lunedì 19 marzo 2018

Climi, Piante e Paesaggi di Australia e Nuova Zelanda - Con Foto e Descrizione

L'Australia, ed ancor di più la Nuova Zelanda, mi hanno sempre affascinato, vuoi perché sono agli antipodi rispetto all'Italia, vuoi perché l'isolamento geografico ha permesso loro di avere una flora ed una fauna che non si trova in nessun altra parte del mondo (i Canguri sono solo l'esempio più lampante).

In questo articolo vorrei spiegare come il clima possa variare procedendo da Nord verso Sud, quali piante ed animali si sono insediati nelle diverse località, cosa visitare durante un viaggio e quali sono i posti migliori dell'Australia, il tutto illustrato da una selezione di fotografie, un po' come già fatto per GiapponeAfrica ed Europa.

Innanzitutto cerchiamo di capire dove si trova l'Australia e la vicina Nuova Zelanda.

Entrambi questi stati sono collocati interamente a Sud dell'equatore in quello che, giustappunto, si chiama emisfero australe.

Deserto Australiano

Cartina Australia

Generalità sull'Australia :

L'Australia è un'isola immensa e rappresenta la maggior parte di quel continente noto come Oceania, che comprende anche gli arcipelaghi dell'oceano Pacifico e la Polinesia.
Essa è circondata dagli Oceani, ad Ovest si trova quello Indiano, ad Est quello Pacifico, a Sud l'incontro tra questi due Oceani ed a Nord la parte di oceano pacifico ricco di arcipelaghi ed isole tropicali.
L'Australia, data la sua enorme estensione, ricade sia nella fascia tropicale, sia in quella temperata; ricordandosi che, essendo "dall'altra parte del mondo", più ci si dirige a Sud e più il clima diventa fresco.

Quest'isola ha una superficie simile a quella dell'Europa, eppure ci vivono solo 24 milioni di persone (meno della metà dell'Italia); di conseguenza l'Australia ha una densità di popolazione molto bassa.
In effetti la parte centrale e lontana dai mari, è desertica ed inospitale; di conseguenza le città più grosse si sono sviluppate solo lungo la costa.


Il Nord Est - Queensland

In questa regione è presente la penisola di Capo York, la cui estremità (10°41' S) rappresenta il punto più settentrionale (e quindi più vicino all'equatore) dell'intera Australia.
Lo stretto di Torres è una fascia di mare lunga circa 150 km (93 mi) che separa Capo York dalla Papua Nuova Guinea.

La Penisola di Capo York, data la vicinanza all'equatore, gode di un clima caldo durante tutto l'anno e si distinguono due stagioni, quella secca, indicativamente da fine Aprile ad Ottobre, e quella piovosa nei rimanenti mesi dell'anno.
Un clima caratterizzato dai monsoni che, durante la stagione delle piogge, possono provocare veri e propri nubifragi e cicloni tropicali.

A Sud-Est di questa penisola troviamo la Grande Barriera Corallina, patrimonio dell'Unesco seriamente minacciato dall'innalzamento delle temperature.
Questo ecosistema, distinguibile dalla spazio, è composto da centinaia di isolette, migliaia di barriere formate con oltre 500 tipi diversi di Coralli e si estende per circa 2300 km (1400 mi).
La Grande Barriera Corallina "Great Barrier Reef in Inglese" dà sostentamento ad una miriade di essere viventi, daSpugne e Molluschi, sino a Pesci, Tartarughe, Delfini e Balene.

Nel Mar dei Coralli troviamo anche le Isole Whitsunday, un arcipelago costituito da 74 isolette, per lo più disabitate, su cui si possono ammirare splendide spiagge dalla sabbia bianca, fitte foreste tropicali lussureggianti, ma anche sentieri per le escursioni ed una ricca fauna marina, ideale per gli amanti delle immersioni.

Grande Barriera Corallina dallo Spazio

Grande Barriera Corallina

Isole Whitsunday

Altro sito patrimonio dell'Unesco, situato nella parte meridionale, è noto come "Tropici del Queensland", ovvero un insieme di foreste umide tropicali che, grazie all'isolamento geografico, hanno un ricchissimo endemismo, inferiore solo a quello delle foreste del Madagascar.

Queste foreste sono molto antiche e custodiscono piante primordiali, in particolar modo le prime piante da fiore (Angiosperme).
In una di queste foreste pluviali,"Daintree rainforest", cresce Idiospermum australiense, una grossa pianta endemica scoperta solo negli anni '70 e ritenuta dagli scienziati appartenente ad uno dei primi rami evolutivi da cui discendono tutte le piante da fiore "moderne".
Idiospermum australiense risale a circa 120 milioni di anni fa ed è una delle angiosperme più primitive tuttora viventi.
Tutte le angiosperme moderne si differenziano in monocotiledoni o dicotiledoni, a seconda se il germoglio contenga una o due foglie, rispettivamente.
Idiospermum australiense, invece, emette da 2 a 6 foglioline ed un unico seme può emettere più radici contemporaneamente (altra cosa atipica).


