Tra tutte le Palme esistenti, la Palma del Cile (Jubaea chilensis), a volte chiamata Palma da Vino Cilena o Palma da Cocco del Cile, è quella che può raggiungere il maggior diametro del tronco.
Dove è possibile coltivare la Palma del Cile in Italia? Qual è la sua resistenza freddo? E' vero che i frutti di questa palma sono commestibili?
Origine e Distribuzione :
La Palma Cilena (Jubaea chilensis), come suggerisce il nome, è originaria del Cile; in particolare della parte centrale, ovvero quella compresa tra il 32°S ed il 35°S; una latitudine equivalente ai paesi situati nella parte meridionale del Mediterraneo. Per lungo tempo, si è creduto che questo fosse il genere di Palme, ora estinte, che popolava l'isola di Pasqua. Oggigiorno esistono solo 15 località cilene in cui si trovano queste palme allo stato selvaggio. Tra queste solo 3 contano un numero ragguardevole di esemplari detenendo, da sole, oltre il 90% delle Palme del Cile. Va inoltre ricordato che negli ultimi 100 anni vi è stata una netta riduzione degli esemplari; questo è in gran parte dovuto all'utilizzo dei frutti e alla conseguente bassa propagazione della specie.
L'habitat naturale della Jubaea chilensis è rappresentato dalle foreste alle pendici delle Ande, dove spesso cresce su ripidi pendii, fino ad un'altitudine di 1500 m (4900 ft).
Attorno a metà '800 la Palma del Cile giunse in Europa dove si diffuse dapprima nelle zone costiere più miti, come Portogallo e Spagna, per poi colonizzare diverse zone del bacino mediterraneo. Negli Stati Uniti è piuttosto diffusa nella zona della California e del Texas.
L'habitat naturale della Jubaea chilensis è rappresentato dalle foreste alle pendici delle Ande, dove spesso cresce su ripidi pendii, fino ad un'altitudine di 1500 m (4900 ft).
Attorno a metà '800 la Palma del Cile giunse in Europa dove si diffuse dapprima nelle zone costiere più miti, come Portogallo e Spagna, per poi colonizzare diverse zone del bacino mediterraneo. Negli Stati Uniti è piuttosto diffusa nella zona della California e del Texas.
Botanica e Fisiologia :
La Palma del Cile (Jubaea chilensis), appartiene alla famiglia delle Arecaceae (o Palmaceae), è l'unica specie del genere Jubaea ed è endemica del Cile (solo qui cresce allo stato selvaggio). E' una palma a crescita lenta che, nelle condizioni ottimali, può raggiungere i 30 m (98 ft) di altezza.
La circonferenza del tronco detiene il record tra le palme; esso può infatti raggiungere un diametro di 2 m (6.5 ft) ed è il tratto più peculiare, che rende questa palma distinguibile tra tutte le altre. Il tronco è di colore grigio e su di esso si possono notare le cicatrici, a forma di diamante, lasciate dalle foglie. E' curioso notare come, nella fase giovanile, vi sia una sproporzione tra la crescita del tronco in larghezza, rispetto in altezza. Non è raro osservare esemplari dal tronco spesso che non arrivano all'altezza della testa di un uomo. Tuttavia, anche se negli anni successivi altezza e larghezza si riequilibrano, l'immenso tronco fa sembrare la Palma del Cile, una pianta tozza, nonostante la ragguardevole altezza.
La chioma della Palma Cilena è più larga, che alta, essa è formata da foglie pennate che, contrariamente ad altre palme, una volta morte non permangono sulla pianta. Questa caratteristica fa si che le foglie siano relegate esclusivamente all'apice vegetativo e quasi mai visibili sul tronco maturo. Le foglie della Palma del Cile sono pennate, di color verde argenteo, lunghe sino a 4 metri (13 ft); esse sono via via più dense quanto più ci si avvicina alla parte centrale della corona fogliare. Jubaea chilensis è una specie monoica, entrambi i tipi di fiore sono violacei e raggruppati in infiorescenze che possono sfiorare il metro e mezzo (5 ft) di lunghezza; queste ultime sono spesso nascoste tra le foglie.
