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sabato 21 dicembre 2019

Quali Piante Fioriscono in Autunno ed Inverno ?

La brutta stagione è di norma caratterizzata dal riposo vegetativo, in Autunno, infatti, le piante decidue iniziano a perdere le foglie e si preparano ad affrontare la neve ed il gelo invernale; tuttavia anche le piante sempreverdi, pur non defogliandosi, riducono il proprio metabolismo, aumentando così la propria resistenza al freddo.

Per queste ragioni, nei climi temperati, la maggior parte delle specie vegetali fiorisce nel periodo primaverile od al più nella prima parte dell'estate, così da aver davanti a sé più mesi con alte temperature e maturare al meglio i propri frutti.

Ma se sognate un giardino sempre fiorito e volete comprare una pianta che faccia fiori proprio quando le altre fanno cadere le foglie, non preoccupatevi, in questo articolo parlerò di quelle (poche) specie a fioritura autunnale ed invernale che, sprezzanti del freddo, dei cieli grigi e delle poche ore di luce, ci regalano colori (e profumi) inaspettati.



PREMESSA :

Ovviamente quanto detto sopra è tanto più vero, quanto più il clima è freddo. Nelle zone tropicali, ad esempio, le fioriture sono meglio distribuite durante l'anno e, semmai, sono influenzate dalle piogge, più che dalle temperature e laddove non vi sia una stagione secca (es. foreste pluviali equatoriali) le piante fioriscono a più riprese durante tutto l'anno.

Questa premessa era d'obbligo per far capire che, anche in Italia, nelle zone più miti del Sud (es. Sicilia) si possono coltivare specie sub-tropicali che molto più frequentemente fioriranno "fuori stagione", come ad esempio la Ceiba, i cui fiori a Palermo sono osservabili nel periodo che va da Ottobre a Dicembre, discorso analogo si potrebbe fare con la Stella di Natale che fiorisce appunto durante il periodo natalizio (in realtà non son veri fiori); tuttavia queste specie hanno una scarsa resistenza al gelo e non possono esser coltivate all'aperto nella maggior parte d'Italia.

Tra tutte le piante a fioritura Autunno/Invernale, qui citerò esclusivamente quelle rustiche, resistenti al gelo e che si possono coltivare con facilità anche nel Nord Italia.


Caratteristiche delle Fioriture Autunnali ed Invernali 

In questa categoria inserisco tutte quelle specie la cui fioritura avviene nei mesi compresi tra Ottobre e Febbraio; ovviamente il periodo può variare considerevolmente anche in funzione del clima, della latitudine e dell'esposizione. Un esempio su tutti è il Mandorlo (Prunus dulcis) che nelle zone costiere della Sicilia è in fiore già a fine Gennaio e, nelle annate particolarmente miti, persino a Natale, mentre nella Pianura Padana non fiorisce prima di fine Febbraio/inizio Marzo.

I fiori invernali sono di norma più piccoli di quelli primaverili e, salvo rare eccezioni,  hanno colori meno sgargianti, essendo per lo più bianchi o giallo pallido. Insomma non si può pretendere di aver fiori rossi sfumati e grossi come quelli della Bignonia.

Le fioriture autunno-invernali hanno un'altra peculiarità, forse per via delle basse temperature, sono assai scalari e prolungate, talvolta per anche 2 o 3 mesi; inoltre in alcune specie sono rifiorenti, nel senso che la fioritura si può interrompere nei periodi di gelo più inteso, ricominciando successivamente.

Ed ora, dopo le dovute premesse, è il momento della lista, con una breve descrizione della specie, correlata dalle immancabili fotografie.


I Migliori Arbusti Perenni a Fioritura Autunno-Invernale :


1) Camelia Invernale (Camellia sasanqua)

La Camelie è acidofila, a suo agio in terreni a pH inferiore a 7 ed è forse la pianta simbolo del Lago Maggiore. Esistono più specie di Camelia, ma le più diffuse essenzialmente si distinguono in Camelie Primaverili (Camellia japonica), che fioriscono tra Febbraio ed Aprile e Camelie Invernali (Camellia sasanqua). Quest'ultima fiorisce per un lungo periodo e, a seconda della Cultivars, si possono trovare in fiore da fine Settembre (le più precoci), sino a Gennaio (le più tardive).

La C. sasanqua è sempreverde, ma ben resistente al gelo e si sviluppa sotto forma di piccolo albero, spesso a portamento slanciato.

I fiori di questa specie sono in assoluto i più vari e colorati tra quelli che sbocciano in questi mesi; possono esser bianchi, rossi o con diverse tonalità di rosa, aver molti o pochi petali, esseri singoli o doppi, a forma di Anemone o di Peonia; insomma se deciderete di piantare una Camelia invernale nel vostro giardino avrete un'ampia scelta varietale.

Talvolta questa specie viene utilizzata come siepe, riuscendo spesso a fiorire nonostante le drastiche potature; tuttavia credo che così perda il suo fascino e che debba poter crescere liberamente, anche perché possiede un portamento davvero elegante. 

Fiori Rosa Camellia sasanqua
Fioritura Camellia sasanqua

2) Corbezzolo (Arbutus unedo)

Di pianta ne avevamo già discusso qua. Si tratta di una specie sempreverde, tipica della macchia Mediterranea, che produce piccoli frutti rossi eduli e ottimi per esser trasformati in marmellata. 
Il Corbezzolo è una pianta rustica e, sebbene nativa di climi ad inverno mite, riesce a tollerare il freddo ed il gelo del Nord Italia, almeno fino a -15° C (5° F). Ha uno sviluppo arbustivo e, solitamente, cresce su più tronchi, raggiungendo un'altezza massima di 10 metri (33 ft).

I fiori, come consueto nella famiglia delle Ericacee di cui fa parte, sono a forma di campana, bianchi e rivolti con l'apertura verso il basso. Essi sono raggruppati in infiorescenze emesse sin dall'estate, ma non si aprono prima dell'autunno. In Italia il Corbezzolo fiorisce indicativamente da Ottobre a Dicembre, sebbene alcune varietà, soprattutto in climi freddi, possono esser ancora in fiore in Gennaio/Febbraio.

Un'altra peculiarità è il fatto di aver frutti rossi e fiori bianchi contemporaneamente, ciò la rende particolarmente ornamentale in questa stagione.

Arbutus unedo

Fiori Corbezzolo
3) Calicanto (Chimonanthus praecox)

Questa specie si sviluppa sotto forma di albero di medie dimensioni, raggiungendo un'altezza di circa 4 metri (13 ft), sebbene si possa ridurre drasticamente con opportune potature.

Il Calicanto è una specie a foglia caduca, tuttavia le foglie cadono tardivamente ed è comune vederle gialle (ma ancora sulla pianta) a fine Dicembre.
Diversamente dalla maggior parte delle piante decidue, che fioriscono in concomitanza dell'emissione delle nuove foglie, il Calicanto fiorisce proprio mentre le sta perdendo.

La fioritura inizia in Dicembre, ma continua anche in Gennaio e Febbraio. I fiori sono singoli, spuntano da gemme situate sull'intera lunghezza del ramo, ma più concentrate all'estremità, sono rivolti verso il basso ed emanano un profumo molto gradevole. I fiori son dotati di petali giallo tenue ed una parte centrale di color rosa-violacea.

