorlo (Prunus dulcis) : Tutte le Rosacea hanno differenze sul periodo di fioritura, ma nel Mandorlo queste differenze diventano abissali. In alcune zone della Sicilia, nelle annate più miti, il Mandorlo può fiorire già ad inizio Gennaio, mentre in buona parte del Nord Italia fiorisce ad inizio Marzo. Ovviamente, tra questi due estremi (ben 2 mesi di differenza) esistono tutte le vie di mezzo, che daranno preziose informazioni.
Sebbene meno del Mandorlo, anche l'Albicocco (Prunus armeniaca) potrebbe essere un buon indicatore. Ad esempio, sulle Rive del Lago Maggiore, l'Albicocco è in fiore circa 2-3 settimane prima rispetto a quelli piantati appena dietro le prime colline, a soli 5-10 km di distanza.
Infine, per le zone fredde, può essere utile osservare dove vi siano maggiori danni da gelate primaverili, dopo un'avvezione di aria gelida in un periodo in cui le piante stiano già vegetando.
Un buon indicatore a questo scopo potrebbe essere l'Ortensia (Hydrangea macrophylla), dato che inizia a vegetare molto presto e le sue foglie si bruciano anche con lievi gelate.
Cosa Osservare in Autunno ?
Kiwi (Actinidia chinensis) : Le specie decidue perdono le foglie nella stagione fredda. In linea di massima, più una zona è fredda e più precoce sarà la caduta delle foglie.
Alcune specie, come la Vite (Vitis vinifera), iniziano ad ingiallire le foglie ben prima che arrivi il primo gelo e forniscono meno indicazioni.
Altre, invece, tendono a tenere le foglie molto a lungo ed, in assenza di gelate, a perderle gradualmente e molto tardivamente.
In zone esenti da gelo (ad esempio la fascia costiera della Liguria) è facile vedere Kiwi con foglie abbastanza sane (magari solo un po' ingiallite) anche in Gennaio, mentre dove gela è la prima brinata che le fa seccare (diventano marroni e si sbriciolano) e cadere in un'unica notte.
Se siamo in queste zone diamo un'occhiata tra ottobre e dicembre e cerchiamo di osservare il periodo di caduta delle foglie. Generalmente più un luogo è freddo e più sarà precoce la prima gelata autunnale.
Insomma, penso si sia capito che il modo più attendibile per fare una mini mappa USDA sia osservare le "piante del vicino", più che piazzare stazioni meteo ad ogni angolo.
Mango (Mangifera indica) e Monstera deliciosa : Queste due specie sono molto sensibili al freddo e possono essere delle piante spia solo per le zone costiere più miti d'Italia.
Il Mango subisce gravi danni anche con lievi gelate e, per rimanere in salute, dovrebbe crescere in zone dove le minime invernali scendano solo raramente sotto i 5° C (41° F).
Recentemente sono stati fatti impianti nella fascia costiera della Sicilia (soprattutto nella costa Nord), ma già nella piana di Catania (soggetta ad Inversioni) la coltivazione del Mango presenta dei rischi ed addentrandoci nell'entroterra siculo può sopravvivere solo nei microclimi più miti.
Anche la Monstera è delicata e le sue enormi foglie si danneggiano facilmente con temperature appena sotto il punto di congelamento.
La presenza di queste due piante è indice di una mitezza "fuori media" per l'Italia. Oltre alle coste della Sicilia e del Sud della Calabria, queste due specie potrebbero indicare un microclima particolarmente mite in Sardegna, sulle coste Liguri e Campane.
Altrove, in Italia e senza protezioni, il Mango all'aperto è destinato a morire.
Specie Rustiche, ma utili allo studio dei Microclimi:
Alcune specie non hanno grossi problemi a superare l'inverno italiano, tuttavia possono fornire utili informazioni climatiche sui luoghi in cui sono piantate.
Banano Giapponese (Musa basjoo) : Ultimamente, anche nel Nord Italia, sono diventati frequenti i Banani ad uso ornamentale. Questa specie di Banano, il cui frutto non è commestibile, è infatti resistente al freddo e può sopravvivere anche a temperature minime di -15° C (5° F).
Tuttavia non è l'intera pianta ad aver una simile rusticità, ma solo le radici (ed in parte lo pseudo-fusto).
Le foglie del Banano Giapponese si bruciano (diventano marroni e seccano) anche dopo brevi esposizioni a temperature poco sotto gli 0° C (32° F). Quindi, se in Gennaio noterete dei Musa basjoo con foglie belle verdi, allora vorrà dire che lì il gelo non è ancora arrivato.
Passiflora caerulea : Un discorso analogo a quello fatto appena sopra si può fare anche con questa specie di Passiflora. Qui però la temperatura "soglia" è leggermente più bassa ed anche con punte a -5° (23° F) si potrebbero avere solo danni minori alle foglie.
