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giovedì 22 aprile 2021

Infestazione di Afidi nel Frutteto - Danni e Lotta Biologica con Coccinelle ed Altri Predatori

Gli Afidi, volgarmente chiamati Pidocchi delle Piante, sono insetti parassiti che si nutrono di linfa elaborata (cioè ricca di Zuccheri), sottraendola direttamente ai vasi cribrosi delle piante.

Esistono molte specie di Afidi, ognuna delle quali si nutre preferibilmente di una specifica pianta. In linea generale tutti gli afidi hanno un capo ben più piccolo dell'addome ed un esoscheletro piuttosto molle. Il ciclo biologico degli Afidi è alquanto complesso; essi si possono riprodurre sia per via asessuata (ad es. per partenogenesi), sia per via sessuata e molte specie possono esser anche vivipare, ovvero, proprio come nei mammiferi, lo sviluppo di un nuovo individuo avviene direttamente all'interno dell'Afide "madre". Lo sviluppo post-embrionale si attua attraverso più stadi larvali e nell'adulto vi è polimorfismo, ovvero esiste la forma alata (quindi in grado di volare) e la forma attera (la maggior parte, non in grado di volare). Il ciclo vitale è estremamente sofisticato ed intrecciato e non è di certo lo scopo di questo articolo descriverlo nei dettagli,  ma semplificando potremmo dire :


  • Una colonia di Afidi è formata da molti individui a diversi stadi di sviluppo.
  • In una colonia di Afidi è presente un elevato polimorfismo, il che vuol dire che esistono tipologie diverse di "Afide Adulto".
  • La riproduzione può avvenire anche senza fecondazione, quindi un'unica femmina può generare da sola altri Afidi.
  • E' presente il fenomeno della viviparità, di conseguenza le uova (rimanendo all'interno) non possono esser facilmente predate.

Per quanto detto sopra, le colonie di Afidi possono avere una crescita esponenziale, con moltissimi individui accavallati su ogni centimetro quadrato di vegetazione.

Coccinella in Primavera

Quali Danni Provocano gli Afidi alle Piante da Frutto e agli Ortaggi ?

Questi insetti fitofagi sono tra i più diffusi e pericolosi per le coltivazioni dato che, avendo un potenziale riproduttivo così alto, diventano talmente numerosi da far deperire l'ospite, con conseguente perdita dei frutti.

Afidi su Susino
Gli afidi attaccano preferibilmente (ma non unicamente) i rami in crescita (ancora verdi) e le nuove foglioline, mentre difficilmente riescono ad estrarre linfa dai rami più vecchi, ormai lignificati. I pidocchi delle piante hanno un apparato boccale in grado di "succhiare" la linfa direttamente dai rami, di conseguenza sottraggono nutrimento alle piante, inoltre la saliva degli Afidi contiene spesso ormoni che alternano la fisiologia e la morfologia dell'ospite, causando galle od attorcigliamento delle foglie, con conseguente riduzione/arresto dell'attività fotosintetica. In ultimo gli afidi producono una melata, ovvero una sostanza zuccherina ed appiccicosa, che facilita l'insediamento di funghi patogeni (es. Fumaggine), oltre ad attirare le formiche, che si nutrono di questa melata proteggendo i produttori (gli afidi appunto) da eventuali predatori (le formiche scacciano le Coccinelle). 

Senza interventi esterni (predazione, ad esempio ad opera delle Coccinelle) la popolazione di Afidi decresce solo quando la pianta ospite non ha più energie per sostentare la loro crescita o quando le temperature diventano troppo basse.

Formiche a Protezione degli Afidi

Quali Sono le Specie di Afidi più Comuni ?

Esistono circa 4000 specie di Afidi, di cui almeno 250 attaccano piante di interesse ecologico, ornamentale od alimentare. Di seguito troverete un elenco alcune delle specie più temibili :

Aphis pomi (Afide Verde del Melo) : oltre al Melo attacca molte altre Rosacee, tra cui Pero (Pyris communis), Cotogno (Cydonia oblonga) e Nespolo Comune (Mespilus germanica). 

Brachycaudus helichrysi (Afide Verde del Susino) : attacca le Drupacee, tra cui appunto il Prugno (Prunus domestica)

Hyalopterus amygdali (Afide Farinoso del Pesco) : infesta Pesco (Prunus persica), ma anche Mandorlo  (Prunus dulcis) ed Albicocco (Prunus armeniaca). Queste specie arboree, soprattutto le prime due, sono attaccate anche da un altro afide, Myzus persica.

Myzus cerasi (Afide Nero del Ciliegio) : ha come ospite primario il Ciliegio (Prunus avium), tuttavia infetta anche numerose piante erbacee stagionali.

Panaphis juglandis : è una specie monofaga, ovvero infetta un'unica pianta, ovvero il Noce (Juglans regia).

Aphis fabae (Afide delle Fabacee): attacca diverse Leguminose (Fave, Fagioli, etc.), ma anche l'Evonimo (Euonymus europaeus), una pianta arborea diffusa nei boschi del Nord Italia.

Brevicoryne brassicae (Afide Ceroso delle Crucifere): attacca diverse specie di Cavolo, tra cui anche i Cavoletti di Bruxelles (Brassica oleracea gemmifera).

Chaetosiphon fragaefolii : ha come ospite le diverse specie di Fragola.