L'Albero Vic Stockwell's Puzzle (Stockwellia quadrifida), appartenente al genere delle Mirtaceae, è ritenuto il diretto discendente di quelle specie fossili (ormai estinte), che si pensa abbiano dato origine a tutte le attuali specie di Eucalipto, molto diffuse nel continente australiano.

Scendendo lungo la costa orientale del Queensland il clima si mantiene tropicale, con una stagione umida ed una secca, ma si inizia a delineare anche una stagione calda ed una "più fresca".
Giusto per intenderci a Brisbane in Luglio (inverno australe) ci sono temperature massime medie di circa 22 ° C (72° F) e minime di 10° C (50° F), mentre in Gennaio sono di 30° C (86° F) e 21° C (70° F), rispettivamente.

A soli 300 km (185 mi) dalla capitale del Queensland, Brisdane, troviamo l'isola di Fraser, la più grande isola di sabbia al mondo.
A Fraser non ci sono strade asfaltate e ci si muove tra i sentieri e le dune sabbiose, con mezzi 4x4 o Quad.
Sull'isola di Fraser vi è una massiccia presenza di laghi, di cui almeno 40 sono di acqua dolce e la parte Nord è sicuramente quella più selvaggia ed incontaminata.

Daintree rainforest

Isola Fraser

Fiori Idiospermum australiense

Pianta Idiospermum australiense

Tra i vari laghi, tutti poco profondi, si ricordano il McKenzie (Boorangoora) ed il lago Wabby che, con appena 12 metri (39 ft), è il lago più profondo dell'intera isola di Fraser, inoltre è meno acidi degli altri e sostenta la vita di più specie di pesci.

Un'altra attrattiva dell'isola è "The Cathedrals", una scogliera formata da rocce che assumono tonalità di colore rossastro le cui sfumature, vengono messe in risalto dal contrasto con la bianca spiaggia da cui ci si erge.

Nella parte più interna del Queensland, ed in generale laddove i monsoni non riescono ad arrivare, il clima diventa arido, con una stagione delle piogge via via più breve, fino a diventare assente.

Lago McKenzie

Lago Wabby

Roccia The Cathedrals

Territorio del Nord (Northern Territory)

Ad Ovest del Queensland troviamo lo Stato chiamato Territorio del Nord, i due sono divisi nella parte più settentrionale dal Golfo di Carpentaria, largo circa 600 km (370 mi), ma con una profondità media di appena 60 metri (197 ft).
Il clima del Territorio del Nord è di tipo tropicale governato dai monsoni, ma dirigendosi verso Sud (e cioè allontanandoci dalle coste) le piogge diminuiscono gradualmente, lasciando spazio ad un clima arido e, poi, desertico.

Nel Sud dello stato troviamo Uluru (Ayers Rock), uno dei simboli dell'Australia. Uluru è un massiccio di roccia arenaria isolato e circondato da una landa desolata, quasi priva di vegetazione.
Quest'imponente roccia si nota a decine di chilometri di distanza; Uluru ha una circonferenza di circa 9 km (6 mi) ed un'altezza relativa (rispetto all'altopiano circostante) di 350 metri (1150 ft).

Uluru sembra essere piovuto dal cielo, come fosse stato portato dallo spazio, nel bel mezzo di un'arida pianura. Le sue pareti lisce ed a strapiombo, il colore mutevole (da oro, a bronzeo) ed il contesto in cui è inserito, lo rendono unico e dal fascino mistico.

Darwin, situata sulle rive dell'Oceano, è città più popolosa, nonché il capoluogo di questo stato. Essa deve il suo nome al naturalista Britannico Charles Darwin, padre della teoria della selezione naturale.

Nelle acque che bagnano l'Australia settentrionale si trova il Coccodrillo di Mare (Crocodylus porosus), il più grande rettile e predatore terrestre della Terra.
Questa specie, si differenzia dalla maggior parte degli altri coccodrilli, per il fatto che non vive solamente negli estuari, ma si spinge nelle acque salate, predandosi di pesci, crostacei, sebbene possa cibarsi anche di scimmie e cinghiali.

Uluru

Crocodylus porosus

Australia Occidentale - (Western Australia)

Questa regione, la cui capitale è Perth, è la più estesa dell'Australia ed occupa la parte più occidentale (circa 1/3) del continente, da Nord a Sud.
La parte settentrionale ha un clima simile a quanto già visto in precedenza, ovvero prettamente tropicale con le piogge concentrate in una stagione.
La parte centrale è desertica e semi-desertica, in molti casi l'aridità è presente anche lungo le coste e non solo nell'entroterra (che rimane comunque più asciutto).
La parte meridionale ha invece un clima mediterraneo caldo, con la stagione umida che coincide con quella più fresca.

