lunedì 20 marzo 2023

Mirto (Myrtus communis) - Coltivazione ed Utilizzo dei Suoi Frutti

Il Mirto (o Mortella) è, insieme al Corbezzolo, uno dei simboli della Sardegna, nonché una delle specie più rappresentative e tipiche della macchia Mediterranea. Buona parte di voi conoscerà il Mirto per via del famoso liquore fatto con le sue bacche, tuttavia questo arbusto si presta molto anche ad essere coltivato come pianta ornamentale, per via del bel fogliame persistente e della splendida fioritura. 

Origine, Storia, Usi ed Inquadramento Botanico :

Myrtus communis
Il Mirto (Myrtus communis) appartiene alla grande famiglia delle Myrtaceae,  al cui interno sono presenti diverse centinaia di specie, come ad esempio l'Eucalipto. Il genere (Myrtus) è invece piccolo ed è composto da due sole specieMyrtus nivelii, nativo delle zone montagnose tra Algeria e Ciad ed il più diffuso Myrtus communis, nativo delle regioni che si affacciano sul mar Mediterraneo e molto presente anche in Italia, sia allo stato selvatico, sia in coltivazione.  

La distribuzione attuale si spinge ad occidente sino alle Isole Canarie, mentre ad oriente sino all'Asia centrale. In Italia è presente nelle zone costiere, dal livello del mare sino ad un'altitudine di circa 600 metri (1970 ft) o poco oltre ed ha una maggiore diffusione sul versante tirrenico (ad Ovest dell'Appennino) e, in regioni come la Sardegna, colonizza ettari ed ettari di territorio della Macchia Mediterranea Bassa.

Le foglie del Mirto sono molto aromatiche e, solo accartocciandole, emanano un odore inteso; da esse si estrae un Olio essenziale noto come Mirtolo (o Canfora di Mirto) ed utilizzato in erboristeria come antisettico, balsamico e lassativo, ma anche in profumeria come deodorante o per fare saponi. Le foglie essiccate (ma anche le bacche) possono esser utilizzate anche per aromatizzare piatti a base di carne o di pesce. Si può fare anche una confettura con le bacche di Mirto, spesso abbinata alla degustazione di formaggi. Ovviamente dalla macerazione alcolica delle bacche si può ottenere il Liquore di Mirto, noto in tutto il mondo come digestivo.

Fioritura Myrtus communis
Come è Fatto il Mirto ?

Risveglio Vegetativo
Myrtus communis è una specie sempreverde che si sviluppa sotto forma di arbusto molto ramificato e, tendenzialmente, multi-tronco. La chioma è folta e tende ad avere una forma arrotondata, in cui larghezza ed altezza raggiungono, senza interventi di potatura, più o meno le stesse dimensioni. L'altezza (e la larghezza) dopo una ventina di anni è di circa 3 metri (10 ft) o poco più, tuttavia con opportune potature si possono tenere Mirti belli e produttivi alti non più di 1 metro (3.3 ft). La forma della chioma, la tolleranza a severe potature, così come la presenza di rami anche nella parte bassa della pianta rende il Mirto un'ottima specie sia come pianta da bordura, sia per la realizzazione di siepi sempreverdi

Le foglie, dotate di un corto picciolo, sono opposte, di piccole dimensioni, a forma lanceolata ed acuminata, con la pagina superiore dall'aspetto traslucido. 

I fiori sono solitari, spuntano all'ascella della foglia, hanno un diametro medio di circa 3 cm (1 inch), sono bianchi ed hanno, come tipico delle Mirtacee, un numero elevatissimo di stami (circa 40-50) e cinque petali. Nel complesso i fiori del Mirto possono ricordare i fiori della Guava. La fioritura è molto copiosa ed avviene, di norma, nella tarda primavera/inizio estate (Maggio-Luglio); tuttavia, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, non è raro che vi sia anche una seconda fioritura nel periodo che va dalla tarda estate (Agosto) all'autunno

Boccioli
A seguito dell'impollinazione (tipicamente ad opera delle Api) vi è l'allegagione e la produzione di frutti. Questi ultimi sono delle bacche ellissoidali di piccole dimensioni, hanno un rivestimento ceroso e sono di color blu-nero-violaceo, in rari esemplari i frutti sono addirittura bianchi. La maturazione dei frutti avviene dal tardo autunno (Novembre) in poi ed i frutti permangono sulla pianta a lungo senza marcire, talvolta addirittura sino alla primavera successivaMyrtus communis è una specie autofertile, dunque vi sarà fruttificazione anche in presenza di un'unica pianta. 

Le radici del Mirto Comune sono possenti e, una volta sviluppatesi, sostenteranno la pianta anche durante lunghi periodi di carenza idrica. 

Tra le varietà di Mirto vorrei citare il Myrtus communis var. Tarentina, un clone che si differenzia per una maggior tolleranza al freddo, oltre ad avere un portamento più compatto e foglie più piccole, numerose e coriacee rispetto al "classico" Mirto. Essendo una varietà "nana", gli internodi dei rami sono più ravvicinati, dando così alla chioma un aspetto più "denso". Sebbene a prima vista possano sembrare simili, ad un occhio attento basterà un attimo per distinguere il Mirto Tarantino dal classico Mirto.

