mercoledì 20 maggio 2015

Che Cos'è la Bolla del Pesco (Taphrina deformans) ? Come si Combatte ?

Come combattere la "Bolla del Pesco" è una domanda annosa e, sotto molti punti di vista, non ancora del tutto risolta.

Ma è possibile prevenire, curare o quantomeno alleviare i danni provocati dalla Bolla del Pesco?

La Bolla del Pesco è la malattia causata dal fungo patogeno, Taphrina deformans, che provoca gravi danni ai Peschi (Prunus persica). Questo fungo può essere molto aggressivo e può colpire rametti, foglie, fiori e frutti, tuttavia l'apparato colpito in maniera più massiccia risulta essere quello fogliare.

Già i germogli possono mostrare i sintomi di questa malattia, che diventano via via più evidenti con la fogliazione.

Foglie con bolla del pesco

























 Le foglie colpite sono caratterizzate dall'avere una superficie contorta e un aspetto carnoso. Inoltre il colore delle foglie diventa rossastro.
Le foglie danneggiate hanno una ridotta capacità fotosintetica e spesso cadono dalla pianta che, nei casi peggiori, può rimanere quasi totalmente defogliata a fine Aprile-inizio Maggio, pregiudicando la fruttificazione dell'annata e, spesso, anche quella dell'anno seguente. 

taphrina deformans attacks

peach damaged leafs

























 La Bolla del Pesco ha il suo apice nei mesi primaverili, in quanto questo fungo trova il proprio optimum di crescita in condizioni di umidità elevata e temperature fresche.
Tuttavia il deperimento della pianta in questa fase, il dover rimettere nuovamente foglie etc. si ripercuote anche nelle stagioni successive.
Il fungo sverna sui rametti e le ascospore sono pronte per l'infezione non appena vi è il successivo germogliamento. La pioggia è indispensabile per la diffusione del patogeno e la temperatura non deve superare i 18-20 °C.
Come accennato, in estate difficilmente vedremo foglie come quelle di queste foto, infatti questo fungo (Taphrina deformans)  muore a temperature di 30° C.

Foglie pesco malateAttacco bolla del pesco
Come Proteggere i Peschi dalla Bolla ?


La Bolla del Pesco solitamente non uccide i Peschi, ma porta loro ad una forte condizione di stress, la quale provoca la caduta dei frutti ed un generale deperimento della pianta, rendendola più soggetta a future infezioni da parte di insetti, virus e funghi patogeni.

Per queste ragioni la prevenzione, sia attiva che passiva, diventa indispensabile al fine di poter mangiare i suoi gustosi frutti.

  • In primis, Scegliere Varietà Resistenti. E' noto che le Nettarine (Pesche Noci) siano mediamente più sensibili delle Pesche ma, anche all'interno delle Pesche, ci sono sostanziali differenze. Ad es. la cultivar Reine Des Verger è tollerante alla Bolla, così come molte cultivars di Pesca "Della Vigna" (ad es. la "Sanguina di Savoia") sono meno soggette ad attacchi. Anche molte varietà "Antiche" sono spesso assai più resistenti di quelle moderne ed il loro gusto non teme confronti.
  • Il Luogo Giusto: come detto sopra, questo fungo si sviluppa al meglio laddove vi sia una primavera lunga, fresca e piovosa/umida. Ecco perché il Nord Italia, con le sue vallate umide e nebbiose, è meno indicato del Sud Italia. Tuttavia zone interne e pianeggianti (es. Emilia Romagna) hanno temperature primaverili più alte delle zone costiere anche del Sud Italia, non a caso questa regione è tra le maggiori produttrici di Pesche. Se possibile meglio prediligere colline interne esposte a Sud, dove la rugiada e l'umidità sia limitata ed evitare le zone costiere o lacustri, quelle limitrofe a boschi od ombreggiate.
  • Lotta Agronomica : fare impianti con piante distanziate, effettuare potature volte ad arieggiare la chioma ed, in autunno, rimuovere e bruciare le foglie cadute ed i rami potati, al fine di eliminare le ascospore di Taphrina deformans, limitando il diffondersi della malattia.
  • Trattamenti con Anticrittogamici:

    I° trattamento : A novembre, periodo caduta foglie o immediatamente successivo.
    II° trattamento: Rigonfiamento gemme, verso fine Febbraio.

