I Rododendri sono piante coltivate a scopo ornamentale che, in primavera, regalano copiose fioriture.
Essi sono molto diffusi nel Nord Italia e, sulle rive dei grandi laghi prealpini (su tutti il Lago Maggiore), diventano un vero è proprio simbolo i cui fiori, che sbocciano nel periodo che va da Aprile a fine a Maggio, richiamano turisti da mezza Italia.
I Rododendri sono sempre molto attraenti, in tutte le stagioni, ma quando fioriscono diventano unici e, non a caso, sono considerati simbolo di bellezza ed eleganza.
Essi sono molto diffusi nel Nord Italia e, sulle rive dei grandi laghi prealpini (su tutti il Lago Maggiore), diventano un vero è proprio simbolo i cui fiori, che sbocciano nel periodo che va da Aprile a fine a Maggio, richiamano turisti da mezza Italia.
I Rododendri sono sempre molto attraenti, in tutte le stagioni, ma quando fioriscono diventano unici e, non a caso, sono considerati simbolo di bellezza ed eleganza.
Come si coltiva un Rododendro? Può crescere solo in terreno acido? Può resistere al gelo? Quante specie ci sono? Quali differenze hanno?
Premessa, Origine e Diffusione :
Fino a non molti anni fa il genere Rhododendron conteneva al suo interno 8 sottogeneri, oggi raggruppati in 5, tra cui anche quello a cui appartengono le Azalee (Azaleastrum), di cui però parlerò altrove.
In questo articolo vorrei illustrare le caratteristiche del "vero" Rododendro, ovvero le piante appartenenti al sottogenere Rhododendron che, con circa 400 specie, è il più numeroso dei cinque.
Definire quale sia il luogo di origine dei Rododendri è praticamente impossibile dato che, a seconda della specie, crescono dalle zone tropicali, sino a quelle temperate; in montagna oltre il limite degli alberi ad alto fusto, sino alle zone di pianura; dall'Europa, sino all'estremo Oriente.
Molte specie di Rododendro sono native delle valli o degli altopiani dell'Himalaya e dei boschi di Cina e Giappone, sebbene non ne manchino di spontanee anche sulle Alpi o nel Nord America.
Il nome del genere può essere scisso in due parole: rhodon (rosa) e dendron (albero) che, tradotto dal Greco, significa Albero delle Rose, per via dei suoi fiori spesso sfumati di rosa.
I Rododendri che oggi adornano i giardini occidentali sono prevalentemente di origine Asiatica e si sono diffusi, in America ed Europa, relativamente da poco tempo.
Le specie più comuni crescono al meglio in un ambiente temperato a clima oceanico, con estati non torride ed umide. In Italia preferiscono il clima del settentrione, specie la zona Prealpina, mentre in Europa sono diffuse nel Regno Unito e sulla costa Atlantica della Francia.
Coltivazione, Clima e Cure delle Diverse Specie :
I Rododendri, come detto sopra, sono un genere e non un'unica specie, tuttavia alcune caratteristiche sono comuni alla maggior parte di essi.
La resistenza al freddo è sicuramente uno dei fattore che più differenzia le varie specie; quelle tropicali, come le appartenenti al gruppo delle Vireya, possono morire anche con temperature poco superiori agli 0° C (32° F). Anche le specie di Vireya che vivono in montagna (es. Rhododendron beyerinckianum), dove ci sono occasionali gelate, in Italia potrebbero morire di freddo anche durante un inverno mite, poiché nel loro habitat le gelate sono leggere, rare e di breve durata, accompagnate da temperature diurne elevate.
Tra i Rododendri "Vireya" sono pochissime le specie che crescono all'infuori dei tropici, tra queste il Rhododendron kawakamii, originario di Taiwan, può resistere a punte di -12° C (10°F).
