martedì 7 maggio 2024

Quali Specie di Palma Sopportano il Freddo Intenso ? - Elenco e Suggerimenti per la Crescita

Nel mondo esistono circa 2600 specie di Palma, raggruppate in quasi 200 generi, tutti appartenenti alla famiglia delle Arecaceae (ex Palmaceae); per una panoramica generale sulle specie più diffuse clicca qui.

E' facile intuire che esiste un'enorme varietà; alcune Palme possono resistere a temperature inferiori ai -15° C (5° F), altre iniziano a soccombere già sotto i 20° C (68° F). La maggior parte delle specie ha una tolleranza termica che si colloca a cavallo tra questi due estremi, pur preferendo tendenzialmente il caldo al freddo.

In questo articolo mi vorrei soffermare esclusivamente sui generi e sulle specie che resistono al gelo di media intensità e che, con opportuni accorgimenti, possono esser coltivate tranquillamente nel Nord Italia, ovvero anche in zone USDA 8 o inferiori.
In altre parole non citerò quelle Palme che sarebbero adatte solo per le zone costiere del Centro-Sud Italia, ovvero quelle che iniziano a danneggiarsi/morire già dopo poche ore sotto i -2° C (28° F), come la Bismarkia nobilis,  oppure quelle semi-rustiche come la Syagrus romanzoffiana, che potrebbero resistere solo ad isolati episodi intorno ai -4° C (25° F).

Palme Sotto la Neve
Come Posso Acclimatare una Palma al Freddo ?

Qui voglio dare alcuni consigli su come massimizzare la possibilità di riuscita, soprattutto per quelle palme (vedi sotto) che magari sono un po' "al limite" per la vostra zona.

  • Scegliere un'esposizione a Sud, rispetto ad un muro. In linea di massima, per la maggior parte delle Palme subtropicali, è importante che in inverno ricevano quanto più Sole possibile, evitando così marciumi e mantenendo le temperature diurne più elevate.
  • Crescere le palme in vaso (ed al riparo) durante i primi anni, così da trapiantarle più grandicelle (da adulte tollerano meglio il freddo).
  • Metterle a dimora in Marzo, in modo tale da avere davanti la primavera per riformare le radici danneggiate nel trapianto e l'estate/inizio autunno per crescere ed irrobustirsi.
  • Cercare di mantenere l'ambiente più asciutto possibile.
  • Trattare con antifungini (a base di rame) prima dell'inverno, dato che il freddo prolungato (anche se non troppo intenso) unito all'umidità può provocare marciume apicale, soprattutto nei giovani esemplari.
  • Fare una copertura con tessuto non tessuto, in modo d'avere, in giornate non nuvolose, temperature massime buone. Molte palme sopportano freddi intensi se accompagnati da temperature diurne elevate, ma deperiscono se manca il tepore diurno per molte settimane.
  • Coltivare in un terreno quanto più drenante possibile, evitando ristagni idrici.

Detto questo pare evidente che all'aperto una Palma da Cocco non la potrò mai coltivare nel Nord Italia (e solo con efficace protezione invernale al Sud), ma ne rimangono molte altre interessanti e da sperimentare anche laddove gela tutti gli inverni.

Elenco delle Palme Resistenti al Gelo Suddivise per Genere :

BRAHEA :

Genere formato da una quindicina di specie, tutte a foglia palmata, native del centro America, indicativamente dalle zone aride del Messico settentrionale, fino alle più tropicali foreste del Nicaragua. Ovviamente non tutte le specie di Brahea sono resistenti al freddo ed al gelo, ma quelle che seguono potranno dare grandi soddisfazioni :

1) Brahea armata : originaria della Bassa California (nel Nord del Messico), è una palma che raggiunge, ma solo dopo decenni di crescita, un'altezza di circa 15 metri (50 ft), con un tronco di grosso diametro. Ha foglie a ventaglio, argentate con sfumature grigio-bluastre. Le infiorescenze sono stupende e lunghissime, persino 5 metri (16 ft), tant'è che nei giovani esemplari possono toccare terra. E' perfettamente adattata ai climi aridi, ma è anche resistente al freddo, potendo tollerare da adulta temperature di circa -12° C (10° F). E' sicuramente la Brahea più comune in Italia e con qualche accorgimento è facilmente coltivabile anche in molte zone del Nord Italia. Per ulteriori informazioni e foto clicca qui.

Brahea armata
2) Brahea decumbes : nativa del Nord Est del Messico cresce sulle colline su fondo ghiaioso. E' una specie rara e difficile da trovare. Le foglie sono color blu-argentato (verdi nei giovani esemplari) e ricordano molto quelle della B. armata, tuttavia la B. decumbes ha un portamento molto più contenuto ed il tronco ha portamento strisciante, spesso adagiato direttamente sul terreno. Una palma da veri collezionisti, per di più ha un'ottima resistenza al freddo, oltre i -10° C (14° F), e alla siccità.

Brahea decumbes
3) Brahea edulis : endemica dell'isola di Guadalupe, è una palma dal portamento simile a quello della B. armata, ma è forse leggermente più tozza. Anche la forma e la dimensione delle foglie è simile, sebbene qui non siano color argento, bensì verde acceso. Le infiorescenze sono più corte e non così spettacolari come nella prima specie descritta appena sopra. La resistenza al freddo è discreta, ma non ottima, sopportando indicativamente temperature tra i -8° e -10° C (18-14° F), talvolta con qualche danno. Facile da coltivare nelle zone del Centro Italia verso Sud, se ne può tentare la coltivazione anche nei luoghi più miti del Nord Italia. E' la seconda specie di Brahea per popolarità e diffusione in Italia.

Brahea edulis
4) Brahea moorei : è una palma nana, probabilmente la più piccola del genere Brahea e spesso è priva di tronco. Resiste fino a -10° C (14° F) ed è un'ottima soluzione come tappezzante o per occupare lo spazio sotto alberi ad alto fusto. Le foglie hanno la particolarità di esser color verde nella parte superiore e grigiastre in quella inferiore

Brahea moorei

5) Brahea "Super Silver" : scoperta di recente in California, ad oggi non è ancora riconosciuta come una specie propria nella classificazione scientifica. E' una palma a crescita eretta, che a prima vista assomiglia molto alla B. armata, ciò nonostante le foglie hanno un picciolo totalmente privo di spine e sono ancora più marcatamente argentate. Inoltre la crescita sembra esser più rapida rispetto a quella della classica B. armata, mentre la resistenza al freddo dovrebbe esser paragonabile o forse leggermente inferiore. 