Nella parte centro-settentrionale della regione troviamo il parco nazionale Karijini, ricco di canyon, sentieri, cascate (talvolta in secca), dirupi e fiumi.

Un pianta simbolo, endemica dell'Australia occidentale, è la Anigozanthos manglesii. Essa è dotata di un fiore molto particolare che ricorda vagamente quello della Strelitzia.
Uno degli animali simbolo, invece, è il Cigno Nero (Cygnus atratus) che per lungo tempo fu cacciato ed ucciso dagli aborigeni che, per il colore del suo piumaggio, lo ritenevano demoniaco.

Luogo di indubbio interesse per il turismo è il Deserto dei Pinnacoli, un'arida distesa sabbiosa caratterizzata dalla presenza di Pinnacoli eretti ed allungati, probabilmente originatesi da conchiglie di mare.
Un'altra bizzarria della natura è una formazione rocciosa nota come Wave Rock (Onda di Roccia). Essa deve il suo nome alla particolare forma, che ricorda quella di un'onda o anche una di quelle piattaforme usate nello Skateboarding.

Karijini

Anigozanthos manglesii

Fiore Anigozanthos manglesii

Deserto dei Pinnacoli


Wave RockAustralia Meridionale - (Southern Australia)

E' uno stato che occupa la parte centrale (come longitudine) del Sud Australia. Adelaide, il capoluogo della regione, ha il clima classico della costa meridionale, ovvero Mediterraneo, con estati calde e secche, ed inverni umidi e freschi, solitamente esenti da gelate.

L'Australia meridionale si trova ad una latitudine (quasi) speculare rispetto a quella delle coste del Sud della Sicilia. Anche questa zona è dunque vocata alla coltivazione della Vite e dell'Olivo ed in alcune zone (es. Barossa Valley) si producono vini rinomati.

La parte più interna contiene i laghi più estesi di tutta l'Australia, come il Lago Eyre (Lake Eyre) che, data la scarsa profondità, nella stagione secca può "frazionarsi" per evaporazione in più laghetti.
Le acque del Lago Eyre talvolta assumono tonalità viola-rosa, per via delle alghe che in esse vi crescono.

Viti a Barossa Valley

Lago Eyre

Xanthorrhoea semiplanaStato Victoria

Rappresenta la parte più orientale dell'Australia del Sud e comprende l'estremo punto meridionale dell'intero continente (isole escluse).
Il clima costiero è mitigato dall'oceano, ma nell'entroterra ci possono essere anche leggere gelate durante l'inverno.

Melbourne, la città più importante di questa regione, è famosa per il circuito di Formula 1 ed un grosso acquario focalizzato sulla fauna tipica del Pacifico meridionale ed Antartico.

I Dodici Apostoli sono una serie di faraglioni di pietra calcarea che emergono dalle acque a Sud di Victoria.
Fino al 2005 i faraglioni erano 9, ma uno crollò improvvisamente, sotto gli occhi increduli dei turisti.

Xanthorrhoea semiplana, un lontano parente dell'Asparago, è la versione australiana delle Agavi americane e delle Aloe africane.

Dodici Apostoli


Nuovo Galles del Sud (New South Wales)

Compreso tra lo stato di Victoria, Queensland e South Australia. Qui troviamo Sydney, la più grossa città australiana (spesso erroneamente confusa per la capitale, che invece è la più piccola Canberra).

La parte costiera e la parte interna sono separate da una lunga catena montuosa (Grande Catena Divisoria), la cui vetta più alta (Monte Kosciuszko) è il punto più elevato di tutta l'Australia con un'altitudine di 2.228 m (7,310 ft). Non è raro osservarla innevata durante i mesi invernali.

Sui pendii di queste montagne ci sono estese foreste di Eucalipto, pianta che, a seconda della specie, è diffusa praticamente in tutta Australia ed è sicuramente uno dei simboli della nazione, oltre che rappresentare la principale fonte di nutrimento per il Koala (Phascolarctos cinereus), l'unico marsupiale arrampicatore.

Melbourne

Foreste Eucalipto

Koala

L'animale che più identifica l'Australia non può che essere il Canguro. In realtà esistono decine di specie di canguro, più o meno distribuite su tutto il territorio.
I Canguri appartengono ai marsupiali, mammiferi primitivi che hanno evoluto un meccanismo di sviluppo unico tra questa famiglia.
Il Canguro partorisce dei cuccioli che, di fatto, sono ancora dei feti, assolutamente incapaci di vivere nell'ambiente circostante e non più grandi di un verme.
Dall'Utero passano direttamente (e senza "aiuto materno") al Marsupio, dove si attaccano al capezzolo e vengono accuditi per almeno altri 3 mesi (il periodo varia da specie a specie).

I canguri hanno arti inferiori possenti e muscolosi, che permettono loro balzi lunghi ed alti. Tra le varie specie, i Canguri Rossi (Macropus rufus) sono i più grandi e possono pesare anche 90 kg (198 lb), circa 90 volte il peso del Lagorchestes hirsutus, il Canguro più piccolo.