Rhopalosiphum padi (Afide dei Cereali) : attacca diverse graminacee, come Orzo e Frumento, ma infetta anche specie arboree del genere Prunus.

Chermes abietis : afide presente sulle Alpi, attacca sia Abeti (Picea abies) che Larici (Larix decidua).

Toxoptera aurantii : vive in zone tropicali, attacca la Pianta del Cacao (Theobroma cacao).

Aphis spiraecola : afide che attacca prevalentemente gli Agrumi.

Capitophorus elaeagni : attacca Cardi e Carciofi, ma secondariamente anche Solanacee ed altre piante orticole.

Aphis nerii : infetta l'Oleandro (Nerium oleander).

Macrosiphum rosae : Afide che attacca praticamente tutte le specie di Rosa.

Periphyllus acericola : Afide che ha come ospite l'Acero.

L'entità dell'infestazione dipende da molteplici fattori, che possono variare anche di anno in anno, tuttavia in alcune specie (es. Melo, Susino) gli Afidi possono formare colonie con un elevato numero di individui, mentre in altre, come ad esempio Asimina triloba e Fico (Ficus carica), l'infestazione (se avviene) rimane circoscritta e non arreca quasi mai danni.


Quali Rimedi Usare per Sconfiggere i Pidocchi delle Piante ?

A livello agronomico poco si può fare per combattere gli Afidi, anche se una minor concentrazione di Azoto nei concimi potrebbe ridurre la vigoria e, quindi, la vegetazione "ideale" per il proliferare di questi parassiti. Anche il controllo chimico non dà ottimi risultati, anche perché, in popolazioni a crescita esponenziale, è facile che si selezionino mutanti resistenti ai pesticidi.

La lotta biologica rimane l'arma migliore, infatti sono innumerevoli i predatori naturali degli Afidi, la cui presenza aiuta a mantenere la popolazione di afidi entro valori accettabili.


Quali Sono gli Insetti che Si Nutrono di Afidi ? 

Uova Coccinella
Coccinelle : tutte le Coccinelle (eggià, esistono centinaia di specie) sono voraci predatori di Afidi o Cocciniglie. La Coccinella Comune (Coccinella septempunctata), quella con 7 macchioline nere, è per l'appunto una delle più diffuse su scala globale e, come le sue "sorelle", ha una dieta prevalentemente incentrata sugli Afidi.
 
Le Coccinelle svernano nello stadio adulti riparandosi tra le foglie cadute e, non appena le temperature si alzano, iniziano ad alimentarsi, mangiando gli afidi che parassitano le prima piante erbacee. Di conseguenza è buona norma coltivare piante "veloci" che possano ospitare afidi sin dal finir dell'inverno/inizio primavera, così da attirare le Coccinelle affamate. Dopo un periodo di alimentazione gli adulti iniziano a riprodursi e le femmine depongono moltissime uova gialle, sui rami o sulle foglie di piante infettate dagli afidi.
Alcune uova sono fertili, altre sono sterili e, quest'ultime, forniscono nutrimento extra alle future larve; il rapporto uova fertili/uova sterili è influenzato dalla disponibilità di cibo nel periodo di ovo-deposizione (pochi afidi = maggior numero di uova sterili). Alla schiusura delle uova seguono 4 stadi larvali. Le larve sono molto diverse dall'adulto; esse sono prive di ali, hanno 6 zampe e sono totalmente nere, sebbene negli ultimi stadi compaiano delle segmentazioni arancioni. Inizialmente le larve sono piccolissime, ma sin da subito iniziano ad alimentarsi di Afidi, crescendo rapidamente. 

Pupa Coccinella
Durante la crescita avvengono più mute e non è raro che i "resti" rimangano sulle foglie. Nell'ultimo stadio larvale la larva è più lunga di una Coccinella. Il grande nemico delle larve sono le formiche; queste ultime, infatti, le attaccano e spesso mozzano loro le zampe, condannandole a morte. Non potendo volare le larve di coccinella si nutrono esclusivamente sulla pianta su cui la madre ha deposto le uova e solo una piccola percentuale delle larve arriva alla muta. Una larva al quarto stadio, dopo essersi alimentata per bene, si "appende" ad una foglia e, durante la fase di Pupa, si prepara a diventare una Coccinella adulta. 

Pensate, una Coccinella adulta può mangiare circa 200 Afidi al giorno e le larve più grandi anche di più; infatti bastano solo 10 larve per ripulire circa 1 metro quadrato di superficie fogliare interamente ricoperta da un "tappeto" di afidi (ed un metro quadrato, a seconda della specie di pianta, possono esser centinaia di foglie).
Oltre ad attrarre Coccinelle (vedi sopra) od a comprare larve/uova (fate una ricerca su Google) è importante trattenerle sul sito di infestazione. Finché c'è cibo le Coccinelle rimangono, a patto che non siano cacciate dalle formiche; quindi uno stratagemma potrebbe esser avvolgere il tronco della nostra pianta da frutto con un nastro appiccicoso, che impedisca alle formiche di "arrampicarsi" (non avendo ali, possono arrivare alla foglie solo tramite il tronco).

