lunedì 30 maggio 2016

Come si Coltiva il Timo (Thymus sp.)?

Con il nome generico "Timo" ci riferiamo a diverse specie di piante aromatiche con cui è possibile fare tisane ed insaporire le pietanze.

Quante specie di Timo esistono? Dove si può coltivare il Timo? Quali cure necessita?

Foglie di Thymus vulgaris


Il Thymus (Timo, in italiano) è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Lamiaceae che, al suo interno, comprende decine di specie.
Le caratteristiche di cui parlerò sono comuni a molte di queste specie, dettagli sulla singola specie saranno discussi successivamente.

Le origini del Timo sono da ricercarsi nelle zone temperate d'Europa, dai Balcani al Caucaso, passando per il bacino Mediterraneo. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle zone aride, rocciose ed assolate, dal livello del mare sino a quote di oltre 1.500 metri (4.900 ft).
Le proprietà di questa pianta erano note già in tempi remoti, infatti, estratti di questa pianta, erano comunemente utilizzati per l'imbalsamazione dei corpi, sin dall'epoca degli antichi Egizi, mentre i Greci, considerandolo una fonte di coraggio, lo bruciavano come incenso in onore dei loro Dei.


Botanica e Fisiologia :

Infiorescenze Timo
Il Timo, diversamente da altre piante aromatiche come il Basilico, è una pianta sempreverde perenne a portamento arbustivo che, di solito, non supera un'altezza di 40-50 cm (15-20 inch). La parte inferiore è lignificata, mentre quella superiore è formata da numerose ramificazioni che conferiscono al Timo un aspetto molto compatto.
Nella quasi totalità delle specie, le foglie sono di piccolissime dimensioni, ricoperte da una peluria e con tonalità che variano dal verde, al grigio-argenteo. I fiori del timo, anch'essi molto piccoli, sono di colore bianco, rosa o lilla, sono riuniti in una sorta di spiga che emerge dall'ascella fiorale e sono particolarmente amati dagli insetti pronubi, tra cui le api, le quali producono il prezioso miele di Timo. La fioritura del Timo inizia nella tarda primavera e può durare tutta l'estate. I frutti sono degli acheni non particolarmente appariscenti, ognuno dei quali contiene 4 semini.


Specie di Timo :

Come accennato poco sopra, esistono centinaia di specie di Timo con differenze più o meno significative, di seguito un elenco, con una breve descrizione, delle specie più diffuse di Timo.

  • Timo Comune (Thymus vulgaris) : Probabilmente il Timo più utilizzato a scopo ornamentale ed officinale e il classico Timo che si trova nei giardini, di esso esistono innumerevoli varietà, con differenze nelle foglie e nel portamento
  • Timo Erba Barona (Thymus herba barona) : Diffuso allo stato selvatico sulle montagne di Corsica e Sardegna, la specie è molto usata in cucina, con un aroma che ricorda il cumino
  • Timo Spagnolo (Thymys zygis) : Specie di origine spagnola, sebbene non sia così ricco di olii essenziali, è comunque diffuso ed utilizzato a scopo ornamentale
  • Timo Strisciante (Thymus praecox) : Specie dal portamento particolarmente strisciante e tappezzante, cresce a quote leggermente più elevate di altre specie e molte varietà sono state selezionate per la copiosa ed appariscente fioritura
  • Timo Limone (Thymus x citriodorus) : Caratterizzato da foglie variegate, spesso di color giallo con una fragranza simile a quella del Limone
  • Timo Serpillo o Cedrato (Thymus serpyllum) : Facilmente confondibile con il Timo Comune, si differenza però per l'assenza di peluria fogliare e per gli steli maggiormente lunghi con foglie più distanziate tra loro

Coltivazione, Clima e Cure :


Timo LimoneIl Timo è una pianta Mediterranea, che ama posizioni assolate tipiche dei declivi rocciosi della nostra penisola. La specie è resistente al siccità e, una volta affrancata, non necessita di innaffiature, se non dopo prolungati periodi torridi ed aridi di molte settimane. Nonostante ami il clima Mediterraneo, il Timo resiste al gelo e può sopportare abbassamenti di temperatura fino a -10°/-15°C (14-5° F). La specie gradisce climi con piccole escursioni termiche giornaliere, condizioni molto comuni sui pendii esposti al mare. Il Timo si adatta a diversi terreni, pur preferendo quelli leggermente basici e calcarei. Si accontenta anche di terreni poveri, mentre rifugge da quelli troppo compatti che creano ristagni idrici che, specie in inverno, possono essere letali. La riproduzione del Timo avviene tramite talea o, più semplicemente, seminando.


