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martedì 28 dicembre 2021

Le Migliori 10 Varietà di Albicocco (Prunus armeniaca)

L'Albicocco (Prunus armeniaca) appartiene alla famiglia delle Rosacee ed è una delle piante da frutto simbolo dell'estate. Purtroppo la specie fiorisce presto ed è quindi soggetta alle gelate tardive, inoltre in ambienti umidi è abbastanza suscettibile alla Monilia, che provoca gravi danni ed ingenti perdite di produzione. L'Albicocco, dunque, non è sicuramente la pianta da frutto più semplice da gestire, tuttavia con gli opportuni accorgimenti e scegliendo la giusta varietà si possono aver grandi soddisfazioni anche nelle zone più umide del Nord Italia (per ulteriori informazioni sulla sua coltivazione clicca qua).

In questo articolo vorrei soffermarmi sulla descrizione di quelle che, a mio avviso, sono le cultivars più meritevoli o particolari ed adatte alla coltivazione dell'hobbista. 

Premessa :

Gli Albicocchi si propagano esclusivamente tramite innesto, o meglio questo è l'unico modo per riprodurli efficacemente per via vegetativa; alternativamente si possono moltiplicare anche tramite semina, la quale però non garantisce nulla in merito alla pianta che ne uscirà. 

Un'altra cosa da valutare (e da chiedere a coloro da cui comprerete la vostra pianta) è il tipo di portainnesto utilizzato; infatti gli Albicocchi si possono innestare sopra diverse piante, il cui apparato radicale influenzerà lo sviluppo del nesto sovrastante. 

Un classico portainnesto per gli Albicocchi è il Mirabolano (Prunus cerasifera) ottenuto da seme; esso è molto utilizzato, garantisce elevata vigoria e si adatta a diversi tipi di terreno, tuttavia la messa a frutto è piuttosto lenta; presenta disaffinità con alcune cultivars. Esistono anche portainnesti clonali, come il Mirabolano 29/C, sul quale è velocizzata la messa a frutto o il MrS 2/5, che riduce la dimensione delle piante, ma necessita di terreni irrigui. Si può innestare anche su Franco (un altro Prunus armeniaca), la vigoria è elevata ed, anche in terreni non irrigui, raggiunge dimensioni ragguardevoli (per cui necessita interventi di potatura), la messa a frutto è lenta; se si innesta su Pesco (Prunus persica) c'è un effetto nanizzante, ma le piante sono meno longeve, non regge terreni pesanti ed eccessivamente aridi. Un altro portainnesto utilizzato è il PENTA, un clone di Susino (Prunus domestica), che non genera polloni, cresce su terreni anche argillosi ed asfittici, oltre ad esser resistente a molti patogeni che attaccano le radici (es. Phytophtora).

Albicocco

Quali Sono le Differenze tra le Diverse Varietà di Albicocco ?


  • Dimensione del Frutto : sebbene la pezzatura possa esser influenzata anche dal portainnesto, dal terreno e dal numero di frutti, esistono cloni che producono frutti più o meno grossi.
  • Colore del Frutto : il colore (ed il sovracolore) varia notevolmente da clone a clone, si parte da Albicocche giallo tenue, sino a rosse.
  • Epoca di Fioritura : il periodo dell'anno in cui gli Albicocchi fioriscono è il finir dell'inverno, indicativamente da inizio febbraio a metà marzo, anche in funzione del clima locale; tuttavia anche due Albicocchi piantati ad un metro l'uno dall'altro possono fiorire in periodi (leggermente) diversi, di solito non più di 10 giorni. Tuttavia Albicocchi a fioritura tardiva sono consigliabili laddove vi sia il concreto rischio di brinate tardive, che comprometterebbero la produzione dell'annata. In questi casi 10 giorni prima o dopo possono fare la differenza. 
  • Epoca di Maturazione : la finestra temporale di produzione degli Albicocchi è più stretta rispetto a quella di altri frutti (Susini, Peschi), ma più lunga di altri (Ciliegio). Le piante più precoci possono iniziare a maturare le Albicocche a fine Maggio, mentre le più tardive (alcune brevettate di recente) anche a metà Agosto.
  • Autofertilità : sebbene la maggior parte delle cultivars siano autofertili, esistono anche dei cloni autosterili o parzialmente autosterili, che necessitano impollinatori.
  • Fabbisogno di Freddo : molte piante da climi temperati hanno bisogno un certo numero di ore di freddo invernale per poter sviluppare correttamente le loro gemme a fiore (clicca qua per dettagli). Per l'Albicocco sono mediamente 500 ore, che potrebbero non esser soddisfatte nelle zone più miti del Sud Italia; qui si consiglia di optare per varietà a minor fabbisogno di freddo.
  • Resistenza alle Malattie : alcune varietà sono più tolleranti a patologie importanti come ad esempio la Monilia (M. laxa)

Quali Sono i Migliori 10 Albicocchi da Piantare in un Orto Familiare ?

In questa sezione ho messo alcune (tra le centinai) delle varietà più caratteristiche, cercando eterogeneità per epoca di maturazione ed ambiente di coltivazione.

Albicocco "Pisana"
1) Albicocco "Pisana" : di origine Italiana e selezionata dall'Università di Pisa è commercializzata dal 1991. Pianta non esigente per quanto riguarda i portainnesti, anche se quelli vigorosi ne migliorano la produttività. La specie è autofertile e la fioritura è tardiva, mentre la maturazione è medio-tardiva (intorno ad inizio Luglio al Nord Italia). Il frutto è di grosse dimensioni, di ottimo sapore, con un grado zuccherino di 15° brix. Oltre alle caratteristiche del frutto la segnalo in quanto ha buona resistenza Monilia laxa ed è quindi una delle migliori opzioni se si vuol coltivare un Albicocco in zone umide.

2) Albicocco "Valleggia" : varietà selezionata nel Ponente Ligure ad inizio '900, è tutt'oggi una delle cultivar più diffuse (soprattutto nel Savonese). La fioritura è abbastanza tardiva e più graduale rispetto all'Albicocco "medio". La pianta è rustica ed autofertile. Il frutto è arancione, con buccia sottile e cosparsa da punticini color mattone (il vero marchio distintivo della varietà). Sebbene di piccole dimensioni, questa Albicocca ha un sapore molto intenso. La maturazione è intermedia.

Albicocco "Valleggia"
3) Albicocco "Pesca di Nancy" : antica varietà francese, risalente al 1775. Albero rustico ed autofertile, piuttosto tardiva, fruttifica nella prima metà di Luglio, producendo albicocche arancioni e talmente grandi da sembrare delle pesche. Conservabilità breve, ma ottimo sapore, dolce ed acquoso.

Albicocco "Pesca di Nancy"
4) Albicocco "Rubista" : ottenuta in Francia, ha la caratteristica principale di produrre Albicocche di colore rosso intenso (quasi bordeaux) sull'intera superficie. Fioritura in epoca intermedia, maturazione precoce. La pianta è autofertile, media vigoria e portamento tendenzialmente assurgente. Il frutto, oltre ad essere molto attraente, è di buona pezzatura e di ottimo sapore. Una varietà particolare che non può mancare ad un collezionista. Il marchio è registrato e ne è vietata la riproduzione a scopo di lucro.

Albicocco "Rubista"

Albicocco "Farlis"
5) Albicocco "Farlis" : varietà di origine francese, è qui citata in quanto è uno degli Albicocchi più tardivi in assoluto, maturando i propri frutti a metà Agosto. La pianta è a portamento espanso, autofertile ed a fioritura tardiva. Frutti grossi (circa 90 grammi in media), buoni, con un grado di zuccheri di 15° brix. Adattabile a diversi ambienti climatici.

6) Albicocco "Nirosa 2" : varietà resistente a Sharka (Plum Pox Virus), malattia virale, nota anche come Vaiolo delle Drupacee. La pianta ha elevata vigoria, è autofertile, con fioritura in epoca intermedia e epoca di fruttificazione precoce (prima metà di Giugno). Produzione è elevata ed i frutti sono di grossa pezzatura, di color arancione intenso e di buon sapore (bassa acidità della buccia).