Fioritura Calicanto

Fiori Calicanto

Chimonanthus praecox

4) Erica Invernale (Erica carnea ed ibridi)

Erica è un genere che conta innumerevoli specie, tendenzialmente di piccole dimensioni, sebbene esistano specie, come l'Erica arborea, tipica delle Isole Canarie, che diventano veri e propri arbusti di medie dimensioni.
L'Erica carnea è invece nostrana e cresce ai margini delle pinete sulle Alpi e sugli Appennini. Essa appartiene alla famiglia delle Ericacee (come il Corbezzolo) è sempreverde, raggiunge a stento i 50 cm (20 in), ma nell'ambiente ideale tende ad allargarsi.
Possiede esili rami, che formano una chioma fitta. Le foglie sono piccolissime, aghiformi e disposte per l'intera lunghezza dei rami, mentre i fiori, anch'essi di piccole dimensioni, sbocciano sulla parte terminale dei rami emessi durante la precedente estate e sono di color bianco o rosa/violetti a seconda della varietà.

La fioritura dell'Erica è molto scalare e tipicamente invernale, potendo iniziare già a metà Dicembre e finir anche ad inizio Marzo.

Erica carnea

Fiori Erica carnea

5) Nespolo Giapponese (Eriobotrya japonica)

Questa pianta è molto diffusa al livello ornamentale nelle città, ma è anche coltivata per la produzione delle Nespole Giapponesi, frutti dolci-aciduli che si trovano in vendita tra Aprile e Giugno.


Il Nespolo del Giappone è una specie sempreverde che si sviluppa come pianta di medie dimensione, con foglie larghe e portamento elegante e, sebbene gradisca il clima Mediterraneo, può sopravvivere anche a forti gelate.

I suoi fiori sono di piccole dimensioni e riuniti in un'infiorescenza a forma piramidale che emerge dall'apice dei rami. I singoli fiori sono color bianco-beige, con 5 petali, come tipico delle Rosacee, a cui appartiene la specie.
La fioritura è molto prolungata, inizia tra Ottobre e Novembre, ma può protrarsi a lungo. Nel Nord Italia capita che fiorisca in pieno Autunno, poi smetta per il freddo di Gennaio e riprenda in Febbraio, insomma, oltre ad esser scalare può esser rifiorente.
Quasi dimenticavo, la fioritura, oltre ad esser di bell'aspetto è profumata e fa avvertire la sua presenza sin da lontano.

Fioritura Nespolo Giapponese

Eriobotrya japonica
6) Aralia (Fatsia japonica)

Stupenda pianta dall'aspetto decisamente tropicale ed ornamentale, con grandi foglie sempreverdi, con lobi profondamente incisi.
L'Aralia ha un portamento cespuglioso, non cresce molto in altezza, resiste bene al freddo, ma nei luoghi più gelidi è consigliabile scegliere una posizione riparata, inoltre gradisce zone piuttosto ombrose.

L'infiorescenza cresce eretta e ramificata, i fiori sono raggruppati all'apice di ogni ramificazione e disposti in maniera circolare (come fossero sulla superficie di una sfera). Essi sono piccoli e color bianco/crema. La fioritura avviene in Autunno, indicativamente Ottobre-Novembre.

Fiori di Fatsia japonica

7) Gelsomino d'Inverno (Jasminum nudiflorum)

Questo Gelsomino appartiene al genere Jasminum, che di norma comprende specie sempreverdi da climi caldi o subtropicali ma lui, a differenza degli altri Gelsomini e del Falso Gelsomino, perde le foglie in inverno.
Il Gelsomino d'Inverno, talvolta conosciuto anche come Gelsomino di San Giuseppe, è originario della Cina ed è un rampicante dotato di rami semi-rigidi che rimangono verdi (non marroni) anche nella fase adulta. Data l'ottima resistenza al freddo è ampiamente utilizzato a scopo ornamentale, per abbellire ringhiere e muretti di confine.

Jasminum nudiflorum produce tanti fiorellini, dalla tipica forma "ad elica", ma di color giallo (non bianco, come tipico dei Gelsomini) e privi di profumo.
La fioritura del Gelsomino invernale inizia in Dicembre e può protrarsi fino all'emissione delle nuove foglie nelle primavera successiva.

Jasminum nudiflorum

Fiori Gelsomino d'Inverno

8) Gelsomino di Notte (Solanum jasminoides sin. Solanum laxum)

Non fatevi ingannare dal nome, questa pianta non appartiene alla famiglia dei gelsomini, bensì a quella delle Solanacee (come Pomodori, Melanzane, Tamarillo, etc.).
Il Gelsomino di Notte è una pianta sempreverde di origine Sud Americana e si sviluppa come rampicante.
La sua resistenza al freddo è leggermente inferiore rispetto alle specie sin qua menzionante, ma accostandolo ad un muro è possibile coltivarlo anche in buona parte del Nord Italia, sino a temperature minime di -12° C (10° F). Negli inverni più gelidi potrebbe perdere parte della chioma, ma di norma rigetta in primavera.

I fiori sono bianchi (talvolta blu o rosa pallido) e sbocciano su racemi a formati da una ventina di essi.
In realtà questa specie è rifiorente, quindi la potrete vedere in fiore anche in primavera-estate, anzi proprio nella bella stagione si avrà la fioritura più abbondante; nonostante ciò fiorisce tutto l'anno, inverno compreso, cosa molto rara in piante con una tale resistenza al freddo.

Nel Solanum jasminoides la fioritura "fuori stagione" si concentrerà nella prima parte delle brutta stagione, indicativamente da Ottobre a Dicembre, diminuendo progressivamente in Gennaio-Febbraio, anche in funzione dell'andamento termico.

Solanum jasminoides

Fioritura Gelsomino di Notte

9) Il Bastone di San Giuseppe (Edgeworthia chrysantha)

Chiamato anche Arbusto della Carta, ha un portamento tozzo, crescendo più in larghezza che in altezza ed avendo corti rami, ma di buon diametro ed estremamente flessibili.
Edgeworthia chrysantha è una specie decidua coltivata per i suoi fiori color giallo-crema (rossi in alcune varietà), a forma tubulare e disposti sulla superficie di infiorescenze a forma sferica.
Altra caratteristica di questi fiori è il loro intenso profumo.

Tra le piante sin qui trattate la Edgeworthia chrysantha è quella a fioritura più tardiva, i suoi fiori si apriranno solo un bel po' dopo la totale perdita delle foglie e non li vedrete prima di Gennaio inoltrato. In altre parole una pianta a fioritura prettamente invernale (non autunnale).

Edgeworthia chrysantha

Fiori Edgeworthia chrysantha

10) Ciliegio Invernale (Prunus x subhirtella 'Autumnalis')

I Ciliegi, ed in generale tutti i Pruni, sono il simbolo della primavera, in quanto la loro abbondante fioritura solitamente avviene tra Marzo ed Aprile.
Il Ciliegio d'Inverno, che in realtà è un ibrido ottenuto dall'incrocio delle specie Prunus incisa e Prunus spachiana, è un'eccezione, dato che fiorisce in maniera molto scalare, con un picco nei mesi di Dicembre-Gennaio-Febbraio, sebbene possa fiorire anche nel tardo autunno, prima della completa perdita delle foglie.

Prunus x subhirtella si sviluppa sotto forma di albero, di dimensioni leggermente più contenute rispetto al classico ciliegio (Prunus avium) ed ha un portamento espanso e leggermente pendule.
Questa pianta decidua ha un'ottima resistenza al freddo e preferisce ambienti freschi, mal sopportando il caldo torrido del Sud Italia. Nel Settentrione ben si presta per l'alberatura stradale ed i suoi fiori bianco-rosa pallido risaltano soprattutto se vi è uno sfondo grigio scuro.

I fiori sono solitari e vengono prodotti da gemme a fiore più concentrate all'apice dei rami di un anno. Sbocciando gradualmente fanno si che la fioritura non sia così copiosa come quella dei Ciliegi primaverili.