Raccolta ed Utilizzi :

Le foglie di Timo si possono raccogliere tutto l'anno anche se, solitamente, si rimuovono sia le foglie che l'infiorescenze, prima che i fiori si aprano e dunque, nel periodo primaverile ed estivo. Le foglie possono essere poi consumate così come raccolte o fatte essiccare per successivi utilizzi.
Il Timo viene utilizzato in cucina per aromatizzare piatti a base di pesce, carne e verdura, ma è anche utilizzato per preparare infusi.
Il Timo è anche una pianta officinale, ha elevate proprietà antisettiche e, i suoi infusi, vengono utilizzati sia come calmanti, sia per alleviare la tosse e le principali patologie dell'apparato digerente. In cosmetica è utilizzato per la preparazione di deodoranti, sciampi ed è particolarmente indicato per le pelli grassi.
Tutti questi benefici sono dovuti essenzialmente a due principi attivi: il Timolo (fino al 70%), il Carvacloro (fino al 15%) e, in quantità minore, altri fenoli. La concentrazione relativa di Timolo è più alta se le foglie vengono raccolte in inverno, mentre in estate si ha una maggior produzione degli altri fenoli.

Fiori Thymus vulgaris

Foglie variegate di Timo

Fiori di Timo



giovedì 19 maggio 2016

Aloe saponaria, Come Distinguerla dalle altre Specie di Aloe?

L'Aloe saponaria, nota anche come Aloe maculata, è una delle innumerevoli specie di Aloe.

Ma quali sono i suoi tratti distintivi? Come è possibile distinguere l'Aloe saponaria dalle altre specie di Aloe? Dove può crescere? Come si coltiva?

Fioritura Aloe Saponaria



























L'Aloe saponaria, come del resto tutte le altre specie del genere, appartiene alla famiglia delle Xanthorrhoeaceae (o, secondo altre classificazioni, Aloaceae) ed è originaria dell'Africa meridionale, dove vive nelle zone aride di Sud Africa, Zimbabwe e Botswana.

Botanica :

Foglie Aloe maculataLa specie è molto eterogenea e piante diverse possono avere foglie di colori che variano dal verde chiaro al rosso tendente al viola. Le foglie dell'Aloe maculata sono succulente, lunghe circa 25-30 cm (10-12 inch) e, diversamente da molte altre Aloe, hanno innumerevoli macchie biancastre, che formano delle striature assai caratteristiche, inoltre presentano un margine seghettato. Le infiorescenze sono raggruppate all'apice degli steli fiorali (a volte anche ramificati a forma di candelabro), che emergono dalla parte centrale dell'Aloe e, potendo raggiungere 70-90 cm (27-35 inch), sono più alti della pianta stessa. Uno dei tratti distintivi dell'Aloe saponaria è la pannocchia fiorale, essa è, infatti, compatta e dalla forma appiattita e non slanciata come di solito avviene in altre Aloe. Il singolo fiore è di colore arancione con, all'estremità, sfumature violacee, ha la classica forma a calice che perfettamente si è evoluta per l'impollinazione da parte dei colibrì. 
L'Aloe maculata è una specie praticamente priva di fusto, raggiunge un'altezza di circa 30 cm (12 inch) ed è dotata di radici vigorose che possono dare origine a nuove piantine, sia nelle immediate vicinanze della piante madre, sia fino ad oltre 1 metro (40 inch) di distanza.


Coltivazione e Cure :