Le qualità positive del gruppo Vireya sono notevoli: sono tra i Rododendri con i fiori più grossi, il fabbisogno di freddo invernale è nullo e, diversamente da quasi tutte le altre specie, sono rifiorenti e producono fiori per un periodo molto lungo. Per contro hanno una scarsa rusticità e, in Italia, sono per lo più coltivabili in serra.
Diciamo che, per il clima Italiano, la coltivazione dei Rododendri non presenta grossi problemi, semmai, più che il freddo invernale, potrebbe creare qualche ostacolo l'elevata temperatura estiva.
Infatti, in Italia, il meridione è la zona meno vocata e, qualora si volesse tentare, bisognerà optare per una collocazione fresca ed il più possibile umida. Rhododendron album è tra le migliori specie per la coltivazione in climi caldi.
I Rododendri gradiscono un'esposizione a mezz'ombra o persino ombrosa, sebbene quest'ultima potrebbe ridurre il numero dei fiori.
In zone con frequenti coperture nuvolose estive, come in Irlanda, si può sviluppare anche in pieno Sole ma, in Italia, questa condizione fa soffrire buona parte delle specie, dando alle piante un aspetto floscio e foglie bruciate.
Utilizziamole come piante da sottobosco, collocandole all'ombra di grandi alberi a chioma rada, almeno per le ore centrali della giornata.
L'aspetto da non sottovalutare è il terreno, i Rododendri sono piante acidofile e piuttosto esigenti. Per via dell'apparato radicale poco espanso, il suolo deve essere mantenuto umido, ma non ci devono essere ristagni idrici.
Il terreno deve essere ricco di sostanza organica e ben areato, laddove vi siano terreni pesanti e con poca ossigenazione, i Rododendri soffrono di Clorosi, ovvero producono poca clorofilla e, di conseguenza, hanno una ridotta attività fotosintetica e foglie gialle (o "scolorite").
Suoli troppo compatti e/o rocciosi possono diventare un problema in quanto le esili radici faticano a farsi spazio ed a svilupparsi correttamente.
Fondamentale è l'acidità del terreno, che deve essere compresa tra pH 4,5 e 6. Per mantenere basso il pH può essere utile aggiungere aghi di pino e foglie di faggio, ma anche utilizzare altri ammendanti come il solfato di ferro; non usate il solfato di allumino che, per queste piante, è tossico.
In terreni calcarei e basici, frequenti nel Centro-Sud Italia, questi accorgimenti potrebbero non essere sufficienti. Rododendri cresciuti in terreni non acidi sono riconoscibili dalle foglie gialle, con venature che rimangono verdi.
Dato il ridotto sviluppo radicale, queste piante sono particolarmente adatte per la coltivazione in vaso che, tra l'altro, permette un miglior controllo dell'acidità del terreno o l'utilizzo di comuni terreni per piante acidofile, facilmente trovabili in commercio.
Le innaffiature, soprattutto in estate, devono essere frequenti, ma non abbondanti, lasciando il terreno umido anche in superficie; data la scarsa resistenza alla siccità è consigliabile effettuare una buona pacciamatura con cortecce.
Nell'annaffiare queste piante dovremo prestare attenzione a non usare acqua calcarea (come quella che esce dal rubinetto di casa, in molte zone d'Italia), preferendo l'acqua piovana, magari raccolta direttamente dalla nostra grondaia.
In terreni fertili le concimazioni non sono strettamente necessarie; tuttavia, tra tardo inverno ed inizio primavera, prima che fioriscano, si possono usare concimi specifici per acidofile, solitamente con dosaggi inferiori rispetto a quelli per altre piante. Ricordatevi che un eccesso di fertilizzanti, specie quelli azotati, possono bruciare l'apparato radicale e far morire l'intera pianta. Il fosforo (K) è un elemento necessario per la produzione di boccioli fiorali, ma anche qui un sovra-dosaggio potrebbe aver effetti opposti. In fine ricordatevi di non concimare con la cenere, poiché essa innalza (rende più basico) il pH del terreno.
Come e Dove Piantare i Rododendri?