Prunus x subhirtella in Autunno

Prunus x subhirtella in Inverno

Fiori Ciliegio d'Inverno

11) Nocciolo (Corylus avellana)

Questa pianta arbustiva decidua cresce nei boschi di latifoglie, anche in bassa montagna, e si sviluppa su più tronchi (emette polloni in continuazione), inutile ricordare che possiede un'ottima resistenza al gelo.

Il Nocciolo fiorisce nei mesi di Gennaio e Febbraio, ha fiori femminili piccoli e del tutto trascurabili, mentre quelli maschili sono degli amenti, lunghi anche oltre 10 cm (4 in) e sottili, color giallo intenso che, appena mossi dal vento, liberano nell'aria una gran quantità di polline, che visivamente assomiglia ad una polvere gialla.
Un fiore invernale un po' diverso da quelli visti sin qua, ma non per questo meno ornamentale.


12) Maonia (Mahonia x media) :

Tra le diverse specie appartenenti al genere Mahonia, la specie più coltivata in Italia è senza dubbio la Mahonia x media, che in realtà si tratta di un ibrido, ottenuto dall'incrocio tra Mahonia oiwakensis e Mahonia japonica.


La Mahonia x media si sviluppa sotto forma di arbusto sempreverde multi-tronco a portamento tondeggiante e raggiunge un'altezza massima di 4 metri (13 ft), sebbene si mantenga spesso di dimensioni più contenute.
Le foglie sono color verde scuro, composte e formate da 7-13 foglioline, disposte a copia lungo l'asse, tranne quella terminale, perpendicolare alle altre.
Questa specie ama posizioni piuttosto ombrose ed è spesso piantata nei giardini condominiali o all'ombra di piante ad alto fusto.

Le infiorescenze terminali (spuntano dalle gemme apicali dei rami) sono delle spighe, ovvero racemi stretti ed allungati. Da ogni ramo vengono prodotte diverse infiorescenze, ognuna di esse formata da innumerevoli fiori gialli, che emanano un leggero profumo.

La fioritura della Maonia è invernale e la si può osservare in fiore da prima di Natale sin a Marzo. Esistono poi specie che anticipano ulteriormente il periodo di fioritura.

Mahonia x media

Fioritura Mahonia x media

Fiori Mahonia x media


Fuori dalla lista vorrei menzionare la Mimosa, il simbolo dell'8 Marzo e dunque una pianta a fioritura primaverile, tuttavia, in zone miti, dove viene spesso coltivata, questa pianta sempreverde anticipa di molto la fioritura ed i primi fiori si possono osservare già da inizio Febbraio.

Mimosa in Fiore

Esistono anche piante che, pur fiorendo in altri periodi dell'anno, riescono a farsi notare durante la brutta stagione, per via dei loro frutti colorati che rimangano attaccati alla pianta durante l'inverno.
Tra tutti gli esempi vorrei ricordare l'Euonymus europaeus (di cui potete vedere le foto cliccando qua), le cui bacche rosa sono in netto contrasto con la vegetazione marrone-grigia di questa stagione.

Ho volutamente escluso dalla lista le piante non arboree. Se volessimo considerare anche le specie erbacee potremmo citare, in ordine di fioritura, le Violette, i Ciclamini ed i Bucaneve.

Se piantati in luoghi miti, anche alcuni Bulbi primaverili possono fiorire sul finir dell'inverno, come ad esempio le Primule ed i Narcisi, che ai primi tepori di febbraio possono far sbocciare i loro fiori.

Narcisi nella Neve

venerdì 6 dicembre 2019

Akebia quinata, Un Rampicante dai Frutti Commestibili - Coltivazione e Cura

L'Akebia quinata è una pianta rampicante a crescita rapida, coltivata per lo più a scopo ornamentale, per via della splendida fioritura primaverile, tuttavia produce anche dei bei frutti, che solo poche persone sanno che si possono mangiare

Nelle prossime righe descriverò l'Akebia quinata dal punto di vista botanico, fornendo utili informazioni per la sua coltivazione.

Frutto Akebia quinata Aperto

Origine, Distribuzione e Curiosità :

L'Akebia quinata è nota nei paesi anglosassoni con il nome "Chocolate Vine", traducibile in "Liana o Vite del Cioccolato", per via del portamento rampicante, simile a quello della Vite, e dei fiori che emanano un leggero profumo di cioccolato.

L'A. quinata appartiene alle Lardizabalaceae, una famiglia composta da circa 40 specie, suddivise in 9 generi, tutti di Liane, ad eccezione del genere Decaisnea, le cui specie hanno portamento arbustivo.  

Il genere Akebia conta 5 specie, tutte di origine asiatica :

  • Akebia chingshuiensis : nativa di Taiwan, è forse la meno conosciuta e diffusa allo stato naturale
  • Akebia longiracemosa : nativa della Cina, è caratterizzata da infiorescenze particolarmente lunghe, che ricordano un grappolo d'uva
  • Akebia quinata : la più comune in Italia a livello commerciale, nonché oggetto dell'articolo
  • Akebia trifoliata : simile alla precedente, con la differenza che ogni foglia è formata da 3 foglioline (e non 5)
  • Akebia x pentaphylla : si tratta in realtà di un ibrido tra le due specie precedenti

L'A. quinata è originaria dell'estremo oriente e si ritrova allo stato naturale in Cina, Corea e Giappone.
L'habitat naturale di questa pianta è rappresentato dalle zone a clima temperato ed umido, la specie cresce infatti ai margini delle foreste, lungo le rive dei fiumi (es. Fiume Giallo in Cina) ed, a macchia di leopardo, anche sui pendii, sino ad una quota di circa 1500 metri (4920 ft).

Questa specie fu importata negli USA intorno al 1850, per poi naturalizzarsi in molti stati, diventando di fatto infestante e selvatica.
Data la sua natura invasiva, la Nuova Zelanda ne ha vietato l'importazione, al fine di evitare che, sfuggendo dal controllo dell'uomo, possa colonizzare nuovi territori, mettendo a rischio la biodiversità locale.

In Italia è diffusa a livello ornamentale ed utilizzata per ricoprire recinzioni, mura o pergolati, regalando cospicue fioriture ad ogni primavera.

Nell'antica medicina tradizionale cinese l'Akebia quinata ricopriva un ruolo di rilievo sin dagli albori e le diverse parti (fusto, foglie, frutti etc.) erano lavorate ed utilizzate a scopo anti-infiammatorio e/o diuretico. Dai semi si può estrarre un olio dal quale produrre saponi.


Com'è Fatta l'Akebia quinata ? - Botanica e Fisiologia 

Questa specie si sviluppa sotto forma di pianta rampicante o, in assenza di appiglio, strisciante/tappezzante. Se lasciata crescere liberamente può raggiungere un'altezza di circa 10 m (33 ft), sebbene le dimensioni possano esser contenute a piacere con opportune potature.

Gemma a Fiore Akebia quinataL'A. quinata, diversamente da altri rampicanti (es. Vite), non è dotata di viticci con cui aggrapparsi al sostegno, di conseguenza per potersi sostenere cresce avvolgendosi a spirale su pali, ringhiere e quant'altro incontri. Il portamento risulta quindi piuttosto disordinato, una sorta di groviglio di esili rami.

Gemma a Legno Akebia quinataLe foglie sono piuttosto grandi e dotate di un lungo picciolo semi-rigido. Ognuna di esse è in realtà composta da 5 foglioline ovali disposte in direzione dei vertici di un pentagono regolare, ovvero ruotate di circa 70° l'una dall'altra. Il loro aspetto atipico ricorda molto una vegetazione di tipo tropicale, più che da climi temperati.
Un'altra caratteristica di indubbio valore ornamentale è il color violaceo della nuova vegetazione.