Brahea "Super Silver"

BUTIA :

Genere nativo del Sud America, nelle zone comprese tra Brasile meridionale, Uruguay, Paraguay e Argentina. Le foglie sono pennate e dalla forma piuttosto arcuata. Perfettamente a loro agio nei climi aridi, alcune hanno un'elevata resistenza al gelo e son poco adatte alla coltivazione in zone tropicali umide.

6) Butia odorata (ex Butia capitata) : è nativa delle praterie e delle savane dell'America meridionale (Uruguay). Le foglie sono, a seconda dei cloni, di color verde o glauco, arcuate e lunghe circa un paio di metri (6.6 ft). Questa palma raggiunge, dopo molti anni, un'altezza di circa 8 metri (26 ft), con un tronco largo mezzo metro (1.6 ft). Produce frutti commestibile, dal vago sapore di Albicocca. Da adulta resiste fino a temperature di -12° C (10° F), ma da piccola tende ad esser attaccata da funghi se il freddo è prolungato ed unito all'umidità. Indubbiamente una bella pianta, facilmente coltivabile anche al Nord. Per ulteriore informazioni guarda qua.

Butia odorata
7) Butia yatay : simile alla precedente, si differenzia per aver foglie tendenzialmente più glauche (anche se vi è una gran differenza varietale all'interno della B. odorata), per il portamento leggermente più imponente, per i frutti commestibili, ma sicuramente non gustosi, ma soprattutto per il picciolo fogliare. Quest'ultimo nella B. yatay rimane verde per tutta la sua lunghezza, tranne all'attacco al tronco in cui ha una parte bianca sfumata di viola, mentre  nella B. odorata diviene interamente violaceo o scuro. Resistenza al freddo invece è abbastanza simile, forse solo leggermente inferiore.

Butia yatay
CHAMAEDOREA

Genere con oltre 100 specie, native dell'America tropicale e subtropicale. Quasi tutte le specie hanno foglie pennate, crescono a gruppetti, hanno un fusto esile e flessibile ed un aspetto snello. In natura prosperano nel sottobosco, in zone calde ed ombreggiate; per questo motivo alcune specie, come la Chamaedorea elegans, sono ideali come piante da appartamento. Fin qua vi starete chiedendo : "cosa ci fanno palme così sensibili al freddo in questa sezione ?"; ebbene una specie (vedi dopo) è resistente al freddo e coltivabile in molte zone d'Italia.

8) Chamaedorea radicalis : nativa del Messico cresce nel sottobosco, anche a quote di media altitudine. La C. radicalis è in assoluto la Palma dall'aspetto più "tropicale" che possiate coltivare in zone in cui vi siano gelate invernali. Questa palma, diversamente da quelle descritte in precedenza, ha una crescita rapida sin dai primi anni e può svilupparsi sia a gruppetti, sia isolata, raggiungendo un'altezza massima di 3-4 metri (10-13 ft), con un tronco dal diametro di pochi centimetri. Le foglie sono pennate e lunghe meno di 1 metri (3.3 ft). Si può coltivare all'ombra, ma è tra le specie del genere Chamaedorea più resistenti al Sole. Diversamente dalle precedenti ama, in estate, un terreno umido, sebbene quando ben affrancata può sopportare anche una certa siccità. Ideale per la coltivazione sottochioma ad alberi ad alto fusto o attaccata a muri esposti a Nord. Ma veniamo alla domanda più importante : "Qual è la sua resistenza al freddo ?"; possiamo dire che resiste sino a temperature di -7° C (19° F) senza grossi danni fogliari, ma con danno potrebbe sopravvivere anche a -10° C (14° F) e forse oltre con una buona pacciamatura, questo perché il suo comportamento cespitoso le permette di recupere meglio i danni da gelo rispetto alla maggior parte delle altre palme. Se proprio non potete far a meno di questo genere, la seconda più resistente al freddo è la Chamaedorea microspadix, che però sotto i -5° C (21° F) inizia già a manifestare segni di sofferenza.

Chamaedorea radicalis
CHAMAEROPS :

Genere a cui appartiene un'unica specie, Chamaerops humilis (chiamata anche Palma Nana o di San Pietro), è originaria dell'Europa meridionale e diffusa in tutta la Macchia Mediterranea. Le foglie sono palmate, di medio-piccole dimensioni, e la specie ha attitudine ad emettere polloni, di conseguenza allo stato naturale cresce multi-tronco. Ottima la resistenza sia alla siccità, sia al freddo, potendo sopravvivere tranquillamente fino a temperature inferiori ai -12° C (10° F). Si può coltivare sia in pieno Sole, sia a mezz'ombra. Raramente raggiunge i 3 metri (10 ft) di altezza. Esistono più varietà di C. humilis, di cui ve ne citerò tre :

Chamaerops humilis var. humilis
9) Chamaerops humilis var. humilis : quella più comune allo stato selvatico, nonché quella che raggiunge le maggiori dimensioni. Se cresciuta ad unico fusto (rimuovendo quelli che spuntano dal ceppo) dopo molti anni può superare i 3 metri di altezza, anche se spesso il tronco, crescendo, tende ad incurvarsi, talvolta adagiandosi quasi al suolo. 

10) Chamaerops humilis var. cerifera (sin. argentea) : originaria delle montagne del Marocco, ha uno sviluppo più contenuto e foglie grigio-glauche (argentate, colore simile a quello delle foglie della Brahea armata (vedi sopra). Foglie che fanno un bel contrasto con la restante vegetazione ed il cui colore è ulteriormente esaltato in zone con inverni freddi.

Chamaerops humilis var. cerifera
11) Chamaerops humilis var. vulcano : varietà a sviluppo più lento e limitato. Le foglie sono color verde, più spesse e ravvicinate, talvolta ricoprono quasi interamente il fusto ed hanno una forma diversa (più tozza) rispetto alle altre. Un portamento particolare, robusto e "fitto", con internodi ravvicinati.

Chamaerops humilis var. vulcano
JUBAEA :

Questo genere contiene un'unica specie :

12) Jubaea chilensis : chiamata anche Palma Cilena è, come facile capire, nativa del Cile, dove cresce alle pendici delle Ande. E' una palma a foglia pennata, con un aspetto giovanile piuttosto tozzo, dato che il tronco è probabilmente quello con il diametro maggiore tra le palme e la crescita in larghezza avviene solo nella fase giovanile (le palme non hanno una vera crescita secondaria). La specie è longeva, superando agevolmente i 150 anni di età. Gli esemplari adulti possono essere alti oltre 20 metri (66 ft), ma raggiungono queste dimensioni solo dopo molti decenni. I frutti ricordano dei mini cocchi e sono commestibili, tuttavia una pianta impiega in media 60 anni prima di fiorire/fruttificare, rendendo impensabile una sua coltivazione a scopo alimentare. Ottima la resistenza al freddo, è forse la palma a foglia pennata più tollerante, potendo sopravvivere a brevi episodi con punte di -15° C (5° F). Per ulteriori informazioni clicca qui.