Se a fine inverno noterete una Passiflora c. con foglie belle e sane, probabilmente vorrà dire che in quel giardino c'è un microclima più mite rispetto a dove altre Passiflora c. siano spoglie o con tutte le foglie ingiallite.
Nespolo Giapponese (Eriobotrya japonica) e Corbezzolo (Arbutus unedo) : Entrambe sono specie sempreverdi rustiche, con foglie coriacee che reggono un gelo piuttosto intenso. Eppure sono delle ottime piante "spia", poiché fioriscono in autunno-inverno ed i loro fiori sono decisamente meno resistenti al freddo rispetto al resto della pianta.
Si dice che il Nespolo Giapponese fruttifichi bene solo nell'areale degli Agrumi, tuttavia la specie riesce a portare avanti la fioritura (e l'ingrossamento dei frutticini) anche con temperature proibitive per la maggior parte delle altre specie.
Personalmente ho visto fruttificare Nespoli nella fredda (ed umida) Pianura Padana e danni seri alla produzione si hanno solo con prolungate temperature inferiori ai -5° C (23° F). Un discorso molto simile vale per il Corbezzolo.
Osservando la fruttificazione di queste due specie, potremmo capire il microclima locale.
In alcune zone fruttificheranno in tutte le annate, in altre solo dopo inverni miti, in alcuni posti la fruttificazione sarà abbondante, altrove ci saranno pochi frutti per pianta. Osservando i Nespoli Giapponesi della zona e mettendo insieme tutti questi dati potremo capire dove il freddo è più intenso.
Nel Nord Italia e nelle zone interne del Centro, queste due specie sono dei buoni indicatori.
Fenologia e Clima :
La stretta relazione tra stadio fenologico (stadio di sviluppo) di una pianta e clima è cosa assodata. Ovviamente più una zona è calda e più ci sarà precocità di sviluppo.
Nel determinare lo sviluppo (precocità o tardività) anche le temperature massime avranno un ruolo primario e probabilmente più importante rispetto agli esempi fatti sopra.
Sebbene più o meno tutte le specie siano soggette a questa relazione, alcune lo sono maggiormente ed, anche con piccole differenze termiche, evidenziano anticipi (o ritardi) considerevoli.
Cosa Osservare in Primavera ?
Mandorlo (Prunus dulcis) : Tutte le Rosacea hanno differenze sul periodo di fioritura, ma nel Mandorlo queste differenze diventano abissali. In alcune zone della Sicilia, nelle annate più miti, il Mandorlo può fiorire già ad inizio Gennaio, mentre in buona parte del Nord Italia fiorisce ad inizio Marzo. Ovviamente, tra questi due estremi (ben 2 mesi di differenza) esistono tutte le vie di mezzo, che daranno preziose informazioni.
Sebbene meno del Mandorlo, anche l'Albicocco (Prunus armeniaca) potrebbe essere un buon indicatore. Ad esempio, sulle Rive del Lago Maggiore, l'Albicocco è in fiore circa 2-3 settimane prima rispetto a quelli piantati appena dietro le prime colline, a soli 5-10 km di distanza.
Infine, per le zone fredde, può essere utile osservare dove vi siano maggiori danni da gelate primaverili, dopo un'avvezione di aria gelida in un periodo in cui le piante stiano già vegetando.
Un buon indicatore a questo scopo potrebbe essere l'Ortensia (Hydrangea macrophylla), dato che inizia a vegetare molto presto e le sue foglie si bruciano anche con lievi gelate.
Cosa Osservare in Autunno ?
Kiwi (Actinidia chinensis) : Le specie decidue perdono le foglie nella stagione fredda. In linea di massima, più una zona è fredda e più precoce sarà la caduta delle foglie.
Alcune specie, come la Vite (Vitis vinifera), iniziano ad ingiallire le foglie ben prima che arrivi il primo gelo e forniscono meno indicazioni.
Altre, invece, tendono a tenere le foglie molto a lungo ed, in assenza di gelate, a perderle gradualmente e molto tardivamente.
In zone esenti da gelo (ad esempio la fascia costiera della Liguria) è facile vedere Kiwi con foglie abbastanza sane (magari solo un po' ingiallite) anche in Gennaio, mentre dove gela è la prima brinata che le fa seccare (diventano marroni e si sbriciolano) e cadere in un'unica notte.
Se siamo in queste zone diamo un'occhiata tra ottobre e dicembre e cerchiamo di osservare il periodo di caduta delle foglie. Generalmente più un luogo è freddo e più sarà precoce la prima gelata autunnale.
Insomma, penso si sia capito che il modo più attendibile per fare una mini mappa USDA sia osservare le "piante del vicino", più che piazzare stazioni meteo ad ogni angolo.
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