Questa pianta è una specie semi-sempreverde, ovvero inizia a perdere le foglie solo quando fa veramente freddo e, nei luoghi in cui non gela, potrebbe mantenerle sino all'emissione della nuova vegetazione, comportandosi come una sempreverde.
Nel Nord Italia le foglie possono persistere anche sino a Gennaio, quando tutte le piante decidue hanno perso le foglie ormai da un paio di mesi.


L'Akebia quinata è una pianta monoica, un'unica pianta produce dunque due tipi di fiori : maschili o femminili.
Già sul finir dell'inverno iniziano ad ingrossarsi le gemme che daranno origine ai fiori. La specie produce infiorescenze (racemi) penduli con un numero variabile (in media 6-12) di fiori, i quali sono di color viola/porpora, con diverse sfumature e possibili differenze tra le cultivars, come ad esempio l'Akebia quinata var. Alba, che produce fiori bianchi.
In un'infiorescenza i fiori maschili sono più numerosi ed in un rapporto di circa 5 a 1 con quelli femminili. Il fiore "maschio" è però più piccolo, dal colore più pallido e decisamente meno appariscente. Il fiore "femmina" è composto da 3 grossi petali arrotondati che quasi racchiudono i pistilli (parte riproduttiva femminile), presenti in numero variabile (indicativamente da 3 a 7).
I fiori emanano una tenue fragranza che ricorda l'odore del cioccolato, cosa assai rara tra le piante di climi freddi (tali profumi son più comuni nelle essenze tropicali).

La fioritura, che dura al massimo un mese, è sempre generosa ed avviene nel periodo primaverile, nel Nord Italia indicativamente tra fine Marzo ed Aprile/inizio Maggio.

Fiori Maschili Akebia quinata

Fiore Femminile Akebia quinata
Nota Bene

L'A. quinata è una specie tipicamente autosterile e non produrrà alcun frutto se piantata isolata. Se volete coltivare la specie come pianta da frutto, se vorrete semi per propagarla o semplicemente trovate ornamentali i frutti sulla pianta, dovrete piantare almeno 2 piante, facendo attenzione a che non provengano entrambe da un pollone di un'unica pianta madre (sarebbero geneticamente identici e quindi non in grado di impollinarsi vicendevolmente).
Quando le trovate in vendita in un Vivaio è probabile che siano cloni; cercate varietà particolari (es. "Variegata" od "Alba"), così da aver la certezza di comprare cloni diversi o quantomeno, se non è specificata la varietà, prendete le piante in due Vivai diversi, con due etichette diverse.

Frutticini Allegati Akebia quinataSe l'impollinazione va a buon fine, da ogni fiore femminile si formeranno in media da 1 a 5 frutti. Essi sono delle dimensioni di una patata, color grigio/viola tenue ed, a maturità (mese di Settembre), si apriranno lungo una spaccatura longitudinale, lasciando intravedere l'interno del frutto. Esternamente la buccia è liscia, dalla consistenza simile a quella del cuoio, mentre internamente è soffice, quasi vellutata.
La polpa è separata dalla superficie interna del frutto da uno strato di aria, motivo che rende i frutti assai leggeri. La polpa, leggermente profumata,  racchiude numerosi semini neri, ha la forma di una pannocchia, un color biancastro trasparente ed una consistenza gelatinosa.

Questi frutti ricordano, per forma, dimensione ed "attacco" alla pianta, quelli dell'Asimina triloba, sebbene pesino soltanto 70 grammi (2,5 Oz), poiché ripieni d'aria.

Frutti Immaturi in Estate Akebia

Ma com'è il sapore di un frutto di Akebia quinata ?

Eggià questi frutti sono eduli e si possono mangiare tranquillamente. Il sapore è particolare e, personalmente, lo trovo piacevole, con un retrogusto dolce e vanigliato; tuttavia il grosso problema sono i semi e la consistenza della polpa, che rendono impossibile la masticazione.
In altre parole è un "Mangia e Sputa", nel senso che dovrete mangiare parte della polpa insieme ai semi, dopodiché la polpa si scioglierà in bocca ed i semi dovranno esser sputati.
Ecco, più che il gusto in sé (a mio avviso dolce e buono) è la scomodità che rende questo frutto del tutto marginale.

Frutto Maturo Aperto Akebia quinata

Come Crescere l'Akebia quinata ? - Coltivazione, Esposizione, Potature, Moltiplicazione e Cure

La Liana del Cioccolato una volta affrancata crescerà ad una notevole velocità, facendo tralci lunghi diversi metri ad ogni stagione. Oltre a questo, le radici sono piuttosto superficiali ed hanno la tendenza ad emettere polloni ed i nuovi rami toccando terra possono radicare. Insomma, una pianta dall'alto potenziale infestante, ma facilmente contenibile con un paio di potature all'anno.

L'A. quinata cresce bene in pieno Sole, ma tollera egregiamente anche la mezz'ombra ; può essere coltivata anche in zone ombrose, come nel sottobosco di foreste decidue, tuttavia qui la fioritura sarà praticamente nulla e la vegetazione meno densa.
Se dovete scegliere dove piantare la vostra pianta prediligete posizioni in cui prenda almeno qualche ora al giorno di luce diretta, in linea di massima più Sole prenderà più fiorirà, anche se oltre le 6 ore di Sole diretto non si avrà più alcun incremento.
In zone calde e secche del Sud Italia è bene scegliere esposizioni che godano di qualche ora di ombra, almeno nelle ore centrali della giornata.

Questo rampicante possiede un'ottima resistenza al freddo che gli permette di non subire danni neppure con temperature inferiore ai -20° C (-4° F). Certamente con queste temperature (ed anche superiori) perderà tutte le foglie e si comporterà come pianta decidua.

Portamento e Germogliamento in Primavera AkebiaLa nuova vegetazione, invece, è piuttosto sensibile ai cali termici e non è raro che le prime tenere foglioline vengano bruciate dalle brinate tardive.

L'Akebia quinata, pur preferendo quelli ben drenanti (sabbia, limo) rispetto a quelli compatti (argilla), si sviluppa su un'ampia gamma di terreni, tollerando un pH dall'acido al leggermente basico.
Fiori Bianchi Akebia quinata var. AlbaLe concimazioni in un terreno mediamente fertile non sono necessarie, semmai potrebbe esser utile creare un bello strato di pacciamatura che, oltre a non far crescere le erbe infestanti ed a mantenere fresco ed umido il suolo, provvederà a rilasciare nutrienti a poco a poco, funzionando come un concime a lenta cessione.

La resistenza alla siccità è media e nei primi due anni d'impianto è consigliabile innaffiare almeno una volta a settimana, onde evitare un crescita stentata e, nei casi più gravi, addirittura la morte.
Una volta affrancata può crescere senza grosse irrigazioni (almeno nel Nord Italia), tuttavia in zone in cui passino più di 3-4 settimane senza che cada una goccia d'acqua a terra sarebbe meglio bagnare un paio di volte al mese. Ricordatevi, l'Akebia quinata non è di certo un Olivo e la macchia Mediterranea è un habitat piuttosto arido per il suo sviluppo ottimale.