7) Albicocco "Tsunami" : qui citata per essere una varietà ultra precoce, essa infatti è una delle prime a maturare e, nei luoghi più caldi, i frutti maturano anche a partire dalla seconda metà di Maggio. Pianta selezionata in Francia e commercializzata a partire dal 2010 (coperta da copyright e vietata la riproduzione a scopi di lucro). La fioritura è precoce e la pianta è autosterile, sono perciò necessari altri Albicocchi a fioritura precoce per garantire l'impollinazione. Il vigore della pianta è medio-alto ed il portamento assurgente. Il sapore è equilibrato, con una dolcezza di 13 °brix, piuttosto elevata per una varietà così precoce. 

Albicocco "Tsunami"

Albicocco "Ninfa"
8) Albicocco "Ninfa" : selezionata dall'Università di Bologna e commercializzata dal 1993, si caratterizza per uno scarso fabbisogno di freddo, rendendola ideale per il Sud Italia, zona che inoltre ne esalta le potenzialità. La pianta ha basso vigore e portamento espanso. Varietà autofertile, con fioritura medio-precoce e maturazione precoce, è indicata per la coltura protetta. I frutti hanno una buccia chiara (gialla, senza sovra-colorazioni), la polpa ha grado zuccherino di 15° brix, il sapore è buono negli ambienti meridionali, ma potrebbe non esser eccezionale se si anticipa eccessivamente la raccolta.

9) Albicocco "Ivonne Liverani" : pianta di origine Italiana (Faenza), diffusa a partire dal 1977. La pianta è solo parzialmente autosterile e se ne consiglia la vicinanza ad altri Albicocchi che fioriscano in epoca intermedia (come lui) al fine di garantire un'efficacie impollinazione. Viene citata in quanto mostra un'alta resistenza alla Monilia. I frutti maturano in epoca intermedia, sono buoni, ma di breve conservabilità. 

10) Albicocco "Portici" : pianta di origini Campane, presenta una buona tolleranza alla monilia. Produttività elevata, con frutti di grandi dimensioni. Essi sono molto dolci (16° brix) ed aromatici. Si può coltivare in diversi ambienti, anche se nelle annate molto piovose parte dei frutti è soggetta a spaccatura.  E' autofertile; la fioritura è medio-precoce, mentre la maturazione è medio-tardiva

Albicocco "Portici"

venerdì 26 novembre 2021

Come Riconoscere la Ginestra - Quante Specie Esistono ?

Quante volte avete sentito parlare della Ginestra di Spagna ? oppure della Ginestra dei Carbonai ? o ancora della Ginestra dell'Etna ? In realtà col nome "Ginestra" si fa riferimento ad una delle moltissime specie della tribù delle Genisteae, all'interno della famiglia delle Fabaceae (ex Leguminose). Queste specie appartengono anche a generi diversi, quindi non sono sempre così vicine filogeneticamente, tuttavia in media sono arbusti/cespugli di medio-piccole dimensioni che producono una copiosa fioritura gialla.

La maggior parte delle specie di Ginestra è distribuita nel bacino Mediterraneo, per lo più tra il Sud dell'Europa, il Medio Oriente ed il nord dell'Africa, sconfinando fino alle Isole Canarie, sebbene ve ne siano (poche) anche in America, India e Sud-Est Asiatico. Le principali specie di Ginestra prosperano bene su suoli poveri, sassosi ed aridi, resistendo bene alla siccità, ma mal tollerando terreni eccessivamente umidi e poco drenanti. In Italia, a seconda della specie, si possono coltivare ovunque e vengono piantate come ornamentali, grazie alla loro rusticità e frugalità.

Di seguito un elenco delle specie di Ginestra più diffuse e/o rappresentative, con una breve descrizione botanica.

Ginestra dei Carbonai (Cytisus scoparius) : diversamente dalla seguente, questa specie ama i terreni acidi e poveri di calcare, prediligendo esposizioni a mezz'ombra. Per queste ragioni la loro distribuzione si spinge più a Nord rispetto alla Ginestra di Spagna (vedi sotto) e la si può trovare anche sulle coste Atlantiche dell'Europa. In Italia prospera ai margini delle pinete, nelle brughiere, nelle zone collinari e persino di bassa montagna, sviluppandosi al meglio su terreni silicei e secchi. Ottima resistenza al gelo invernale. E' un piccolo arbusto cespitoso, di solito alto intorno al metro (3.3 ft). La parte erbacea muore d'inverno, mentre le gemme svernanti, poste a non più di 20 cm (8 in) di altezza, riformano l'intera pianta durante la successiva stagione. Fiori giallo intenso leggermente profumati, che sbocciano sul finir dell'inverno/inizio primavera.

Fiori Cytisus scoparius

Rami e Foglie Cytisus scoparius

Ginestra di Spagna (Spartium junceum) : unica specie del suo genere e nota anche come Ginestra Odorosa, è una pianta arbustiva non più alta di 3 metri (10 ft), ma spesso meno. I numerosi fusti sono verdi e crescono eretti, dando alla pianta un aspetto globoso. Le foglie sono lanceolate, piccole, distanziate e, a differenza dei fiori gialli,  decisamente poco appariscenti. Specie tipica della macchia Mediterranea e molto comune nel Sud Italia, dove cresce in zone assolate ed aride.

Spartium junceum

Ginestra Spinosa (Calicotome spinosa) : specie arbustiva di piccole dimensioni, con chioma molto densa e rami spinosi. Tipica della macchia mediterranea, dove prospera isolata od a gruppetti sugli aridi e rocciosi pendii. Da Marzo a Giugno si ricopre interamente dei tipici fiori color giallo. Oltre ai paesi che si affacciano sul Mediterraneo è stata introdotta anche in Nuova Zelanda.

Calicotome spinosa

Ginestra dell'Etna (Genista aetnensis) : come facile intuire è una specie nativa della Sicilia (ma anche della Sardegna), dove cresce nelle assolate ed aperte pianure ai piedi dell'Etna. Diversamente dalle precedenti, questa specie ha uno sviluppo arboreo ed un portamento spesso più ad albero che arbustivo, raggiungendo occasionalmente anche i 10 metri (33 ft) di altezza. Fiori e foglie simili alle altre Ginestre, mentre la resistenza al freddo si attesta intorno ai -15° C (5°F). La fioritura è veramente copiosa e, mentre avviene, la Ginestra dell'Etna può esser scambiata (da lontano) per una Mimosa.

Genista aetnensis

Ginestra Bianca (Retama raetam) : come facile intuire dal nome questa specie di Ginestra ha la peculiarità di avere fiori bianchi, morfologicamente simili ai fiori gialli delle altre Ginestre. Il portamento è arbustivo/compatto e raramente supera i 2 metri (6.6 ft) di altezza. In Italia si trova in alcune zone di Sicilia e Calabria, dove prospera nelle zone sabbiose, stabilizzando le dune di sabbia. La sua distribuzione si spinge più a Sud di molte altre Ginestre e la sua resistenza alla siccità le permette di crescere anche in zone molto aride, come in Sudan e persino in Arabia. Esiste anche la Spartocytisus supranubius, un'altra Ginestra a fiore bianco, che cresce alle pendici del Teide.

Retama raetam

Ginestrone (Ulex europaeus) : specie di Ginestra che è distribuita su un areale spostato più a Nord, crescendo persino in Polonia. Nativa delle Isole Britanniche, la si ritrova spesso lungo le coste dell'Oceano Atlantico. Il tronco è corto, con moltissime ramificazioni assurgenti e ricadenti sotto il loro peso. Le foglie si sono trasformate in spine, mentre i fiori sono gialli. Ottima resistenza al gelo, fin oltre -20° C (-4° F).

Ulex europaeus

Maggiociondolo (Laburnum anagyroides) :  piuttosto diversa rispetto alle Ginestre fin qui descritte, si sviluppa come piccolo albero deciduo non più alto di 6 metri (20 ft). Le foglie son composte da tre foglioline e risultano ben più appariscenti e grosse rispetto a quelle della "Ginestra classica". La fioritura avviene in maggio ed i fiori color giallo oro, contrariamente a molte altre specie, sono riuniti in lunghi grappoli pendenti, che ricordano un po' la forma delle infiorescenze del GlicineLaburnum anagyroides cresce in terreni calcarei ed umidi, presenti dalla Francia sud-orientale, sino ai Balcani. 