Fiore

Foglie

Come Crescere il Mirto ? - Coltivazione, Clima, Potature, Riproduzione

Come visto in precedenza il Mirto è una specie tipica della macchia mediterranea ed è, di conseguenza, adattato al clima costiero, alla salsedine nell'aria ed all'aridità.

M. communis è un arbusto che gradisce esposizioni soleggiate, le quali favoriranno uno sviluppo ottimale ed un'abbondante fioritura/fruttificazione; tuttavia può crescere anche a mezz'ombra, mantenendo un portamento elegante ed una fioritura accettabile. Cosa certa è che non soffre l'eccessiva insolazione e, anche se piantato nel mezzo del vostro giardino con il Sole dall'alba al tramonto, non avrà mai un aspetto floscio e sofferente.

Ottima è anche la resistenza alla siccità, in natura infatti sopravvive ad estati calde e torride, in cui magari non vede una goccia d'acqua per tre mesi. Un Mirto acclimatato, dunque, non richiederà innaffiature e, se vivete in zone molto calde del Sud Italia, al limite smetterà di crescere durante i mesi più caldi. Può essere utile bagnare il Mirto (solo in estate) durante il primo/secondo anno dall'impianto, giusto il tempo affinché riesca a sviluppare radici che gli permettano di resistere all'assenza di piogge. Piante irrigate crescono però più velocemente.

Myrtus communis var. Tarentina
Il fatto che sia una pianta della macchia mediterranea (per di più "bassa") non vi tragga in inganno, il Mirto ha una discreta resistenza al freddo e con opportuni accorgimenti può esser coltivato con successo anche in buona parte del Nord Italia, Pianura Padana compresa. In linea di massima il Mirto resiste a temperature minime nell'ordine dei -10° C (14° F), probabilmente anche inferiori con qualche danno alle foglie. Fortunatamente, come molte altre specie di Mirtacee, anche il Mirto può sopportare piuttosto bene la defogliazione e, anche in seguito a gelo prolungato, i rami non seccano ed in primavera riformeranno nuove foglie e spesso anche fiori. In zone fredde dove in inverno il gelo è una costante, le foglie del Mirto (soprattutto quelle più giovani) possono assumere tonalità rossastre, senza che questo comprometta più di tanto la salute della pianta. 

Il Mirto preferisce terreni a pH neutro o sub-acido, ma è molto adattabile e prospera anche su suoli sassosi e poveri di sostanza organica. In coltivazione la concimazione risulta per lo più superflua e tranquillamente evitabile. Gli unici suoli da evitare sono quelli in cui si creino ristagni idrici importanti e duraturi, che potrebbero far marcire le radici (come facile immaginare, una pianta mediterranea non ama avere le radici zuppe per lungo tempo).

Fioritura

Date le piccole dimensioni, il Mirto si presta bene anche alla coltivazione in vaso, avendo cura di usare di anno in anno vasi via via di maggior diametro, aggiungendo nuovo terriccio ogni inizio di stagione. Ovviamente, dopo 10 anni il vaso potrebbe diventare limitante, ma se è di grosse dimensioni supporterà ugualmente lo sviluppo, tuttalpiù rallentandone la crescita annua. 

Questo arbusto è per sua natura rustico e resistente ai principali patogeni, anche se talvolta possono verificarsi attacchi di Mal Bianco alle foglie. L'unico fungo che può arrecare gravi danni al Mirto è il Cylindrocladium scoparium.

Il Mirto riesce a sopportare potature molto energiche, ributtando vigorosamente; non a caso si presta anche per la creazione di una siepe sempreverde. La potatura, se lo si coltiva a siepe, ha lo scopo di conferire un aspetto regolare, con lati ben delineati, mentre se lo si coltiva come arbusto isolato (o di bordura) non è assolutamente necessaria e la potatura ha come unico compito quello di ridurre le dimensioni della pianta. Il fatto che regga potature drastiche permette di mantenere il Mirto delle dimensioni desiderate (anche sotto il metro di altezza), senza che ciò ne comprometta la fioritura, né tantomeno lo sviluppo. Anche in caso di potature malfatte il Mirto fiorirà e produrrà le sue preziose bacche, questo perché i boccioli fiorali si sviluppano all'apice dei rami della nuova vegetazione e non sul legno dell'anno precedente

Sebbene si possa riprodurre tramite seme, di norma il Mirto non si propaga per semina, anche perché la germinazione ed il successivo sviluppo sono lenti e ci vorrà qualche anno per aver delle belle pianticelle pronte per essere piantate in piena terra nel vostro giardino. Il metodo di moltiplicazione più veloce ed usato è senza dubbio la Talea; essa deve esser effettuata sul finir dell'inverno, prima della ripresa vegetativa. Bisognerà prendere uno o più rametti di giovane età, rimuovere quasi tutte le foglie (al limite lasciandone 3-4 all'apice) ed interrare i rametti in vasi contenenti terriccio sub-acido e sabbia; dopodiché dovrete collocare i vasi in zone luminose, ma senza Sole diretto e mantenere una certa umidità del terreno. Quando le temperature primaverili permetteranno la ripresa vegetativa, se avete fatto tutto correttamente, i vostri rami inizieranno a radicare e, nel giro di un paio di mesi, ci sarà la nuova vegetazione e le nuove radici. Continuate a curare la pianta per tutta la stagione e, la primavera successiva, il vostro "nuovo" Mirto sarà pronto per esser trapiantato o rinvasato. 

Frutti di Mirto

Nuova Vegetazione Myrtus communis