In Australia non esistono grossi predatori, il più grosso è il Dingo (Canis lupus dingo), un sorta di cane selvatico che si nutre di uccelli, rettili, piccoli mammiferi ma, all'occorrenza, quando caccia in branco, è in grado di abbattere anche i Canguri Rossi.

Una pianta tipica di questa zona è la Acacia longifolia, una parente della più conosciuta mimosa, con la quale condivide la copiosa fioritura ed i fiori color giallo acceso.

Canguri Rossi

Dingo

Acacia longifolia

Tasmania

L'ultimo stato dell'Australia è in realtà un'isola, con una superficie più o meno equivalente al triplo della Sicilia.
La Tasmania si trova sotto Victoria, all'incirca al 42° parallelo Sud, più o meno speculare a quello dell'Italia centrale.
Il clima, almeno lungo le coste, è fortemente influenzato dall'Oceano, il quale riduce l'escursione termica, sia giornaliera, che stagionale.
Ad Hobart, il capoluogo della Tasmania, la media delle temperature massime estive si aggira intorno ai 22° C (71° F), mentre le minime sono di 13° C (55° F). In inverno, invece, ci sono circa 8-10° C (circa 18° F) in meno e temperature sotto gli zero gradi (32° F) sono eventi molto rari.
Le piogge non sono molto abbondanti (accumuli annui paragonabili a Palermo), ma sono ben distribuite tra i 12 mesi dell'anno.
La parte più interna è prevalentemente montagnosa, con un clima più freddo e continentale.

Circa il 20% dell'Isola è una zona protetta (Tasmanian Wilderness), che rappresenta una delle più estese aree selvagge del nostro pianeta e custodisce, all'interno di grotte calcaree, i resti di civiltà preistoriche, testimoniando la presenza dell'uomo da almeno 20.000 anni.

Nel Sud della Tasmania troviamo Port Arthur, una piccola città di ex galeotti, costruita dagli inglesi tra il 18 th e 19 th secolo.
Le rovine di Porth Arthur, insieme ad insediamenti simili in altre zone dell'Australia, sono oggi patrimonio dell'Unesco.



La Flora della Tasmania è di tipo temperato, ma molto diversa rispetto a quella che possiamo trovare in Europa.

Eucalyptus regnans, di cui avevamo già accennato qualcosa nell'articolo "Piante da Record", è nativa della Tasmania e rappresenta l'angiosperma più alta al mondo.
Il Mirto della Tasmania (Lophozonia cunninghamii) è una pianta sempreverde che cresce nelle foreste temperate dell'isola. Questa specie, coltivata per il suo legname, non appartiene alle Mirtaceae e si sviluppa sotto forma di grosso albero con piccole foglie che possono ricordare quelle del Mirto (specie quelle appena emesse che sono rossastre-marroncino).

Nel sottobosco delle foreste temperate della Tasmania cresce una delle felci più grandi dei climi temperati, ovvero la Dicksonia antarctica, di cui abbiamo discusso approfonditamente qua.

Per quanto riguarda la fauna non si può non menzionare il Diavoletto della Tasmania (Sarcophilus harrisii), l'unico rappresentante (non estinto) del genere, nonché il più grande marsupiale carnivoro.

Il Diavolo della Tasmania, in proporzione alle sue dimensioni, possiede il morso più potente di tutti i mammiferi e si nutre di piccoli canguri e roditori. Caccia nelle ore notturne, ma non disdegna neppure le carogne, anche in avanzato stato di decomposizione.

La specie è nota per il temperamento irascibile ed estremamente aggressivo. Le lotte all'interno della specie sono brutali, spesso letali e le cicatrici sul muso che ogni esemplare ha, ne sono la testimonianza.

Tasmanian Wilderness

Rovine di Port Arthur

Diavoletto della Tasmania

Cartina Nuova ZelandaNuova Zelanda 

Questa nazione è formata da due isole principali e da numerose isolette secondarie. Le due isole più grandi sono orientate indicativamente Nord-Sud e separate dallo stretto di Cook, che supera di poco i 20 km (12 mi).
La Nuova Zelanda è isolata e lontana da tutto il resto del mondo; possiede perciò un elevato numero di specie (sia animali che vegetali) endemiche.
Il clima di questo stato è di tipo oceanico, senza mai grossi eccessi, né verso l'alto, né verso il basso. Ovviamente la parte più settentrionale è mediamente più mite e quella meridionale più fresca.
Il tempo è variabile ed, un po' come succede in Irlanda, in un giorno si possono alternare più volte sole e pioggia.

Le piogge sono generalmente abbondanti e ben distribuite, sebbene vi sia un picco invernale.
Le zone montuose interne hanno temperature più rigide e la neve è comune in inverno. Le acque dell'Oceano sono piuttosto fredde anche in estate ed, in molte zone, non superano mai i 20° C (68° F).