In Italia l'Aloe saponaria è coltivata principalmente a scopo ornamentale e la sua fioritura si protrae dalla primavera, sino all'inizio dell'estate. Essa sembra essere indotta da un periodo fresco, in cui vi siano temperature non superiori ai 15° C (59° F). La specie resiste senza danni fino ad una temperatura minima di circa -7° C (19° F) ma, anche con temperature inferiori, recupera abbastanza bene ed è quindi coltivabile in molte zone del Sud Italia, e nelle zone costiere più riparate del centro-nord, tra cui anche alcune sponde dei grandi laghi del Nord Italia con un microclima molto mite.
Sebbene riesca a crescere tranquillamente in pieno sole, l'esposizione a mezz'ombra, almeno in zone con estati torride, è quella ideale. La specie è molto resistente alla siccità, le foglie succulenti, infatti, non sono altro che foglie modificate per "trattenere" acqua. Le innaffiature devono essere ridotte e, possibilmente, effettuate bagnando solo la terra e non le foglie che, altrimenti, potrebbero andare incontro a marciumi. L'Aloe maculata è poco esigente in quanto a terreno, si accontenta anche di quelli poveri e sassosi, tuttavia predilige quelli sabbiosi, in cui non vi sono ristagni idrici, i quali sono poco tollerati dalla specie. La potatura è un'operazione facoltativa e si limita alla rimozione delle foglie basali più vecchie.
Il metodo di riproduzione più utilizzato è tramite rimozione dei polloni che, dalle radici della pianta madre, generano le piante figlie. Un altro metodo di moltiplicazione è la talea, le foglie prelevate devono essere interrate in un vaso con all'interno terra e sabbia, affinché possa radicare è consigliabile tenere il substrato umido e il vaso in posizione ombreggiata.
L'Aloe maculata è forse un po' meno conosciuta dell'Aloe vera, ma ben più rustica e coltivabile all'aperto in molte più zone d'Italia.

Foglie Aloe saponaria

Steli ed infiorescenze Aloe saponaria

Fiori Aloe maculata

Fiori  Aloe saponaria

lunedì 9 maggio 2016

Tamarillo o Albero del Pomodoro (Cyphomandra betacea), Coltivarlo Partendo da Seme

Il Tamarillo (Cyphomandra betacea), detto anche Albero del Pomodoro, è una pianta da frutto tropicale imparentata con il ben noto pomodoro che tutti noi conosciamo. I frutti del Tamarillo assomigliano a dei pomodori a forma ovale e sono reperibili nei mercati etnici ma, soprattutto sotto Natale, anche nei supermercati più forniti. 

Come si deve coltivare il Tamarillo? Come piantare i suoi semi? Dopo quanto tempo inizierà la fruttificazione dell'Albero dei Pomodori? In che clima è possibile coltivarlo? Come si mangia il Tamarillo?


Fiori tamarillo



Origine e Diffusione :

Il Tamarillo è nativo delle zone tropicali del Sud America, dove cresce sulle Ande dell'Ecuador, Perù, Colombia, Bolivia, Cile, fino a spingersi al limite settentrionale dell'Argentina.
Oggi, oltre ad essere diffuso nelle sue zone di origine, è comune anche in molte zone tropicali (o anche subtropicali) di Africa ed Asia. Ovviamente più ci si allontana dall'equatore, più l'altitudine a cui viene coltivato si abbassa, fino ad arrivare alle pianure nelle zone subtropicali.
Questa specie è coltivata anche in Nuova Zelanda, un'isola che, sebbene non tropicale, gode di un clima oceanico che, sotto certi aspetti, ha temperature simili a zone di montagna tropicali.
L'Albero del Pomodoro, in Italia, è ancora poco diffuso, sebbene potrebbe crescere agevolmente sulle coste Siciliane e Calabresi o laddove le gelate siano eventi molto rari.
La coltivazione del Tamarillo si è dimostrata praticabile anche sulla mite fascia costiera della Liguria, regione in cui la specie cresce e fruttifica abbondantemente.


Com'è e che gusto ha il frutto del Tamarillo? :

Frutto Tamarillo Aperto
Il frutto dell'Albero del Pomodoro pesa circa 40-50 gr, è di forma ovale ed, esternamente, è ricoperto da una buccia liscia. A maturazione il suo colore è, solitamente, rosso intenso, quasi amaranto, la consistenza è simile a quella di un pomodoro. La polpa del frutto è morbida e contiene numerosi semi di piccole dimensioni, che non danno troppo fastidio durante la masticazione. Il sapore è particolare, asprigno ed intenso, e può ricordare quello di un pomodoro parzialmente acerbo, sebbene sia molto più aromatico. Il tamarillo si può mangiare come ortaggio, oppure utilizzarlo per preparare confetture, tuttavia c'è a chi piace così tal quale. Un modo pratico per mangiarlo è quello di tagliarlo a metà e, con un cucchiaino, estrarre la delicata polpa.