Larva Coccinella che Si Nutre di Afidi
Sirfidi : questi insetti, appartenenti al gruppo dei Ditteri, assomigliano a delle Api e, da adulti, si nutrono di nettare. Osservando i vari insetti pronubi i Sirfidi si riconoscono poiché, muovendo le ali, rimangono sospesi praticamente immobili (volo stazionario) in prossimità dei fiori (un po' come fanno i colibrì). Esistono migliaia di specie diverse, ma la maggior parte, nello stadio larvale, è un predatore di Afidi. Le uova, bianche, vengono deposte in prossimità di vegetazione parassitata dagli Afidi; una volta schiuse, le larve assomigliano a dei vermi biancastri (privi di arti) e si mimetizzano efficacemente. La larva di Sirfide si muove "a scatti", alla ricerca di cibo. Una singola larva può mangiare sino a 400 Afidi in una settimana.
Data la forma ed il mimetismo, le larve di Sirfide son meno soggette ad attacchi da parte delle formiche rispetto a quelle di Coccinella.

Larva Sirfide che Si Nutre di Afidi

Crisopa
Crisopa (Chrysoperla carnea) : L'adulto presenta corpo allungato, color verde-giallognolo, con ali quasi trasparenti e si nutre di melata e polline. La femmina depone uova in maniera assai particolare, esse, infatti, sono sorrette da un sottile filamento biancastro che penzola dai rami, facendo rimanere le uova "sospese" nell'aria. Questa strategia preserva le uova dall'attacco delle formiche che, come avrete letto poco sopra, sono spesso associate alla presenza di afidi. Vi sono 3 stadi larvali, durante il primo le larve di Crisopa sono piuttosto immobili e mangiano prevalentemente uova di altri insetti, mentre nel secondo e terzo stadio diventano abili cacciatrici, muovendosi con agilità lungo le nervature delle foglie e nutrendosi prevalentemente (ma non unicamente) di afidi. La predazione è prevalentemente notturna.

Il miglior modo per aver un giardino sano ed un orto produttivo è quello di favorire la Biodiversità, affinché si instauri quel perfetto equilibrio tra le varie specie di prede e predatori. Avere piante, erbe e fiori quanto più diversificati aiuterà ad attrarre un maggior numero di specie e ciò farà si che eventuali attacchi siano "controbilanciati" e non diventino mai così dannosi come invece accade spesso nelle Monocolture. 

Larva di Crisopa all'Attacco degli Afidi

martedì 6 aprile 2021

Elenco Piante Grasse per Zone Calde - Specie a Confronto e Progettazione Giardino

Le succulenti, avendo la fama di essere piante "facili",  sono tra le specie vegetali più vendute nei vivai. Effettivamente spesso sopravvivono a maltrattamenti che ucciderebbero qualsiasi altra pianta, riuscendo a vegetare anche in vasi estremamente piccoli, con terra povera e riarsa dal Sole.

Se per molti rappresentano solo "piante di cui dimenticarsi", per altri le Piante Grasse rappresentano una passione ed un vero e proprio orgoglio.

Ma se avessi un pezzo di giardino e volessi iniziare a collezionare Cactus ed altre piante succulenti, quali specie dovrei scegliere ? Quali sono le differenze ? Come si distinguono ?

Giardino Piante Grasse
Le piante grasse resistono benissimo al caldo estremo, ad ambienti estremamente secchi ed a suoli poveri di nutrienti, l'unico vero limite alla loro diffusione è rappresentato dalle basse temperature invernali. La loro eccezionale resistenza alla siccità è dovuta sia al fatto di immagazzinare acqua nei tessuti, sia al fatto di limitare al massimo la perdita tramite evaporazione; non a caso le foglie sono piccole, inconsistenti e spesso atrofizzate a spine. Detto ciò che accomuna più o meno tutte le piante grasse, c'è da sottolineare anche l'enorme diversità interna a questo gruppo, sia per quanto riguarda le dimensioni, sia per forma, aspetto e portamento.

In questo articolo vorrei menzionare e descrivere le principali (o peculiari) specie di piante grasse coltivabili (in piena terra e senza protezione) nelle aree più miti del Centro-Sud Italia, ovvero laddove le temperature non scendano praticamente mai sotto gli 0° C (32°F). Qui quindi citerò solo le specie più delicate e sensibili al freddo, ma vi ricordo che a queste si possono sicuramente aggiungere tutte le piante grasse resistenti al gelo, a cui vi rimando cliccando qua. In altre parole, tutte le piante grasse coltivabili al Nord Italia sono coltivabili anche al Sud Italia, ma non il viceversa.

Per una buona riuscita, oltre a riservar loro un posto assolato e riparato, ricordatevi di far diventare il terreno il più drenante possibile, in quanto la maggior parte delle morti di piante grasse è ascrivibile o a freddo od a marciume da eccessiva umidità; inoltre la resistenza al freddo in ambiente umido è inferiore rispetto ad un ambiente secco.

Di seguito troverete un elenco di molte piante grasse "sensibili" al gelo (ma tuttavia relativamente resistenti al freddo). Tra le migliaia  di specie ho selezionato quelle più rappresentative del proprio genere ed adatte alla creazione di un giardino "arido" nel Sud Italia. Ogni singola specie menzionata sarà accompagnata da una breve descrizione e dalla corrispondente fotografia. Per chi fosse interessato consiglio anche di andare a vedere i Giardini di Hanbury, in Liguria, in cui è presente un'ampia collezione di piante grasse (e non solo).