Laburnum anagyroides

Lupino Giallo (Lupinus luteus) : specie annuale ed erbacea, presente nei climi temperati caldi, resistendo bene sia al gelo che alla neve. Molto diffuso negli Stati Uniti, dove è considerata una specie infestante. La pianta produce semi commestibili, amari da freschi ed utilizzati come alimento per bestiame, sebbene previa cottura possano esser mangiati anche dagli uomini. I Lupini crescono in mezzo all'erba e producono un'infiorescenza apicale eretta. Le foglie sono composte con foglioline disposte a raggiera. 

Lupinus luteus

Argyrocytisus battandieri
Argyrocytisus battandieri : nativo del Marocco è un piccolo arbusto deciduo che non cresce oltre i 4 metri (13 ft). I fiori gialli e raggruppati in una piccola (e tozza) infiorescenza eretta.

Spero di aver fatto un po' di chiarezza sulla Ginestra, una pianta tipica della nostra macchia Mediterranea, frugale e facile da coltivare, tanto che spesso sfugge alla coltivazione e colonizza nuove aree, comportandosi come infestante. Vi lascio con un'ultima foto, scattata sulle alture di Belgirate, sul Lago Maggiore, che riprende una Ginestra dei Carbonai, cresciuta spontanea sul ciglio della strada.

Ginestra dei Carbonai - Zona Lago Maggiore




martedì 26 ottobre 2021

Cos'è il Cipresso delle Paludi (Taxodium distichum) ? - Coltivazione ed Area Geografica

All'interno delle Gimnosperme, le Conifere rappresentano il gruppo con maggior numero di specie, nonché il più diversificato. 

Molte specie, come il Larice e l'Abete, sono comuni sulle nostre montagne (Alpi ed Appennini) allo stato selvatico, mentre altre, come il Cedro del Libano, in Italia sono per lo più piantate come ornamento in parchi o grandi giardini.

Oggi vorrei parlare del Cipresso delle Paludi (Taxodium distichum), una Conifera meno conosciuta, ma dall'indubbio fascino. 

Taxodium distichum
Cipressi della Palude

Origine e Diffusione :

Questa specie, nota anche col nome di Cipresso Calvo o Tassodio, è una specie nativa del Sud-Est degli Stati Uniti appartenente alla famiglia delle Cupressaceae (la stessa della Thuja). Nel 1963 è stata designata simbolo dello stato della Louisiana.

Il Cipresso delle Paludi, come facile intuire dal nome, trova il suo habitat ideale in zone umide, ai margini di laghi e fiumi, reggendo bene anche lunghi periodi di esondazione. Questa pianta può infatti sopravvivere anche con radici totalmente immerse in acqua od in suoli asfittici, dato che sviluppa radici respiratorie. Allo stato naturale il Tassodio colonizza le pianure alluvionali e, soprattutto, le paludi (talvolta salmastre), dove riesce ad imporsi sulle altre specie. La più grande foresta primaria di Taxodium distichum si ritrova in Florida

Il nome del genere, Taxodium ("simile al Tasso"), fa riferimento per l'appunto al Taxus baccata, mentre l'epiteto della specie, "distichum", richiama il fatto che le foglie siano disposte su due file parallele. 

Foglie Cipresso Calvo

Botanica e Coltivazione :

Il Cipresso Calvo è una conifera dal portamento elegante, piramidale ed al contempo assurgente, dotata di una chioma rada e leggera. Le foglie sono in realtà corti aghi di non oltre 2 cm (0.8 in) di lunghezza e di color verde chiaro, tuttavia questa specie è una delle pochissime conifere decidue, per cui in autunno, prima di cadere, gli aghi si colorano di un bel rosso-ruggine, rendendo il Cipresso delle Paludi davvero appariscente. 

L'imponente tronco, ricoperto da una corteccia bruno-rossastra che si sfalda longitudinalmente, ha base svasata e può raggiungere un'altezza di oltre 30 metri (100 ft).

Il Tassodio è una specie monoica, gli organi maschili sono amenti lunghi circa 10 cm (4 in) posti all'apice dei rami, mentre quelli femminili sono dei coni verdi, solitari o in coppia. Le pigne sono sferiche, verdi ed, in autunno, le squame di cui sono composte si aprono lasciando volare via semi alati dalla forma triangolare.

Pneumatofori
Caratteristica della specie è la formazione di strutture coniche, parzialmente cave che si originano dalle radici. Questi organi, detti “pneumatofori”, hanno il compito di permettere l'ossigenazione alle radici e le loro dimensioni dipendono da quanto è asfittico il terreno; in zone con terreno ben areato son assenti, in zone paludose possono esser alti oltre 1 metro (3.3 ft), mentre nella maggior parte dei casi sono alti qualche decimetro. 

Il Cipresso Calvo ha un'ottima resistenza al freddo e può tollerare temperature di -20° C (-4° F) o inferiori; tuttavia la sua distribuzione naturale è limitata dalle intense gelate invernali, le quali sono deleterie per la sopravvivenza delle nuove piantine.

Per la germinazione il seme richiede un substrato umido, ad esempio un fondo di muschio, mentre non avviene sott'acqua; tuttavia i semi possono rimanere immersi per 3 anni senza perdere la capacità di germinare. La crescita dei semenzali è rapida e, nel primo anno, una piantina può già raggiungere quasi 1 metro (40 in) di altezza, così da sfuggire ad eventuali inondazioni che altrimenti, sommergendola interamente, la ucciderebbero.

Pigne Tassodio

La velocità di crescita diminuisce con l'età; in condizioni ideali il Cipresso Calvo raggiunge i 20 metri (66 ft) di altezza in circa 50 anni. Negli anni a seguire la crescita rallenta ulteriormente, cessando intorno ai 200 anni di età ed anche alberi secolari non superano i 40 metri (131 ft). 

Il Cipresso Calvo è estremamente longevo, sono comuni alberi plurisecolari, ma ne esistono anche di millenari. Nel North Carolina esiste un esemplare con un'età stimata di oltre 2600 anni.

La specie è adattabile e cresce su diversi tipi di terreno e, contrariamente a quanto si possa credere, piante adulte hanno una buona resistenza alla siccità.

Oltre ad essere decidua il Tassodio possiede un'altra caratteristica rara nelle Conifere, ovvero quella di emettere polloni dal ceppo ed è perciò riproducibile anche per via vegetativa. Piante vetuste hanno una minor attitudine ad emettere nuovi germogli basali.  

sabato 25 settembre 2021

Elenco Piante Tropicali - Descrizione con Foto e Resistenza al Freddo

Il termine generico "Pianta Tropicale" non indica di per sé una caratteristica specifica, bensì unicamente la sua provenienza geografica. In senso stretto i tropici sono quelle aree ad una latitudine compresa tra il 23° parallelo Nord ed il 23° parallelo Sud. In queste zone, al piano, non vi sono grosse fluttuazioni termiche annuali, raramente si scende sotto i 15° C (59° F) e la radiazione solare è sempre elevata. Detto questo, diverse zone tropicali possono aver climi molto diversi, si passa dalle terre desertiche (es. Sud della Penisola Arabica), a zone Monsoniche (India) in cui si alterna una stagione delle piogge ad una secca, sino a zone Pluviali (es. Foresta Amazzonica), in cui le precipitazioni sono abbondanti e quasi giornaliere. 

Esistono poi le zone sub-tropicali, che indicativamente si estendono dai due tropici sino al 30° N (e 30° S). Queste aree sono di norma esenti da gelo, ma hanno una certa stagionalità (sebbene non così marcata come nelle zone temperate).

Ovviamente le piante non seguono l'esatto confine geografico e, talvolta, possono crescere anche in zone lontane da quelle d'origine ed avere una (relativamente) inaspettata resistenza al freddo.

In questo articolo vorrei proporre le specie di piante tropicali (almeno nell'aspetto) più adatte alla creazione di un giardino esotico in Italia. Di seguito indicherò anche la rusticità e vedrete come buona parte di esse si possano facilmente coltivare (all'aperto e senza protezioni) nelle zone costiere del Centro-Sud Italia ed altre sono ancora più resistenti, tollerando addirittura il gelo intenso del Nord Italia.