    Trattamenti successivi, a concentrazioni non fito-tossiche per la pianta, potranno esser eseguiti anche durante la fase vegetativa. Questi trattamenti conterranno il danno, ma non lo elimineranno. Solo l'arrivo di giornate calde (sopra i 25° C) e soleggiate potranno mettere la parola fine a questa malattia.

    Prodotti usati sono spesso Ziram e Tiram
Foglie colpite da taphrina deformans

sabato 16 maggio 2015

Come Coltivare l'Albicocco (Prunus armeniaca) ?


L'Albicocco è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacea ed alla sottofamiglia delle Drupacee (caratterizzate da avere un unico seme piuttosto grande all'interno del frutto).

Nelle prossime righe cercheremo di capire com'è la fenologia dell'Albicocco, qual è il suo habitat e come coltivarlo.

Albicocca varietà Pisana


L'origine dell'Albicocco (Prunus armeniaca) è da ricercarsi nell'estremo oriente laddove il Nord della Cina confina con la Russia. La sua storia è molto lunga e ci sono testimonianza di questo frutto già 4.000 anni fa.
Dal luogo d'origine si diffuse per tutta l'Asia centrale sino a raggiunge l'Armenia e da lì il Mediterraneo. Il nome scientifico, Prunus armeniaca, fu dato da Linneo credendo, erroneamente, che la sua origine fosse appunto l'Armenia.

La pianta ha un portamento medio e, se non potata, può raggiungere 5-6 metri di altezza. Essendo una specie decidua, durante l'inverno è spoglia e ciò lascia intravedere molto bene le gemme e il legno. L'albicocco preferisce un'esposizione soleggiata ed un terreno drenante, l'eccessiva umidità può favorire l'attacco da parte della Monilia (Monilia fructigena e Monilia laxa sono le specie più diffuse), un fungo piuttosto aggressivo nei confronti dell'albicocco. In Italia è coltivabile praticamente ovunque, sebbene preferisca le zone più miti dove non vi siano gelate tardive.

Il legno risulta di un colore rossastro con delle lenticelle bianche. Con la crescita i rami acquistano delle striature particolari e contraddistive.

La potatura dell'Albicocco va effettuata in Autunno-Inverno, quando le foglie sono cadute, ma non vi è il rischio di brinate. Prunus armeniaca è una specie che non ama potature drastiche, che causano Gommosi; per questo motivo è consigliabile potare tutti gli anni, un po', per non accorgersi dopo 5-6 anni che la pianta è troppo grande e dover "tagliare" rami dal grosso diametro.

Sebbene l'Albicocco sia considerato una specie adatta a climi Mediterranei, esso è piuttosto resistente al freddo ed, in Italia, può crescere da Nord a Sud ed, anzi, è proprio l'Emilia Romagna, con i suoi gelidi inverni, ad essere una delle regioni in cui concentra la maggior produzione a scopo industriale.

Prunus armeniaca ha un apparato radicale profondo che conferisce una notevole resistenza alla siccità; tuttavia, in zone molto aride, per ridurre al minimo le innaffiature, si è soliti utilizzare il Mandorlo (Prunus dulcis) come portainnesto.

Come si intuisce dall'ultima frase, l'Albicocco si moltiplica prevalentemente tramite innesto, ciononostante si può riprodurre anche tramite seme e, se sarete fortunati, inizierà a fruttificare dopo 5-6 anni.


Le  gemme dell'albicocco possono essere a fiore o a legno. Le prime, che daranno origine ai fiori, sono più grosse e tondeggianti. Su molti rami vi è un trio di gemme in cui le due laterali sono a fiore e quella centrale a legno.

Gemme a legno prunus armeniaca
Gemme a legno



Gemme a legno albicocco
Gemme a legno



Gemme a fiore Prunus armeniaca
Gemme a fiore



Gemme a fiore albicocco
Gemme a fiore



Al centro una gemma a legno, all'esterno due gemme a fiore

L'Albicocco ha notevole resistenza ai freddi invernali e sopporta temperature minime inferiori ai -15° C (5° F), tuttavia le sue gemme sono tra le prime a muoversi e a fiorire, di conseguenza è piuttosto soggetta ai ritorni di freddo.

Già ad inizio febbraio le gemme a fiore iniziano ad ingrossarsi risultando di un bel rosso rosato.

Bottoni rosa albicocco



Gemme gonfie prunus armeniaca




Poco dopo iniziano a schiudersi lasciando intravedere i petali che, essendo bianchi, fanno un forte contrasto







Apertura fiori albicocco
Come accennato prima la fioritura è molto precoce e, al Sud, può avvenire anche a metà febbraio o prima. Per questo è fondamentale, per chi vive in zone a rischio di gelate primaverili, scegliere una cultivar a fioritura tardiva.

