Sulla Terra esistono migliaia di fiori, con diverse forme, colori e dimensioni; tuttavia molti di loro tendono ad avere somiglianze morfologiche stereotipate nel "classico fiore".
Oggi vorrei parlare della Strelitzia reginae, una pianta sub-tropicale dal fiore molto particolare, tanto da farle meritare l'appellativo di Uccello del Paradiso (Bird of Paradise).
Iniziamo subito col dire che questo fiore, a forma di uccello, è in realtà tipico del genere, non della specie.
Il genere Strelitzia contiene al suo interno solo 5 specie differenti, oltre ad innumerevoli ibridi e varietà :
- Strelitzia reginae : sicuramente la specie più comune e diffusa a scopo ornamentale, nonché quella di cui parlerò profusamente in questo articolo.
- Strelitzia nicolai : probabilmente la seconda per diffusione che, rispetto alla precedente, ha un maggiore sviluppo e fiori dai colori meno sgargianti. Anche di questa parlerò nelle prossime righe.
- Strelitzia alba (S. augusta) e Strelitzia caudata : sono in realtà molto simili alla precedente, tanto che le differenze sono difficilmente apprezzabili ad occhio nudo e, per questo motivo, vengono spesso confuse tra loro.
- Strelitzia juncea : quest'ultima è invece distinguibile dalle foglie che, diversamente dalle 4 precedenti specie, sono affusolate ed arrotolate, dando quasi l'impressione che siano dei tubi a sezione circolare. La crescita di questa pianta è contenuta e paragonabile a quella della Strelitzia reginae.
Origine e Generalità :
L'origine dalla Strelitzia, talvolta erroneamente chiamata Sterlizia, è da ricercarsi nella parte meridionale dell'Africa, sebbene oggi sia naturalizzata anche in alcune zone del Messico.
Il Re d'Inghilterra Giorgio III ereditò il Royal Botanic Kew Gardens nel 1772 e permise a sua moglie, appassionata di Botanica, di aiutarlo nella gestione e nella selezione delle piante.
Un anno più tardi Sir Joseph Banks importò un esemplare di Strelitzia reginae dal Sud Africa. La regina Carlotta se ne innamorò, a tal punto da nominare questa rarità esotica in base al suo nome di famiglia, Meclemburgo-Strelitz.
La Strelitzia è il fiore simbolo della città di Los Angeles, ma oggigiorno è diffusa un po' in tutte le zone tropicali del Mondo, sconfinando anche nelle zone più miti d'Italia ed Europa.
Botanica e Fisiologia :
La Strelitzia, italianizzata col nome "Sterlizia", appartiene alla famiglia delle Strelitziaceae, di cui fa parte anche l'Albero del Viaggiatore (Ravenala madagascariensis), uno dei simboli del Madagascar.
La Strelitzia reginae è una specie erbacea perenne endemica del Sud Africa, dove cresce prevalentemente nei boschi situati ai margini delle coste. Questa pianta, dal portamento a cespuglio, raggiunge a stento i 2 m (6,5 ft) di altezza, sebbene si possa mantenere anche più bassa.
La sua crescita così contenuta le permette di essere agevolmente coltivata anche in vaso, rendendola una perfetta pianta da appartamento.
Strelitzia reginae è una pianta praticamente priva di fusto, o meglio esso è formato solo dai lunghi e carnosi piccioli delle numerose foglie.
Le radici sono sono espanse, carnose e, se coltivate in piena terra, possono diventare molto voluminose. In qualche modo assomigliano a quelle delle Carote.
Le foglie sono ovali, di color verde-argentato e con una profonda nervatura centrale da cui dipartono quelle laterali (un po' come fosse una "lisca di pesce"). Esse sono ravvicinate, lunghe circa 50 cm (20 in) e larghe sino a 20 cm (8 in), sebbene abbiano un picciolo che supera agevolmente il metro (40 in).
Sebbene più piccole, le foglie dell'Uccello del Paradiso assomigliano molto a quelle del Banano.
Il pezzo forte è però il fiore che, come detto in precedenza, ricorda molto la forma di un uccello ed in modo particolare della Gru (Grus grus) in volo.