Giardino Tropicale in Thailandia


Aspetto di Una Pianta Tropicale :

Quando si parla di piante tropicali si fa spesso riferimento a piante che crescono in zone equatoriali, nelle foreste pluviali. Qui il clima è caldo-umido tutto l'anno, vi è una grandissima biodiversità (sia animale che vegetale), il suolo è povero, la vegetazione densa ed il Sole è filtrato dagli alberi più alti, tanto che meno del 5% della radiazione solare giunge al sottobosco. 

Quali sono le caratteristiche morfologiche di una specie "tropicale" ?

  • Sono piante sempreverdi, talvolta semi-decidue durante la stagione secca
  • Le specie della parte bassa della foresta pluviale sono spesso epifite, ovvero piante che crescono arrampicandosi su tronchi e rami degli alberi, spesso hanno radici aeree (es. Orchidea)
  • Le foglie sono di grandi dimensioni
  • Le specie del sottobosco sono spesso piante erbacee.
  • Sviluppano una vegetazione densa
  • Le foglie di molte specie, tra cui buona parte di quelle del genere Begonia e della famiglia delle Bromeliaceae (la stessa dell'Ananas), hanno colorazioni atipiche, con sfumature color porpora, marrone, viola ed arancione
  • Le piante da fiore (Angiosperme) fanno copiose fioriture ed i fiori sono spesso appariscenti, grandi e dai colori sgargianti
  • Le specie del sottobosco tendono ad aver fusti sotterranei od a non averne affatto
  • Le specie che non diventano alberi tollerano molto bene condizioni di ombreggiamento 
  • Gradiscono elevata umidità atmosferica
  • Diverse specie sono adatte ad essere coltivate anche come Piante da Appartamento.

Specie Vegetali dall'Aspetto Tropicale :

L'elenco (correlato da foto) che segue conterrà alcune (tra le migliaia) specie di piante ornamentali che hanno un aspetto esotico. La maggior parte di esse possono esser coltivate solo nel Sud Italia, dove non gela praticamente mai, tuttavia ce ne saranno alcune (che indicherò) solo apparentemente tropicali ed adatte alla coltivazione nel  freddo Nord Italia.

Un'ultima cosa, sebbene molte piante succulenti siano tropicali, qui non verranno citate, se foste interessati potete comunque trovare un'accurata descrizione di alcune specie di Piante Grasse, adatte alla creazione di un giardino arido nel Mezzogiorno.

Acalypha hispida : chiamata volgarmente Acaliffa, appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae. E' una specie tropicale nativa della Malesia, che in Italia deve esser coltivata in serra, iniziando a soffrire già a temperature di 10° C (50° F). Si sviluppa sotto forma di piccolo arbusto, con foglie larghe, cuoriformi, color verde chiaro. Le infiorescenze, appariscenti e con fiori color porpora, sono formate da lunghi amenti penduli che emergono dalle gemme poste all'ascella fogliare.

Acalypha hispida

Acanthus mollis
Acanthus mollis : cambiamo decisamente clima con una specie di origine Mediterranea, resistente al gelo ed adatta ad esser coltivata anche nel Nord Italia (escluse le zone di montagna). A. mollis, appartenente alle Acanthaceae, ha fusto irrilevante, che la fa rimanere bassa. Le foglie sono molto grosse e frastagliate, mentre i fiori sono delle infiorescenze a portamento eretto che spuntano dal centro della pianta. Cresce bene anche in posizioni abbastanza ombreggiate, come sotto la chioma degli alberi ad alto fusto. Clicca qua per foto ed ulteriori dettagli.

Agapanthus praecox : specie a bulbo nativa del Sud Africa, appartenente alle Amaryllidaceae, di cui si trovano in vendita numerose varietà ed ibridi (spesso con Agapanthus africanus). E' moderatamente resistente al freddo ed in grado di resistere al gelo, perdendo la parte aerea e ributtando dalle radici in primavera. Si può coltivare anche al Nord Italia. Le foglie sono lunghe e strette (a forma di spada), formando una chioma folta, dalla quale emergono gli steli alla cui sommità sono raccolti numerosi fiori color blu/lilla (esistono anche ibridi a fiori bianchi), disposti a formare una sfera. Amano esposizioni soleggiate, ma si accontentano anche della mezz'ombra e tollerano discretamente bene la siccità.

Agapanthus praecox

Alocasia macrorrhizos : specie della famiglia delle Araceae nativa della foresta pluviale della Nuova Guinea e diffusa in tutto il Sud-Est Asiatico. Si tratta di una pianta rizomatosa erbacea che in Italia di rado supera i 2 metri di altezza (6.6 ft), mentre nelle foreste del Borneo può raggiungere dimensioni anche doppie. Le foglie, lunghe anche oltre 1 metro (3.3 ft), sono sorrette da lunghi (e massici) piccioli e hanno una forma che ricorda l'orecchio dell'elefante (è infatti nota anche come "Orecchio d'Elefante"). Esse sono erette, con la punta rivolta verso l'alto (caratteristica che distingue l'Alocasia dalla Colocasia) e con venature profonde disposte "a lisca di pesce". E' una pianta tropicale, ma che si adatta al clima subtropicale. Si può coltivare nelle zone più miti d'Italia e, con possibile defogliazione, regge occasionali punte di 0° C (32° F). Un'altra specie simile, ma dalle tonalità più scure (marroni) è la Alocasia plumbae "metallica".

Alocasia macrorrhizos

Alpinia zerumbet : specie rizomatosa perenne nativa dell'Asia subtropicale (dal Bangladesh alla Cina), appartenente alle Zingiberaceae. Gli pseudo-fusti raggiungono un'altezza massima di 3 metri (10 ft), mentre le foglie sono lanceolate, lunghe circa 50 cm (1,7 ft), di color verde, anche se è assai diffusa e comune una varietà a foglie variegate di giallo. Le infiorescenze sono a forma di pannocchia ricadente, mentre i fiori sono bianchi con sfumature rosa, cerosi ed a forma di campana. Buona la resistenza al freddo, la parte aerea viene distrutta a -3° C (27° F), mentre il rizoma regge almeno fino a -5° C (23° F), rendendo la specie coltivabile anche in buona parte del centro Italia. Si può coltivare al Sole, ma è meglio a mezz'ombra, anche perché è una specie con elevato fabbisogno idrico.

Alpinia zerumbet

Aristolochia gigantea : vigoroso rampicante nativo delle foreste dell'America Centrale (da Panama sino al Brasile) ed appartenente alla famiglia delle Aristolochiaceae. Le liane lignificate possono esser lunghe diversi metri, le foglie sono cuoriformi, con venature e colori che possono ricordare (lontanamente) le foglie dell'Edera. La parte da leone però la fanno i particolarissimi fiori, che ricordano quelli di alcune piante carnivore. Essi sono formati da una sorta di tubo, che all'estremità si allarga a formare una sorta di imbuto; proprio quest'ultima parte ha uno sfondo con tonalità porpora-violacee, con un disegno di nervature bianche. Può reggere al massimo fino a -1° C (30° F), poco oltre con totale perdita della parte aerea.

Aristolochia gigantea

Bauhinia purpurea : specie ornamentale che appartiene alle Fabaceae (ex Leguminose), come la Mimosa, la Robinia e le Fave. Nativa delle zone tra India e Myanmar (Birmania), si sviluppa sotto forma di albero di medio-piccole dimensioni, di norma con un'altezza intorno ai 5 metri (16 ft). Le foglie sono composte ed i due lobi sono saldati dal picciolo sino a metà foglia, dando loro una forma di "farfalla". I fiori, invece, sono di tonalità violacee/lilla, con sfumature bianche e ricordano molto la forma delle Orchidee, tanto che la Bauhinia p. è volgarmente nota anche come "Albero delle Orchidee". In commercio si trovano anche molti suoi ibridi come la Bauhinia x blakeana (dai fiori profumati) ottenuta dall'incrocio con la Bauhinia variegata. In inverno può aver comportamento deciduo o semi-deciduo, tuttavia è sensibile al freddo e si può coltivare solo nel Sud Italia o dove non si scenda mai sotto -1°C (30° F).