Prima di tutto scegliere una collocazione che sia quanto più simile a ciò che la pianta gradisce (vedi sopra), ricordando che, mediamente, i Rododendri amano un clima oceanico, in cui non ci siano eccessivi sbalzi termici, né verso il basso, né tanto meno verso l'alto. Prediligere le esposizioni a Nord-Ovest o Nord-Est, rispetto quelle a Sud.
Inoltre è utile sapere che questo genere di piante non ama i venti e mal sopporta la salsedine ed un'esposizione marina.
I Rododendri a foglia larga sono generalmente più sensibili sia al vento, che al Sole diretto, rispetto a quelli a foglia stretta. Dunque, nelle zone del Centro-Sud Italia, converrà orientarsi su quest'ultima categoria.
In aree con inverni particolarmente freddi, il periodo migliore per piantarli è l'inizio della primavera, mentre laddove vi siano estati calde e secche, converrà piantarli in autunno, dando modo alla pianta di ambientarsi per 9 mesi, prima del ritorno della stagione a lei più ostica. In zone senza grossi estremi di temperatura si possono piantare durante tutto l'anno.
Per la piantumazione si deve scavare una buca che abbia un volume almeno doppio, rispetto al vaso da cui si preleva la pianta. La differenza di volume deve essere colmata con terriccio per acidofile e ammendanti per mantenere acido il terreno. E' meglio evitare zone prossime a muretti in calcestruzzo, poiché esso fa diminuire l'acidità del terreno con cui è a contatto.
In terreni leggermente asfittici, pesanti e poco drenanti è meglio scegliere una posizione non pianeggiante, affinché l'acqua possa scorrere sul pendio, senza ristagnare.
Ricordatevi di interrare le radici fino al colletto, piantumazioni troppo profonde o superficiali possono arrecare danni e rallentare la crescita.
Botanica e Fisiologia :
I "veri" Rododendri sono piante sempreverdi, appartenenti alla famiglia delle Ericaceae ed al sub-genere Rhododendron.
Il portamento è generalmente arbustivo, con diverse ramificazioni che partano dalla parte bassa del tronco. Le specie hanno sviluppi considerevolmente diversi, per esempio il Rhododendron yakushimanum ed i suoi ibridi hanno una forma allargata, ma un'altezza che non supera i 60 cm (24 in), tanto da essere chiamati "Rododendri nani"; mentre il Rhododendron arboreum ha una forma "ad albero" e può superare i 10 m (33 ft) di altezza.
Mediamente i Rododendri raggiungono le dimensioni di un piccolo albero, ovvero circa 2-4 m (6,5-13 ft), ma la loro crescita è notevolmente più lenta rispetto a quella di molte altre specie arboree; di conseguenza ci vogliono decenni prima di arrivare a tali altezze e, con opportune potature, si possono mantenere ben più contenuti.
L'apparato radicale è assai compatto, superficiale e si espande prevalentemente in senso orizzontale, raggiungendo una profondità raramente superiore ai 30 cm (12 in). Le radici sono prive sia di fittoni, che di veri e propri peli radicali (così come li conosciamo in altre piante) e sono una sorta di groviglio di radichette molto sottili e ravvicinate tra loro.
L'assenza di vigoria radicale non permette ai rododendri di radicarsi nei terreni duri e sassosi; per di più radici superficiali seccano più facilmente bruciate dal sole e, non potendo "pescare" in profondità, rendono queste specie incapaci di sopravvivere a lunghi periodi di siccità.
Tuttavia l'apparato radicale poco espanso ha anche i suoi vantaggi: in primis permette una proficua coltivazione anche in vasi relativamente piccoli, inoltre rende possibile il trapianto anche di esemplari adulti ed affrancati.
Le gemme che daranno origine ai fiori o al nuovo legno sono notevolmente diverse e distinguibili anche agli occhi di un profano. Le gemme a fiore sono di grosse dimensioni e si formano in estate, all'apice dei rami prodotti nell'annata. Le gemme a legno sono piccole, più numerose e disposte lungo i rami, in corrispondenza dell'ascella fogliare.