Le potature si rendono necessarie per contenere lo sviluppo della pianta infatti, se lasciata crescere liberamente, la specie tende ad espandersi ed ad aggrapparsi a qualsiasi cosa incontri, soffocando spesso la vegetazione che si trova sul proprio cammino.
L'A. quinata sopporta potature invernali anche drastiche ed è quindi possibile tagliare i rami alla base, lasciando solo poche gemme; ciò nonostante è meglio eseguire una potatura più leggera; una troppo pesante, infatti, pur non uccidendo la pianta, potrebbe comprometterne la fioritura.
Data l'elevata vigoria e la crescita veloce è bene eseguire anche una potatura a verde, durante l'estate (dopo la fioritura), rimuovendo tutti quei getti assurgenti o striscianti.
Insomma, sotto molti punti di vista la Liana del Cioccolato può essere allevata/potata come fosse una siepe.

La riproduzione è una cosa piuttosto semplice e lo scopo può esser raggiunto tramite diverse tecniche. Una pianta adulta e cresciuta in piena terra emetterà nuovi polloni, sarà sufficiente rimuoverne uno e trapiantarlo in un vaso; alternativamente è possibile prendere uno dei tanti rami striscianti che, stando a contatto col suolo, avranno emesso spontaneamente radici e possono esser dunque tagliati, avendo cura di prelevare anche le nuove radici.
A livello vivaistico, la moltiplicazione di piante cresciute in vaso avviene tramite talea. Si prelevano rami di circa 15 cm (6 inch), derivanti dai germogli della primavera precedente, e si lasciano radicare in terriccio mantenuto costantemente umido.

Data l'efficienza delle tecniche di riproduzione vegetativa appena descritte, difficilmente l'A. quinata viene propagata per semina.
Ottenere una pianta da seme richiede più tempo e dovranno trascorrere più anni per veder la prima fioritura; tuttavia è l'unico modo per aver piante geneticamente diverse (non cloni), quindi in grado di impollinarsi vicendevolmente.

Se si volesse seminare la cosa più semplice è prelevare i piccoli semini neri, separarli dalla polpa appiccicosa e deporli in vasi con del buon terriccio, ricordandosi di tenere i vasi all'aperto durante l'inverno (devono "sentire" il freddo), in modo che possano germogliare efficacemente durante la primavera successiva.

Fioritura Akebia quinata

Frutti Akebia Maturi Appesi

Frutti Quasi Maturi Akebia quinata

lunedì 4 novembre 2019

Cosa Vuol Dire Esposizione a Mezz'Ombra per una Pianta ?

Chiunque di voi avesse letto una rivista di giardinaggio o si fosse informato sulla coltivazione di una determinata pianta, si sarà sicuramente imbattuto in frasi del tipo "Questa specie deve essere piantata con un'esposizione a mezz'ombra" oppure "Questo arbusto ama esposizioni in pieno Sole".

Ma cosa significa il termine "Mezz'ombra" ? A quante ore di Sole diretto giornaliere equivale ? A quante di Sole filtrato ?

Rispondere a tutte queste domande non è affatto semplice, anche perché dovremo considerare diversi fattori, tuttavia una risposta è essenziale per coloro che si stessero accingendo a piantare delle piante in giardino.

Luce Solare Filtrata dagli Alberi

Premessa : Non tutte le piante sono uguali.

La natura è meravigliosamente varia, esistono luoghi del Mondo in cui splende il Sole per 365 giorni all'anno, altri, invece, in cui le giornate nuvolose superano di gran lunga quelle soleggiate; inoltre ricordiamoci che, in base alla latitudine, possiamo distinguere zone in cui l'intensità del Sole è elevata durante tutto l'anno (zone tropicali), aree in cui l'irraggiamento solare è scarso per molti mesi all'anno (l'inverno delle zone temperate), altre ancora in cui il Sole, anche in estate, non è mai troppo intenso (zone polari).

Infine non dimentichiamoci che anche in uno stesso identico luogo ci possono essere enormi differenze di luminosità, pensate ad esempio ad una foresta, in cui gli alberi più alti (che son quelli che necessitano più luce) assorbono circa il 95% della radiazione luminosa, lasciando solo un 5% alle specie che crescono nel sottobosco. (queste percentuali sono indicative e variano in funzione del tipo di bosco e dell'anno).

Eppure, per ognuno di questi ambienti (e sotto-ambienti), esistono centinaia di specie vegetali perfettamente adattate a viverci.

Per comodità ora parleremo dei climi temperati, come quello che abbiamo in Italia, sottolineando le differenze che ci possono essere tra le varie regioni (tra Nord e Sud).


Cosa Vuol Dire : "Piantare in Pieno Sole" ?

Le piante che amano il Sole, note come specie eliofile (elio in greco vuol dire "Sole"), richiedono, ovviamente, un'esposizione soleggiata
Molte specie della macchia Mediterranea (es. Fico d'India) sono eliofile e praticamente tutte le piante da frutto gradiscono luce diretta per molte ore al giorno.

In altre parole, più ore di Sole diretto al giorno avranno, meglio cresceranno e si svilupperanno. Detto questo non vuol dire che non possano esser coltivate laddove al mattino (od alla sera) vi siano un paio d'ore di ombra, ma sarà meglio scegliere un'esposizione che garantisca almeno 7 ore di luce diretta, diciamo, in estate, dalle 10 alle 17.
Eggià perchè i raggi del Sole nelle ore centrali della giornata hanno un'energia ben superiore a quelli della mattina (o della sera) e le piante eliofile vogliono il Sole diretto proprio nel periodo della giornata in cui esso è più forte.

Le posizioni più soleggiate sono quelle esposte a Sud, lontane da ostacoli, piante ad alto fusto o  da qualsiasi cosa possa creare ombra.

N.B.

Ricordatevi che, a causa della diversa lunghezza delle ombre tra le stagioni, una zona totalmente ombreggiata in inverno potrebbe essere assolata tutto il giorno durante l'estate (Clicca Qui per maggiori dettagli).
In inverno le piante sempreverdi riducono il metabolismo e quelle decidue non svolgono la fotosintesi; quindi il "Pieno Sole", soprattutto per specie caducifoglie, è più importante durante la bella stagione.

In natura il pieno Sole si trova sui pendii esposti a Sud e nelle pianure non boschive. In ambito privato il pieno Sole è rappresentato da zone pianeggianti lontane da alberi ed edifici.

Esposizione in Pieno Sole (Campo di Mais)

Cosa Vuol Dire : "Piantare a mezz'ombra" ?

Molti arbusti ornamentali acidofili, come Aceri Giapponesi, AzaleeRododendri e Gardenie, si sviluppano al meglio con luce solare diretta solo per una parte della giornata.

Di solito con esposizione a mezz'ombra si intende un luogo che riceva meno di 6 ore di luce diretta al giorno, preferendo quelle mattutine e tardo pomeridiane, evitando magari la fascia oraria 11-16.
Detto questo non c'è una regola stringente, molti arbusti da mezz'ombra si adattano bene anche ad aver il Sole per l'intera mattinata (dalle 7 alle 13) o per l'intero pomeriggio (13-19). Per mezz'ombra si può intendere anche una zona che abbia solo un paio d'ore di Sole diretto, ma per il resto della giornata riceva il Sole filtrato da alberi dalla chioma non troppo folta, che lasci arrivare parte dei raggi solari al suolo.

Ovviamente nelle zone Alpine, in cui vi sia una certa copertura nuvolosa anche durante l'estate, si potrà optare per un'esposizione con più ore di Sole rispetto ad una località costiera della Sicilia.


Infine fate un distinguo tra piante che "Vogliono la Mezz'ombra" e che "Si accontentano della Mezz'ombra". Alcune specie, se piantate in pieno Sole, in particolar modo nel Sud Italia, iniziano a soffrire e possono svilupparsi male e lentamente; altre, invece, si svilupperebbero egualmente bene sia al Sole che a Mezz'ombra, ma se ne consiglia quest'ultima esposizione perché magari hanno una scarsa resistenza alla siccità e preferiscono che il terreno rimanga più umido, quindi irrigando è possibile coltivarle anche in pieno Sole.