Botanica e Fisiologia :

Cyphomandra betaceaIl Tamarillo (Cyphomandra betacea) appartiene alla famiglia delle Solanaceae, la stessa dei Pomodori e delle Melanzane. Per questo motivo, oltre che per la somiglianza del frutto, è anche chiamato Albero del Pomodoro. La specie si sviluppa sotto forma di piccolo albero, che in media raggiunge un'altezza di 2-3 metri (6,5-9 ft), il tronco adulto è di colore grigio e di consistenza semi-legnosa.
Foglie di TamarilloCyphomandra betacea è una pianta assai poco longeva; vive, infatti, solo 10 anni o poco più. Di conseguenza, la sua fioritura (e fruttificazione) è molto precoce e, nelle condizioni di crescita ideali, può avvenire già al secondo anno di vita. Le foglie del Tamarillo sono alterne, di grosse dimensioni, a forma di cuore e dotate di un picciolo particolarmente robusto. Il loro colore è verde inteso, anche se, nella fase giovanile, possono avere diverse sfumature di rosso ed una peluria nella zona superficiale. Un'altra peculiarità di queste foglie è l'odore che emanano, basta strofinarle leggermente per aver le mani impregnate di quest'essenza molto (forse troppo) aromatica. I fiori sbocciano all'apice, o all'ascella fogliare, dei nuovi rami e sono raggruppati in corimbi, ognuno dei quali può contenerne fino a dieci; il singolo fiore è ermafrodita, di colore bianco rosato ed ha un diametro di circa 1,5 cm (0,6 inch). L'albero del pomodoro è una pianta generalmente autofertile, si può dunque avere una buona produzione anche con un unico esemplare. La fioritura è leggermente scalare, così come la maturazione dei frutti che avviene circa 6-8 mesi dopo l'impollinazione.
Il frutto del Tamarillo, lungo circa 6-8 cm (2,4-3 inch) e largo la metà, è ricco di Vitamine, tra cui la Vitamina C ed E, oltre al beta-carotene, un precursore della Vitamina A.


Coltivazione, Clima e Cure :

Fiori Albero del PomodoroIl Tamarillo (Cyphomandra betacea) è una pianta tropicale, tuttavia, crescendo sulle Ande a quote superiori ai 1000 m, si è evoluto per adattarsi a questo clima, di conseguenza ha una buona tolleranza al freddo.
Quindi per la coltivazione, a livello pratico, l'Albero del Pomodoro è da considerarsi una pianta subtropicale, più che una strettamente tropicale come Rambutan e Durian.
L'Albero del Pomodoro si propaga molto bene tramite semina o, più raramente, tramite talea. I semi, come tipico delle Solanaceae, germinano piuttosto velocemente, basta solo tenere il terreno umido ed avere temperature medie superiori ai 20°C (32°F). La crescita della pianta è rapidissima e, dopo un anno, può già abbondantemente superare il metro di altezza. La potatura del Tamarillo è consigliabile effettuarla nel periodo meno caldo dell'anno e può essere anche piuttosto severa, infatti, l'elevata vigoria e la produzione di fiori all'apice dei nuovi rami, non pregiudica la produzione dei frutti.

Il Tamarillo si può coltivare anche in zone temperate calde, come lo sono le coste più riparate dell'Italia, la pianta adulta, infatti, può reggere effimere gelate nell'ordine di -2/-3°C (28-26°F), ciò nonostante le giovani piante soffrono già a temperature prossime agli zero gradi centigradi (32°F) e possono morire interamente anche con brevi esposizioni al gelo. Quindi, per chi volesse coltivarlo in Italia, suggerirei di mettere in piena terra il Tamarillo, solo dopo averlo coltivato per i primi due anni in vaso, al riparo dalla intemperie invernali.
Cyphomandra betacea flowersNella scelta della dimora è bene considerare che la specie sviluppa numerose foglie di grosse dimensioni, ed è dunque sensibile al vento. In zone ventose e non riparate, questo può diventare un grosso problema e portare alla rottura di interi rami o, in casi estremi, addirittura allo sradicamento della pianta. In zone prettamente tropicali e pianeggianti, il Tamarillo potrebbe avere una produzione scarsa (o nulla), l'induzione a fiore sembra infatti essere stimolata da temperature (specie notturne) fresche che, ai tropici, si possono avere solo in montagna. In Italia, ed in generale nelle zone subtropicali, la fioritura è tardo primaverile ed estiva, mentre la maturazione dei frutti avviene nel tardo autunno ed inverno; a livello organolettico i migliori frutti sono prodotti in zone subtropicali con giornate calde e nottate fresche. Nelle zone tropicali più vicine all'equatore non si ha una vera stagionalità, si possono avere fiori contemporaneamente a frutti maturi e, dunque, si hanno produzioni in più periodi dell'anno.