I venti, specie nella parte Sud, sono costanti ed impetuosi, rendendo la Nuova Zelanda una meta ideale per gli amanti del Windsurf o del Surf.


L'isola Te Ika-a-Māui (North Island)

Quasi l'80% della popolazione neozelandese risiede su quest'isola, sulla quale ritroviamo la capitale (Wellington) e la città più popolosa (Auckland).

Il distretto di Rotorua è un'area ricca di attività geotermica, sfruttata sia a scopi termali, sia a scopi turistici, grazie alla presenza dei Geysers.
Il monte Tongariro è il più alto tra i vulcani attivi di questa regione e dista appena 20 km (12 mi) dal Lago Taupo, il più grande lago d'acqua dolce dell'intera Oceania, sul fondale del quale sono tutt'oggi presenti segni di attività vulcanica.

L'isola Te Waipounamu (South Island)

Questa regione è interamente attraversata (da Nord a Sud) dalla catena montuosa delle Alpi Neozelandesi.
Lo sbarramento orografico divide quest'isola in due zone : quella più occidentale, sopravento alle umide correnti oceaniche, è la più piovosa dell'intera nazione e registra accumuli annui sino a 4000 mm (per intenderci 4 volte Milano); mentre quella più orientale (sottovento) è piuttosto arida ed in alcune zone le precipitazioni annue sono inferiori ai 500 mm.

Le maggiori bellezze di quest'isola sono la natura incontaminata ed i paesaggi paradisiaci.

Il Ghiacciaio Franz Josef è una classica attrattiva turistica per chi visita la parte occidentale dell'Isola. Questo ghiacciaio, lungo poco più di 10 km (6 mi), scende fino ad una quota collinare, circondato da foreste temperate.

Aoraki/Monte Cook è la vetta più alta delle Alpi Neozelandesi, nonché dell'intera nazione. Questa montagna, ed il parco che la circonda, sono patrimonio naturalistico dell'Unesco.

Monte Tongariro

Distretto di Rotorua

Ghiacciaio Franz Josef

Flora e Fauna della Nuova Zelanda :

La flora della Nuova Zelanda è variegata, tuttavia, la maggior parte delle piante sono :
  • Sempreverdi
  • Poco resistenti al fuoco
  • Tendenzialmente dioiche
  • Poco resistenti al gelo
  • Con Fiori bianchi e piccoli
  • Di dimensioni maggiori rispetto a specie della stessa famiglia, ma di altri continenti
  • Prive di spine
Alcune specie endemiche sono :
  •  Fuchsia excorticata, chiamata anche Pianta Fuchsia, dato il portamento ad albero e le enormi dimensioni rispetto a quelle di altre specie della famiglia (es. Fuchsia regia).
  • Agathis australis (kauri), la più grande conifera della Nuova Zelanda.
  • Tecomanthe speciosa, una pianta rampicante stretta parente della Bignonia, che cresce all'estremo Nord della nazione e produce vistosi fiori color bianco-crema.
  • Knightia excelsa, una pianta alta e slanciata, con foglie lanceolate simili a quelle dell'Oleandro e fiori molto particolari, da cui si ricava un ottimo miele.
  • Cyathea medullaris, una felce a forma di palma, che può raggiungere un'altezza di 20 m (65 ft)

Alcune piante da frutto, sebbene non native della zona, si sono inizialmente diffuse in Nuova Zelanda e, qui, si sono selezionate cultivar di pregio, poi esportate in tutto il mondo.
Tra di esse spicca sicuramente il Kiwi, ma anche la Feijoa.

Tra gli animali endemici ci sono moltissimi uccelli, di cui una parte, non dovendo scappare dai predatori terrestri (non ce ne sono), hanno ridotto le dimensioni delle loro ali, fino a non essere più in grado di volare.
Sicuramente l'esemplare più noto è il Kiwi (Apteryx mantelli), un piccolo uccello marrone e privo di ali, incapace di volare, ma molto abile nella corsa. Il noto frutto "Kiwi", deve il suo nome alla somiglianza a questo uccello.

Sphenodon punctatus è un'altra specie endemica, che ai più potrebbe ricordare una banale lucertola, mentre in realtà è su un ramo evolutivo parallelo e si pensa possa essere simile al progenitore delle lucertole comuni, dei coccodrilli e dei serpenti.

Fuchsia excorticata

Cyathea medullaris

Tecomanthe speciosa

Apteryx mantelli

giovedì 1 marzo 2018

Come Coltivare il Pero (Pyrus communis) - Dove si Può Piantare in Italia ?

Tutti noi abbiamo mangiato una Pera; essa è infatti uno dei frutti più comuni, diffusi e consumati in Italia.
Esistono centinaia di varietà di Pere, alcune sono più adatte al consumo fresco, altre alla conservazione, alcune maturano in estate, altre si possono raccogliere a fine autunno e mangiare per tutto l'inverno.