In natura questa esposizione può esser rappresentata dai bordi dei boschi (tranne il lato Sud, che sarebbe in pieno Sole), scoscesi pendii esposti a Nord-Est o Nord-Ovest. Nei paesi e nelle città potrebbero esser quelle zone di giardino esposte subito a Nord rispetto ad un unico albero ad alto fusto od ad un edificio.

Mezzo'Ombra ai Margini di un Bosco

Cosa Vuol Dire : "Piantare all'ombra" ?

L'ultima categoria di piante sono quelle chiamate sciafile, ovvero amanti dell'ombra. Queste sono per lo più specie che in natura crescono nel sottobosco e tendono ad aver foglie molto grandi (tanto all'ombra è più facile non disidratarsi).
Il confine tra specie da mezz'ombra e da ombra è sottile è vi è indubbiamente una sovrapposizione, per cui qualche ora di luce diretta la possono sopportare anche le piante sciafile.

Ombra non vuol dire buio. L'intensità luminosa ambientale varia dal buio pesto al Sole del mezzogiorno tropicale.
Vi faccio un esempio concreto : supponete di esser in spiaggia, su una sdraio posizionata sotto l'ombra creata dall'ombrellone; voi (e la vostra sdraio) siete all'ombra, eppure se guardate sotto la sdraio vedrete un'ombra "più scura", poiché la sdraio riduce ulteriormente la luce riflessa sulla sabbia sottostante.
Stiamo osservando due zone ombrose, ma una più luminosa dell'altra. Lo stesso discorso si può far anche all'interno di casa, osservando una stanza esposta a Sud ed una a Nord.

L'ombra poi può esser anche parziale, ad esempio, se osservate la proiezione di una chioma di un albero sul terreno noterete che tra una foglia e l'altra potrebbe esserci della luce.

Le piante che amano l'ombra totale sono relativamente poche, tra di esse si potrebbero ricordare i Muschi e buona parte delle Felci, oltre alla stragrande maggioranza delle specie vendute come "Piante da Appartamento" (es. Dieffenbachia). 

Ricordatevi che tutte le piante hanno bisogno della Luce per sopravvivere, quindi anche per sciafile, preferite un'ombra luminosa ad una scura e, soprattutto nel Nord Italia, non temiate se ricevono 2-3 ore di luce diretta al giorno, basta che sia quella delle prime ore della mattina.

In natura questa esposizione potrebbe esser rappresentata dal sottobosco di una fitta foresta, da gole profonde o dirupi esposti a Nord; mentre in città è tipica di giardini condominiali, circondati su tutti i lati da alti palazzi.

Zona Ombrosa

lunedì 21 ottobre 2019

Come e Quando Potare le Piante da Frutto ?

Di manuali di potatura ne esistono a decine, questo non è di certo un corso di potatura e probabilmente non dirò nulla di nuovo, tuttavia vorrei raggruppare in un unico articolo ciò che si sa riguardo alla potatura, ed in special modo delle piante da frutto, rispondendo ad alcune semplici domande che sicuramente vi sarete fatti.


Perché Bisogna Potare le Piante da Frutto ?

Premetto col dire che le piante, fruttifere e non, si son evolute ben prima che l'uomo potesse immaginare di "addomesticarle" a proprio vantaggio. 
In natura tutte le piante nascondo, crescono e fruttificano alla perfezione senza alcun intervento esterno ed, in linea di principio, nessuna pianta avrebbe bisogno di potature, basti vedere in montagna Meli e Peri ormai selvatici alti 10 metri e perfettamente fruttificanti.


Ciò nonostante la potatura ha lo scopo di mantenere un equilibrio tra l'aspetto vegetativo e riproduttivo ed offre indubbi vantaggi :

  • Ridurre le dimensioni delle piante e, quindi, poterne aver un maggior numero per ogni ettaro di terreno; inoltre tenere una taglia ridotta facilita le operazioni di raccolta.
  • Diminuire l'alternanza di produzione e controllare la quantità di frutti per pianta, onde evitare che un anno ci siano tantissimi frutti (magari piccoli e di scarse qualità organolettiche) ed il successivo non ve ne siano.
  • Dare una forma alla pianta, in modo tale che la chioma sia ben bilanciata e distribuita su 3-4 branche principali, ruotate di circa 90-120 gradi l'una dall'altra.
  • Avere una chioma meno folta, in modo tale da permettere un miglior arieggiamento ed un maggior numero di foglie direttamente esposte ai raggi solari, riducendo quindi l'insorgere di malattie fungine (che amano l'umidità) e migliorando la resa della fotosintesi.
  • In piante senescenti, la potatura può avere anche un effetto di ringiovanimento, stimolando l'attività vegetativa e l'emissione di nuovi rami.
Potatura Alberi da Frutto

Quando Si Devono Potare le Piante ?

Il periodo migliore per eseguir la potatura dipende dalla specie ma, in linea di massima, potremmo dire che per la maggior parte delle piante decidue conviene farla nel periodo di riposo vegetativo, ovvero quando hanno ormai perso le foglie, ma almeno 15-20 giorni prima della schiusura delle gemme.
Il periodo migliore va dunque da Novembre a Febbraio, evitando i periodi di forte gelo che potrebbero compromettere la regolare cicatrizzazione delle ferite.

In zone molto fredde consiglio di potare tra fine Febbraio ed inizio Marzo, nel Sud Italia, invece, si può tranquillamente potare in Dicembre.

Anche le piante sempreverdi è meglio potarle durante il riposo vegetativo, ricordandosi che una potatura massiccia stimola la ripresa vegetativa e che una pianta in crescita è più sensibile ai danni da gelo, rispetto ad una pienamente dormiente.

Fin qua abbiamo descritto la potatura a secco, tuttavia esiste anche la potatura a verde, fatta in Estate, solo su piante eccessivamente vigorose.

Quanto detto tuttavia non è però applicabile a tutte le specie, se per esempio osserviamo il Nespolo Giapponese ci accorgiamo che inizia a fiorire in Autunno e che fruttifica tra Aprile e Giugno; questa pianta, per non compromettere la fruttificazione, deve esser potata non appena si saranno raccolti i frutti.

Ricordatevi è meglio potare un po' tutti gli anni, piuttosto che dover far potature drastiche ogni 5 anni.