Bauhinia purpurea
Begonia brevirimosa : alcune Begonie(es. B. semperflorens) vengono coltivate (anche al Nord Italia), come piante fiorifere annuali, per decorare aiuole e viali (per info clicca qua). La B. brevirimosa, che in natura cresce nel sottobosco delle foreste pluviali della Papua Nuova Guinea, si fa invece notare per le sue grandi foglie screziate di rosa su sfondo verde scuro. La coltivazione non è semplice e deve esser fatta in serre calde ed umide e soffre già sotto i 10° C (50° F). All'aperto, senza accorgimenti, è molto difficile che possa sopravvivere in Italia.

Begonia brevirimosa

Bignonia capreolata : rampicante appartenente alle Bignoniaceae e molto simile a specie come Campsis radicans, anch'essa chiamata genericamente Bignonia. La B. capreolata  è nativa degli Stati Uniti, tuttavia ha un aspetto tropicale, con caratteristici fiori arancioni a forma d'imbuto, con petali gialli. Ottima resistenza al gelo, può esser coltivata in tutta Italia.

Bignonia capreolata

Bougainvillea spectabilis : specie nativa del Brasile, ma diffusissima in tutto il Sud Italia. E' una pianta rampicante appartenente alla famiglia delle Nyctaginaceae che può raggiungere diversi metri d'altezza ed ama esposizioni soleggiate (per maggiori dettagli clicca qui). Le foglie sono piccole ed a forma di cuore, mentre i fiori sono minuscoli, ma le brattee (simili a petali) che li circondano sono grandi e color viola-lilla (sebbene esistano ibridi di tutti i colori). La fioritura è prolungata, tanto che nelle zone miti della Sicilia può durare 10 mesi su 12. Esistono anche altre specie (es. Bougainvillea glabra) ed innumerevoli ibridi. Resistenza di circa -2° C (28° F) per la parte aerea, un po' di più per le radici; tuttavia alcuni ibridi (Bougainvillea specto x glabra) sono più rustici e possono resistere anche a -8° C (18° F).

Bougainvillea spectabilis

Brachychiton acerifolius : grande albero nativo dell'Australia, appartenente alle Malvaceae, noto anche come "Albero Fiamma" per l'abbondanza di fiori color rosso acceso a forma di campana, che compaiono (di solito) in primavera, quando l'albero è ancora spoglio, facendolo sembrare per l'appunto infuocato. Il portamento è piramidale, mentre le foglie, come suggerisce il nome scientifico, ricordano quelle dell'Acero. Resistenza al freddo di circa -5° C (23° F). Un'altra specie del genere, con fiori rossi (ma meno abbondanti) e di dimensioni ben più contenute è la B. bidwillii, mentre una delle più popolari è B. populneus, che ha però fiori chiari.

Brachychiton acerifolius
Brassaiopsis mitis : Araliaceae nativa dell'Asia, che si sviluppa sotto forma di piccolo arbusto dall'aspetto esotico, con foglie davvero inusuali; esse sono formate da una parte circolare attaccata al picciolo, dalla cui circonferenza partono numerose foglioline ovali. Preferisce posizioni poco soleggiate e resiste ai geli intensi del Nord Italia.

Brassaiopsis mitis
Alcantarea sp.
Tillandsia tenuifoliaBromeliaceae : raggruppo qua alcune delle specie più rappresentative di questa grande famiglia di piante erbacee originaria dell'America Tropicale. A meno che non sia diversamente specificato, tutte le specie citate si possono coltivare solo nei climi più miti d'Italia (esenti da gelo), a mezz'ombra, umidificando in estate e proteggendo dalla pioggia fredda in inverno. Aechmea pectinata ha foglie lunghe in media mezzo metro che, in prossimità della fioritura, si tingono di color rosa. (1,6 ft);  Alcantarea imperialis è una delle specie più imponenti ed il diametro della rosetta può raggiungere i 3 metri (10 ft), le foglie sono color porpora e gradisce almeno mezza giornata di Sole diretto; Quesnelia quesneliana è di media grandezza, con foglie verdi ed una vistosa infiorescenza color rosso, la specie può resistere ad occasionali picchi a temperature di qualche grado sotto zero; Tillandsia ionantha è una specie epifita, di piccolissime dimensioni, con foglie lunghe appena 5 cm (2 in), l'infiorescenza emerge dal centro della rosetta ed è formata da 2-4 fiori blu-violacei; Tillandsia tenuifolia è epifita, possiede foglie allungate di circa 12 cm (5 in) ed infiorescenza rosa; è più facile da coltivare nel Sud Italia rispetto alle altre sopracitate, potendo resistere anche fino a -5° C (23° F).

Alcantarea imperialis
Brugmansia arboreaSolanaceae (come Pomodori, Melanzane etc.) conosciuta col nome di Stramonio. Viene coltivata per i suoi fiori, penduli (apertura rivolta verso il basso), a forma di campana allungata e color bianco o giallo paglierino (sebbene esistano anche varietà di altri colori), mentre le foglie sono grandi, ovali e talvolta ricoperte da una leggera peluria. La specie ha portamento arbustivo, di norma sviluppa più tronchi che partono dalla base e non supera i 5 metri (16 ft) di altezza. Essendo originaria delle Ande è, all'interno del suo genere, la più resistente al freddo, tuttavia nelle zone in cui gela perde ogni inverno la parte area, per ributtare dalle radici, fiorendo comunque la stagione successiva, ma rimanendo di dimensioni ben più contenute. Se le radici sono ben pacciamate, possono resistere anche fino a -8° C (18° F) e oltre.

Brugmansia arborea

Caesalpinia gilliesi
Caesalpinia gilliesi : nativa dell'Argentina, è una piccola Fabaceae dai bei fiori gialli, che ricorda la ben più nota Delonix regia. La discreta resistenza al freddo la rende coltivabile anche al centro e parte del Nord Italia. Ne ho già discusso, per dettagli clicca qui. Se volete una Caesalpinia più imponente potreste optare per la C. pulcherrima, che tuttavia è più tropicale e coltivabile solo nelle zone più miti d'Italia.

Cananga odorata : nativa del Sud-Est asiatico è un albero che appartiene alle Annonaceae (come Graviola, Cherimoya , etc.) e viene coltivato per i profumatissimi fiori gialli, spesso usati per creare ghirlande o per profumare gli ambienti. Purtroppo è una specie tropicale, non tollera temperature inferiori ai 5° C (41° F) ed inoltre non sopporta bene la siccità. Senza adeguati accorgimenti in Italia non può esser coltivata all'aperto tutto l'anno.

Cananga odorata
Canna indica : bulbosa della famiglia delle Cannaceae e nativa dell'America latina. Possiede foglie lussureggianti che ricordano (in piccolo) quelle del Banano e fiori dai colori più disparati, che sbocciano da Luglio in poi. Esistono centinaia di varietà ed ibridi, di cui vorrei citare C. indica "Cleopatra" dalle foglie screziate di marrone. Per una fioritura abbondante è meglio un luogo assolato, mentre all'ombra totale produce solo foglie (e forse qualche fiore isolato). La specie teme il gelo, ed al Nord Italia si devono rimuovere i bulbi in autunno, mentre al Sud (zone costiere) possono esser lasciati nel terreno e rigermoglieranno l'anno successivo.

Canna indica
Carica papaya : fruttifera ed ornamentale, cosa voler di più ? E' una Caricaceae nativa del Centro America, lo sviluppo è rapido, senza ramificazioni (a meno di danni) e conseguente portamento colonnare (come Palme). In Italia si può coltivare all'aperto solo in aree circoscritte particolarmente miti, dato che deve continuare a vegetare per sopravvivere e non è sufficiente che non geli mai. Per ulteriori dettagli sulla coltivazione e foto clicca qui.

Carica papaya

Chorisia speciosa : volgarmente conosciuta come Ceiba, è una Malvaceae sud-americana dall'atipico tronco a forma di fiasco. Si sviluppa come albero di medie dimensioni, dall'aspetto spesso tozzo e produce fantastici fiori multicolore. La fioritura avviene tra la fine estate e l'autunno. Le foglie, anch'esse ornamentali, possono cadere durante la stagione fredda e la pianta regge leggere gelate e può esser tranquillamente coltivata nelle zone costiere del Sud Italia.