Jubaea chilensis
LIVISTONA :

Genere che comprende oltre una trentina di specie a foglia palmata (a ventaglio), originarie del Sud-Est asiatico, dell'estremo oriente o dell'Australia.

13) Livistona chinensis : nativa della Cina Meridionale, raggiunge in media i 10 metri (33 ft) di altezza, per una larghezza di circa 4 metri (12 ft). Le foglie sono molto eleganti, di color verde tenue, talvolta con qualche sfumatura di grigio-giallastra e si riconoscono poiché i segmenti che le compongono non sono rigidi e dritti, ma formano un angolo più o meno di 90° all'incirca a metà lunghezza, lasciando la parte terminale pendente. I frutti sono piccole bacche violacee che rimangono a lungo attaccate alla pianta. E' una palma molto ornamentale, coltivata sia in zone tropicali, sia in zone temperate calde. E' forse la Livistona più resistente al freddo, anche se per il Nord Italia è forse un po' al limite (ma si potrebbe provare), resiste fino a temperature di circa -7° C (19° F), anche se ci sono testimonianze di piante sopravvissute a -9° C (15°F), con danno alle foglie. Le giovani piante si sviluppano al meglio a mezz'ombra, mentre le piante adulte non hanno problemi anche con il Sole diretto.

Livistona chinensis

NANNORRHOPS :

Composto da un'unica specie :

Nannorrhops ritchiana a Foglie Argentate
14) Nannorrhops ritchiana : è una palma nativa del medio-oriente e si trova allo stato selvatico in stati come Iran, Pakistan ed Afghanistan, dove cresce su terreni poveri e secchi, sino a quote di montagna. E' una specie che tende a crescere a gruppetti (multi-tronco), anche se occasionalmente si possono trovare esemplari a singolo fusto; tuttavia non di rado i tronchi rimangono sotterranei o adagiati al suolo. Le foglie son costapalmate, color verde-glauco, anche se esistono ecotipi a foglia argentata, e sono sorretti da piccioli privi di spine. Hanno una lunghezza (e larghezza) di poco più di 1 metro (3.3 ft). 
N. ritchiana  è una delle palme più resistenti al freddo e, probabilmente, potrebbe reggere -20° C (-4° F), tuttavia è sensibile al freddo umido. Quindi, più che la temperatura minima assoluta, bisogna capire se il prolungato inverno freddo ed umido del Nord Italia possa essere tollerato. E' una pianta rara, da verificare sul campo. Per certo si sa che l'umidità è maggiormente tollerata in esemplari adulti e se accompagnata da alte temperature (ad es. in Florida).

Nannorrhops ritchiana
PHOENIX : genere che conta circa 15 specie, tutte a foglia pennata. La distribuzione naturale è molto ampia, parte dalle Isole Canarie e si spinge ad Est per tutta l'Africa, fino al sud-est asiatico. La maggior parte di queste palme sono native di zone semidesertiche e molto tolleranti a condizioni di carenza idrica e sopportano solo lievi gelate, tuttavia alcune sono più rustiche e resistono a gelate piuttosto intense.

15) Phoenix canariensis : comunemente chiamata Palma delle Canarie, è probabilmente la palma più coltivata nelle zone costiere, anche se ultimamente sono state decimate dal Punteruolo Rosso. E' una palma che cresce lentamente, ma è molto longeva (anche oltre 200 anni), raggiungendo i 20 metri (66 ft) di altezza, con un tronco di grosso diametro e foglie con lunghezza variabile tra 4 e 6 metri (13-20 ft). La chioma è folta, con molte foglie, anche se si può snellire con opportune potature. Buona tolleranza al freddo, circa -10° C (14° F) per una pianta adulta, anche se a tali temperature si possono avere danni fogliari. Non è la palma più resistente al gelo tra quelle descritte nell'articolo, ma con un buon microclima può esser coltivata anche in molte zone del settentrione.

Phoenix canariensis
Phoenix theophrasti
16) Phoenix theophrasti : chiamata Palma da Dattero di Creta, è endemica dell'isola e diffusa anche in Turchia. E', insieme alla Chamaerops humilis, l'unica palma nativa dell'Europa. Cresce in prossimità del mare, su fondi sabbiosi e tende a formare polloni. Se lasciata crescere liberamente si sviluppa multi-tronco. Le foglie sono simili a quelle della P. canariensis, ma di color più glauco e molto spinose. E' probabilmente la Phoenix più resistente al gelo, anche se non ci sono ancora dati sufficienti per fare una stima precisa 

17) Phoenix roebelenii : chiamata Palma da Dattero Nana, è nativa del Sud-Est asiatico ed è la più sensibile al freddo tra quelle elencate in questo articolo, potendo morire già sotto i -5° C (23° F), ma è talmente bella e, magari cresciuta in vaso, si potrebbe riparare sotto un portico e sopravvivere così anche nel centro-nord Italia. Il portamento è elegante, snello, con un tronco che, diversamente dalle altre Phoenix, non è di grosso diametro. Le foglie sono lunghe appena 1 metro (3.3 ft) e la palma supera i 5 metri (16 ft) di altezza solo dopo molto anni.

Phoenix roebelenii
18) Phoenix dactylifera : la vera Palma da Dattero, l'unica del genere che produca frutti realmente buoni e commestibili. Come dimensioni è simile alla P. canariensis, tuttavia ha foglie grigio-verdastre, un tronco meno tozzo ed una chioma con un minor numero di foglie. Nativa del Nord Africa, in Italia fatica a maturare i frutti, ma ha una resistenza al gelo simile a quella della P. canariensis, tuttavia rispetto a quest'ultima è più sensibile al freddo umido ed è quindi una grossa sfida coltivarla dove vi è molta umidità, più che dove fa freddo secco. 

Phoenix dactylifera
RHAPIDOPHYLLUM :

genere composto da un'unica specie,

19) Rhapidophyllum hystrix : nativa del Sud-Est degli USA (South Carolina, Mississippi, Alabama) è una palma a foglia palmata, di piccole dimensioni, spesso a portamento tappezzante, con tronco sotterraneo o, comunque, non più alto di 1 metro (3.3 ft). Sembra più che altro un grosso cespuglio, con molte foglie dai lobi incisi profondamente e dalla cui guaina fuoriescono lunghe spine nere. E' forse la palma più resistente al gelo che esista, tuttavia necessita un'estate calda per svilupparsi e non è adatta a climi con estati fresche come quelli della Scozia o del Nord Europa. R. hystrix resiste a temperature inferiori ai -15° C (-5 ° F); inoltre, diversamente dalla maggior parte delle palme, emette polloni dalla base e, con una buona pacciamatura, potrebbe sopravvivere (perdendo le foglie) anche a temperature inferiori ai -20° C (- 4° F). Si adatta ad esposizioni Soleggiate, tuttavia gli esemplari cresciuti a mezz'ombra hanno un miglior aspetto, soprattutto se coltivati alle basse latitudini.

