sabato 24 ottobre 2020

Le Fasi Lunari Influenzano la Semina e l'Agricoltura ? - Verità o Falsi Miti ?

La Luna è l'unico satellite naturale della Terra ed il suo movimento attorno al nostro pianeta, che si compie in circa 29 giorni, determina l'alternanza delle fasi Lunari.

Durante il Novilunio (Luna Nuova) la Luna è in Congiunzione (Sole-Luna-Terra) e la faccia rivolta verso la Terra è ombreggiata; durante il Plenilunio (Luna Piena), ovvero quando la Luna è in Opposizione (Sole-Terra-Luna), la faccia lunare rivolta verso la Terra è colpita dai raggi solari, i quali vengono riflessi verso di noi, dandoci l'impressione che la Luna emetta luce propria.
Tra questi due estremi la Luna ci appare illuminata "a spicchi" e si definisce in Quadratura, ovvero si trova esattamente a metà strada tra Congiunzione (Novilunio) ed Opposizione (Plenilunio).

E' noto che la Luna eserciti un'attrazione gravitazionale nei confronti della Terra, la quale è responsabile delle Maree, ma la Luna ha anche qualche effetto sull'agricoltura ? Seminare durante la Luna Piena è vantaggioso ? In quale Fase Lunare si deve Potare ?

Luna ed Agricoltura

Credenze Popolari o Verità Scientifiche ? :

Fin dall'antichità al nostro satellite sono stati attribuiti poteri magici, come la capacità di influenzare il parto, la crescita delle unghie ed il ciclo mestruale oppure la semina, la raccolta e l'imbottigliamento del vino.

Uno dei punti più facili da verificare è il numero di nati in funzione della fase lunare; ebbene, dati statistici effettuati su molti ospedali non hanno evidenziato alcuna differenza significativa tra il numero dei nati durante la "Luna Piena" rispetto ad altri momenti del ciclo lunare.

Ma veniamo al nocciolo della questione, cioè l'influenza che ha (avrebbe) la Luna sullo sviluppo e crescita delle piante. 
Secondo i detti popolari, tutto ciò che deve crescere (es. semina, trapianti etc.) deve esser fatto in Luna crescente (fase che porta alla Luna Piena), mentre tutto ciò che deve fermarsi o "morire" (es. raccolta frutta, tagli per ottenere legna da ardere etc.) dovrebbe esser eseguito in Luna calante
Ma sarà proprio vero ?


Come Vengono Regolati i Processi Vitali di una Pianta ?

I fenomeni che stanno alla base della crescita e dello sviluppo di una pianta sono finemente controllati e condizionati da innumerevoli fattori. 

I fitormoni (se vogliamo gli analoghi degli ormoni negli animali) sono i principali fattori endogeni e la loro presenza/quantità regola un'infinità di processi, dalla capacità di cicatrizzare le lesioni dovute ad un taglio, all'indirizzamento dei nuovi rami verso la luce, sino all'età in cui vi sarà la prima fioritura. I fitormoni, a loro volta, possono essere regolati da fattori esterni, come la temperatura, l'umidità, la radiazione solare, il pH del suolo etc.
Ad esempio, il graduale abbassamento delle temperature farà si che le piante decidue perdano le foglie e che i loro tessuti si disidratino, per sopravvivere ai rigori dell'inverno.

Quindi, riassumendo, fattori endogeni (fitormoni) ed esogeni, sia abiotici (temperatura etc.) che biotici (Virus etc.), regolano la velocità di crescita ed ogni altro processo cellulare nelle piante.

Ma la Luna condiziona direttamente (luce e/o attrazione) od indirettamente (alterando le condizioni atmosferiche) la crescita delle piante ?

Fasi Lunari

Quali sono le Reali Differenze sulla Terra tra Novilunio e Plenilunio ? 