Il Pero (Pyrus communis o Pyrus domestica) è tra le piante da frutto più coltivate e, a seconda della cultivars, può crescere in tutta Italia, dalla Sicilia, sino al Trentino; ciò nonostante il miglior areale di crescita per questa specie è rappresentato dal Nord Italia.

Nelle prossime righe darò qualche informazione sulla coltivazione del Pero, cercando di spiegare come potarlo, trattarlo ed indicando in quale clima/terreno riesca a produrre al meglio.

Pera Matura

Origine e Diffusione

Pyrus communis è una specie nativa dell'Europa centro-orientale e rappresenta la classica pianta da frutto da climi freddi.
I primi riferimenti scritti della sua coltivazione risalgono all'epoca dei Greci e dei Romani, ma è plausibile che fosse conosciuta anche in precedenza.
A dover di cronaca dobbiamo sottolineare che esistono due sottospecie di Pero:

  • Pyrus communis sativa : è il gruppo di Peri "addomesticati"; comprende tutte le cultivars selezionate e coltivate per il frutto.
  • Pyrus communis piraster : noto come "Pero Selvatico", è comune e diffuso allo stato naturale. Produce Pere piccole e dalle scarse qualità organolettiche.

Il Pero è coltivato in tutte le zone temperate del Mondo, dall'Europa, all'America. In Italia ricopre un ruolo primario nell'economia agricola, infatti, tra tutti gli Stati della UE, è proprio il "Belpaese" a detenere il record di produzione di Pere.
Tra le varie regioni italiane è l'Emilia Romagna quella che conta il maggior numero di ettari dedicati alla coltivazione di questa specie.

Inoltre, soprattutto nel Nord Italia, il Pero è una delle piante da frutto più apprezzate dagli hobbisti ed è particolarmente diffusa nei giardini e negli orti privati.

A livello mondiale la leadership (nel 2011) spettava alla Cina che, da sola, ricopriva circa il 65% della produzione totale.

Rami di Pyrus communis

Lamburde e Zampa di Gallo del Pero

Com'è Fatta la Pianta del Pero - Botanica e Fisiologia

Il Pero (Pyrus communis) è una pianta decidua che appartiene alle Rosaceae, una famiglia che annovera al suo interno numerose piante da frutto da climi temperati freddi, tra cui anche Ciliegio ed Albicocco.
Sebbene non abbia alcun valore tassonomico, il Pero è considerato una Pomaceae; ovvero una di quelle piante che producono un pomo ("falso frutto"), contenente un torsolo ("vero frutto"), al cui interno sono presenti più semi a stretta vicinanza.
Altre Pomacee conosciute sono il Melo, il Cotogno e le Nespole .

Gemme Miste Gonfie Pyrus communis è una specie che si sviluppa sotto forma di piccolo albero; tuttavia, se lasciato crescere liberamente in un terreno ricco di nutrienti, dopo molti anni potrebbe superare i 14 metri (46 ft) di altezza.
Negli impianti commerciali i Peri vengono potati e mantenuti di dimensioni ben più ridotte e difficilmente superano i 3 metri (10 ft).
La crescita è vigorosa e la forma della chioma è generalmente piramidale, sebbene alcune varietà possano essere particolarmente assurgenti ("Peri Colonnari").

Le gemme del Pero si distinguono in gemme a legno e gemme miste, le prime daranno origine alla nuova vegetazione (rami), mentre le seconde produrranno fiori e foglie (difficilmente rami).
Ad inizio primavera le gemme a fiore si distinguono in quanto sono molto più ingrossate delle gemme a legno e si schiudono prima.

Il Pero tende a produrre sui giovani rami e quelli di oltre 4 anni di età sono di solito poco produttivi. Un tipico organo delle Pomacee è la Lamburda, un ramo molto corto che ha una crescita vegetativa annua di pochi millimetri e su cui possono esser presenti gemme sia a legno, che miste.
Talvolta più lamburde sono riunite su un unico ramo (Borsa), formando una struttura nota come Zampa di Gallo (o di Pollo), poiché ricorda molto questa parte dell'animale.
Un altro ramo fruttifero, molto lungo e sottile, è chiamato Brindillo. Esso è un ramo di un anno di età, in cui le gemme laterali sono a legno (e formeranno quindi nuovi brindilli o lamburde), mentre la gemma apicale è mista e produrrà dunque fiori/frutti.

La produzione di Pere di alta qualità avviene tipicamente sulle lamburde fruttiere (ovvero quelle con gemme miste).

Foglie Pyrus communisIl Pero comune possiede foglie di medie dimensioni (lunghe intorno ai 10 cm o 4 inch), di forma variabile a seconda della varietà, ma generalmente ovate, talvolta con l'apice appuntito, che le fa sembrare "cuoriformi".
La parte superiore delle foglie è lucida e color verde scuro, mentre quella inferiore è verde chiara, ma le foglioline appena emesse possono avere tonalità tendenti al rosso/marroncino.