Il Tamarillo, essendo una pianta di Montagna, non ama temperature troppo elevate, infatti, prolungati periodi con oltre 30°C (86°F) possono causare la cascola dei frutti e, oltre i 35°C (95°F), il deperimento della pianta. L'Albero del Pomodoro ha un apparato radicale superficiale e foglie molto grandi da cui "perde" acqua, questo, oltre a renderlo più soggetto ai danni da vento, lo rende particolarmente avido di acqua. Le irrigazioni devono essere molto frequenti, ma mai troppo abbondanti, la specie è assai sensibile ai ristagni d'acqua; per ovviare a questo problema potrebbe essere utile scegliere un'esposizione su un declivio o utilizzare una buona pacciamatura.
Per quanto detto sopra si intuisce che, con l'estate Mediterranea, è consigliabile un'esposizione a mezz'ombra, magari fatta da alberi decidui, così da poter godere del Sole nei freddi mesi invernali.
Il terreno ideale è ricco di sostanza organica e ben drenante, meglio evitare quelli eccessivamente pesanti ed argillosi. Il Tamarillo è una specie abbastanza rustica, talvolta può essere attaccata dagli Afidi, ma raramente compromette seriamente la salute dalla pianta.


Varietà :

Esistono numerose Cultivars di Tamarillo tra cui le più famose sono:


  • Ruby Red : Diffusa in Nuova Zelanda, ha un frutto largo, di colore rosso scuro ed è ottima per preparazioni culinarie, l'acidità viene ridotta se lasciato maturare 2-3 settimane dopo la raccolta.
  • Oratia Red : Frutto di grosse dimensioni dal sapore particolarmente acido
  • Ecuadorian Orange : Frutto delle dimensioni di un uovo, il colore esterno è arancione e il sapore è meno acido di Oratia e Ruby Red
  • Goldmine : Nuova selezione di origine Neozelandese, di color oro ed dalle ottime qualità organolettiche
  • Rothamer : Varietà di origine Californiana caratterizzata dall'elevata pezzatura dei frutti, che sono di colore rosso con polpa giallo oro e dal sapore dolce. La pianta è molto vigorosa e la produzione più abbondante delle altre varietà

Fiori e Frutticini Cyphomandra betacea


Young Cyphomandra betacea

Frutticino Tamarillo

























Frutti Immaturi Tamarillo

Frutti Maturi Tamarillo

Coltivazione Tamarillo

venerdì 29 aprile 2016

Quando Inizia l'Estate? Qual è il suo Clima?

L'estate è una delle quattro stagioni delle zone temperate e rappresenta quella in cui si hanno le temperature più elevate e, generalmente, la maggiore insolazione.
Ma quando inizia l'estate? Quali sono le sue caratteristiche climatiche? Com'è l'estate italiana?

Palma in riva al mare



Prima di rispondere a queste domande, aggiungo il file audio dell' "Estate di Vivaldi", così, chi tra di voi vorrà, potrà continuare la lettura accompagnato da quest'ottima melodia.




L'estate astronomica inizia con il Solstizio di Giugno che, per l'emisfero Boreale, corrisponde al 20-21 Giugno, a seconda degli anni, mentre termina con l'Equinozio d'Autunno, il 22-23 Settembre.
L'estate meteorologica, invece, considera i 3 mesi più caldi dell'anno e, di conseguenza, inizia il 1° Giugno e termina il 31 Agosto.
L'estate Australe corrisponde, come periodo, all'inverno Boreale, inizia dunque 21-22 Dicembre e  termina il 22-23 Marzo.

I più attenti di voi avranno notato che l'estate Boreale (ovvero quella dell'Emisfero Nord e, dunque, anche dell'Italia) è circa 3 giorni più lunga rispetto a quella Australe (Emisfero Sud). Questo è dovuto all'orbita ellittica che la terra compie attorno al Sole.
Durante l'estate "italiana" la Terra, essendo più lontana dal Sole (Afelio), risente meno della sua attrazione gravitazionale; questo, come enunciato nella seconda legge di Keplero, riduce la velocità di rivoluzione e, conseguentemente, aumenta il tempo necessario a compiere la sua traiettoria, allungando, di fatto, l'estate Boreale.


Clima dell'Estate delle zone temperate :

Sapendo che le zone temperate vanno dal 23° al 67° parallelo, pare ovvio che vi siano enormi differenze. Le zone temperate più vicine all'equatore (le zone Subtropicali) avranno, in realtà, anche i mesi primaverili  ed autunnali con temperature quasi estive, e la linea di demarcazione tra le diverse stagioni non sarà così marcata. Più ci si avvicina ai Poli, più le estati saranno fresche e "corte".