Punto 1 : Sole e Luna esercitano una forza attrattiva nei confronti della Terra, responsabile delle Maree. La Luna esercita un'attrazione maggiore (data dalla maggior vicinanza alla Terra rispetto al Sole) e segue un ciclo giornaliero osservabile con l'alta e bassa marea, che si rafforzano in alcune fasi del ciclo Lunare. Senza dilungarmi in tediosi dettagli, l'attrazione Lunisolare è massima durante il Novilunio (Luna Nuova) ed il Plenilunio (Luna Piena) e minima durante la Mezzaluna

Quindi, ricapitolando:

  • abbiamo alta e bassa marea due volte al giorno (che si alternano ogni 6 ore), ciò è dovuto esclusivamente all'attrazione che la Luna esercita sulla Terra
  • due volte ogni ciclo lunare (circa ogni 14 giorni e mezzo) il dislivello tra alta e bassa marea è massimo, ciò avviene quando la Luna è in Congiunzione (od in Opposizione) e dipende sia dall'attrazione Lunare che dall'attrazione Solare.

La pressione atmosferica è modificata in maniera impercettibile dall'attrazione Lunisolare e non vi sono forti evidenze scientifiche che questa (irrisoria) differenza possa aver un qualche effetto sul trasporto della linfa nei vasi linfatici delle piante, anche perché, se così fosse, le differenze sarebbero ben più marcate tra una giornata di Sole ed una nuvolosa. 

Luna, Sole e Maree
L'attrazione Lunisolare di per sé potrebbe (forse) aver una qualche influenza nello sviluppo delle radici, come osservato in Arabidopsis thaliana (1), tuttavia le differenze sarebbero nell'arco delle 24 ore (massima estensione durante i due picchi di alta marea) e più marcatamente durante il Plenilunio ed il Novilunio (2). Di conseguenza, anche fosse vero, non ha senso parlare di Luna Nuova o Luna Piena, dato che da questo punto di vista vi è perfetta simmetria e dunque avrebbero entrambe lo stesso effetto, tra l'altro minoritario rispetto all'alta e bassa marea giornaliera.

Secondo alcuni autori, durante la Luna piena, l'attrazione lunare spingerebbe la Linfa verso la chioma, mentre durante la Luna Nuova verso le radici. Tuttavia, per quanto detto sopra, non ci può esser alcuna correlazione, dato che in queste due fasi lunari anche le maree hanno un comportamento identico.

Punto 2 : le notti di Luna Piena sono più luminose, ciò nonostante la radiazione riflessa dalla Luna è una minima parte rispetto a quella Solare (inferiore ad 1:500.000) e non è in alcun modo sufficiente per far avvenire la Fotosintesi Clorofilliana delle piante terrestri, tutt'al più potrebbe permettere una minima attività fotosintetica in pochi organismi acquatici unicellulari.
Insomma, la Luce della Luna non fornisce nessuna energia aggiuntiva per la crescita delle piante e, se pure la fornisse, sarebbe circa lo 0,0002% di quella diurna, quindi del tutto irrilevante. 

Il chiaro di Luna potrebbe aver qualche effetto sul tropismo, come il movimento delle foglie, ma anche qui mancano evidenze nette ed inconfutabili. 

La maggior luminosità durante il Plenilunio potrebbe esser sfruttata dalle piante a fioritura notturna per attirare insetti impollinatori.
L'Ephedra foeminea è una delle poche Gimnosperme ad impollinazione entomofila, essendo visitata da dipteri (mosche) e lepidotteri (falene) notturni. Secondo un articolo (3) l'apertura dei fiori coinciderebbe con la Luna Piena, tuttavia un altro articolo (4) suggerisce che le evidenze siano ancora insufficienti per poter affermare con certezza la correlazione Luna Piena-Fioritura. 

Altri scienziati (5) studiarono il Cereus peruvianus, un noto Cactus a forma colonnare, piuttosto comune anche nei giardini costieri del Sud Italia.
Questa specie, vivendo in ambienti aridi e caldi, ha evoluto una strategia adattativa per ovviare al problema; infatti la fioritura si concentra nelle ore notturne, periodo in cui l'umidità relativa è maggiore, la temperatura più bassa e la fauna (insetti) più attiva.
Bene, è stato dimostrato che il picco della fioritura coincide con il Plenilunio ed è stato ipotizzato che la maggior luminosità possa render più visibili (e quindi impollinati) i fiori da parte degli insetti pronubi.