Regole Generali Per Una Buona Potatura :


  • Disinfettare gli attrezzi : consiglio di pulire le lame delle vostre cesoie con alcool e di passarle sopra al fuoco, affinché si uccidano tutti i possibili patogeni che potrebbero infettare, tramite le ferite del taglio, la pianta potata.
  • Potare Prima le Piante "Sane" : sebbene sia meglio disinfettare gli strumenti ad ogni nuova pianta potata, è comunque bene iniziare potando piante giovani e sane, finendo con quelle più vecchie e malconce, così da non trasferire le malattie di queste ultime alle prime.
  • Tagliare Poco Sopra Una Gemma : a seconda della specie vegetale le gemme possono esser distanziate diversi centimetri; dato che la nuova vegetazione verrà emessa dalla gemma più vicina al taglio è consigliabile che tra il taglio e la gemma non ci sia molto legno che, nel corso della stagione, seccherebbe inevitabilmente.
  • Fare Tagli Obliqui : se un ramo è verticale non tagliatelo parallelo al suolo, ma con un angolo di 45°. In questo modo la sezione del taglio sarà inclinata, evitando il ristagno di acqua e marciumi vari. 
  • Non Potare Grossi Rami : più un ramo è giovane e di piccolo diametro, meglio sopporterà la potatura.
  • Usare Mastice : se proprio fosse necessario potare un ramo di grosse dimensioni ricordatevi di usare del mastice, che aiuta il processo di cicatrizzazione, limitando l'ingresso dei patogeni.
  • Fare Tagli Netti : usare cesoie affilate, facendo un taglio deciso e netto, non "sfilettato". Tanto più si è puliti e precisi, tanto più il legno cicatrizzerà in fretta.
  • Arieggiare la Chioma : per tutte le specie è importante che la chioma non sia eccessivamente densa e che l'aria (e la luce) possa passarci in mezzo, riducendo l'umidità e l'attacco da parte di funghi patogeni, oltre a garantire una miglior maturazione dei frutti più interni.
  • Selezionare l'ultima Gemma : Quando si farà un taglio, esso dovrà esser in prossimità di una gemma. La gemma più vicina al taglio sarà quella che emetterà rami più vigorosi; di conseguenza, dato che le gemme son orientate in tutte le direzioni, sarebbe opportuno che la gemma più prossima al taglio sia orientata nella direzione in cui vorremo dirigere il nuovo flusso vegetativo; ad esempio verso l'esterno della chioma e non viceversa.

Tipi di Taglio :

  • Diradamento : si intende la rimozione totale di un certo numero di rami e viene effettuato in piante vigorose, che producono troppi rami. Questa tecnica è nota anche coma Potatura Lunga, poiché i rami che rimangono non sono numerosi, ma sono lunghi
  • Accorciamento : in questo caso il ramo non vien rimosso totalmente, ma semplicemente accorciato (talvolta anche di oltre il 50%). All'opposto di prima, qui parliamo di Potatura Corta, poiché rimangono molti rami, ma corti.
  • Raschiatura : potatura eseguita a scopo sanitario; consiste nell'asportazione della parte più esterna e morta della corteccia di alberi adulti.
  • Tagli di Ritorno : ad ogni anno un ramo emette dei germogli dalle gemme laterali, ma continua anche ad allungarsi dal proprio apice vegetativo. Il taglio di ritorno si esegue poco sopra la diramazione tra il ramo principale (quello vecchio) ed il ramoscello (nuovo). In questo modo si sostituirà il vecchio apice vegetativo con il nuovo e si limiterà l'eccessivo accrescimento in lunghezza, ringiovanendo la chioma ed i rami ormai troppo vecchi.
Taglio di Ritorno - Prima della Potatura

Taglio di Ritorno - Dopo la Potatura
  • Cimatura : rimozione dell'apice vegetativo (la punta) dei germogli. E' un esempio di potatura a verde (fatta tra primavera ed inizio estate) e favorisce l'accrescimento e la formazioni di nuovi germogli lungo l'asse del ramo.
  • Spollonatura : rimozione dei polloni, ovvero quei rami che spuntano direttamente da gemme situate sulle radici o dal colletto.
  • Capitozzatura : una tipologia di potatura assai drastica, con rimozione di grossi rami, fatta allo scopo di rinvigorire piante ormai vecchie o per contenere le dimensioni delle piante, come ad esempio nel Tiglio. Questa tecnica, oltre a deturpare l'aspetto estetico, non può esser eseguita su tutte le specie; nelle Conifere, ad esempio, porterebbe le piante a morte certa.
Capitozzatura

Come Potare le Piante da Frutto ? :

Per piante arboree il primo intervento è noto come potatura di formazione, poiché vengono selezionati i rami più sani e meglio disposti, lasciandone solitamente 3 o 4, che diventeranno le future branche principali, determinando dunque la forma della pianta adulta.

Successivamente si attua la potatura di produzione, che richiede il riconoscimento dei diversi tipi di gemma (a fiore, a legno, miste). Il comportamento riproduttivo delle diverse specie è talmente variabile da non permettere di generalizzare. Per questo motivo darò una spiegazione in base ai seguenti raggruppanti di piante da frutto :

Kiwi e Vite : Entrambe le specie sono liane rampicanti, la Vite è dotata di viticci che la ancorano facilmente ai sostegni, mentre il Kiwi, che ne è privo, si aggrappa avvolgendosi attorno a qualsiasi cosa incontri, formando spesso dei grovigli inestricabili.
Entrambe le specie richiedono potature massicce, che rimuovano gran parte del legno della vecchia stagione. Inoltre ricordatevi che entrambe le specie fioriscono sui nuovi getti e non vi è dunque una netta distinzione tra gemme a fiore ed a legno.
Eliminate buona parte dei rami, selezionandone un certo numero (che varia anche in funzione dell'età della pianta e dello spazio disponibile), da accorciare sino a che ci siano circa 15 gemme (nei Kiwi) o 5-8 gemme (nella Vite). Sono piante facili da potare, che fruttificano abbondantemente (soprattutto il Kiwi) anche se potati da mani inesperte. 

Riassumendo, diradare ed accorciare i pochi rami prescelti.

Potatura Vite

Kiwi Potato
Pesco : Questa specie fruttifica prevalentemente (non unicamente) sui rami misti di un anno e, piante sane e ben concimate, hanno elevata vigoria. I rami misti sono quelli lunghi anche oltre 30 cm, ma di piccolo diametro, dato che hanno solo 1 anno di età e contengono sia gemme a fiore che a legno. Se ne devono rimuovere sino al 70%, cercando di eliminare quelli interni alla chioma, danneggiati o che si incrociano. I restanti devono esser accorciati a circa metà lunghezza.
Le gemme a fiore nel pesco si riconoscono poiché ben più gonfie di quelle a legno e son distribuite su quasi tutta la lunghezza del ramo misto. Un ramo misto non accorciato allegherà molte pesche, facendole però rimanere piccole e di scarse qualità.

Pesco Dopo Potatura

Ciliegio ed Albicocco : queste piante da frutto non gradiscono potature drastiche poiché i tagli non si cicatrizzano bene e son soggetti a gommosi. Detto questo una potatura leggera, ma costante è comunemente fatta negli impianti produttivi.
Nell'Albicocco le gemme a fiore son leggermente più grosse e solitamente presenti a coppie, divise da una gemma a legno centrale e sono disposte lungo l'intero ramo misto. L'entità della potatura (diradamento ed accorciamento) sarà proporzionale al carico di gemme a fiore; nelle annate in cui ce ne sono molte si dovranno eliminare più rami, per non incorrere nell'alternanza di produzione. 
Il Ciliegio produce prevalentemente sui mazzetti di maggio, cortissimi rami (1-2 cm) con un folto gruppetto di gemme a fiore. 
In linea di massima il Ciliegio è una pianta che si sviluppa in maniera armonica ed elegante anche senza interventi di potatura; tuttavia la mole elevata richiede una potatura di contenimento, atta a ridurne le dimensioni ed a facilitare la raccolta.

Melo e Pero : le pomacee solitamente gradiscono potature energiche, ma è importante sapere quali sono le gemme sui cui avverrà la fioritura/fruttificazione.
Dobbiamo riconoscere le Lamburde, ovvero piccoli rami (2-3 cm) con una gemma a fiore in posizione apicale, i Brindilli, esili rami che terminano con una gemma a fiore ed, infine, i rami misti.


Durante la fase vegetativa la Lamburda si ingrossa dando origine ad una struttura nota come Borsa, ricca di sostanze nutritive. Se Lamburde e Borse non si regolano con un'opportuna potatura si affastellano, formando le tipiche Zampe di Pollo (o di Gallo).