Sebbene nessuno ci faccia caso, l'estate astronomica inizia proprio nel giorno in cui vi è il massimo numero di ore di luce, quindi durante l'estate, le giornate incominciano ad accorciarsi.
L'inclinazione dei raggi solari e le ore di luce sono le stesse della primavera, ad esempio il 21 Aprile ed il 21 Agosto sono reciprocamente 2 mesi prima e dopo il Solstizio d'estate, avranno quindi le stesse ore di luce e la stessa altezza del sole allo Zenit.
Perché in estate fa più caldo che in primavera? Come avevamo già spiegato qua, le stagioni risentono di un'inerzia termica, le masse d'aria e ancor di più le masse d'acqua, richiedono tempo per essere scaldate e/o raffreddate. L'estate viene dopo la primavera, una stagione in cui si ha già un'ottima insolazione che permette il riscaldamento dei mari e lo scioglimento delle nevi; ciò influenzerà le correnti che vi saranno in estate. e, dunque, il Clima estivo.


Ore di Luce Estive :

Nel periodo tra l'equinozio di Marzo e quello di Settembre, ovvero in primavera ed in estate, le ore di luce sono maggiori più ci si sposta verso il Nord. Questo divario è massimo durante il Solstizio d'estate e va via via riducendosi con l'avanzare dell'estate.
Se si andasse al limite nord della fascia temperata boreale (67°N), durante il Solstizio, si avrebbero 24 ore di luce al giorno, con il sole appena sotto l'orizzonte a mezzanotte.
Se oltrepassassimo questo limite (67° N = Circolo Polare Artico) potremmo osservare il Sole di Mezzanotte per un periodo tanto più lungo quanto più ci avviciniamo al Polo Nord (90°N), zona in cui il Sole sarebbe sopra l'orizzonte per 6 mesi all'anno.
Anche in Italia, in estate, le giornate saranno più lunghe al Nord, rispetto al Sud e ci potranno essere anche 16 h di luce al giorno.


Prati estivi secchi



Clima dell'Estate Italiana :

L'estate italiana è la stagione in cui vi sono le temperature più elevate, i cieli sereni e, di norma, scarse precipitazioni.
In Italia vi è la tipica estate mediterranea, caratterizzata dall'elevata aridità. In alcune zone della Sardegna, della Sicilia e della Puglia potrebbero non esserci precipitazioni anche per 3-4 mesi e, anche qualora ce ne fossero, sarebbero di lieve intensità.
Conseguentemente, i verdi prati primaverili si trasformano in prati secchi che conferiscono il classico color marrone-bruciato al paesaggio di queste regioni.
Non in tutto il mondo l'estate è la stagione più secca, ad esempio nel Sud-Est degli stati uniti (ad es. Florida), la stagione più calda è anche quella in cui si registrano maggiori precipitazioni.
Anche stando in Italia l'estate può essere molto piovosa, ad esempio sulle Alpi, in estate, si sviluppano temporali assai frequentemente (in alcune zone quasi giornalmente) e questi riversano grandi quantità di pioggia, facendo diventare l'estate la stagione più umida dell'anno.

Come letto sopra, sebbene l'estate sia la stagione mediamente più secca, vi sono enormi differenze nella distribuzione delle piogge.
Tutto l'arco Alpino, in particolar modo quello più orientale, è molto piovoso. Anche le pianure adiacenti risentono, sebbene con minori effetti, dei temporali generatisi sulle Alpi. Le zone del Lago Maggiore e del Lago di Como, specie nelle parti settentrionali, registrano notevoli accumuli anche in estate. Inoltre l'estate è anche la stagione in cui, nelle zone interne del Nord, si verificano il maggior numero di grandinate.
Più ci si sposta verso il centro della pianura padana, più le precipitazioni si riducono. In molte zone della Pianura Padana, durante tutta l'estate, non si raggiungono neppure i 150 mm di acqua.
Il centro-sud è particolarmente secco, le precipitazioni diventano più abbondanti solo in alcune zone appenniniche favorite dall'orografia.

Le temperature massime sopra i 30° C (86° F) sono frequenti e, specie nelle zone interne del Sud Italia, è facile avvicinarsi ai 40° C (104° F); le temperature minime sono superiori ai 20°C (68° F) nelle zone costiere, mentre inferiori ai 20° C nelle zone a clima continentale del Nord Italia.
Nelle zone costiere, le temperature massime possono esser mitigate dal mare e dalle relative brezze, in particolar modo una regione, la Liguria, è nota per superare raramente i 30° C, con minime escursioni termiche giornaliere.