Elenco Specie Piante Grasse e Succulente :

Adenium obesum : nota anche come Rosa del Deserto, è una pianta succulenta nativa della Namibia ed appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, la stessa del Falso Gelsomino. L'A. obesum ha sviluppo arbustivo od al più raggiunge le dimensioni di un piccolo albero di circa 3 metri (10 ft) di altezza. Il fusto è particolarmente tozzo, massiccio ed "attorcigliato", raggiungendo un diametro di anche 1 metro (3.3 ft). Le foglie hanno consistenza simile al cuoio, sono arrangiate a spirale e maggiormente concentrate all'apice dei rami. I fiori sono spettacolari; essi sono a forma d'imbuto, con 5 petali, bianchi nella parte centrale, con sfumature di rosa via via più intenso procedendo verso l'esterno. In condizioni ideali è sempreverde, ma in Italia può entrare in uno stadio di dormienza, perdendo le foglie e resistendo così a temperature vicine agli 0° C (32°F), purché di breve durata.

Adenium obesum

Aloe vera
Aloe vera : di questa specie (e della sua coltivazione) ne avevamo parlato dettagliatamene qua. Molto diffusa, si può coltivare laddove vi siano lievi gelate, le quali, in ambiente secco, possono esser sopportate. Qui non mi dilungo nella descrizione, se siete interessati cliccate sul link sopra.

Aloidendron barberae : nota anche come Aloe bainesii, Aloe barberae o più semplicemente Albero dell'Aloe. Nativa del Sud Africa, dove, sebbene molto lentamente, può crescere sino ad un'altezza di 18 metri (59 ft). Diversamente dalla maggior parte delle Aloe, l'A. barberae  ha uno sviluppo arboreo e tende a ramificare formando una chioma con molti rami. Pur avendo le foglie carnose e succulenti tipiche delle Aloe, esse sono presenti esclusivamente all'apice vegetativo, che corrisponde all'estremità dei rami. Sicuramente una pianta da impatto, anche se in Italia ci vorranno anni prima che diventi mastodontica. La resistenza al freddo è simile a quella dell'Aloe vera e sarebbe meglio coltivarla in zone in cui non geli mai, anche se potrebbe sopravvivere a sporadiche (e leggerissime) gelate.

Aloidendron barberae

Agave attenuata : è una tra le Agavi più sensibili al freddo, ma anche l'unica totalmente priva di spine sulle foglie, dato che in natura cresce a gruppetti arroccata lungo le pareti dei dirupi e non rischia di esser mangiata da qualche Bovide. L'A. attenuata è originaria del Messico centrale, ha foglie molto belle, lisce, color verde-azzurro, lunghe circa 60 cm (23 in). La fioritura, diversamente da ciò che accade in molte altre specie di Agavi, si verifica più volte, senza che la pianta muoia al termine di essa. Altra differenza è l'infiorescenza, che non è eretta, ma pendule. Ama posizioni soleggiate, ma si adatta anche a zone di mezz'ombra. In ambiente secco può tollerare temperature di poco sotto gli 0°C (32° F), ma il freddo umido prolungato può far deperire quest'Agave anche in assenza di gelate.

Agave attenuata

Argyroxiphium sandwicense
Argyroxiphium sandwicense : appartiene alla famiglia delle Asteraceae ed è endemica delle Isole Hawaii. Si sviluppa sotto forma di rosetta larga circa 60 cm (2 ft), costituita da foglie lunghe e strette, dall'appariscente color argento. Un po' come avevamo visto per Agave americana, anche l'A. sandwicense fiorisce un'unica volte al termine della sua vista, indicativamente tra 20 e 90 anni d'età. Può crescere solo nelle zone più calde del Sud Italia.

Astrophytum myriostigma : Cactus privo di spine, di norma solitario, ricoperto da una peluria. Il colore del fusto, nel complesso, risulta color verde-argenteo, mentre la sezione è "a stella", con solitamente 5 lobi; è una pianta dotata di elevata simmetria. Produce fiori molto belli, con petali color giallo tenue e parte centrale giallo intenso. Essi sono presenti in piccolo numero (2-3) e disposti esclusivamente sulla parte apicale del Cactus. Astrophytum myriostigma è una specie nativa del Messico e può resistere fino a temperature minime di circa -5° C (23° F). Piuttosto facile anche la coltivazione indoor che, oltre all'assenza di spine, la rende un'ottima candidata per i Cactofili principianti.

Astrophytum myriostigma

Beaucarnea recurvata (sin. Nolina recurvata): specie nativa delle aree semi-desertiche dell'America Centrale (Messico, Belize etc.) molto comune anche come pianta da appartamento, appartiene alla famiglia delle Asparagaceae. Una delle peculiarità è la presenza di un rigonfiamento alla base del tronco, noto come Caudice, avente funzione di riserva idrica. Data la particolare forma del tronco la B. recurvata è nota anche come Piede d'Elefante. Le foglie, relegate all'apice vegetativo, sono lunghe, arcuate e ricadenti, formando una sorta di "ciuffo". Sebbene la coltivazione in vaso ne limiti lo sviluppo, piantata in piena terra può sfiorare i 10 metri (3.3 ft) di altezza, tuttavia la crescita è lenta e ci vorranno molti anni prima che si raggiunga tale altezza.
 