Rhapidophyllum hystrix
RHAPIS :

genere formato da circa una decina di specie native del Sud-Est asiatico e dell'Asia Subtropicale.

20) Rhapis excelsa : originaria della Cina meridionale e di Taiwan, è una palma a foglia palmata alta sino a 4 metri (13 ft) che, normalmente, cresce multi-tronco, formando una fitto "boschetto". Il fusto è esile e, nelle piante adulte, ricorda il Bamboo. Le foglie sono divise in segmenti larghi ed incisi fino in profondità, praticamente fino all'attacco al picciolo. R. excelsa può essere coltivata in zone semi-ombreggiata, come sottochioma ad alberi ad alto fusto e resiste al freddo fino a circa -6° C (21° F), tuttavia potrebbe sopravvivere a temperature di diversi gradi inferiori, perdendo le foglie e riformandole in primavera. Un'altra specie simile, che potrebbe aver una rusticità paragonabile è la Rhapis humilis.

Rhapis excelsa
SABAL :

Sabal palmetto "Lisa"
genere formato da circa 18 specie, dalle foglie costa-palmate (una via di mezzo tra palmate e pennate), native dell'America centrale. L'areale si estende dalle zone temperate calde degli Stati Uniti meridionali, per le zone Subtropicali del Messico, sino alle zone equatoriali della Colombia.

21) Sabal palmetto : palma a fusto singolo, nativa del Sud-Est degli Stati Uniti. Può raggiungere un'altezza di 20 metri (6.6 ft), ma ha una crescita piuttosto lenta (soprattutto nella fase giovanile) ed ha foglie costa-palmate, larghe sino a 2 metri (6.6 ft). Il tronco è ricoperto dai residui dei piccioli delle foglie vecchie ormai cadute, che si intrecciano in modo assai peculiare. La pianta ha un'ottima resistenza al gelo, potendo sopravvivere a temperature di circa -12° C (10° F); esiste una sottospecie, nominata Sabal palmetto "Lisa", in cui le foglie hanno molti segmenti fusi tra loro. S. palmetto ama un'esposizione soleggiata ed un'estate calda ed è una delle Palme che meglio si potrebbe adattare alla coltivazione nel Centro-Nord Italia, anche se rimane assai rara e di difficile reperimento. 

Un'altra specie molto simile, ma un paio di gradi meno resistente al freddo è la Sabal mexicana
Sabal palmetto
22) Sabal minor : palma di piccole dimensioni, nativa del Sud-Ovest degli Stati Uniti (Alabama, Louisiana, etc.), con fusto sotterraneo o comunque molto basso. In natura cresce in zone paludose ed ombrose ed è quindi naturalmente adatta a crescere sotto l'ombra degli alberi. Le foglie sono debolmente costa-palmate (quasi palmate) e possono arrivare ad una lunghezza di 2 metri (3.3 ft). Si sviluppa sotto un unico fusto per radice, anche se più esemplari possono crescere ravvicinati. E' una delle Palme più resistenti al gelo, potendo tollerare temperature inferiori ai -15° C (5° F).

Sabal minor
SERENOA :

genere formata da un'unica specie :

23) Serenoa repens : originaria della Florida, in natura cresce nei boschi di conifere, ma anche in zone costiere o praterie, spesso su terreno povero, arido e sabbioso. E' una specie cespitosa a portamento prostrato, con fusti sotterranei o striscianti che, a contatto col suolo, possono radicare formando nuove piante. La crescita è lenta, ma le piante sono estremamente longeve (plurisecolari) e, con gli anni, possono formare un fitto "tappeto" espanso orizzontalmente ed comportarsi come piante tappezzanti. Le foglie sono color verde-giallastro, palmate, praticamente circolari, con un diametro medio di 70 cm (28 in). Resiste almeno fino a temperature di -10° C (14° F), probabilmente oltre con qualche danno fogliare che, data la natura cespitosa, non sarebbe quasi mai un grosso problema.

Serenoa repens tappezzante

Serenoa repens
TRACHYCARPUS :

genere che conta una decina di specie di origine asiatica, con una distribuzione naturale che si estende grossomodo dalle regioni dell'Himalaya, fino alle parti più orientali della Cina. Tutte le specie sono a foglia palmata, con un tronco ricoperto da una peculiare lanuggine. In natura, vivono in zone temperate o subtropicali, ma alcune specie crescono in quota ed hanno evoluto una normale resistenza sia al freddo, sia all'umidità. 


24) Trachycarpus fortunei : chiamata anche genericamente Palma Cinese ed ampiamente descritta qua, è nativa della Cina Meridionale, dove cresce in montagna ed ha un'ottima resistenza al gelo, potendo sopportare senza danni temperature di -15° C (5° F) e, con danni fogliari, verosimilmente fino a -20° C (-4° F); inoltre si può crescere con esposizioni abbastanza ombrose, regge l'umidità e, diversamente da una Rhapidophyllum hystrix, non ha bisogno estati particolarmente calde per svilupparsi, potendo così crescere anche in Scozia o nel Sud della Norvegia. Nel Nord Italia è in assoluto la palma più comune e diffusa, mentre potrebbe soffrire il caldo secco del meridione. Il tronco è medio-esile, ricoperto da peluria ed alto sino a 20 metri (66 ft). 
Le foglie son palmate, color verde intenso e con un diametro di circa 1 metro (40 in). La crescita è piuttosto rapida, soprattutto nella fase giovanile. Esiste anche la Trachycarpus fortunei var. Wagneriana, di aspetto simile, ma più compatta (altezza massima dimezzata rispetto alla classica T. fortunei) ed adatta alla coltivazione in vaso.

Trachycarpus fortunei

Trachycarpus ukhrulensis
25) Trachycarpus ukhrulensis : tra le scoperte più recenti del genere, cresce in quota nel nord-est dell'India e nella regione dell'Himalaya, dove  le condizioni meteo sono spesso severe, con freddo e copiose nevicate. Regge oltre i -10° C (14° F), ma ha crescita più lenta (soprattutto in fase giovanile) rispetto alla T. fortunei e raggiunge un'altezza di 15 metri (49 ft). Questa palma ha una chioma formata da circa 25 foglie, le quali sono palmate, incise profondamente, formando un numero di "segmenti" più alto (anche fino a 70 per foglia) rispetto alle altre specie di Trachycarpus descritte in questo articolo. La parte inferiore delle foglie può aver tonalità bluastre. In Italia è piuttosto rara e difficilmente viene venduta nei comuni vivai, tuttavia è molto bella e vale la pena acquistarla on line per farla crescere nel proprio giardino.