Per le piante la stagione estiva può essere addirittura quella più stressante, molte specie che prosperano nella macchia mediterranea crescono poco durante questa stagione, altre perdono addirittura le foglie ed entrano in uno stato di dormienza simile a quello che le piante decidue hanno in inverno.

Non sottovalutate l'estate pensando che, sicuramente, una pianta non morirà mai in questa stagione, la siccità, unità alle alte temperature e al Sole, possono fare danni più gravi di quanto non faccia il freddo.

I vasi, specie se neri, diventano dei veri e propri forni che cuociono letteralmente le radici delle piante, non lasciando alcuno scampo. E' consigliabile usare vasi non neri, scegliere la mezz'ombra, oppure interrare i vasi affinché non ci batta il sole.

Qui sotto allego una tabella riassuntiva di alcuni capoluoghi italiani


Città
Mese
Temp. Min. Media
Temp. Max. Media
Pioggia (mm)

Torino
Giugno
14,0°C (57,2°F)
24,8°C (76,6°F)
104,3
Luglio
16,9°C (62,4°F)
27,9°C (82,2°F)
70,5
Agosto
16,5°C (61,7°F)
27,1°C (80,8°F)
76,1

       Genova
Giugno
17,6°C (63,7°F)
23,9°C (75,0°F)
58,2
Luglio
20,9°C (69,6°F)
27,3°C (81,1°F)
24,2
Agosto
21,0°C (69,8°F)
27,7°C (81,9°F)
69,3

Bologna
Giugno
15,8°C (60,4°F)
27,1°C (80,8°F)
57,3
Luglio
18,5°C (65,3°F)
30,4°C (86,7°F)
40,5
Agosto
18,4°C (65,1°F)
29,8°C (85,6°F)
52,5

Roma
Giugno
15,3°C (59,5°F)
26,9°C (80,4°F)
34,0
Luglio
18,0°C (64,4°F)
30,3°C (86,5°F)
19,2
Agosto
18,3°C (64,9°F)
30,6°C (87,1°F)
36,8

Palermo
Giugno
19,2°C (66,6°F)
27,2°C (81,0°F)
17,9
Luglio
21,7°C (71,1°F)
29,8°C (85,6°F)
6,7
Agosto
22,7°C (72,9°F)
30,5°C (86,9°F)
31,8

Ancona
Giugno
14,5°C (58,1°F)
25,6°C (78,1°F)
60,4
Luglio
16,9°C (62,4°F)
28,2°C (82,8°F)
47,1
Agosto
17,2°C (63,0°F)
28,1°C (82,6°F)
76,4

L’aquila
Giugno
12,2°C (54,0°F)
25,3°C (77,5°F)
46,1
Luglio
14,2°C (57,6°F)
29,0°C (84,2°F)
34,7
Agosto
14,1°C (57,4°F)
29,1°C (84,4°F)
37,7

Firenze
Giugno
15,0°C (59,0°F)
27,7°C (81,9°F)
57,1
Luglio
17,7°C (63,9°F)
31,4°C (88,5°F)
36,7
Agosto
17,0°C (62,6°F)
30,6°C (87.1°F)
56,0


E chiudiamo con un qualche quadro raffigurante l'estate.


Pieter Bruegel the Elder Mietitura

Monet Estate









L'estate Caspar David-Friedrich

Compagni in estate Robert Zünd
Arcimboldo Estate

giovedì 21 aprile 2016

Laghi Tailly, una Passeggiata in Valsesia

Dove è possibile fare una bella passeggiata sulle Alpi Occidentali? Quali escursioni fare in Valsesia?

Quella che andrò a descrivere è un'escursione di difficoltà medio-alta che, partendo da Alagna Valsesia (Vercelli), ad una altitudine, di 1191 m, ci porterà, attraverso la Val d'Otro, sino ai Laghi Tailly, due laghetti a circa 2400 m sulle Alpi Pennine

Laghi Tailly


Alagna Valsesia è un piccolo comune piemontese, situato ai piedi del Monte Rosa che, dopo il Monte Bianco, è la vetta più alta delle Alpi. Alagna rappresenta l'ultimo borgo raggiungibile utilizzando strade asfaltate, nonché il punto estremo della Valsesia; da lì si innalzano scoscese vette su tutti i lati ad esclusione della direzione da cui si è arrivati.
I Walser, un popolo di origine tedesca dedito all'agricoltura e alla pastorizia, si insediarono in queste terre nel lontano XIII° secolo. Oggigiorno, Alagna Valsesia, rappresenta uno degli ultimi posti italiani in cui è possibile osservare una tipica architettura in stile Walser, caratterizzata dal massiccio utilizzo di legno.