Tollera bene la siccità ed ha esigenze simili a quelle di tutte le altre piante grasse, tuttavia ha una discreta resistenza al freddo e, a patto che siano eventi sporadici, può sopravvivere fino a circa -5° C (23° F).

Beaucarnea recurvata

Boophone haemanthoides : specie nativa della Namibia ed appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae. E' una pianta geofita con bulbo a forma di cipolla che cresce durante la stagione più fresca, mentre d'estate perde le foglie ed entra in uno stato di quiescenza. Dal bulbo, che può rimanere parzialmente fuori terra, emergono circa 18-20 foglie nastriformi, glauche, ondulate e disposte a ventaglio. Questa specie molto particolare non tollera temperature inferiori ai 3-4 gradi (37-39 °F).

Boophone haemanthoides

Carnegiea gigantea : noto anche come Saguaro, è una Cactaceae di grosse dimensioni che cresce nel Deserto di Sonora, a cavallo tra Arizona e Messico. E' il "classico" cactus dei film Western ed è formato da un unico tronco con qualche ramificazione, anch'esse assurgenti e può ricordare la forma di un candelabro. La crescita è lenta ed il primo processo di ramificazione avviene diversi decenni dopo la nascita. Il Saguaro può vivere anche oltre 300 anni e superare i 10 metri (33 ft) di altezza. Altra peculiarità è il fatto che il tronco assorbe acqua e, dunque, alla fine di un periodo di pioggia si rigonfia, per poi "sgonfiarsi" pian piano nel restante e lungo periodo secco. La Carnegiea gigantea produce i fiori classici delle Cactacee, di color bianco. La resistenza al freddo è ottima e, solo in ambiente secco, può resistere a picchi di circa -10° C (14° F).

Carnegiea gigantea

Cereus peruvianus (sin. Cereus repandus) : altro Cactus, proveniente dal Perù, ma a livello ornamentale è molto diffuso anche nelle zone costiere del Sud Italia. Produce numerosi tronchi color grigio-verde, assurgenti, che possono raggiungere anche i 10 metri (33 ft) di altezza. I fiori si aprono di notte e sono forse l'unico esempio di influenza della Luna sull'agricoltura. I fiori sono molto belli, ma autosterili; se però avviene impollinazione incrociata danno origine a frutti commestibili e saporiti. C. peruvianus può reggere occasionali gelate, fino a circa -4°C (25° F).

Cereus peruvianus

Cleistocactus strausii : Cactus nativo dell'Argentina settentrionale, dal portamento eretto e slanciato; può essere alto anche oltre 2 m (6.6 ft), con un diametro di neppure 10 cm (4 in). Uno dei tratti distintivi è il colore, infatti le spine (talmente fini e fitte da sembrar peluria) sono grigio/biancastro, mentre i fiori sono paralleli al suolo (perpendicolari al fusto), allungati (a forma cilindrica) e rosa. Regge il freddo fino a circa -6° C (21° F).

Cleistocactus strausii
Crassula ovata
Crassula ovata : chiamato anche Albero di Giada è una pianta succulenta del Sud Africa, molto popolare ed appartenente alla famiglia delle Crassulaceae. Si sviluppa sotto forma di arbusto, spesso con un unico tronco, ma molto ramificato sin dalla base. Questa specie può superare i 2 metri (6.6 ft) di altezza e tende ad avere una chioma a forma globulare. Le foglie sono carnose, ovali, verdi, ma con il contorno color rossastro. La fioritura è tipicamente invernale, con fiori color bianco-rosa, a stella e raggruppati in un'infiorescenza compatta. Se coltivata in ambiente asciutto la sua resistenza al freddo è superiore a quella del C. peruvianus, potendo resistere a brevi gelate intorno ai -6° C (21° F). Ottima anche come pianta d'appartamento. 

Cyphostemma juttae : proviene dalla Namibia ed appartiene all'insolita (per le piante grasse) famiglia delle Vitaceae. Il tronco è grigio, succulento, poco ramificato, rigonfio ed a forma di bottiglia. In natura può sfiorare i 2 metri (6.5 ft) di altezza, sebbene coltivata in Italia (ed in vaso) mantenga dimensioni ben più contenute. All'estremità degli steli (2 o 3 rami, raramente di più) si trovano grosse foglie color verde-grigio, dal margine dentellato. I fiori sono inconsistenti, ma ad essi seguono dei grappoli con bacche rosse. In inverno perde le foglie. La resistenza al freddo si aggira attorno ai -5° C (23° F), anche se il prolungarsi di simili temperature induce marciumi letali per la pianta.

Cyphostemma juttae

Dasylirion longissimum : Asparagaceae molto comune ed ornamentale nativa del Deserto di Chihuahua, in Messico. La specie è formata da un unico grosso tronco al cui apice troviamo le numerose foglie, lunghissime e strette, a formare una chioma che ricorda molto un gigantesco ciuffo d'erba. Anche se di crescita lenta può diventare alto diversi metri. Buona resistenza al freddo, che si aggira intorno ai -8° C (18° F), rendendo il Dasylirion longissimum coltivabile in tutto il Centro-Sud Italia, ma forse anche nei microclimi più miti del settentrione.

Dasylirion longissimum

Dioscorea elephantipes : appartenente alla famiglia delle Dioscoreaceae, è un tubero che ricorda la forma di una pigna. Da esso, che rimane parzialmente fuori terra, emerge un ramo principale e diverse ramificazioni, superando abbondantemente il metro (3.3 ft) di altezza. Le foglie sono cuoriformi. Resiste a sporadiche temperature di pochi gradi sotto zero.