Piccola Trachycarpus princeps
26) Trachycarpus princeps : nativa della Cina centro meridionale, può raggiungere un'altezza di 10 metri (33 ft), ma più lentamente rispetto alla T. fortunei. Le foglie sono palmate, quasi totalmente circolari ed hanno la peculiarità, unica nel genere Trachycarpus, di aver foglie bicolore, verde con (talvolta) lievi riflessi giallognoli nella parte superiore, color grigio-glauco nella parte inferiore. Regge il freddo poco meno della più famosa T. fortunei, ma patisce di più il freddo-umido, e può esser coltivata sia al Sole che a mezz'ombra. Palma molto ricercata dai collezionisti.
Trachycarpus princeps
TRITHRINAX :

genere che annovera 4 specie a foglia palmata, native del Sud America.

27) Trithrinax campestris : specie nativa delle Savane dell'Argentina settentrionale, spingendosi sin fino alle zone montuose della Sierras de Córdoba. Gradisce esposizioni soleggiate ed è adatta a crescere in condizioni di marcata aridità. E' una palma di medie dimensioni, raggiungendo al massimo i 6 metri (20 ft) di altezza ed è dotata di foglie palmate lunghe 50 cm (40 in), color verde-glauco, sorrette da un picciolo corto, rigido e spinoso. La chioma è molto compatta. Può crescere sia isolata, sia a caratteristici gruppetti di 3-4 tronchi, i quali rimangono a lungo ricoperti dalle vecchie foglie secche, ormai morte. Questa palma ha crescita assai lenta e può tollerare temperature minime nell'ordine dei -14° C (7° F). Per ulteriori foto e note sulla coltivazione clicca qua.

Trithrinax campestris

WASHINGTONIA  :

Genere di Palme a foglia palmata formato da solo due specie, la W. robusta e la W. filifera, native del Messico settentrionale o della California, rispettivamente, di cui abbiamo già discusso ampiamente le differenze qui.

Washingtonia filifera
28) Washingtonia filifera : è l'ultima specie descritta in questo articolo, nonché quella più resistente al freddo all'interno del genere Washingtonia, potendo resistere, da adulta e con qualche danno lieve, sino a temperature di circa -12° C (10° F), temendo però l'eccessiva umidità dell'aria. Il tronco è grosso ed imponente, facendo sembrare tozza una palma che può comunque superare agevolmente i 10 metri di altezza (33 ft). Le foglie sono palmate ed hanno la tendenza a rimanere attaccate al fusto (coprendolo) anche quando sono ormai morte e secche. Il suffisso "filifera" è stato dato in merito al fatto che le foglie tendono a "sfilacciarsi" ai margini formando dei filamenti biancastri. Si coltiva in pieno Sole e tollera anche temperature elevatissimi, oltre a sopravvivere senza irrigazioni in zone semi-desertiche. La crescita è piuttosto rapida e questo le permette, in caso di danni, di riprendersi più velocemente rispetto ad altre palme.

sabato 6 aprile 2024

Pittosporo (Pittosporum tobira) - Coltivazione, Clima e Cure

Pittosporo, chiamato anche Pitosforo, è il nome di una delle molte specie appartenenti al genere Pittosporum della famiglia delle Pittosporaceae, le cui oltre 200 specie sono distribuite prevalentemente tra Nuova Zelanda, Australia ed Asia orientale. 

In Italia la specie che meglio si è adattata al clima, nonché quella più diffusa a livello ornamentale, è Pittosporum tobira ed in questo articolo, salvo diversamente indicato, mi riferirò a questa specie.

Frutti Pittosporum tobira

Origine, Botanica e Fisiologia :

Fiori Pittosporum tobira
Pittosporum tobira è una specie sempreverde nativa del Giappone e della Cina meridionale ed è coltivata in tutte le zone miti del mondo per la sua bellezza e per il profumo dei suoi fiori. Il Pittosporo si sviluppa naturalmente sotto forma arbustiva (multitronco) raggiungendo un'altezza di circa 3 metri (10 ft); tuttavia si può coltivare anche ad alberello ed avere una crescita più verticale. Esiste anche una sotto specie, Pittosporum tobira nanum, che non supera il metro (3,3 ft) di altezza ed ha un portamento prostrato e strisciante, ideale come tappezzante. 

Le foglie sono ovali-oblunghe, di color verde scuro inteso, lucide, glabre e coriacee, con una consistenza simile a quella del cuoio. L'aspetto e la conformazione delle foglie può, in parte, ricordare quello delle foglie di Rododendro.

Fioritura Pittosporum tobira
La chioma è densa, con internodi corti, e risulta essere compatta ed a forma globosa, nascondendo quasi i rami. 

L'apparato radicale non è particolarmente invadente e, di norma, non arreca danni a tubi, muri o pavimentazioni. 

I fiori hanno cinque petali dall'aspetto ceroso, spuntano dall'apice dei rami, sono singoli ma disposti a forma d'ombrello attorno all'estremità dei giovani rami. Il colore del fiore è tendenzialmente bianco, ma col passare del tempo assume una colorazione "panna", sino a diventare gialli. La fioritura avviene nella tarda primavera, indicativamente nel periodo che va da metà Maggio a Giugno, ed è estremamente profumata

I frutti sono delle capsule che, inizialmente, hanno un color verde oliva, ma in autunno, ad avvenuta maturazione, diventano arancioni e si aprono, lasciando scoperti i vistosi semi rossi.

La specie ben si presta anche per la formazione di siepi sempreverdi, tuttavia la fioritura è concentrata sui rami dell'anno precedente e ad una rimozione drastica dei giovani rami corrisponderà una scarsa (o assente) fioritura. 

Post Fioritura Pittosporum tobira
Come Crescere il Pittosporo ? - Coltivazione, Clima e Riproduzione

Pittosporum tobira è una specie relativamente facile da coltivare e può essere piantata sia in pieno Sole, sia in posizioni a mezz'ombra e, magari fiorendo poco o niente, persino in luoghi quasi ombreggiati. La crescita è moderata nella fase giovanile, diventando lenta durante la fase adulta e le dimensioni della pianta sono facilmente controllabili con le potature. 

Sebbene il Pitosforo sia spesso associato alla Macchia Mediterranea, o in generale a climi miti, ha una discreta resistenza al freddo e sopravvive senza grossi problemi almeno sino a temperature di -10° C (14° F) e probabilmente anche oltre, con qualche danno alle foglie. Sotto i -15° C (5° F) la pianta generalmente muore. 