Chorisia speciosa

Coffea arabica : la pianta del Caffè appartiene alle Rubiaceae (per maggiori info di coltivazione clicca qua) e cresce in zone tropicali, ma di montagna. In zone vicine al mare, nel Sud Italia, può esser coltivata in zone ombreggiate, umide e quanto più possibili fresche in estate. Il portamento ricorda un po' quello di una conifera, con unico tronco e rami secondari perpendicolari ad esso. Le foglie sono piccole, di un bel color verde brillante, mentre i bianchi fiori sono profumati ed il preludio delle future bacche rosse (con all'interno i preziosi semi). Certo, potreste togliervi la soddisfazione di farvi una vostra tazzina di Caffè. Muore a 0° C (32° F).

Coffea arabicaColocasia esculenta  : Araceae dall'aspetto molto simile all'Alocasia, si riconosce per il fatto di aver la punta delle foglie rivolta verso il basso (non verso il cielo come l'Alocasia). Cresce bene in zone di mezz'ombra. Sebbene il gelo possa danneggiare la parte aerea, la Colocasia è ben più rustica dell'Alocasia e le sue radici possono sopravvivere e riformare la chioma in primavera. Alcune varietà es "Pink China" sono estremamente resistenti al gelo e possono esser coltivate anche in molte aree del Nord Italia.

Colocasia esculenta

Colvillea racemosa : albero delle Fabaceae nativo del Madagascar, che produce delle infiorescenze con molti boccioli che formano una sorta di grappolo. I fiori, atipici e color arancione, sono molto ornamentali. Ama il pieno Sole, resiste alla siccità, a lievi gelate e si può coltivare nelle zone miti del Sud Italia.

Colvillea racemosa
Costus productus : specie rizomatosa erbacea appartenente alle Costaceae, cresce nel sottobosco delle umide foreste Peruviane. Alta circa 1 metro (3.3 ft), possiede foglie ovali ed appuntite, disposte a spirale. Infiorescenze terminali costituite da brattee rosso-arancioni, che racchiudono il fiore giallino. Se ne può tentare la coltivazione laddove non geli mai, riservandole una posizione piuttosto ombreggiata.

Costus productus

Crinum asiaticum : nativa delle Isole dell'Oceano Indiano e Pacifico è un'erba perenne alta circa 1 metro (3.3 ft) ed appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae. Le foglie sono lanceolate e produce un'infiorescenza ad ombrello che porta sino a 50 fiori, che sono a bianchi, leggermente profumati e con petali lunghi e sottili. Si può coltivare in zone soleggiate o a mezz'ombra e regge, con danni alle foglie, fino a circa -3° C (27° F) o poco più.

Crinum asiaticum

Cycas revoluta : appartenente alle Cycadaceae e nativa del Giappone, ha un aspetto che ricorda quello di una palma, sebbene sia filogeneticamente molto lontana, appartenendo addirittura alle Gimnosperme (come le Conifere). Si adatta ad esser coltivata sia in zone soleggiate, sia più ombrose e resiste al freddo almeno fino a -10° C (14° F), oltre con qualche danno.

Cycas revoluta

Delonix regia : originaria del Madagascar, appartiene alle Fabaceae ed è il sogno di ogni tropicalista. E' un albero di medie dimensioni, con un portamento aperto e con foglie grandi che ricordano quelle dell'Albizia. La fioritura è spettacolare, copiosa, prolungata e la chioma diventa interamente ricoperta da fiori rossi. Purtroppo è una specie molto tropicale ed in Italia se ne può tentare (magari senza riuscirci) solo in zone esenti da gelo e con massime alte anche durante l'inverno (es. aree costiere della Sicilia meridionale).

Delonix regia
Dicksonia antarctica : si tratta a tutti gli effetti di una Felce, basta osservare le sue foglie per capirlo; tuttavia ha uno sviluppo ed una forma che, a prima vista, la fanno spesso confondere per una palma. La crescita è lenta, ama zone ombrose e umide e sopporta temperature minime inferiori ai -10 °C (14° F), per questo si può coltivare anche in molte zone del Nord Italia. Per ulteriori dettagli e foto clicca qui.

Dicksonia antarctica

Epiphyllum oxypetalum
Epiphyllum oxypetalum : Ok, avevo detto che qui non avrei citato le piante grasse, ma questa Cactaceae merita un'eccezione. Si tratta di un'epifita originaria di Messico e Guatemala, con foglie ovoidali, dal margine ondulato e senza spine. L'appartenenza ai Cactus è evidenziata solo dai fiori, bianchi ed esclusivamente notturni. Richiede posizioni luminose, ma non in pieno Sole tutto il giorno, richiede innaffiature e non dovrebbe esser esposta a temperature inferiori ai 5° C (41° F).

Erythrina caffra : chiamato anche Albero dei Coralli è una Fabaceae nativa del Sud Africa che si sviluppa come grosso (e largo) albero deciduo. I fiori, color rosso-arancione, sono raggruppati in un'infiorescenza che ricorda (molto vagamente) quella di alcune Aloe. La fioritura inizia quando la pianta è ancora spoglia o quando inizia a mettere le nuove foglie, ma può continuare anche successivamente, inoltre la perdita delle foglie dipende anche dal clima ed in zone calde ed umide durante l'inverno potrebbe comportarsi da sempreverde o semi-decidua. Le foglie sono cuoriformi. Resiste a sporadiche e lievi gelate, tuttavia esiste Erythrina × bidwillii, un ibrido ben più compatto che può sopravvivere a -6° C (21° F).

Erythrina caffra
Farfugium japonicum var. giganteum : specie rizomatosa nativa di Cina e Giappone, appartiene alle Asteraceae (come l'insalata) ed in natura cresce lungo le rive dei fiumi. E' una specie rizomatosa, che produce grosse foglie circolari. Preferisce ambienti piuttosto ombrosi ed ha portamento strisciante-tappezzante, creando un fantastico effetto "sottobosco-tropicale". E' ambita dai tropicalisti del Nord Italia, dato che la parte aerea (foglie) resiste fino a circa -6° C (21° F), ma la pianta (rizoma) sopravvive almeno sino a -15° C (5° F) riformando velocemente la chioma nella successiva primavera.

Farfugium japonicum var. giganteum

Fatsia japonica : conosciuta come Aralia, è nativa della Corea e del Giappone ed appartiene alla famiglia delle Araliaceae. Si sviluppa come arbusto, superando solo di rado i 3 metri (10 ft) di altezza. Le foglie sono grandi, con 7-9 lobi accentuati, con un lungo picciolo e di color verde scuro. I bianchi fiori son riuniti in un'infiorescenza terminale ed è una specie a fioritura autunnale. Gradisce esposizioni piuttosto ombreggiate e si può coltivare anche in buona parte del Nord Italia, reggendo fino a circa -10° C (14° F), forse oltre con danneggiamento ai rami.

Fatsia japonica

Ficus macrophylla : appartenente alle Moraceae, è una specie sempreverde nativa dell'Australia. Si sviluppa sotto forma di albero di grosse dimensioni, con foglie simili a quelle della Magnolia. Una delle particolarità risiede nel fatto che i rami possono emettere radici aeree che, una volta toccato il suolo, sorreggeranno i possenti rami. Questa pianta sopporta lievi gelate ed è coltivabile in diverse zone costiere del meridione e, in alcuni casi, si sviluppa bene come nei luoghi d'origine; infatti un esemplare di F. macrophylla è diventato il simbolo dell'Orto Botanico di Palermo.

Ficus macrophylla

Gardenia jasminoides : nativa del Vietnam, Corea e Cina, appartiene alle Rubiaceae, come la Pianta del Caffè a cui somiglia (soprattutto foglie), per foto e dettagli di coltivazione clicca qui. I fiori, color bianco candido, sbocciano per tutta l'estate, hanno la forma di una rosa ed emanano una dolce fragranza. Sono state selezionate varietà resistenti al gelo, che possono sopravvivere fino a -15°C (5° F) ed amano la mezz'ombra e terreni acidi. Esistono anche specie di Gardenia più tropicali.

Gardenia jasminoides

Goethea strictiflora (sin. Pavonia strictiflora) : arbusto nativo del Brasile che non raggiunge i 2 metri (6.6 ft) di altezza. Appartiene alle Malvaceae ed ha la peculiarità di produrre fiori (screziati di rosa) lungo i rami, talvolta ricoprendoli quasi interamente. Si deve piantare in zone luminose, ma evitando il pieno Sole e non sopporta neppure lievi gelate. 