I fiori dei Rododendri variano considerevolmente da specie a specie, sia come dimensione, sia come colore. Essi hanno solitamente tinte sgargianti e, a parte Blu, Nero e Grigio, se ne possono trovare di tutti i colori, dal Rosso del Rhododendron thomsonii, al rosa-salmone del Rhododendron japonicum, sino al violetto del diffuso Rhododendron catawbiense.
Ad ogni modo, nei "veri" Rododendri (diversamente dalle Azalee), da ogni gemma a fiore vengono prodotti più fiori (in genere 6 o 7, talvolta di più), ognuno dei quali è composto da 5 petali e da antere molto lunghe.
I fiori, posti nella parte terminale dei rami, possono essere piatti, a campana o ad imbuto e possono avere un diametro pari alla lunghezza di una grossa mano (circa 20 cm o 8 in). Inoltre, in alcune varietà, possono essere leggermente profumati.
Il periodo di fioritura varia tra le specie, sebbene sia generalmente primaverile. L'ibrido Rhododendron 'Seta' è tra i più precoci, e può fiorire anche sul finir dell'inverno, mentre il Rhododendron "Arthur Osborne" è tardivo e fiorisce in estate (tra giugno e settembre). In climi caldi qualche fiore può sbocciare anche in autunno.
La fioritura dei Rododendri è davvero generosa ed i fiori ricoprono tutta la pianta facendola sembrare, in molti casi, quasi priva di foglie.
Le foglie del Rododendro sono a forma più o meno allungata, ellittica e di color verde scuro. In alcune specie, esse possono raggiungere anche i 50 cm (20 in) di lunghezza ed al tatto sono lisce e coriacee.
Negli esemplari adulti di alcune varietà, le foglie possono essere piuttosto rade e collocate circolarmente a livello degli internodi.
I frutti sono delle capsule ovoidali che, a maturazione, diventano secchi, marroni e si aprono, disperdendo i semi.
Moltiplicazione, Potatura e Malattie :
La riproduzione per semina (sessuata) si attua raccogliendo i semi in autunno e seminandoli in vaso verso febbraio. Tuttavia con questo metodo, oltre a dover attendere anni prima di ottenere i fiori, non saremo sicuri di avere le stesse caratteristiche della pianta madre (clicca qua).
I Rododendri si possono moltiplicare anche per via vegetativa (asessuata), tramite talea. In questo caso, sul finir dell'estate, si tagliano dei rami (di annata) non ancora completamente lignificati e, dopo aver rimosso metà delle foglie e le eventuali gemme a fiore, si interrano.
Tuttavia il metodo più efficace e comune per moltiplicarli è la propaggine; in questo caso si prende un ramo nella parte bassa della pianta e, dopo averlo inciso, lo si mette a contatto con il suolo e lo si tiene in tale posizione, per esempio con l'ausilio di un sasso, sino ad avvenuta radicazione; successivamente si rimuove il ramo "radicato" dalla pianta madre e lo si fa crescere in vaso.
Un tempo l'innesto era la tecnica più comune, oggigiorno la si usa solo qualora si vogliano moltiplicare piante con particolari esigenze, utilizzando porta-innesti opportuni.
La potatura, di norma, non è necessaria ed ha come unico scopo quello di contenere le dimensioni della pianta, di dare forma alla chioma o di rimuovere rami vecchi e mal posizionati.
Dato che le gemme a fiore vengono prodotte all'apice della nuova vegetazione, conviene potare appena dopo la fioritura, così da non perdere la fioritura dell'anno successivo.
I Rododendri, fortunatamente, sono piante longeve e resistenti alle malattie. La maggior parte dei danni sono ascrivibili a fattori abiotici (pH del suolo, freddo, caldo, troppo Sole etc.), più che a parassiti o patogeni. Le rare malattie virali hanno di solito un decorso rapido, senza arrecare grossi disturbi.