Foglie Pittosporum tobira
La specie ha anche una buona tolleranza alla siccità e le irrigazioni si devono effettuare solo durante i primi 3-4 anni dall'impianto, successivamente non sarà più necessario bagnare, a meno che ci sia caldo torrido ed assenza di piogge per mesi interi. Ovviamente un Pittosporo coltivato in vaso avrà  bisogno di un po' più di acqua, dato che il terreno si asciuga molto più rapidamente. 

In linea di massima è una specie che si può coltivare dal Nord al Sud Italia e sopportare climi ben diversi. 

Il Pitosforo è adattabile e si può coltivare su un'ampia gamma terreni, adattandosi bene a quelli rocciosi e sabbiosi, ma anche limosi e senza particolari esigenze di pH. In linea di massima non ama i terreni pesanti e con frequenti ristagni idrici, ma con opportuni accorgimenti si può coltivare anche nei terreni argillosi. Le concimazioni sono superflue e sono consigliate solo nella coltivazione in vaso, qualora non si facciano rinvasi per più anni di fila. 

Rami Pittosporum tobira
In natura prospera su pendii rocciosi prospicienti il mare esposti al Sole ed è dunque resistente sia ai venti impetuosi, sia alla salsedine. Per questo motivo viene spesso usato per creare siepi lungo le riviere, a pochi metri dal mare, tollerando anche una discreta salinità del suolo.

Come detto sopra, il Pittosporo regge molto bene le potature, tanto da poter esser coltivato a siepe e nuovi germogli sputano anche dal legno vecchio. Ad ogni modo le potature non sono necessarie ed hanno come unico scopo quello di contenere le dimensioni e, nella fase giovanile, ad impostare la forma (arbustiva o ad alberello). Se lasciato crescere liberamente si sviluppa in maniera armonica, tuttavia se preferite una chioma non troppo densa dovrete tagliare i rami in eccesso e quelli che si intrecciano. La potatura è bene farla alla fine della fioritura, così da dar tempo alla pianta di riformare i rami sui quali, alla fine della primavera successiva, fiorirà. Se la potatura non è troppo energica si può fare anche a fine inverno, lasciando parte dei giovani rami che fioriranno poco dopo. 

Il periodo ideale per la piantumazione è tra novembre e marzo; non ci son particolari problemi di esposizione, quindi potrete posizionarlo ovunque abbiate un po' di spazio per farlo sviluppare, prediligendo zone in cui vi sia almeno mezza giornata di luce solare diretta. Se piantate più esemplari per formare una siepe conviene piantarli ad una distanza di circa 1 metro (3.3 ft) l'uno dall'altro.

Di norma la riproduzione si può attuare sia per semina, sia tramite talea; quest'ultima velocizza la prima fioritura e garantisce la moltiplicazione dell'esatto clone (ad esempio a foglia variegata). Di solito si fa una talea semi-legnosa in estate. A livello amatoriale i semi sono una buona scelta di riproduzione e vanno seminati in autunno, germogliando poi nella primavera successiva.

Quali Sono Altre Specie di Pitosforo ?

Come scritto sopra esistono 200 specie, alcune tropicali, altre più da climi temperati. Di seguito trovate 4 specie di Pitosforo, che ritengo siano più caratteristiche.

  • Pittosporum heterophyllum
    Pittosporum heterophyllum : chiamato anche Pittosporo cinese, ha una resistenza al freddo superiore a quella del P. tobira e lo si distingue per le foglie dall'apice a punta e meno tondeggianti e per un portamento più assurgente. E' la seconda specie più diffusa in Italia ed usato prevalentemente per formare siepi.
  • Pittosporum phillyreoides : secondo molti sistematici sarebbe un sinonimo di Pittosporum angustifolium, invece che due distinte specie. E' nativo dell'Australia occidentale ed ha un portamento pendente, con foglie lanceolate. Nel complesso può ricordare un po' alcune specie di eucalipto. Raggiunge i 10 metri (33 ft) di altezza, ma molto lentamente ed è perfettamente adattato a sopravvivere in luoghi semi desertici. 
Pittosporum phillyreoides
  • Pittosporum cornifolium : nativo della Nuova Zelanda è poco diffuso allo stato naturale, ma utilizzato a livello ornamentale. Le foglie sono lucide e color verde scuro, raggiunge un'altezza massima di 2 metri (6.6 ft) ed ha boccioli fiorali color rosso porpora.
Pittosporum cornifolium


  • Pittosporum eugenioides
    Pittosporum eugenioides : albero di origine Neozelandese, raggiunge anche i 12 metri (39 ft) di altezza, con una forma tendenzialmente conica, più tondeggiante nei vecchi esemplari. Le foglie sono caratteristiche, di color giallo-verde, dal margine ondulato ed emanano un odore di limone se strofinate. 
In Italia sono però comuni solo 2 specie, P. tobira (descritta nel dettaglio in questo articolo) e P. heterophyllum. Il Pitosforo si può trovare nei parchi e nei giardini di quasi tutta Italia, ma è molto più frequente nelle località di mare, dove spesso è piantato sulla passeggiata del lungomare. 

Pittosporum tobira sul Lungomare Ligure

sabato 2 marzo 2024

Le Migliori 25 Varietà di Camelia - Differenze ed Analogie

Il genere Camelia (o Camellia) appartiene alla famiglia delle Theaceae ed annovera al proprio interno oltre 200 specie e migliaia di varietà. Per osservare un'ampia collezione di Camelie consiglio di visitare (in primavera) i giardini botanici di Villa Taranto, a Verbania, sulle sponde del Lago Maggiore

Delle due specie più comunemente coltivate in Italia (C. japonica e C. sasanqua) e delle loro differenze ne avevamo già ampiamente discusso qua.

In questo articolo vorrei invece portare all'attenzione quelle che reputo le migliori (o le più caratteristiche) varietà di Camelia che si possono coltivare in Italia.