A seconda della varietà di Melo (o Pero) la fruttificazione si concentrerà maggiormente sulle Lamburde o sui Brindilli/Rami Misti.
Durante la potatura si dovranno rinnovare le Lamburde con tagli di ritorno e sfoltire la chioma, diradando i rami mal posizionati. I Brindilli non vanno accorciati, perché terminano con una gemma a fiore, ma vanno diradati.
Le Lamburde che danno origine a frutti migliori sono solitamente quelle inserite su rami di 2-3 anni di età. Una potatura intelligente tende a mantenerle costanti, eliminando quelle inserite su rami ormai troppo vecchi.

In linea di massima la potatura del Pero deve esser più leggera rispetto a quella del Melo.

Lamburda e Taglio di Potatura

More e Lamponi : queste specie sono considerate piante biennali, nel senso che la parte aerea si rinnova integralmente nell'arco di questo periodo.
In pratica le radici sono perenni ed, ad ogni stagione, emettono dei polloni che crescono vigorosi, talvolta per oltre 2 metri (soprattutto nelle More), spesso piegandosi sino a toccare terra.
Questi rami (rami di 1 anno) non fruttificano, tranne che nei Lamponi biferi. Durante la stagione successiva dalle gemme laterali di questi rami vengono emessi dei germogli al cui apice saranno presenti fiori/frutti.
Alla fine della stagione questi rami (rami di 2 anni) muoiono e seccano.

La potatura consiste nell'eliminazione di tutti quei rami morti (di 2 anni) e nella selezione di 3-5 rami di 1 anno; gli altri saranno rimossi alla base. I rami selezionati devono esser accorciati di circa metà (o più), i modo che siano più stabili. Non temete i fiori verranno prodotti dai germogli emessi da qualsiasi gemma di questi rami, sia essa basale, laterale o terminale. La fruttificazione sarà dunque generosa a prescindere da quanto li accorciate.

N.B. alla fine del secondo anno i rami si riconoscono sia dal fatto di esser morti/secchi, sia per la presenza di ramificazioni nella parte alta.

Potatura Rami 2 Anni Lampone

Mirtilli e Ribes : sono piante a sviluppo relativamente limitato, sebbene i Mirtilli Americani possano superare i 2 metri di altezza. Nel Ribes si attuano accorciamenti dei rami e diradamento di quelli più vecchi. Nel Mirtillo le gemme a fiore son disposte sui rami di 1 anno e son visivamente più grosse rispetto alle gemme a legno, la potatura è leggerissima, talvolta superflua e mira allo sfoltimento della chioma. 

Gemme a Fiore Mirtillo

Apertura Gemme a Legno ed a Fiore Mirtillo

Susino e Mandorlo : la potatura invernale dovrà esser più o meno leggera a seconda della vigoria della pianta. Nei Susini Cino-Giapponese, che solitamente hanno una fioritura molto abbondante, con fiori che sbocciano in prevalenza da gemme situate sui Dardi Fioriferi (Mazzetti di Maggio), la potatura è intensa e consiste nell'asportazione dei rami che portano Dardi vecchi ed ormai esauriti.
Nel Susino Europeo, che fiorisce meno copiosamente ed in prevalenza sui rami misti, la potatura sarà più leggera, rinnovando i rami misti.
In entrambi i casi i rami in eccesso, rotti o mal direzionati, vanno eliminati, diradando la parte interna della chioma.
Discorso molto simili può esser fatto per i Mandorli, ricordandosi che in un terreno ricco diventano alberi ben più grossi dei Susini ed è quindi consigliabile attuare potature di contenimento, accorciando i rami assurgenti.

Susino Europeo Prima delle Potatura

Susino Europeo Dopo La Potatura

Olivo : per poter potare correttamente bisogna ricordarsi che la maggior parte delle mignole (boccioli fiorali dell'Ulivo) vengono prodotte sui rami di 1 anno (lunghi tra 20 e 40 cm) e dunque la fruttificazione sarà concentrata su questi ultimi; inoltre va considerato che l'Olivo è una pianta molto vigorosa che, nei climi adatti, può diventare davvero grande.
La potatura deve esser fatta di anno in anno e consiste nell'eliminazione dei Polloni e dei Succhioni, ovvero quei rami vigorosi che spuntano direttamente dalle branche principali.
In questa specie, più che in altre, sono importanti i tagli di ritorno e l'alleggerimento della chioma (la specie è eliofila e non tollera l'umidità)

Nocciolo e Melograno : queste due specie, che all'apparenza sembrano molto diverse, hanno un elemento in comune; entrambe hanno la tendenza ad emettere polloni, anche in piante adulte e sane.
Nel Nocciolo di solito si opta per una forma arbustiva, selezionando 3-4 polloni, che diventeranno i futuri tronchi. Ad ogni stagione si dovranno rimuovere tutti i numerosi polloni cresciuti durante l'estate, accorciare i rami che puntano verso l'alto e snellire la chioma, facendo si che i rami vadano ad occupare il volume disponibile, senza che vi siano zone troppo folte ed altre libere.
Il Melograno si può crescere sia ad alberello, che ad arbusto; nel primo caso si seleziona un unico ramo, nel secondo caso se ne selezionano di norma 3-4. In futuro, soprattutto se volete la forma "ad albero" dovrete rimuovere tutti i nuovi polloni, che in una sola stagione possono raggiungere l'altezza di un uomo. Se volete un cespuglio "selvaggio" potete lasciarli, ma l'aspetto sarà disordinato.
Data l'elevata vigoria del Melograno è consigliabile anche un bel diradamento, in modo che i futuri frutti possano godere al massimo della luce solare.

Rimozione Polloni Nocciolo

Agrumi : con questo termine intendiamo più specie appartenenti al genere delle Rutaceae. E' evidente che esistano differenze sostanziali tra specie e specie ma, in linea di massima, potremmo dire che gli Agrumi tendono ad assumere una forma globosa; tuttavia alcuni (es. Arancio e Limone) nella fase giovanile hanno la tendenza a sviluppare rami verticali molto vigorosi (Succhioni), che possono entrare in competizione con le branche e devono esser rimossi per favorire un miglior sviluppo della chioma.
La potatura di produzione si limita al diradamento della chioma, all'eliminazione dei rami troppo assurgenti e di quelli più bassi che tendono a squilibrare la chioma.
Gli Agrumi sono sensibili al gelo ed è bene potarli poco prima della fioritura primaverile ed in maniera abbastanza leggera. A livello amatoriale possono esser lasciati crescere anche liberamente, continuando a fruttificare. 

Nespolo Giapponese e Corbezzolo : Queste due piante sono sempreverdi e fioriscono tra Autunno ed Inverno. Il Nespolo va potato verso Giugno, dopo la fruttificazione, ma prima della fioritura, mentre il Corbezzolo richiede circa 1 anno per maturare i frutti, quindi ogni volta che tagliate potrete rimuovere fiori (tra Settembre e Gennaio) o frutti (tutto l'anno). Anche in questo caso consiglio di potare verso Giugno, selezionando i frutti che vorrete lasciare sulla pianta.

Il consiglio che vi posso dare è di provare, alla fine la via pratica diventa il miglior modo per imparare a potare correttamente una pianta da frutto.
Ricordatevi, non è detto che il giardiniere che ben pagate vi poti nella maniera più corretta, ma forse in quella più veloce.

P.S. Ricordatevi le Conifere hanno di norma scarsa vigoria e non tollerano grosse potature, mentre le Palme hanno un unico apice vegetativo (la punta dove emergono nuove foglie) e son incapaci di rigenerarlo; quindi non potrete mai limitare la crescita in altezza, se taglierete l'apice la Palma morirà.