In pochi sanno che i frutti della Palma del Cile sono commestibili. Questi, all'esterno, sono di color giallo-arancione e hanno un diametro di circa 5 cm (2 in). All'interno è contenuto il seme che assomiglia, sia per forma che per gusto, ad una piccola noce di cocco; non a caso questi frutti vengono chiamati "coquitos" (mini-cocchi).
In Italia la maturazione di questi frutti avviene solitamente da metà estate in poi, ma la produzione è scalare e anche piccole differenze climatiche potrebbero anticiparla o posticiparla.
Questa palma ha una crescita assai lenta e, partendo da seme, si potrebbe dover aspettare anche sessant'anni prima di assaporare i suoi squisiti frutti.
Coltivazione, Clima e Cure :
Jubaea chilensis è una specie rustica ed è probabilmente la palma a foglie pennate più resistente al freddo al mondo; può infatti tollerare temperature di -12°C (14°F) o, in condizioni particolarmente secche, anche -15°C (5°F) con qualche lieve danno. La Palma del Cile, in Italia, è diffusa su tutta la costa ma, data la sua rusticità, è coltivata anche sulle sponde dei grandi laghi del Nord italia, anche quelle che godono di un microclima non particolarmente favorevole. A Locarno, città Svizzera che si affaccia sulle sponde Nord del Lago Maggiore, è possibile osservarne esemplari quasi centenari. Le temperature soglia espresse sopra, possono non esser veritiere in ambienti particolarmente umidi e, anche in zone calde come il Sud della Florida, la specie soffre di marciumi radicali, provocati dall'elevata umidità.
La Palma del Cile è particolarmente adatta al clima mediterraneo, gradisce un'esposizione soleggiata, caldo durante l'estate e mostra una buona resistenza alla siccità. I giovani semenzali hanno bisogno di una discreta ombreggiatura durante i primi anni di vita. Il terreno ideale è profondo, ben drenante e non necessariamente ricco.
Vino e Miele di Palma :
Oltre allo scopo ornamentale ed all'utilizzo dei frutti freschi, la Palma da Vino Cilena è utilizzata anche per la produzione del "Miele di Palma". La tecnica da cui si ricava questo prezioso alimento fu spiegata già nell'800 dal naturalista Darwin:
"dopo essere state abbattute ed aver rimosso le chiome, dall'estremità superiore di queste palme iniziava a fluire la linfa, che veniva raccolta. Addensando questa linfa, che poteva fuoriuscire anche per un mese, si otteneva uno sciroppo dolce, noto come Miele di Palma".
Questa tecnica, nel '900, determinò la drastica diminuzione della specie. Oggigiorno il Miele di Palma è prodotto con l'aggiunta del liquido, simile al latte di cocco, contenuto nei frutti e di zucchero di canna; fortunatamente solo un'azienda ha i diritti per la sua produzione su scala industriale ed ha l'onere di ripiantare ogni esemplare abbattuto, affinché si possa preservare la specie per le generazione a venire.
Dalla linfa della Jubaea chilensis si otteneva, tramite fermentazione, un vino usato dagli indigeni prima dell'arriva degli Spagnoli, da qui il nome Palma da Vino Cilena.
La circonferenza del tronco detiene il record tra le palme; esso può infatti raggiungere un diametro di 2 m (6.5 ft) ed è il tratto più peculiare, che rende questa palma distinguibile tra tutte le altre. Il tronco è di colore grigio e su di esso si possono notare le cicatrici, a forma di diamante, lasciate dalle foglie. E' curioso notare come, nella fase giovanile, vi sia una sproporzione tra la crescita del tronco in larghezza, rispetto in altezza. Non è raro osservare esemplari dal tronco spesso che non arrivano all'altezza della testa di un uomo. Tuttavia, anche se negli anni successivi altezza e larghezza si riequilibrano, l'immenso tronco fa sembrare la Palma del Cile, una pianta tozza, nonostante la ragguardevole altezza.