Varietà dei Fiori di Camelia
Le diverse specie/varietà si distinguono in base a :

  • Periodo di Fioritura : alcune specie (es. C. sasanqua) fioriscono in autunno/inverno, altre (es. C. japonica) in primavera; tuttavia, anche all'interno della stessa specie alcune cultivars sono a fioritura più precoce ed altre più tardiva. Indicativamente, scegliendo le giuste piante si possono coprire 3 stagioni su 4, indicativamente da Settembre a Maggio, anche se una varietà brevettata potrà esser l'eccezione.
  • Forma e Dimensione del Fiore : avevamo già visto (vedi link sopra) che i fiori possono esser semplici, doppi, etc. Alcuni hanno moltissimi petali, altri numerosi stami, alcuni son grandi quanto una moneta da un euro, altri grandi più di un'arancia; in altre parole vi è un'enorme diversità varietale.
  • Colore : i fiori possono aver tonalità che vanno dal bianco al rosso porpora scuro, in mezzo troviamo tutte le gradazioni di rosa e viola. In alcune piante i fiori possono esser addirittura screziati, con parte di petalo rosso e il restante bianco.
  • Vigoria della Pianta : differenze vi sono anche nelle dimensioni, con piante che diventano alte oltre 5 metri (16 ft) ed altre che stentano a raggiungere i 2 metri (6.6 ft). Anche il portamento può esser pendente, espanso o assurgente/colonnare.
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Quali Sono le 25 Migliori Varietà di Camelia ?

1) Camellia x willamsiiNight Rider' : introdotta nel 1985, è una Camelia di piccole dimensioni e dal portamento, raggiungendo al massimo altezza d'uomo. Le foglie sono coriacee, color verde scuro, dalla forma allungata e con il margine seghettato. E' in assoluto la Camelia dai fiori più scuri, i petali hanno infatti un color porpora scuro, sono di consistenza vellutata, leggermente ricurvi all'indietro e fanno un netto contrasto con gli stami color giallo intenso. Sicuramente una Camelia inusuale che, nel periodo della fioritura (Marzo-Aprile), non passa di certo inosservata.

Camellia x willamsii ‘Night Rider'
2) Camellia granthamiana : indentificata per la prima volta nel 1955 ad Hong Kong è una specie piuttosto rara in Italia. Raggiunge un'altezza di qualche metro e possiede un fogliame che, diversamente dalle Camelie più comuni, non è liscio, ma ruvido e con venature profonde. Il fiore è di medio-grosse dimensioni, con petali bianchi che, vista l'abbondanza (e la  concentrazione) di stami giallo oro nella parte centrale, risaltano ancor di più. Il periodo di fioritura è un altro punto forte, in Italia inizia a fiorire da Natale fino a Febbraio. E' forse un po' meno resistente al freddo rispetto alle altre Camelie descritte nell'articolo, ma può acclimatarsi in molte zone del Nord Italia.

Camellia granthamiana
3) Camellia rosthorniana var. "Cupido" : originaria della Cina, attualmente sotto brevetto, è una Camelia di piccole dimensioni (raggiunge altezza d'uomo) dalla chioma snella e non troppo densa. Si caratterizza per aver foglie piccole, rami esili e ricadenti, da cui spuntano i boccioli, inizialmente rossi, che si aprono in fiori bianco/rosati, che rimangono a "penzoloni" verso il basso. Un portamento atipico ed indubbiamente ornamentale. La fioritura avviene da Marzo in poi a seconda del clima.

Camellia rosthorniana var. "Cupido"
Camellia "1001 Summer Nights Jasmine"
4) Camellia "1001 Summer Nights Jasmine" : Ibrido ottenuto a partire dalla C. changii (sin. C. azalea), una specie scoperta in Cina nel 1985, e altre specie di Camelia (C. reticulata e C. japonica). La C. changii ha l'unicità di esser rifiorente, tuttavia cresce stentata ed è difficile da riprodurre. Le ibridazioni sopra descritte hanno dato origine al clone Summer Nights Jasmine, che ha una buona crescita e la peculiarità di fiorire in estate. Questo ibrido produce bellissimi fiori singoli, di color rosso tenue, per circa 5 mesi, dall'estate sino all'inizio dell'inverno. La pianta ha dimensioni contenute, buona resistenza al freddo e si coltiva nelle stesse condizioni delle altre Camelie. La C. changii  ed i suoi ibridi (tra cui quello descritto) sono le uniche Camelie a fiorire nella stagione calda. 

5) Camellia sinensis : comunemente chiamata Pianta del Tè, dalle sue tenere foglie si ricavano gli infusi dell'omonima bevanda. E' una Camelia di modeste dimensioni che produce piccoli fiori semplici bianchi, con molti stami color giallo oro. Nonostante venga coltivata a scopo di reddito solo nei paesi subtropicali, mostra una buona resistenza al freddo e si può coltivare anche in Italia.

Camellia sinensis

6) Camellia sasanqua var. "Beatrice Emily" : di origine australiana, è una Camelia invernale dai fiori doppi e Peoniformi. Essi sono di media grandezza, screziati di color bianco e/o rosa. I petali esterni tendono ad esser più rosa, mentre quelli interni più bianchi; inoltre lo stesso petalo può esser rosa all'estremità e via via più bianco avvicinandosi agli stami (parte centrale del fiore). La fioritura è discretamente abbondante, ma inferiore a quella di altre varietà e si protrae da Ottobre a Dicembre. Il portamento è abbastanza slanciato. 

Camellia sasanqua var. "Beatrice Emily"

7) Camellia "High Fragrance" : ibrido tra Camellia japonica e Camellia x scentuous recentemente ottenuto in Nuova Zelanda. Produce un fiore Peoniforme, con petali color rosa, più intenso nei petali esterni. Ha una caratteristica rara tra le Camelie, produce infatti un fiore estremamente profumato.

Camellia "High Fragrance"

8) Camellia nitidissima (sin. C. chrysantha) : scoperta in Cina negli anni '70 è la capostipite di circa una quarantina di specie distribuite tra il Vietnam e la Cina meridionale. La peculiarità è il colore del fiore, che risulta giallo (simile ai Narcisi), con un breve peduncolo e con stami molto numerosi. Le foglie sono piuttosto grandi ed allungate. La pianta è meno resistente al freddo rispetto alle più comuni Camelie, tuttavia può resistere a brevi gelate. La fioritura è invernale.

Camellia nitidissima (sin. C. chrysantha)
9) Camellia japonica var. "Dr Burnside" : selezionata negli Stati Uniti, è una pianta che può crescere anche oltre 5 metri (16.5 ft) e fiorisce in primavera, indicativamente a Marzo. Produce fiori grossi, semidoppi, con petali di color rosso sangue, che fanno un contrasto netto con i numerosi stami gialli. Il fogliame è di color verde scuro.

Camellia japonica var. "Dr Burnside"
10) Camellia japonica var. "Hagoromo" : clone a fioritura tardiva, di medio sviluppo. I fiori sono di un delicato color rosa tenue, i petali sono non troppo numerosi e disposti a strati in maniera ordinata, dando al fiore un aspetto simile a quelli di una Magnolia. Sicuramente una delle Camelie più eleganti che ci siano. 