Goethea strictiflora

Gunnera manicata : specie erbacea perenne appartenente alle Gunneraceae che entra di merito nella categoria Piante da Record per via delle gigantesche foglie, che possono esser larghe anche 3 metri (10 ft). La pianta (non le foglie) resiste anche a temperature inferiori ai -10° C (14° F) ed è più adatta al clima di molte parti del Nord Italia, anche perché ama ambienti umidi e poco soleggiati. 

Gunnera manicata

Hedychium gardnerianum : è una specie erbacea che in natura cresce nella regione dell'Himalaya, appartiene alle Zingiberaceae (come lo Zenzero). Ha un portamento che ricorda quello della pianta del granoturco, con foglie più "afflosciate" ed infiorescenza giallo-arancio alla sommità del fusto. Cresce bene a mezz'ombra ed ha una discreta resistenza al gelo, fino a circa -8° C (18° F).

Hedychium gardnerianum
Hibiscus rosa sinensisMalvaceae nativa dell'Asia tropicale ed ormai diffusa a livello ornamentale in tutte le zone tropicali e sub-tropicali del mondo. La specie ha sviluppo arbustivo ed, in Italia, raramente supera i 3 metri (10 ft) di altezza. Le foglie sono color verde lucido, mentre i fiori, a forma d'imbuto, sono di grandi dimensioni, hanno cinque petali rossi (sebbene esistano varietà a fiori gialli), con una lunga (e sporgente) colonna staminale. 
Può resistere a lievi e sporadiche gelate ed è perciò abbastanza comune nelle zone costiere del centro-Sud; i -5° C (23° F) potrebbe indicativamente rappresentare la temperatura soglia di sopravvivenza.

Hibiscus rosa sinensis
Ipomea cairica : di origine Africana (incerta la zona) è una specie di Convolvulaceae (come il Vilucchio). Rampicante vigoroso, con vegetazione densa, formata da foglie composte simili a quelle della Passiflora caerulea e fiori di una bellissima tonalità lilla tenue. Resiste a gelate nell'ordine dei -4° C (25° F).
 
Ipomea cairica

Jacaranda mimosifolia
Jacaranda mimosifolia : specie originaria di Argentina e Paraguay è della famiglia delle Bignoniaceae. Cresce come albero di medio-grosse dimensioni e può raggiungere i 20 metri (66 ft) di altezza. In Italia ha comportamento deciduo o semi-deciduo e dà il massimo nel periodo della fioritura. I fiori sono blu con sfumature violacee e ricordano molto quelli del Glicine. Si può coltivare in zone in cui non si scenda sotto i -5° C (23° F), anche se potrebbe reggere con danni poco oltre.

Justicia adhatoda : pianta officinale appartenente alle Acanthaceae (clicca qua per foto e per ulteriori dettagli di coltivazione). Piccolo arbusto nativo delle zone comprese tra Pakistan e Nepal, cresce come piccolo arbusto, con bel fogliame e fiori riuniti in più infiorescenze erette. Ama esposizioni semi ombreggiate e si può coltivare in zone a clima mite, sopportando lievi gelate.

Justicia adhatoda

Macrozamia communis : simile alla Cycas, è nativa dell'Australia e, nell'aspetto, ricorda molto una Palma. Nei giovani esemplari il tronco è tipicamente sotterraneo, ma anche le piante adulte raramente hanno un tronco che supera l'altezza vita; per contro le foglie sono lunghe. Cresce bene nel sottobosco luminoso e può resistere a medie gelate, nell'ordine dei -6° C (21° F) e forse poco oltre.

Macrozamia communis

Manihot grahamii : Euphorbiaceae dall'aspetto tropicale, ma resistente al gelo oltre i -10° C (14° F) e facilmente coltivabile anche nel Nord Italia. Pianta di modesto sviluppo, con foglie dai lobi pronunciatissimi, tanto che una foglia sembra come formata da lunghe foglioline disposte a raggiera. Ottima scelta per i climi freddi. 

Manihot grahamii

Metrosideros excelsa : specie appartenente alle Mirtaceae e nativa della Nuova Zelanda. Si sviluppa come albero di medie dimensioni, spesso potato ad arbusto e produce vistosi fiori rossi, dall'aspetto tipico delle Mirtacee (con moltissimi stami); la fioritura in Italia avviene a fine primavera-inizio estate. Le foglie sono piccole e con internodi corti, facendo risultare la chioma densa. Resiste al freddo fino a circa -5° C (23° F) e si può dunque coltivare in diverse aree costiere del centro Sud Italia e Liguria.

Metrosideros excelsa
Molineria capitulata : appartenente alla famiglia delle Hypoxidaceae, è una specie rizomatosa erbacea nativa del Pacifico meridionale. Produce foglie lunghe e strette, che si piegano a metà ed è dotata di stoloni striscianti dai quali si formano cespi assai densi. Si coltiva in zone ombrose, resiste fino a 0° C e poco oltre perdendo la parte aerea

Molineria capitulata

Monstera deliciosa : nativa delle umide foreste del centro America ed appartenente alle Araceae, in Italia è per lo più usata come pianta da interni. E' una specie rampicante e semi-epifita, che in natura si arrampica sul tronco degli alberi. Le foglie sono enormi (fino ad 1 metro), profondamente lobate e bucate nella parte centrale. Ai fiori seguono i frutti, che in pochi sanno esser commestibili, con un sapore che ricorda un mix tra banana ed ananas. Ama zone ombrose ed umidi ed è sensibile al freddo, perdendo le foglie a 0° C (32° F) e morendo a -2° C (28° F).

Monstera deliciosa

Murraya paniculata : arbusto sempreverde appartenente alle Rutaceae (come gli Agrumi), nativo dell'Asia. Produce foglie ovali e fiori bianchi molto profumati simili a quelli dell'Arancio. Data l'elevata vigoria e tolleranza alle potature può esser usato per formare siepi. Cresce bene in zone soleggiate o a mezz'ombra e sarebbe meglio non esporla al gelo, sebbene possa reggere effimere lievi gelate.

Murraya paniculata

Musa sikkimensis : nativa del Bhutan e India ed appartenente alle Musaceae è un Banano ornamentale resistente al gelo, che in natura cresce in montagna. Lo pseudofusto può arrivare a 4 metri (13 ft) di altezza e le grosse foglie ricordano molto quelle dei Banani tropicali ed in alcune varietà sono screziate di marrone. Sebbene il gelo distrugga le foglie, la pianta resiste almeno fino a -10° C (14° F). In zone più miti si può optare per Banani a frutto edule, come Musa orinoco.

Musa sikkimensis

Quisqualis indica (sin. Combretum indicum) : nativa dell'Africa tropicale (Ghana, Costa d'Avorio, Nigeria etc.), appartiene alla famiglia delle Combretaceae. E' una specie rampicante sempreverde (talvolta decidua nei luoghi più freschi) che produce densi grappoli penduli formati da stupendi fiori color bianco-rosa. Si può coltivare nei climi temperati caldi, resistendo fino a circa 0° C (32° F), purché siano eventi unici e di breve durata.

Quisqualis indica

Pachira aquatica
Pachira aquatica : specie del Centro America appartenente alle Malvaceae che, in Italia, viene per lo più coltivata come pianta d'appartamento (clicca qua per dettagli sulla coltivazione). Pianta dal fogliame dall'aspetto decisamente tropicale, con grosse foglie che ricordano quelle della Schefflera actinophylla. Gradisce esposizioni a mezz'ombra, ma se abituata gradualmente cresce anche in zone assolate. Regge fino a circa 0° C (32° F), forse un paio di gradi in meno perdendo le foglie e si può coltivare all'aperto nelle zone costiere della Calabria e della Sicilia.