Dioscorea elephantipes

Dracaena draco : chiamato anche Albero del Drago è una specie endemica degli Arcipelaghi dell'Atlantico settentrionale, tra cui le Isole Canarie. Specie a crescita molto lenta, si sviluppa di norma su un unico tronco, da cui dipartono molti rami che terminano con una rosetta di foglie lanceolate, coriacee e glauche. La chioma, negli esemplari adulti, tende ad avere una forma ad "ombrello". Una pianta adulta può reggere temperature minime di circa -4°/-5°C (25/23°F).

Dracaena draco

Echinocactus grusonii : noto anche come Cuscino della Suocera, è un Cactus solitario nativo della parte centrale del Messico. Esso è a forma di sfera, che può superare il  metro (3.3 ft) di diametro. Fusto verde, con numerose areole ordinatamente disposte, dalle quali spuntano spine gialle. Sulla sommità di questa "sfera" trovano spazio i piccoli fiori, che sono gialli e disposti come a formare una corona. Pianta a crescita lenta, che può impiegare anche 20 anni per la prima fioritura. In ambiente asciutto può reggere fino a -6° C (21° F), ma come sempre sarebbe meglio evitare le gelate.

Echinocactus grusonii

Euphorbia royleana : specie di Euphorbiaceae nativa delle aree montagnose di Pakistan, Bhutan, India e Nepal, dove cresce sugli aridi pendii assolati, preferendo un'altitudine compresa tra 1000 e 1500 m (3300-4900 ft). La specie ricorda la forma di un Cactus colonnare, i fusti possono raggiungere i 5 metri (16.5 ft) di altezza ed alla loro sommità sono collocate delle belle foglie ovali. Esse sono però decidue e pertanto cadono in condizioni di freddo o eccessiva aridità, mantenendosi solo nei mesi più caldo-umidi. I fiori sono color giallo-verdastro. 

Euphorbia royleana

Euphorbia milii : nativa del Madagascar è chiamata anche Corona di Cristo. E' un arbusto succulento, con molti steli densamente spinosi, con spine simili a quelle delle Rose. Questi steli possono sfiorare il metro di altezza (3.3 ft). Le foglie sono a forma di uova e di color verde chiaro. I fiori son rosati, la fioritura è molto prolungata e, nei luoghi più caldi, avviene durante quasi tutti i mesi dell'anno, con picco in primavera. In ambiente asciutto resiste ad episodiche temperature minime di circa -3° C (27° F).

Euphorbia milii


Ferocactus gracilis : nativo del Messico settentrionale; si sviluppa come Cactus solitario a forma cilindrica, alto fino a 150 cm (5 ft), per un diametro di circa 30 cm (12 in). Vistose spine, lunghe e rossastre, molto diffuse. Fiori anch'essi rossastri, ma non troppo appariscenti (rispetto ad altre Cactacee). Resiste fino a temperature di circa -6° C (21° F).

Ferocactus gracilis

Gasteria carinata : piccola pianta grassa priva di steli appartenente alla famiglia delle Asphodelaceae. Le foglie, dall'apice triangolare, sono disposte a spirale e di color verde scuro, con la presenza di "puntini" bianchi. Fiori color rosa pallido, talvolta quasi bianchi. Raggiunge un'altezza massima di circa 20 cm (8 in), ma si allarga anche 4-5 volte rispetto all'altezza. Può tollerare pochi gradi sotto zero.

Gasteria carinata

Glottiphyllum longum : specie nativa del Sud Africa appartenente alle Aizoaceae. Produce caratteristiche foglie carnose, color verde scuro, molto lunghe (talvolta ripiegate all'estremità), dal margine arrotondato, che ricordano la forma di una lingua. I fiori sono formati da molti petali color giallo intenso. Può reggere una temperatura di qualche grado sotto zero, purché sporadica ed effimera.

Glottiphyllum longum

Haemanthus albiflos : nativo del Sud-Est dell'Africa, appartiene alla famiglia Amaryllidaceae, la stessa dei Narcisi. Questo bulbo produce spesse foglie succulenti a forma di nastro, colorate con più tonalità di verde. Il fiore emerge da un'infiorescenza eretta ed è bianco, formato da numerosi stami con antere gialle. Pianta di piccole dimensioni, che può tollerare occasionali abbassamenti di temperatura sino ad un paio di gradi sotto zero.

Haemanthus albiflos

Hatiora rosea : chiamata Cactus Rosa di Pasqua, è una Cactacea originaria delle umide foreste del Brasile meridionale. Specie epifita, alta non più di 50 cm (20 in), con steli (pale) ovali e spesso ricadenti. Produce fiori rosati molto appariscenti. In ambiente asciutto può resistere fino a 0° C (32°F).

Hatiora rosea

Hoodia gordonii : sebbene nell'aspetto assomigli ad una Cactacea, essa è in realtà appartenente alla famiglia delle Apocynaceae ed è originaria del Deserto del Kalahari, nel Sud-Ovest dell'Africa. Produce numerosi steli, alti circa 1 metro (3.3 ft), color verde grigiastro e di circa 5 cm di diametro (2 in). I fiori sono a forma di "piattino" e dall'insolito color rosa-pelle. Sensibile al gelo, può esser coltivata in casa, tuttavia non fiorisce se non è sottoposta a fluttuazioni di temperatura giorno-notte.