Abitazione Walser


Appena oltrepassate le ultime abitazioni Walser, ci si immette in un sentiero non troppo ripido che ci porta all'inizio dell'escursione. La prima parte della passeggiata si snoda attraverso una mulattiera in pendenza, fatta da una sorta di scalinata a ciottoli, con gradini irregolari. La bellezza di questo tratto sta nell'ambiente circostante, si è infatti immersi in uno splendido bosco, piuttosto fitto, ma non per questo opprimente, con diverse specie di conifere e qualche betulla, che si innalzano mastodontiche, proprio dai margini del tragitto.

Mulattiera Alagna Valsesia


Dopo questa prima parte di salita, il percorso spiana leggermente e la fitta vegetazione si fa via via più rada. In alcune parti (poche) vi è solo un leggero falsopiano che fiancheggia il fiume Otro, un immissario del Sesia, in cui scorre un'acqua particolarmente cristallina. Il rumore dello scroscio dell'acqua è incessante e risuona soave, disturbato solo dal cinguettio degli uccellini.

Valle d'Otro

Fiume Otro


Dopo questo falsopiano, la pendenza ritorna a farsi sentire sulle nostre gambe. Salendo di quota le piante decidue lasciano sempre più spazio alle conifere ed, in particolar modo, ai larici che, incuranti delle intemperie e del freddo, possono spingersi fino ad oltre 2000 metri.
Questa immersione nella natura, l'aria fresca, pulita e leggera, così come l'assenza di rumori, ci fa sentire liberi e spensierati. Forse furono queste le emozioni che spinsero i Walser ad edificare il piccolo villaggio di Otro, ora abitato solo durante la stagione estiva.
Questo paesino, o meglio pochi raggruppamenti di case costruite in pietra e legno, è composto da sei frazioni, poste ad un'altitudine di circa 1700 metri e prive di collegamenti stradali con Alagna. Otro è sul versante opposto rispetto a quello che si percorre per arrivare ai Laghi Tailly, anche se, allungando la strada di ritorno di circa un'ora, sarebbe possibile passarci.

Val d'Otro

Otro


Salendo di quota la vegetazione arborea diventa più rara, lasciando spazio a quella erbacea o, al più, a piccoli arbusti. L'ultimo tratto è il più faticoso, vuoi per la pendenza, vuoi perché ormai le gambe hanno lavorato parecchio, ma la vista che si apre sulle vette più alte delle Alpi ripaga lo sforzo fatto.
Dall'alto si ha la percezione del dislivello compiuto, guardando verso il basso si vede Otro e tutta la Val d'Otro, mentre alzando lo sguardo si staglia dinanzi l'imponente Monte Rosa che, con i suoi 4.632 metri, risulta innevato anche in piena estate.

Monte Rosa

Panorama Alpi Occidentali


Ed infine, dopo la ripida salita, vi è un breve pendio in discesa, che porta ad una zona "a conca", incastonata tra le rocce, dove sono presenti i Laghi Tailly. In realtà vi sono sono due laghetti, posti ad un dislivello di 100 metri. Quello inferiore (2.386 m) è quello più grande ed è circondato da un'elegante flora alpina, con fiori che, per poche settimane all'anno, abbelliscono il paesaggio e donano prezioso nettare agli insetti pronubi.
Data la conformazione e l'esposizione (vedi qua, per maggior dettagli), le rive di questo lago sono coperte di neve per quasi tutto l'anno e, anche a fine Luglio, nelle zone in ombra vi è uno spesso malto nevoso dall'aspetto farinoso.
Le acque dei laghi Tailly sono limpidissime, prive di vertebrati acquatici e freddissime anche durante i mesi estivi.

Nevaio Tailly

Acqua laghi Tailly

Silene acaulis


Il ritorno è, almeno dal punto di vista aerobico, meno faticoso e una maggiore rilassatezza permette di apprezzare al meglio la vegetazione montana, in cui squisiti Mirtilli selvatici, si intervallano a stupendi Rododendri Alpini, Genziana rossigna ed  altri fiori spontanei.

Genziana rossigna

Prato Fiorito in alta montagna

Margherite di Montagna

Mirtilli Selvatici Montagna