Palme : qua si apre un mondo, dato che ne esistono oltre 2000 specie (qui ne son descritte alcune). Se dovessi consigliarne qualcuna dall'aspetto tropicale, ma coltivabile nelle zone più miti d'Italia (non come l'infattibile Palma da Cocco) direi la Chamaedorea elegans e la Howea forsteriana, entrambe comuni come piante d'appartamento, crescono bene anche all'ombra e resistono pochissimo sotto gli zero gradi. Per i climi più fortunati della Sicilia si potrebbe optare per la Dypsis lutescens, mentre per chi volesse una palma tropicale da sottobosco in zone più fredde consiglierei la Rhapis excelsa, che può sopravvivere fino a -8° C (18° F).

Howea forsteriana

Chamaedorea elegans
Pandanus tectorius : specie nativa della Malesia ed appartenente alle Pandanaceae. Le foglie, grandi e lanceolate, sono relegate all'estremità dei rami, mentre il portamento ricorda quello di alcune Yucche ramificate e può occasionalmente raggiungere i 10 metri (33 ft) di altezza. Cresce lungo le coste, talvolta insieme alle Mangrovie e produce frutti che ricordano (nell'aspetto) l'Ananas. E' una specie tropicale, con elevate esigenze termiche e già sotto i 10° C (50° F) potrebbe morire, rendendo la sua coltivazione in Italia molto complicata.

Pandanus tectorius
Passiflora caerulea : specie rampicante sudamericana che produce bellissimi fiori singoli dalla forma inconfondibile, le foglie sono lobate e resistono al gelo fino ad almeno -6°C (21° F), a temperature inferiori la pianta diventa decidua o semi-decidua, ma sopravvive a temperature intorno ai -14° C (7° F). Altra Passiflora, ma resistente solo fino a -3° C (27° F), è la Passiflora edulis, che produce i noti Frutti della Passione (Passion Fruits o Maracujà).

Passiflora caerulea

Philodendron pinnatifidum (sin. Philodendron selloum) : nativo delle umide foreste del Sud America (Argentina, Bolivia, Paraguay) è una comune pianta d'appartamento, della famiglia delle Araceae, spesso confusa con la Monstera deliciosa. Le foglie sono lunghe poco meno di un metro (3.3 ft), profondamente incise e dotate di un lungo picciolo. Il portamento è ricadente, strisciante ed in natura tendono a formare radici aeree con cui aggrapparsi agli alberi. Cresce bene all'ombra ed è più rustica della M. deliciosa, resistendo fino a -3° C (27° F), oltre perde totalmente le foglie, ma le radici reggono qualche grado in meno, riformando la chioma in primavera.

Philodendron pinnatifidum
Plumeria rubra : appartenente alle Apocynaceae (come il Falso Gelsomino) è la Regina delle piante tropicali. La specie è nativa del centro America (dal Messico al Venezuela) che cresce come albero di medio-piccole dimensioni e di rado supera i 5 m (16 ft) di altezza. Produce vistosi fiori, gialli internamente, che sfumano al bianco verso l'esterno; tuttavia negli anni son state selezionate centinaia di varietà, che si differenziano principalmente per le sfumature ed i colori del fiore (tutti eccetto il blu, marrone e le tonalità scure). Ama il pieno Sole e, sebbene abbia talvolta un comportamento deciduo o semi-deciduo, è sensibile al freddo e si può coltivare solo nelle zone costiere della Sicilia ed in quelle più riparate di Calabria, Sardegna e, con qualche rischio, in angoli riparati dell'estremo ponente ligure. La Plumeria deve esser coltivata sempre con temperature superiori agli 0° C (32° F), morendo già con lievi gelate. 

Plumeria rubra


Ravenala madagascariensis
Ravenala madagascariensis : chiamato anche Albero dei Viaggiatori appartiene alle Strelitziaceae ed è il simbolo del Madagascar, la sua terra nativa. Inconfondibile, sembra una via di mezzo tra un Banano ed una Palma, possiede infatti un tronco solitario alla cui sommità sono disposte, a ventaglio, grandi foglie simili a quelle del Banano, dotate di un lunghissimo (e spesso) picciolo. Specie piuttosto tropicale (non solo nell'aspetto), coltivabile solo nelle parti più miti della Sicilia dove le temperature massime invernali siano alte e la temperature minima assoluta non scenda mai sotto i 4° C (39° F).

Schefflera actinophylla : nativa della Papua Nuova Guinea e del Nord dell'Australia, appartiene alla famiglia delle Araliaceae. Cresce a forma di albero, talvolta con più tronchi e può raggiungere i 10 metri (33 ft) di altezza; il portamento è tendenzialmente colonnare, con rami assurgenti ed una più limitata crescita in larghezza. Le foglie sono disposte all'estremità dei rami, sono palmate e composte a loro volta da numerose (6-14) foglioline color verde lucido e disposte a raggiera. Le foglie sono attaccate ai rami tramite un lunghissimo picciolo e pendono verso il basso. Infiorescenze color porpora, disposte a "ciuffo". Si adatta a diverse esposizioni, ma è sensibile al gelo (anche lieve) e all'aperto si può coltivare solo nei luoghi più miti d'Italia.

Schefflera actinophylla
Solandra maxima : rampicante a crescita rapida, appartenente alle Solanaceae e nativo dell'America centrale (Messico, Caraibi). Produce fiori singoli, grossi e gialli. Ama il pieno Sole, è ideale per coprire recinzioni e resiste ad occasionali punte di - 3° C (27° F), con danneggiamento foglie.

Solandra maxima
Strelitzia reginaeStrelitziaceae originaria del Sud Africa, (clicca qui per doto e dettagli di coltivazione), è una specie erbacea perenne che produce i caratteristici fiori a forma di uccello. Si può coltivare in diverse zone a clima mite, sopravvivendo fino a temperature di circa -4°C (25° F). Esiste anche la cugina Strelitzia nicolai, più delicata, ma di maggiore sviluppo e che può esser un buon sostituto alla Ravenala madagascariensis in zone meno miti.

Strelitzia reginae
Tetrapanax papyrifer : endemica di Taiwan è l'ennesima specie appartenente alla famiglia delle Araliaceae. Si sviluppa come arbusto poco ramificato e possiede grandi foglie palmate con foglioline disposte a ventaglio. Considerata invasiva da alcuni, non lo è se le si dedica un minimo di cure. La pianta resiste a temperature inferiori ai -10° C (14), sebbene questi valori possano portare alla defogliazione. Nelle zone con molta neve, si possono avere danni meccanici.

Tetrapanax papyrifer

Thevetia peruviana (sin. Cascabela thevetia) : specie sempreverde appartenente alle Apocynaceae ed è nativa dal Messico all'Argentina settentrionale. Si sviluppa come arbusto o piccolo albero, raggiungendo un'altezza massima di 7 metri (23 ft). Le foglie sono nastriformi (lunghe e strette), mentre i fiori sono gialli e dall'aspetto tipico della famiglia d'appartenenza. Si coltiva in pieno Sole ed il fogliame si danneggia già a -2° C (28° F) e poco oltre muore la pianta intera.

Thevetia peruviana
Thunbergia mysorensis : nativa dell'India meridionale, è una specie rampicante della famiglia delle Acanthaceae dotata di foglie lunghe e strette di color verde scuro. I fiori sono la parte più ornamentale di questa specie, essi sono ricurvi, sono bicolore : marrone-porpora e giallo nella parte più distale; ma la spettacolarità risiede nel fatto che i fiori sono singoli, ma riuniti in una lunghissima infiorescenza a grappolo e pendente, ideale per creare pergolati. La fioritura è prolungata ed, in Italia, avviene nella bella stagione. Meglio non coltivarla in zone prive di gelo, anche se in ambiente perfettamente asciutto potrebbe reggere sino a -2° C (28° F).

Thunbergia mysorensis
Yucca rostrata : appartenente alle Asparagaceae ed originaria del Messico settentrionale è una Yucca che forma un tronco non ramificato, alla cui sommità sono presenti foglie nastriformi color grigio-bluastro che formano una chioma arrotondata. Bellissima sia come esemplare isolato, sia piantata a gruppetti. Resiste a geli intensi, con temperature inferiori ai -15° C (5°F) ed è perciò coltivabile anche al Nord Italia.

Yucca rostrata
Zamia furfuracea : stretto parente della Macrozamia communis, è però nativa dell'Honduras ed ha un portamento espanso, con foglioline più spesse. Gradisce esposizioni a mezz'ombra e può sopportare leggere gelate.

Zamia furfuracea