Si potrebbe anche credere che le diverse fasi lunari influenzino le condizioni climatiche (ad es. che con la Luna Piena piova più frequentemente), tuttavia anche qui non vi è alcuna evidenza scientifica dell'influsso della Luna sugli eventi climatici. L'unico influsso lunare scientificamente dimostrato sui fenomeni terrestri è lo spostamento delle acque dei mari (maree).


Conclusioni :

I calendari lunari risalgono a secoli fa, periodo in cui le credenze popolari si basavano su esperienze raccontate, non su dati scientifici rigorosamente raccolti ed analizzati; in altre parole il fatto che il raccolto crescesse bene (o meno) dipendeva da altri fattori (piogge, parassiti, temperatura etc.), ma una (o più) buone stagioni potevano coincidere con l'aver seminato con Luna crescente e dunque, un po' come gesto scaramantico, si iniziò seminare sempre nelle stesse condizioni, diffondendo la voce che il successo fosse dovuto all'aver seminato in Luna crescente.

Queste credenze sono arrivate sino ai giorni nostri e per taluni sono "come il Vangelo". Purtroppo è molto difficile dissuadere una persona (specie se non più giovanissima) da una convinzione che ha avuto per tutta la vita, ma non ci sono articoli scientifici rigorosi che evidenzino una correlazione Luna-Agricoltura.
Basti pensare che le grandi imprese agricole, che hanno centinaia di ettari da seminare, non seguono alcun calendario Lunare; seminano nel periodo dell'anno più opportuno, ma tra il primo e l'ultimo campo magari passano 10 giorni o più; eppure difficilmente vedrete una grossa differenza tra i campi seminati in Luna crescente e calante.

Insomma, la pochissima (rispetto al Sole) luce della Luna Piena e l'attrazione gravitazionale (tra l'altro identica tra Luna Nuova e Luna Piena) non possono in alcun modo giustificare differenze nel futuro sviluppo dei vostri ortaggi e delle vostre piante, contrariamente a quanto talvolta scritto nelle bustine delle sementi.

Se masticate l'inglese e voleste approfondire l'argomento vi consiglio questa review, che analizza decine di articoli scientifici, traducendo i dati in un linguaggio facilmente comprensibile anche ai non propriamente addetti ai lavori.

Terra vista dalla Luna

domenica 9 agosto 2020

Pioppi - Populus nigra, Populus alba e Populus tremula a Confronto

Col nome generico di "Pioppo" si intende una delle circa 30 specie di piante del genere Populus, a sua volta appartenente alla famiglia delle Salicaceae.

Tutte le diverse specie di Pioppo sono native dell'emisfero boreale, vivono per lo più in climi temperati e si sviluppano sotto forma di alberi di medio-grosse dimensioni, raggiungendo, a seconda della specie e del clima, un'altezza compresa tra 15 e 30 metri (49-98 ft).


In Europa, ed in particolare in Italia, sono presenti solo 3 specie :

  • Pioppo Bianco (Populus alba
  • Pioppo Nero (Populus nigra
  • Pioppo Tremulo (Populus tremula
Populus alba (sinistra) e Populus nigra (destra)
Diffusione, Ecologia ed Utilizzo del Pioppo ?

Il Pioppo Bianco (Populus alba) è una specie eliofila (amante del Sole), igrofila (amante dell'umidità) e predilige ambienti moderatamente caldi. Allo stato naturale è presente in tutta la pianura Padana, dove cresce dal livello del mare sino alla bassa montagna, circa 800 m (2625 ft) di altitudine. Si sviluppa al meglio in presenza di una falda acquifera sotterranea o lungo corsi d'acqua (fiumi e laghi).
Foglie Populus nigra

Il Pioppo Nero (Populus nigra) ha caratteristiche ecologiche simili al Pioppo Bianco, tuttavia resiste meglio alla siccità, ma meno ai suoli pesanti e con ristagni idrici importanti; inoltre si spinge maggiormente all'interno delle valli alpine e può crescere selvatico anche sino a quote di 1000 m (3280 ft) o poco più.