Il fiore è bianco-rosato, ermafrodita e parecchio visitato dagli insetti pronubi. Prunus armeniaca è, generalmente, una specie autofertile che non necessita impollinazione incrociata.

Fioritura prunus armeniaca
Fiori albicocco


Prunus armeniaca flowers



Alla fioritura, che si protrae per circa 10-15 giorni, segue l'allegagione ed i frutti (drupe) iniziano ad ingrossarsi velocemente. In contemporanea avviene pure l'emissione delle foglie.

frutticini albicocco





Segue una fase in cui il frutto arresta la crescita ed inizia a formare il nocciolo.

Albicocco immature



Successivamente l'albicocca riprende a crescere e a prendere via via un colore sempre più arancione. In alcune annate favorevoli (rare) la pianta può essere piena di frutti con rami che quasi si spezzano sotto il loro peso. Questa pianta è piuttosto soggetta all'alternanza di produzione.

Albicocco carico di albicocche

Ed  infine avviene, al Nord tra metà Giugno e fine Luglio a seconda della varietà, la maturazione. In questo periodo l'albicocca assume il colore tipico della cultivar (tendenzialmente arancione-rossiccio) ed al tatto risulta ammorbidita.
Le foto che seguono mostrano i frutti maturi dell'albicocco varietà "Pisana", nota per la sua tolleranza alla Monilia, per la grossa pezzatura dei frutti e per la fioritura tardiva.

Albicocche
Frutti albicocco pisana
Apricot fruits



La  nuova vegetazione nell'albicocco è di colore rosso a gradazioni sfumate fino a diventare verde scuro nelle foglie "mature". Esse sono a forma di cuore, con il margine leggermente seghettato ed una nervatura regolare.

Foglie albicocco prunus armeniaca
Nuove foglie rosse albicocco


In  questa foto si vedono i rami in allungamento e la graduale sfumatura del colore: alla base verde, poi arancione e all'apice, che sta emettendo ancora foglie, quasi rossiccio.




Ed  alla fine, con l'arrivo dei primi freddi, le foglie iniziano a tingersi dei tipici colori autunnali cadendo da lì a poco.

Foglie albicocco in autunno




Foglie albicocco autunno





venerdì 1 maggio 2015

Dove Crescono le Primule Selvatiche (Primula vulgaris) che Rallegrano la Primavera ?


Le Primule fioriscono ad inizio primavera, a volte addirittura tra la neve.
La specie Primula vulgaris (famiglia delle Primulaceae) è originaria dell'Europa e si vede frequentemente sui prati, specie quelli delle zone umide del Nord Italia, o ai margini dei boschi.
La distribuzione di questa specie copre le zone temperate di Asia ed Europa, ma le Primule sono ora naturalizzate anche nel Nord America.
In Italia cresce selvatica in tutte le regioni, ad eccezione della Sardegna, anche se nel centro Sud è più diffusa in montagna che in pianura.

La Primula è un fiore primaverile selvatico di un giallo non eccessivamente intenso, portato da una pianta con foglie che sembrano quasi Salvia.
Il bulbo, resistendo a temperature minime molto basse, può crescere anche in montagna.
Passati i rigori invernali, le primule iniziano a formare foglie e si sviluppano in gruppetti. Ogni pianta può produrre numerosi fiori che, in un periodo in cui ancora tutto è "morto", risaltano tra la vegetazione.
Si possono agevolmente coltivare, a scopo ornamentale, nel giardino di casa e, dato che rifioriscono ogni anno senza dover essere estirpate in autunno, sono ideali per l'inselvatichimento.
In estate entrano in una sorta di dormienza che le preserva dai danni indotti dall'eccessiva siccità ed insolazione, possono quindi svilupparsi anche in zone abbastanza calde.

Questo post, volutamente laconico, vuol far cogliere la bellezza della Natura che a volte sembra quasi non esista, ma basta aprire gli occhi per capire che noi tutti ne facciamo parte.

Ed infine qualche foto di Primula vulgaris, in tutto il suo splendore.


Fiore di primula vulgaris


Foglie di primula vulgaris


Boccioli di primula vulgaris
Primula vulgaris flowers


Fiori di primula vulgaris
Fiori di primula selvatica

Primule gialle selvatiche


Primula vulgaris flowers
Gruppetto di Primule

Fioritura Primule
Primule in una scarpata