Fino a non molti anni fa il genere Rhododendron conteneva al suo interno 8 sottogeneri, oggi raggruppati in 5, tra cui anche quello a cui appartengono le Azalee (Azaleastrum), di cui però parlerò altrove.
In questo articolo vorrei illustrare le caratteristiche del "vero" Rododendro, ovvero le piante appartenenti al sottogenere Rhododendron che, con circa 400 specie, è il più numeroso dei cinque.
Definire quale sia il luogo di origine dei Rododendri è praticamente impossibile dato che, a seconda della specie, crescono dalle zone tropicali, sino a quelle temperate; in montagna oltre il limite degli alberi ad alto fusto, sino alle zone di pianura; dall'Europa, sino all'estremo Oriente.
Molte specie di Rododendro sono native delle valli o degli altopiani dell'Himalaya e dei boschi di Cina e Giappone, sebbene non ne manchino di spontanee anche sulle Alpi o nel Nord America.
Il nome del genere può essere scisso in due parole: rhodon (rosa) e dendron (albero) che, tradotto dal Greco, significa Albero delle Rose, per via dei suoi fiori spesso sfumati di rosa.
I Rododendri che oggi adornano i giardini occidentali sono prevalentemente di origine Asiatica e si sono diffusi, in America ed Europa, relativamente da poco tempo.
Le specie più comuni crescono al meglio in un ambiente temperato a clima oceanico, con estati non torride ed umide. In Italia preferiscono il clima del settentrione, specie la zona Prealpina, mentre in Europa sono diffuse nel Regno Unito e sulla costa Atlantica della Francia.
Coltivazione, Clima e Cure delle Diverse Specie :
I Rododendri, come detto sopra, sono un genere e non un'unica specie, tuttavia alcune caratteristiche sono comuni alla maggior parte di essi.
La resistenza al freddo è sicuramente uno dei fattore che più differenzia le varie specie; quelle tropicali, come le appartenenti al gruppo delle Vireya, possono morire anche con temperature poco superiori agli 0° C (32° F). Anche le specie di Vireya che vivono in montagna (es. Rhododendron beyerinckianum), dove ci sono occasionali gelate, in Italia potrebbero morire di freddo anche durante un inverno mite, poiché nel loro habitat le gelate sono leggere, rare e di breve durata, accompagnate da temperature diurne elevate.
Tra i Rododendri "Vireya" sono pochissime le specie che crescono all'infuori dei tropici, tra queste il Rhododendron kawakamii, originario di Taiwan, può resistere a punte di -12° C (10°F).
Le qualità positive del gruppo Vireya sono notevoli: sono tra i Rododendri con i fiori più grossi, il fabbisogno di freddo invernale è nullo e, diversamente da quasi tutte le altre specie, sono rifiorenti e producono fiori per un periodo molto lungo. Per contro hanno una scarsa rusticità e, in Italia, sono per lo più coltivabili in serra.
Altre specie possono invece resistere a -40° C (-40° F) e prosperare fino a zone USDA 4. Tra i Rododendri più rustici possiamo ricordare il Rhododendron ferrugineum (Rosa delle Alpi), che cresce spontaneo sulle nostre Alpi, sia come pianta da sottobosco nei boschi di Conifere, sia su pendii oltre il limite degli alberi, dove la neve permane per molti mesi all'anno; oppure il Rhododendron dauricum, originario della Mongolia e del Nord della Cina che, incrociato con il Rhododendron carolinianum, (nativo della Carolina negli Stati Uniti), ha dato origine ad alcuni tra gli ibridi più famosi e resistenti al gelo (P.J.M. Hybrids).
In ultimo vorrei menzionare il Rhododendron lapponicum che, crescendo nella tundra artica, ha un portamento prostrato e può sopportare temperature inferiori ai -50° C (-58° F).