Il Pioppo Tremulo (Populus tremula) è anch'esso eliofilo, ha uno sviluppo leggermente inferiore rispetto alle due specie precedenti e raramente raggiunge un'altezza di 20 m (66 ft). Cresce nei pascoli abbandonati, nelle radure boschive e, rispetto alle altre specie, si spinge più in alto, prosperando anche a quota di media montagna, sino a circa 1600 m (5250 ft). Cresce nei boschi decidui (insieme a Castagni, Betulle, etc.), ma anche nelle foreste boreali di conifere (fino alla Scandinavia).
Laddove vi è una sovra-distribuzione con il Populus alba, può essere presente l'ibrido Populus canescens (P. tremula P. tremula).

Le diverse specie di Pioppo vengono utilizzate a diversi scopi. In città, Pioppo Nero e Bianco sono molto utilizzati per l'alberatura stradale, ma trovano impiego anche in campagna, per la creazione di filari o siepi frangivento. Queste due specie vengono coltivate anche a scopo ornamentale e sono comuni in grandi parchi e giardini pubblici, inoltre crescono bene anche vicino ai laghi, persino su spiagge allagate durante i mesi di piena.
Data la velocità di crescita, i Pioppi sono impiegati anche come specie Pioniera per il recupero ambientale, in aree dismesse (es. cave), in zone alluvionali o per creare boschi semi-naturali. Infine, nella Pianura Padana, la Pioppicoltura ricopre un ruolo primario nella produzione di legno e proprio nel settentrione il Pioppo trova le miglior condizioni climatiche per il suo sviluppo ed in questa parte d'Italia si concentra oltre l'80% della produzione.
Foglie Populus alba
Gli impianti (Pioppeti) durano in media 10-12 anni, con una densità di circa 280 piante per ettaro (10.000 metri quadrati).

La coltivazione dei Pioppi per la produzione di legno "stabile", utilizzato per la produzione di mobili (ed altro), è anche un'ottima soluzione per ridurre la quantità di CO2, dato che, come potrete approfondire qui, durante la fotosintesi le piante prelevano anidride carbonica dall'atmosfera e la trasformano in Glucosio, a sua volta utilizzato per la formazione del legno. In altre parole, il Carbonio presente nell'Anidride Carbonica (Gas serra) viene convertito nel legno del mobile che avete in casa.

A livello ambientale, utilizzare terreni agricoli (incolti) per la coltivazione di Pioppi "da legno" è decisamente più sostenibile rispetto ad abbatterli nel loro ambiente naturale (deforestazione), anche perché i Pioppi sono, tra le specie nostrane, le piante che ospitano il maggior numero di insetti e contribuiscono a mantenere alta la biodiversità e l'equilibrio ecologico tra le diverse specie.
In ultimo, se cresciuti in ambiente calcareo, le radici del Pioppo entrano in simbiosi con il pregiato Tartufo Bianco (Tuber magnatum).

Pappi Pioppo

Frutti Aperti di Pioppo Nero

Come Riconoscere il Pioppo Bianco rispetto al Pioppo Nero ? - Botanica e Fisiologia

Populus nigra e Populus alba sono due alberi decidui di seconda grandezza, ovvero raggiungono un'altezza massima che, di norma, non supera i 30 metri (98 ft). Sono comunque piante imponenti, a crescita piuttosto rapida, ma che non vivono a lungo, avendo una longevità media di 100 anni.
Il loro legno è tenero e, durante la fase di senescenza, tende a marcire, rendendo questi alberi soggetti a schianti. Per queste ragioni è sconsigliabile coltivare Pioppi in prossimità di case od edifici e gli esemplari adulti ai margini delle strade devono esser monitorati e, nel caso in cui vi siano segnali di cedimento, abbattuti preventivamente.