La chioma della Palma Cilena è più larga, che alta, essa è formata da foglie pennate che, contrariamente ad altre palme, una volta morte non permangono sulla pianta. Questa caratteristica fa si che le foglie siano relegate esclusivamente all'apice vegetativo e quasi mai visibili sul tronco maturo. Le foglie della Palma del Cile sono pennate, di color verde argenteo, lunghe sino a 4 metri (13 ft); esse sono via via più dense quanto più ci si avvicina alla parte centrale della corona fogliare. Jubaea chilensis è una specie monoica, entrambi i tipi di fiore sono violacei e raggruppati in infiorescenze che possono sfiorare il metro e mezzo (5 ft) di lunghezza; queste ultime sono spesso nascoste tra le foglie.
In pochi sanno che i frutti della Palma del Cile sono commestibili. Questi, all'esterno, sono di color giallo-arancione e hanno un diametro di circa 5 cm (2 in). All'interno è contenuto il seme che assomiglia, sia per forma che per gusto, ad una piccola noce di cocco; non a caso questi frutti vengono chiamati "coquitos" (mini-cocchi).
In Italia la maturazione di questi frutti avviene solitamente da metà estate in poi, ma la produzione è scalare e anche piccole differenze climatiche potrebbero anticiparla o posticiparla.
Questa palma ha una crescita assai lenta e, partendo da seme, si potrebbe dover aspettare anche sessant'anni prima di assaporare i suoi squisiti frutti.
Coltivazione, Clima e Cure :
Jubaea chilensis è una specie rustica ed è probabilmente la palma a foglie pennate più resistente al freddo al mondo; può infatti tollerare temperature di -12°C (14°F) o, in condizioni particolarmente secche, anche -15°C (5°F) con qualche lieve danno. La Palma del Cile, in Italia, è diffusa su tutta la costa ma, data la sua rusticità, è coltivata anche sulle sponde dei grandi laghi del Nord italia, anche quelle che godono di un microclima non particolarmente favorevole. A Locarno, città Svizzera che si affaccia sulle sponde Nord del Lago Maggiore, è possibile osservarne esemplari quasi centenari. Le temperature soglia espresse sopra, possono non esser veritiere in ambienti particolarmente umidi e, anche in zone calde come il Sud della Florida, la specie soffre di marciumi radicali, provocati dall'elevata umidità.
La Palma del Cile è particolarmente adatta al clima mediterraneo, gradisce un'esposizione soleggiata, caldo durante l'estate e mostra una buona resistenza alla siccità. I giovani semenzali hanno bisogno di una discreta ombreggiatura durante i primi anni di vita. Il terreno ideale è profondo, ben drenante e non necessariamente ricco.
Vino e Miele di Palma :
Oltre allo scopo ornamentale ed all'utilizzo dei frutti freschi, la Palma da Vino Cilena è utilizzata anche per la produzione del "Miele di Palma". La tecnica da cui si ricava questo prezioso alimento fu spiegata già nell'800 dal naturalista Darwin:
"dopo essere state abbattute ed aver rimosso le chiome, dall'estremità superiore di queste palme iniziava a fluire la linfa, che veniva raccolta. Addensando questa linfa, che poteva fuoriuscire anche per un mese, si otteneva uno sciroppo dolce, noto come Miele di Palma".
Questa tecnica, nel '900, determinò la drastica diminuzione della specie. Oggigiorno il Miele di Palma è prodotto con l'aggiunta del liquido, simile al latte di cocco, contenuto nei frutti e di zucchero di canna; fortunatamente solo un'azienda ha i diritti per la sua produzione su scala industriale ed ha l'onere di ripiantare ogni esemplare abbattuto, affinché si possa preservare la specie per le generazione a venire.
Dalla linfa della Jubaea chilensis si otteneva, tramite fermentazione, un vino usato dagli indigeni prima dell'arriva degli Spagnoli, da qui il nome Palma da Vino Cilena.