Tra questi estremi si collocano la maggior parte delle specie di Rododendro che, in linea generale, possono sopportare, senza subire danni, temperature comprese tra -15° C e -20°C (5/-4° F). Ad esempio il Rhododendron auriculatum, noto per l'atipica fioritura estiva (e non primaverile), può resistere fino a -18° C (0° F).Diciamo che, per il clima Italiano, la coltivazione dei Rododendri non presenta grossi problemi, semmai, più che il freddo invernale, potrebbe creare qualche ostacolo l'elevata temperatura estiva.
Infatti, in Italia, il meridione è la zona meno vocata e, qualora si volesse tentare, bisognerà optare per una collocazione fresca ed il più possibile umida. Rhododendron album è tra le migliori specie per la coltivazione in climi caldi.
I Rododendri gradiscono un'esposizione a mezz'ombra o persino ombrosa, sebbene quest'ultima potrebbe ridurre il numero dei fiori.
In zone con frequenti coperture nuvolose estive, come in Irlanda, si può sviluppare anche in pieno Sole ma, in Italia, questa condizione fa soffrire buona parte delle specie, dando alle piante un aspetto floscio e foglie bruciate.
Utilizziamole come piante da sottobosco, collocandole all'ombra di grandi alberi a chioma rada, almeno per le ore centrali della giornata.
L'aspetto da non sottovalutare è il terreno, i Rododendri sono piante acidofile e piuttosto esigenti. Per via dell'apparato radicale poco espanso, il suolo deve essere mantenuto umido, ma non ci devono essere ristagni idrici.
Il terreno deve essere ricco di sostanza organica e ben areato, laddove vi siano terreni pesanti e con poca ossigenazione, i Rododendri soffrono di Clorosi, ovvero producono poca clorofilla e, di conseguenza, hanno una ridotta attività fotosintetica e foglie gialle (o "scolorite").
Suoli troppo compatti e/o rocciosi possono diventare un problema in quanto le esili radici faticano a farsi spazio ed a svilupparsi correttamente.
Fondamentale è l'acidità del terreno, che deve essere compresa tra pH 4,5 e 6. Per mantenere basso il pH può essere utile aggiungere aghi di pino e foglie di faggio, ma anche utilizzare altri ammendanti come il solfato di ferro; non usate il solfato di allumino che, per queste piante, è tossico.
In terreni calcarei e basici, frequenti nel Centro-Sud Italia, questi accorgimenti potrebbero non essere sufficienti. Rododendri cresciuti in terreni non acidi sono riconoscibili dalle foglie gialle, con venature che rimangono verdi.
Dato il ridotto sviluppo radicale, queste piante sono particolarmente adatte per la coltivazione in vaso che, tra l'altro, permette un miglior controllo dell'acidità del terreno o l'utilizzo di comuni terreni per piante acidofile, facilmente trovabili in commercio.
Le innaffiature, soprattutto in estate, devono essere frequenti, ma non abbondanti, lasciando il terreno umido anche in superficie; data la scarsa resistenza alla siccità è consigliabile effettuare una buona pacciamatura con cortecce.
Nell'annaffiare queste piante dovremo prestare attenzione a non usare acqua calcarea (come quella che esce dal rubinetto di casa, in molte zone d'Italia), preferendo l'acqua piovana, magari raccolta direttamente dalla nostra grondaia.
In terreni fertili le concimazioni non sono strettamente necessarie; tuttavia, tra tardo inverno ed inizio primavera, prima che fioriscano, si possono usare concimi specifici per acidofile, solitamente con dosaggi inferiori rispetto a quelli per altre piante. Ricordatevi che un eccesso di fertilizzanti, specie quelli azotati, possono bruciare l'apparato radicale e far morire l'intera pianta. Il fosforo (K) è un elemento necessario per la produzione di boccioli fiorali, ma anche qui un sovra-dosaggio potrebbe aver effetti opposti. In fine ricordatevi di non concimare con la cenere, poiché essa innalza (rende più basico) il pH del terreno.
Come e Dove Piantare i Rododendri?