Tronco Populus nigraIl Pioppo Bianco ha una chioma arrotondata ed un portamento espanso, mentre il Pioppo Nero tende ad aver un portamento più slanciato e nella cultivar Populus nigra "Italica", molto diffusa in Lombardia e nella Pianura Padana, addirittura colonnare, con rami totalmente assurgenti ed uno sviluppo molto simile a quello di un Cipresso.

Il tronco del Pioppo Nero è ricoperto da una corteccia grigio-bruno scuro, mentre quella del Pioppo Bianco è biancastra, con lenticelle scure a forma di rombo,  e ricorda vagamente la corteccia di una Betulla, sebbene quest'ultima abbia un tronco dal diametro decisamente inferiore.
Con il passare degli anni i tronchi di entrambe le specie tendono a fessurarsi longitudinalmente e, nel Populus alba, la corteccia si scurisce con l'età.


Le foglie sono semplici ed alterne, ma con importanti differenze : nel Pioppo Nero sono più piccole, cuoriformi, con margine finemente dentellato, glabre e di color verde lucente, mentre nel Pioppo Bianco sono leggermente lobate (quasi palmate nei giovani esemplari), verdi scure nella pagina superiore, ma ricoperte da un feltro peloso bianco in quella inferiore. La chioma del Pioppo Bianco, quando agitata dal vento e sotto il Sole, produce riflessi argentei (in Inglese è chiamato anche Silver Poplar). Nel Pioppo Tremulo le foglie son verdi da entrambi i lati (più chiaro quello inferiore) e sono dotate di un lungo picciolo che le fa "tremare" anche con una leggera brezza.
Tronco Populus alba
In tutti i Pioppi i fiori sono unisessuali e portati da piante diverse (specie dioica). Sia fiori femminili che maschili sono degli amenti penduli e questi ultimi producono un'enorme quantità di polline volatile, biancastro e dall'aspetto "cotonoso". Durante il periodo di fioritura, che in media avviene tra fine Marzo ed inizio Maggio
Questo polline, così abbondante, è un allergene a cui molte persone sono allergiche, inoltre viene trasportato per chilometri di distanza, fluttuando nell'aria. Insomma, quando i Pioppi sono in fiore è impossibile non accorgersene. Dagli amenti femminili si producono i frutti, i quali sono delle piccole capsule contenente i semi. L'impolliazione è tipicamente anemofila (ad opera del vento). I frutti sono delle capsule al cui interno trovano spazio i semi "lanuginosi" (chiamati "Pappi" o "Piumini") che. ancor di più rispetto ai fiori, vengono sparpagliati dal vento e non è raro trovare interi viali ricoperti da una patina bianca, da sembrare innevati.

Le radici sono molto estese, ma piuttosto superficiali ed hanno la tendenza (soprattutto nel P. nigra) ad emettere polloni. Ottima è anche la capacità di radicamento; un ramo che tocca terra può facilmente emettere nuove radici e formare una nuova chioma indipendente dalla pianta madre; non sorprende dunque che Pioppo Bianco e Nero si riproducano facilmente tramite talea, cosa invece piuttosto difficile con il cugino Pioppo Tremulo.

Nuova Vegetazione Pioppo Nero

Nuova Vegetazione Pioppo Bianco

Coltivazione e Crescita :

I Pioppi amano esposizioni soleggiate e, da adulti, non hanno grosse difficoltà ad esser illuminati dal Sole, dato che raggiungono altezze considerevoli. Tutte le specie fin qui nominate crescono meglio con il clima del Nord Italia, richiedono ambienti umidi e si avvantaggiano dalla presenza di una falda acquifera sotterranea. Il (relativamente) limitato sviluppo radicale in profondità rende i Pioppi non particolarmente adatti ad ambienti eccessivamente aridi, zone in cui sarà utile annaffiare, almeno durante i primi anni d'impianto. In linea di generale il Pioppo Nero resiste meglio alla siccità rispetto al Pioppo Bianco, ma un terreno umido e ricco di humus è preferibile ad uno povero, asciutto e sassoso, il quale ridurrebbe lo sviluppo e la velocità di crescita.