Hoodia gordonii

Hoya carnosa : più conosciuto come Fiore di Cera, in Italia è prevalentemente coltivato come pianta d'appartamento. Anch'essa appartiene alla famiglia delle Apocynaceae ed è nativa delle zone tra Asia orientale e Nord Australia. H. carnosa ha un portamento rampicante, formando sottili liane marroni, da cui dipartono foglie ovali, carnose, che sembrano ricoperte di cera. Altro tratto ornamentale sono i fiori, i quali sono piccoli, a forma di stella, bianchi, tranne la parte centrale che è arancione e, anche qui, lucidi come fosse stata passata la cera. Questi piccoli fiori son riuniti in un'infiorescenza (con 10-30 fiori) e disposti come fossero adagiati sulla superficie di una mezza sfera. Si adatta bene alle condizioni di ombra luminosa, ma non tollera il gelo.

Hoya carnosa

Hylocereus undatus
Hylocereus undatus : noto anche come Pitaya o Dragon Fruit è conosciuto ai più per i suoi frutti commestibili, i quali hanno un polpa bianca dal sapore molto delicato. La specie è un Cactus molto ramificato dal portamento ricadente che raggiunge un'altezza variabile a seconda del sostegno che trova. I fiori sono grossi, con petali bianchi e sepali verdi. L'esatta origine di questa specie è tutt'ora incognita, tuttavia oggigiorno è molto diffuso in tutte le zone tropicali del mondo. Può sopportare leggere gelate, ma idealmente dovrebbe esser coltivato in aree prive di gelo.

Ipomoea bolusiana : nativa del Madagascar, appartiene alla famiglie delle Convolvulaceae (come il nostrano Vilucchio). E' una caudiciforme a forma sferica il cui fusto ricorda una Noce di Cocco, dal diametro che di norma non supera i 20 cm (8 in). Gli steli, lunghi, esili e spesso prostrati, hanno foglie lunghe, strette ed assai distanziate. La parte "da Leone" la fanno i fiori, a forma d'imbuto, color rosa-magenta, più scuro nella parte centrale. Pianta delicata, che ha bisogno temperature non inferiori ai 5° C (41° F).

Ipomoea bolusiana
Jatropha podagrica : appartiene alle Euphorbiaceae ed è nativa del centro America (Honduras, Nicaragua), dove vive su suoli aridi. Arbusto poco ramificato alto in media 150 cm (5 ft) e con tronco principale succulento ed allargato alla base (forma di fiasco). Le foglie hanno un lungo peduncolo e forma simile a quelle delle foglie del Fico (Ficus carica). I fiori sono raggruppati all'estremità vegetativa, possono esser gialli o arancioni. In ambiente asciutto può reggere sino a 0° C (32° F), ma sarebbe meglio che le temperature non scendano mai sotto gli 8° C (46° F).

Jatropha podagrica

Kumara plicatilis : una volta chiamata Aloe plicatilis, è una specie nativa di una piccola regione montuosa del Sud-Ovest del Sudafrica ed appartiene alle Asphodelaceae. Le foglie sono carnose, lunghe circa 30 cm (12 in), larghe 1/10, color grigio-verdastro con margine superiore rossastro e, diversamente da molte Aloe, disposte a ventaglio. Kumara plicatilis  si sviluppa come piccolo albero molto ramificato od arbusto, potendo raggiungere al massimo (ed in molti anni) i 5 metri (16 ft) di altezza. Rami e tronchi son ricoperti da una corteccia grigia. Resiste più o meno come un'Aloe vera (forse un po' meno) ed, in ambiente asciutto, può sopravvivere (per brevi periodi) a pochi gradi sottozero.

Kumara plicatilis

Larryleachia cactiformis : specie di Apocynaceae nativa del Sud Africa che si sviluppa sotto forma di piccolo cactus tondeggiante, privo di spine, foglie e ramificazioni. I fiori sono marroncini e bianchi. Meglio coltivarla con temperature sempre superiori agli 0° C (32° F)

Larryleachia cactiformis

Mammillaria spinosissima : specie endemica del Messico, stelo cilindrico, alto circa 30 cm (12 in) e largo 10 cm (4 in), quasi nascosto dalle moltissime spine. I fiori, piccoli e color rosa scuro, ricoprono la parte alta del Cactus. In ambiente asciutto può resistere sino a circa -6° C (21° F).

Mammillaria spinosissima

Monsonia camdeboensis : parente del Geranio (fam. Geraniaceae) è un arbusto ramificato, con molti rami  che crescono quasi più orizzontalmente che verticalmente. I rami hanno spine molto grosse e poche foglie piccole e carnose, in compenso hanno fiori bianchi molto appariscenti. Molto delicata, potrebbe morire anche con temperature di poco inferiori ai 5° C (41° F).

Monsonia camdeboensis

Myrtillocactus geometrizans : nativo del Messico centro-settentrionale, è un Cactus altamente ramificato che può sfiorare i 5 metri (16 ft) di altezza. Gli steli sono blu-verdastri e di circa 10 cm (4 in) di diametro. In contesti secchi la resistenza al freddo si aggira intorno ai -5° C (23° F).