Prima di tutto scegliere una collocazione che sia quanto più simile a ciò che la pianta gradisce (vedi sopra), ricordando che, mediamente, i Rododendri amano un clima oceanico, in cui non ci siano eccessivi sbalzi termici, né verso il basso, né tanto meno verso l'alto. Prediligere le esposizioni a Nord-Ovest o Nord-Est, rispetto quelle a Sud.
Inoltre è utile sapere che questo genere di piante non ama i venti e mal sopporta la salsedine ed un'esposizione marina.
I Rododendri a foglia larga sono generalmente più sensibili sia al vento, che al Sole diretto, rispetto a quelli a foglia stretta. Dunque, nelle zone del Centro-Sud Italia, converrà orientarsi su quest'ultima categoria.
In aree con inverni particolarmente freddi, il periodo migliore per piantarli è l'inizio della primavera, mentre laddove vi siano estati calde e secche, converrà piantarli in autunno, dando modo alla pianta di ambientarsi per 9 mesi, prima del ritorno della stagione a lei più ostica. In zone senza grossi estremi di temperatura si possono piantare durante tutto l'anno.
Per la piantumazione si deve scavare una buca che abbia un volume almeno doppio, rispetto al vaso da cui si preleva la pianta. La differenza di volume deve essere colmata con terriccio per acidofile e ammendanti per mantenere acido il terreno. E' meglio evitare zone prossime a muretti in calcestruzzo, poiché esso fa diminuire l'acidità del terreno con cui è a contatto.
In terreni leggermente asfittici, pesanti e poco drenanti è meglio scegliere una posizione non pianeggiante, affinché l'acqua possa scorrere sul pendio, senza ristagnare.
Ricordatevi di interrare le radici fino al colletto, piantumazioni troppo profonde o superficiali possono arrecare danni e rallentare la crescita.
Botanica e Fisiologia :
I "veri" Rododendri sono piante sempreverdi, appartenenti alla famiglia delle Ericaceae ed al sub-genere Rhododendron.
Il portamento è generalmente arbustivo, con diverse ramificazioni che partano dalla parte bassa del tronco. Le specie hanno sviluppi considerevolmente diversi, per esempio il Rhododendron yakushimanum ed i suoi ibridi hanno una forma allargata, ma un'altezza che non supera i 60 cm (24 in), tanto da essere chiamati "Rododendri nani"; mentre il Rhododendron arboreum ha una forma "ad albero" e può superare i 10 m (33 ft) di altezza.
Mediamente i Rododendri raggiungono le dimensioni di un piccolo albero, ovvero circa 2-4 m (6,5-13 ft), ma la loro crescita è notevolmente più lenta rispetto a quella di molte altre specie arboree; di conseguenza ci vogliono decenni prima di arrivare a tali altezze e, con opportune potature, si possono mantenere ben più contenuti.
L'apparato radicale è assai compatto, superficiale e si espande prevalentemente in senso orizzontale, raggiungendo una profondità raramente superiore ai 30 cm (12 in). Le radici sono prive sia di fittoni, che di veri e propri peli radicali (così come li conosciamo in altre piante) e sono una sorta di groviglio di radichette molto sottili e ravvicinate tra loro.
L'assenza di vigoria radicale non permette ai rododendri di radicarsi nei terreni duri e sassosi; per di più radici superficiali seccano più facilmente bruciate dal sole e, non potendo "pescare" in profondità, rendono queste specie incapaci di sopravvivere a lunghi periodi di siccità.
Tuttavia l'apparato radicale poco espanso ha anche i suoi vantaggi: in primis permette una proficua coltivazione anche in vasi relativamente piccoli, inoltre rende possibile il trapianto anche di esemplari adulti ed affrancati.
Le gemme che daranno origine ai fiori o al nuovo legno sono notevolmente diverse e distinguibili anche agli occhi di un profano. Le gemme a fiore sono di grosse dimensioni e si formano in estate, all'apice dei rami prodotti nell'annata. Le gemme a legno sono piccole, più numerose e disposte lungo i rami, in corrispondenza dell'ascella fogliare.