I fiori del Pero sono raggruppati, in numero di 7-10, in corimbi e sbocciano, insieme alle foglie che li circondano, dalle gemme miste (vedi sopra) sviluppatesi nella stagione precedente.
Questi fiori, come tipico delle Rosacee, hanno solo 5 petali color bianco o rosa tenue (soprattutto nella fase di pre-fioritura), 5 sepali persistenti e sono di medie dimensioni.
I fiori del Pero, pur essendo ermafroditi, sono generalmente autosterili, sebbene esistano poche varietà autofertili. Per questo motivo è necessario avere almeno due piante diverse, affinché ci possa essere impollinazione incrociata, ricordandosi che i fiori di Pero hanno un nettare relativamente povero di zuccheri e, quindi, sono meno attraenti per gli insetti pronubi che potrebbero essere "distratti" da fiori più "appetitosi".

Alcuni Peri hanno l'attitudine a produrre frutti per partenogenesi, ovvero senza che avvenga fecondazione. Queste Pere, hanno un'elevata cascola, ma qualora riuscissero a svilupparsi sarebbero prive di semi.

La fioritura del Pero precede (solitamente) quella del Melo, ma è successiva rispetto a quella di molte Drupacee, come Albicocchi, Peschi e Susini ed avviene solitamente tra fine Marzo ed Aprile. Inoltre, rispetto a queste ultime piante, la sua fioritura è più scalare e prolungata e, all'interno di un'infiorescenza (corimbo), l'ultimo fiore a sbocciare è quello centrale, noto come King Flower (Re dei Fiori).

Il frutto, in realtà considerato "falso frutto" poiché deriva in gran parte dall'ingrossamento del ricettacolo (e non dell'ovaio), è di forma più o meno allungata e di color che varia dal marrone al giallo.
Anche il periodo di maturazione è molto variabile tra le cultivars: i Peri più precoci possono maturar i propri frutti già a fine Giugno, mentre i più tardivi li maturano anche a fine ottobre.
Alcune Pere sono indicate al consumo fresco, altre più idonee alla preparazione di confetture; alcune (solitamente le "Pere Estive") hanno breve conservabilità, altre (di solito le "Pere Autunnali") si conservano per mesi e possono esser consumate per tutto l'inverno.

L'apparato radicale del Pero si sviluppa ad una profondità media tra 60 ed 80 cm (24-31 inch) e si estende su una superficie superiore a quella della chioma.
Tuttavia è raro che Peri selezionati, vengano innestati su franco (ovvero che usino come portainnesto un altro Pero), poiché ciò causa una lenta messa a frutto ed una ridotta pezzatura dei frutti.

Il Pero può vivere sino ad un'età di 50-60 anni, talvolta esemplari isolati cresciuti in collina/bassa montagna possono raggiungere i 100 anni; questo limite non è però mai raggiunto negli impianti commerciali, poiché dopo 20-25 anni la produzione cala ed i "vecchi" peri sono più difficili da gestire.

Fioritura Pero

Fiori Pyrus communis


Dove Piantare il Pero ? - Coltivazione, Clima, Potature e Cure

Pyrus communis è una specie che predilige climi temperati freschi ed ha una buona resistenza al freddo, potendo sopravvivere a temperature minime di circa -20° C (-4° C), sebbene quest'ultime potrebbero danneggiare le gemme e compromettere la fruttificazione della stagione successiva.
Il Pero ha un elevato fabbisogno di freddo invernale, che si aggira attorno alle 800 ore e solo poche varietà (le uniche adatte ad essere coltivate nelle pianure del Sud Italia) possono fiorire normalmente senza che si raggiunga tale soglia.

Il Pero ama un'esposizione soleggiata, ma mal sopporta prolungati periodi caldi (temperature massime superiori ai 32° C o 90° F); inoltre gradisce l'umidità ed ha una mediocre resistenza alla siccità. Carenze idriche arrecano danni ai frutti, diminuendo sia la produzione (numero di frutti) sia la pezzatura (dimensione). Per questo motivo, in zone con estati secche, è necessaria un'opportuna irrigazione, ma è consigliabile anche un'operazione di fresatura.

Il terreno ideale per il Pero (sia se innestato su franco, sia sul più diffuso Cotogno) è fresco, fertile, profondo, permeabile, tendenzialmente sub-acido (pH inferiore a 7), ricco di humus e con calcare attivo non superiore al 6%.
Sono da evitare i terreni troppo compatti, sassosi, asfittici e ristagnanti (es. terreni argillosi). Tuttavia, scegliendo il  portainnesto più idoneo, si può ampliare l'areale di coltivazione.

Frutticino Pero
Frutti immaturi in accrescimento Pyrus communisNel Pereto è consigliabile l'inerbimento (parziale o totale), poiché aumenta il contenuto di sostanza organica, riduce i ristagni idrici, migliora la struttura del suolo ed, infine, aumenta la biodiversità locale, limitando la severità di eventuali patologie (stabilizza l'equilibrio preda-predatore).