Myrtillocactus geometrizans
Opuntia ficus indica
Opuntia ficus indica : il classico Fico d'India che conoscete tutti; chi volesse approfondire o vedere più foto clicchi qua.

Pachypodium lamerei : chiamata Palma del Madagascar, anche se in realtà è una Apocynaceae  (e non una palma). Si sviluppa su un unico tronco (di norma senza ramificazioni, anche se possono esserci in esemplari adulti), succulento, alto, snello e dotato di spine uniformemente distribuite. Può occasionalmente raggiungere i 6 metri (20 ft) di altezza, ma in Italia rimane generalmente più basso. Le foglie sono verdi, strette, arrangiate a spirale e, un po' come nelle "vere" palme, relegate all'apice vegetativo. Molto belli anche i fiori, che assomigliano molto a quelli della Plumeria. In ambiente asciutto può resistere ad occasionali punte di -4° C (25° F).

Pachypodium lamerei

Pereskia aculeata
Pereskia aculeata : chiamata anche Uva Spina delle Barbados è una Cactaceae nativa dell'America tropicale. E' una specie rampicante formata da numerosi steli, con spine a forma d'uncino.  Le foglie, semi-succulenti, sono color verde scuro e possono cadere durante la stagione secca. Il tratto più ornamentale è sicuramente la fioritura, con numerosi fiori dai petali bianchi e parte interna giallo-arancione. Anche i frutti, che ricordano dei pomodorini arancioni, sono decisamente appariscenti. Regge temperature prossime agli 0° C (32° F), forse poco sotto se per un paio d'ore prima dell'alba.
Pfeiffera boliviana

Pfeiffera boliviana : cactus epifita originario della Bolivia, che cresce aggrappandosi ai rami di altre piante, un po' come farebbe un'orchidea. I numerosi fusti sono nastriformi e ricadenti, mentre i fiori sono di norma solitari con sfumature di rosa, bianco e giallo. Preferisce esposizioni a mezz'ombra. Sensibile al freddo, le temperature minime non devono scendere sotto i 2-3 ° C (36° F).

Puya alpestris : appartenente alle Bromeliaceae (la stessa dell'Ananas), è una specie endemica delle regioni andine situate nel Sud del Cile. Le foglie, lunghe anche 60 cm (2 ft) e strette, sono color verde-grigiastro, disposte a rosetta e presentano spine sui margini. La fioritura è formata da tanti fiori dall'atipico color blu, riuniti in una lunga infiorescenza eretta che spunta dal centro della rosetta e può agevolmente superare il metro di altezza (3.3 ft); dall'infiorescenza principale spuntano diverse infiorescenze secondarie. Data la provenienza, non propriamente tropicale, ha una discreta resistenza al freddo e può sopravvivere a gelate nell'ordine dei -7° C (19° F).

Puya alpestris

Rebutia deminuta
Rebutia deminuta : Cactus di piccole dimensioni, a forma globulare od al più cilindri-forme, che cresce a gruppetti. Ogni singolo stelo è largo (ed alto) approssimativamente 10 cm (4 inch). Produce fiori rossi od arancioni. Resiste fino a circa -3° C (27° F), ma come al solito sarebbe meglio evitare gelo e  nei periodi più freddi garantire un terreno quanto più asciutto possibile.

Stapelia giganteaApocynaceae nativa delle zone aride del Sud Est dell'Africa (Malawi, Zambia, Zimbabwe etc.). E' una pianta grassa formata da più steli, privi di spine, che in altezza non crescono più di 40 cm (16 in). Il tratto distintivo sono i grossi fiori a forma di stella, con 5 petali color giallo pallido, con righe marroni, via via più ravvicinate avvicinandosi al centro del fiore. Sui fiori è presente anche una peluria. Controversia la resistenza al freddo, c'è chi dice possa resistere sino a -6° C (21° F) e chi dice muoia già a 0° C (32° F). Nell'incertezza evitarle il gelo non potrà che farle bene.

Stapelia gigantea

Stenocactus multicostatus : piccolo Cactus a crescita lenta nativo del Messico settentrionale. Possiede una forma davvero particolare, che ricorda un po' il cervello di un mammifero. Produce fiori viola e resiste fino a circa -6°  C (21° F). 

Stenocactus multicostatus
Yucca gigantea (sin. Yucca elephantipes) : nativa dell'America Centrale è una Yucca priva di spine che può raggiungere anche i 10 metri d'altezza (33 ft) sviluppandosi anche su più tronchi. I fiori sono bianchi e simili a quelli delle altre specie di Yucca. Purtroppo questa Yucca "Gigante" non è resistente al gelo come le sue "sorelle" e sarebbe meglio non coltivarla laddove le temperature scendano sotto i -6° C (21° F) .

Yucca gigantea

Uebelmannia pectinifera : Cactus endemico del Brasile, è solitario, a forma tendenzialmente tondeggiante, sfiorando il metro (3.3 ft) di diametro. Il colore dipende dall'esposizione solare, verde a strisce bianche se cresciuto all'ombra, rosso scuro/viola se cresciuto al Sole. Pianta piuttosto tropicale, lunghe esposizioni a basse temperature (anche se superiori a zero) possono facilmente farla marcire, specie in ambienti umidi.

Uebelmannia pectinifera (dx Ombra, sx Sole)