I fiori dei Rododendri variano considerevolmente da specie a specie, sia come dimensione, sia come colore. Essi hanno solitamente tinte sgargianti e, a parte Blu, Nero e Grigio, se ne possono trovare di tutti i colori, dal Rosso del Rhododendron thomsonii, al rosa-salmone del Rhododendron japonicum, sino al violetto del diffuso Rhododendron catawbiense.
Ad ogni modo, nei "veri" Rododendri (diversamente dalle Azalee), da ogni gemma a fiore vengono prodotti più fiori (in genere 6 o 7, talvolta di più), ognuno dei quali è composto da 5 petali e da antere molto lunghe.
I fiori, posti nella parte terminale dei rami, possono essere piatti, a campana o ad imbuto e possono avere un diametro pari alla lunghezza di una grossa mano (circa 20 cm o 8 in). Inoltre, in alcune varietà, possono essere leggermente profumati.
Il periodo di fioritura varia tra le specie, sebbene sia generalmente primaverile. L'ibrido Rhododendron 'Seta' è tra i più precoci, e può fiorire anche sul finir dell'inverno, mentre il Rhododendron "Arthur Osborne" è tardivo e fiorisce in estate (tra giugno e settembre). In climi caldi qualche fiore può sbocciare anche in autunno.
La fioritura dei Rododendri è davvero generosa ed i fiori ricoprono tutta la pianta facendola sembrare, in molti casi, quasi priva di foglie.
Le foglie del Rododendro sono a forma più o meno allungata, ellittica e di color verde scuro. In alcune specie, esse possono raggiungere anche i 50 cm (20 in) di lunghezza ed al tatto sono lisce e coriacee.
Negli esemplari adulti di alcune varietà, le foglie possono essere piuttosto rade e collocate circolarmente a livello degli internodi.
I frutti sono delle capsule ovoidali che, a maturazione, diventano secchi, marroni e si aprono, disperdendo i semi.
Moltiplicazione, Potatura e Malattie :
La riproduzione per semina (sessuata) si attua raccogliendo i semi in autunno e seminandoli in vaso verso febbraio. Tuttavia con questo metodo, oltre a dover attendere anni prima di ottenere i fiori, non saremo sicuri di avere le stesse caratteristiche della pianta madre (clicca qua).
I Rododendri si possono moltiplicare anche per via vegetativa (asessuata), tramite talea. In questo caso, sul finir dell'estate, si tagliano dei rami (di annata) non ancora completamente lignificati e, dopo aver rimosso metà delle foglie e le eventuali gemme a fiore, si interrano.
Tuttavia il metodo più efficace e comune per moltiplicarli è la propaggine; in questo caso si prende un ramo nella parte bassa della pianta e, dopo averlo inciso, lo si mette a contatto con il suolo e lo si tiene in tale posizione, per esempio con l'ausilio di un sasso, sino ad avvenuta radicazione; successivamente si rimuove il ramo "radicato" dalla pianta madre e lo si fa crescere in vaso.
Un tempo l'innesto era la tecnica più comune, oggigiorno la si usa solo qualora si vogliano moltiplicare piante con particolari esigenze, utilizzando porta-innesti opportuni.
La potatura, di norma, non è necessaria ed ha come unico scopo quello di contenere le dimensioni della pianta, di dare forma alla chioma o di rimuovere rami vecchi e mal posizionati.
Dato che le gemme a fiore vengono prodotte all'apice della nuova vegetazione, conviene potare appena dopo la fioritura, così da non perdere la fioritura dell'anno successivo.
I Rododendri, fortunatamente, sono piante longeve e resistenti alle malattie. La maggior parte dei danni sono ascrivibili a fattori abiotici (pH del suolo, freddo, caldo, troppo Sole etc.), più che a parassiti o patogeni. Le rare malattie virali hanno di solito un decorso rapido, senza arrecare grossi disturbi.