Camellia japonica var. "Hagoromo"

Camellia sasanqua var. "Cleopatra White"
11) Camellia sasanqua var. "Cleopatra White" : pianta che fiorisce abbondantemente durante l'autunno, producendo fiori dai petali color bianco panna, poco numerosi e non sovrapposti, facendo sembrare il fiore largo ed appiattito. Può vagamente ricordare i fiori delle varietà bianche di Rosa Rugosa. Questo clone è stato ottenuto a partire dalla Camellia sasanqua var. "Cleopatra", la quale è stata ottenuta in Giappone nel 1929 ed ha un fiore dalla forma simile alla "Cleopatra White", ma di color rosa.
12) Camellia japonica var. "Debutante" : di origine americana, risale ai primi del 1900. Varietà vigorosa, raggiunge circa i 3 metri (10 ft) di altezza. La fioritura è primaverile, ma piuttosto precoce. Il fiore sono Peoniforme, con petali color rosa luminoso, senza la presenza degli stami

Camellia sasanqua var. "Cleopatra White"
13) Camellia japonica var. "Nuccio,s Gem" : introdotta in commercio negli anni '70, produce fiori dai petali bianco puro, disposti in maniera regolare e perfettamente imbricati. Foglia grande e poco dentata. Fioritura primaverile, in epoca medio-precoce. Pianta a crescita vigorosa e a sviluppo assurgente. 

Camellia japonica var. "Nuccio,s Gem"

14) Camellia japonica var. "Giuseppe Traverso" : conosciuta sin da fine '800, produce un fiore semi-doppio, quasi Peoniforme, con pochi stami. La peculiarità è nei petali, i quali hanno una base color rosa pallido, con numerose striature color rosa intenso tendente al rosso ciliegia. Foglie grandi e tondeggianti. Fiorisce abbondantemente in primavera, in epoca intermedia. 

Camellia japonica var. "Giuseppe Traverso"
15) Camellia "Sugar Dream" : ibrido ottenuto in Nuova Zelanda nel 1984, produce un fiore Anemoniforme, medio-piccolo, con petali color rosa e numerosi petaloidi color crema nella parte centrale del fiore ed emana un leggero profumo (molto meno intenso rispetto alla Camelia "High Fragrance" ) . Le foglie sono piuttosto allungate, mentre la fioritura è molto precoce, persino in inverno nei climi miti.

Camellia "Sugar Dream"
16) Camellia sasanqua var. "Navajo" : ottenuta negli USA nel 1956, fiorisce in autunno. I boccioli socchiusi sono color rosso, mentre una volta aperti i petali son bianchi nella parte centrale e rosati verso l'esterno. Per esser una Camelia invernale produce fiori piuttosto grossi, con molti stami gialli nella parte centrale. 

Camellia sasanqua var. "Navajo"
17) Camellia x vernalis var. "Yuletide" : ibrido probabilmente ottenuto dall'incrocio di C. vernalis e C. sasanqua, inizia a fiorire in novembre, più tardivamente rispetto alla classica Camelia invernale (che più che altro è autunnale), sino a febbraio. Il portamento è piramidale/compatto e le dimensioni son abbastanza contenute. Produce fiori semplici, grandi e composti da stami dorati circondati da 5-7 petali color rosso vivo.

Camellia x vernalis var. "Yuletide"
18) Camellia japonica var. "Shiro Kujaku" : selezionata in Giappone nel 2006, produce fiori semidoppi color bianco puro. Il fogliame è ricadente, con foglie allungate. La peculiarità è però la forma del fiore, che è ad imbuto (imbutiforme).

Camellia japonica var. "Shiro Kujaku"
19) Camellia japonica var. "Benten Kagura" : ottenuto in Giappone nel 1949 è una pianta  fioritura precoce, produce un grosso fiore Peoniforme color rosa scuro con qualche riflesso bianco. La peculiarità di questa varietà non è tuttavia il fiore, bensì la vegetazione; questa pianta possiede infatti piccole foglie variegate, con un fondo bianco-giallognolo sormontato da una colorazione verde discontinua, che permette la visione del fondo, soprattutto ai margini fogliari e nelle venature. 

Camellia japonica var. "Benten Kagura"
Camellia japonica var. "General Coletti"
20) Camellia japonica var. "General Coletti" : antica varietà selezionata in Belgio nel 1843. Pianta a sviluppo modesto, produce fiori doppi e Peoniformi di media grandezza i cui petali sono bicolore, con due colori in forte contrasto tra loro, ovvero bianco puro e rosso acceso. Ogni singolo fiore ha un proprio "disegno", leggermente diverso da quello di ogni altro. La fioritura è primaverile, ma piuttosto precoce. 

21) Camellia japonica var. "Higo Kumagai" : il gruppo "Higo" è stato ottenuto a fine '800 incrociando diverse sottospecie di C. japonica e C. rusticana e si contraddistingue per la folta coppa di stami, circondata da una corolla con un numero di petali variabile tra 5 e 9. La varietà Higo Kumagai è a crescita eretta e vigorosa, ed in primavera produce fiori di grosse dimensioni, con petali rossi ed all'interno stami modificati ed aggrovigliati, di color rosato. 

Camellia japonica var. "Higo Kumagai"
22) Camellia japonica var. "Sacco Vera" : selezionata in Italia, a Milano, produce fiori medio-piccoli, imbricati in maniera irregolare. La corolla è composta da numerosi petali color rosa chiaro, via via più ristretti avvicinandosi verso il centro del fiore. Fiorisce in epoca intermedia (Marzo).

Camellia japonica var. "Sacco Vera"
23) Camellia japonica var. "Tama Peacock" : di origine Californiana, produce un fiore semi-doppio di medio-piccole dimensioni con stami  dorati e petali bicolori, parte centrale rosa-bordò con il bordo bianco. La pianta ha un portamento tendenzialmente assurgente, con i rami più lunghi ricadenti, così come del resto lo sono i fiori (pendenti). 

Camellia japonica var. "Tama Peacock"
Camellia × williamsii var. "Waterhouse"
24) Camellia × williamsii var. "Waterhouse" : clone ottenuto in Australia (nel 1946) dall'ibridazione di C. saluenensis con C. japonica. Pianta a crescita veloce e portamento eretto, produce grandi fiori con numerosi petali rosa, disposti imbricati con elevata simmetria. Questo clone, in climi non troppo freddi, fiorisce dall'inizio dell'inverno sino all'inizio della primavera, mentre laddove il freddo è intenso fiorisce più tardivamente, poco prima della "classica" C. japonica

25) Camellia rusticana x lutchuensis var. "Fragrant Pink" : ibrido che fiorisce in primavera, producendo numerosi fiori peoniformi, di dimensioni medio-piccole, di color rosa, che emanano una leggera fragranza (una tra le poche Camelie "profumate").

Camellia rusticana x lutchuensis var. "Fragrant Pink"