Pyrus communis è una pianta piuttosto sensibile alle malattie ed è attaccata da diversi patogeni, sia di origine micotica, che virale.
La Ticchiolatura attacca sia foglie, che frutti ed è riconoscibile per via delle macchie nerastre. Le Pere colpite da ticchiolatura crescono deformate e, nei casi più gravi, la malattia porta alla caduta prematura dei frutti.
Gli Afidi sono molto attivi sui nuovi germogli, sottraendo loro nutrienti e non permettendo uno sviluppo armonico della pianta.
A livello commerciale sono indispensabili diversi trattamenti anticrittogamici; ad uso privato, invece, scegliendo la giusta cultivar ed accontentandosi di una resa inferiore, si possono ottenere discreti risultati anche nella coltivazione "biologica".

Il Pero vuole terreno ricco di sostanza organica ed è dunque consigliabile una buona concimazione; tuttavia, in un terreno fertile, questa pianta è piuttosto rustica e riesce a crescere senza troppi accorgimenti.
La concimazione del Pero deve essere completa di microelementi, in particolar modo di Ferro, la cui carenza (Clorosi Ferrica) porta all'ingiallimento delle foglie e conseguente ridotta attività fotosintetica ed il Calcio, particolarmente utile nella prima fase di ingrossamento del frutto, aumentandone la resistenza alle spaccature e la serbevolezza.

In autunno/inverno si può apportare sostanza organica (es. letame maturo) e, sebbene siano di solito sufficienti nel suolo, i due macro-elementi: Fosforo (per lo sviluppo delle radici) e Potassio (per le qualità del frutto).
In primavera si devono usare concimi ricchi di Azoto, elemento facilmente "lavabile" dalle piogge, ma assolutamente cruciale durante la ripresa vegetativa e lo sviluppo della nuova vegetazione.

La Potatura del Pero va eseguita a fine autunno (dopo la caduta delle foglie) o, nei climi più freddi, a fine inverno, dopo che siano passati i geli più intensi, ma comunque prima del germogliamento.
Questo albero è vigoroso ed è necessario asportare i succhioni (rami verticali prodotti sulle branche), tagliare i rami maldisposti e che si incrociano, sfoltendo ed arieggiando la chioma.
Sono importanti anche tagli di ritorno, per ringiovanire la pianta.
La potatura dipende anche dalla particolare cultivar, poiché piante diverse hanno diversa attitudine a produrre, chi prevalentemente sulle lamburde (la maggior parte), chi sui brindilli, chi sui rami misti etc.

Il Pero non è adatto alla coltivazione in vaso, a meno che non si utilizzino varietà nane o per brevi periodi.
Questa pianta da frutto, se coltivata in vaso, si può piantare durante tutto l'anno, prediligendo il periodo autunno-invernale; il Pero a radice nuda, invece, si pianta esclusivamente durante il riposo vegetativo, ovvero quando è privo di foglie.


Come Si Riproduce il Pero ? - Propagazione e Varietà

Il Pero è tipicamente moltiplicato tramite innesto, sebbene le piante si possano anche autoradicare. Piante auto-radicate (talea) hanno un'elevata vigoria e sono più indicate per terreni pochi fertili e meglio tolleranti al calcare attivo. Per contro sono difficili da ottenere ed entrano in produzione più tardivamente.
La propagazione per semina è rara, poiché è molto probabile che la nuova piantina produca pere piccole e di scarsa qualità.

I due principali porta-innesti utilizzati per il Pero sono Cotogno e Franco, ognuno dei quali presenta dei pro e dei contro :

  • Portainnesto "Cotogno" (Cydonia oblonga) : veloce messa a frutto, minor vigoria (dunque piante di dimensioni più ridotte) e Pere dai buoni caratteri sensoriali, ma ha lo svantaggio di produrre radici superficiali, che rendono il nesto sovrastante intollerante alla siccità e poco ancorato al terreno (es. in caso di vento/temporali). Inoltre ci può essere disaffinità d'innesto con alcune varietà (es. William e Kaiser).
  • Portainnesto "Franco" (Pyrus communis) : meno utilizzato del precedente, è indicato per terreni siccitosi, poco fertili. Conferiscono al nesto alta vigoria ed una maggiore longevità. Un altro vantaggio è la buona affinità di innesto (alta % di successo) e la maggior adattabilità a suoli calcarei. Per contro la messa a frutto e lenta, le Pere hanno pezzatura ridotta, sono meno colorate e meno gustose; inoltre hanno elevata attitudine a produrre polloni dalle radici (è dunque necessario un maggior controllo, sia in fase di potatura, sia durante la stagione vegetativa).

Infine c'è da sottolineare che esistono più varianti di queste due tipologie di portainnesto, ma le specifiche caratteristiche di ognuna di esse esulano dallo scopo di questo articolo.

Pyrus communis

Pere a Fine Estate