Le infiorescenze sono formate da steli cilindrici molto lunghi che, in prossimità dell'apice, ruotano di 90°, come fosse una "L" rovesciata. Questa "estremità", detta spata, ricorda la forma di un becco e da essa sbocciano più fiori di color arancione, giallo e blu, con sfumature violacee.
Nelle zone con estati calde e secche, la Strelitzia reginae entra in uno stato di quiescenza e la fioritura è relegata al periodo che va dall'autunno alla tarda primavera/inizio estate.
La Strelitzia nicolai la si potrebbe paragonare alla versione "gigante" della Strelitzia reginae, sebbene con alcune differenze.
Strelitzia nicolai è la specie che cresce di più, può infatti superare gli 8 m (26 ft) di altezza. Le foglie sono anch'esse molto grosse e, diversamente dalla S. reginae, tendono a sfaldarsi sotto il soffio del vento.
Questa specie è arborea ed, osservandola, potrebbe sembrare una sorta di palma con le foglie di un Banano.
Il fiore ha una forma simile a quello della S. reginae, con la differenza che è circa 2-3 volte più grande ed è più "cupo", essendo colorato di blu scuro, bianco e grigio.
La sua fioritura, in zone calde, è distribuita durante tutto l'anno con un picco estivo, ma solitamente è meno frequente ed abbondante rispetto alla "cugina" minore.
Coltivazione, Clima, Cure e Moltiplicazione :
La Strelitzia reginae, per una crescita ottimale, richiede un'esposizione a mezz'ombra, con Sole diretto al tramonto e/o all'alba. Tuttavia si può sviluppare abbastanza bene in un luogo luminoso, ma all'ombra, malgrado in questa condizione (tipica degli interni di casa) la crescita sia più stentata e la fioritura scarsa o assente.
In zone calde, in pieno Sole, si possono avere bruciature alle foglie, specie quelle appena emesse. La Strelitzia nicolai è forse leggermente più tollerante nei confronti della luminosità e si può sviluppare abbastanza bene anche in pieno Sole, sebbene gradisca un po' d'ombra durante le ore centrali della giornata. Date le sue dimensioni, questa specie mal si presta alla coltivazione in vaso o in zone troppo ventose.
La Strelitzia è piuttosto resistente alla siccità e, una volta affrancata, non necessità normalmente innaffiature; se coltivata in vaso si deve annaffiare solo quando la terra inizia a seccarsi in superficie.
Queste piante si adattano ad un'ampia gamma di terreni, sebbene in zone particolarmente aride, terreni sabbiosi le renderebbero più bisognose di irrigazioni.
Le concimazioni, se coltivate in piena terra, non sono necessarie e possono essere fatte solo occasionalmente, mentre se coltivate in vaso dovrebbero essere eseguite almeno un paio di volte all'anno.
La S. reginae è considerata sensibile al gelo, tuttavia può tollerare brevi ed occasionali picchi di -3°/-4° C (27-25° F). Queste temperature devono però essere limitate a poche ore e, anche in questo caso, potrebbero danneggiare la chioma.
La S. nicolai è meno rustica e temperature anche di poco inferiori agli 0° C (32° F) potrebbero ucciderla o bruciarle interamente le foglie.
In Italia crescono bene nelle zone costiere del Sud ed in quelle più riparate del Centro-Nord. Ai giardini di Nervi (in Liguria) sono presenti entrambi gli esemplari e, anche senza protezioni, superano l'inverno indenni.
La potatura è dispensabile e si limita all'eliminazione delle foglie seccate.
La riproduzione può avvenire tramite semina o divisione dei cespi.
Nel primo caso i semi, che sono tossici, impiegano circa 1-2 mesi prima di germinare e lo sviluppo iniziale non è particolarmente rapido, si dovranno infatti aspettare 4-5 anni per ottenere la prima fioritura.
Nel secondo caso, verso Giugno, si preleva una pianta e, con un coltello affilato e sterile, si divide una radice dall'intrecciato ammasso radicale, lo si trapianta in un vaso con terriccio umido, tenuto in posizione ombreggiata per circa un anno.
Avrete capito quanto particolare e meritevole siano le specie di Strelitzia. Se avete un giardino in un luogo adatto scavate una buca e piantatale nel terreno, altrove concentratevi sulla Strelitzia reginae, tenetela in vaso e collocatela in serra o in appartamento, sebbene in quest'ultima condizione la fioritura sarà un evento poco probabile.
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