I Pioppi resistono bene al freddo intenso e possono tranquillamente tollerare anche le gelide temperature delle nostre Alpi. La quota limite di crescita in montagna è dovuta più che altro alla mancanza di caldo estivo (rispetto a possibili danni da freddo durante l'inverno).

In condizioni ottimali (abbondanti piogge estive, Sole etc.) i Pioppi sono piante a crescita rapida ed in pochi anni diventano grossi alberi. 

La potatura non è necessaria, soprattutto in alcune varietà di Populus nigra a sviluppo assurgente (es.  var. Plantierensis ed Italica). Ciò nonostante i Pioppi reggono drastiche potature e, diversamente da altre piante, anche qualora venissero tagliati alla base, non morirebbero, ma produrrebbero una gran quantità di polloni e di rami che partono direttamente dal tronco principale rimasto.

Sebbene il legno sia tenero e leggero, piante in salute (senza marciumi) reggono piuttosto bene il vento e persino l'inquinamento atmosferico, rendendo i Pioppi adatti anche alla coltivazione nei parchi di grandi città, come Milano; tuttavia non sono a loro agio con l'aria ricca di salsedine, come quella di molte città costiere.

La resistenza alle patologie è buona e di norma le piante crescono bene, con una vegetazione sana, senza alcun trattamento. Purtroppo, con l'età, il tenero legno (prediletto dai picchi) tende a fessurarsi e, qualora ci fosse un attacco fungino, potrebbe marcire dall'interno, rendendo instabili i vecchi Pioppi.

Ora, quando passeggerete per le vostre città, alzate la testa e sicuramente, accanto a Platani e Tigli, troverete anche Pioppi Bianchi e Neri (senza alcun riferimento calcistico :) !!!!).

Radici Populus nigra

Polloni Populus nigra
Populus nigra var. Italica

mercoledì 22 luglio 2020

Giardino di Piante Grasse per Zone Fredde - Specie e Progettazione

Se abitate nel Sud Italia, magari in zone di mare, progettare un giardino di piante succulente è sin troppo facile (Clicca Qui per vedere un elenco delle specie di Piante Grasse adatte al meridione). Ma se vivete nel Centro-Nord Italia, od in altre zone in cui le temperature invernali scendano diversi gradi sotto zero, allora le cose potrebbero complicarsi un po'.

Ciò nonostante è possibile progettare un giardino di Piante Grasse perenni anche dove fa molto freddo ed in questo articolo vorrei proprio dare dei suggerimenti sulle specie succulente più rustiche, resistenti al gelo ed adatte alla coltivazione in pieno campo anche nel Nord Italia e nelle zone interne più fredde del Centro-Sud Italia. 


Per prima cosa scegliete l'angolo più assolato (anche in Inverno), riparato e secco del vostro giardino. Un ambiente umido ed ombroso è deleterio, favorisce l'insorgere di malattie e, nella stagione fredda, può facilmente causare marciumi fatali.
Diciamo che l'esposizione ideale è a Sud, con possibilmente alle spalle un muro di una casa che aiuta a creare un microclima mite e favorevole.
Questi accorgimenti vanno bene per tutte le piante grasse, ma in special modo per quelle "al limite", ovvero quelle che reggono solo leggere gelate e che possono esser coltivate al Nord, ma con qualche attenzione in più delle altre.
Altro consiglio è il terreno, che deve esser assolutamente drenante e privo di malto erboso, che può esser sostituito da ghiaia, ciottoli e pietre. Ricordatevi, un ottimo drenaggio è la chiave di successo per la coltivazione delle piante grasse in ambienti freddi, dato che l'umidità del suolo è spesso più letale del freddo in sé.

Pianta Grasse

Premetto col dire che non è o tutto bianco o tutto nero, nel senso che le diverse località del settentrione hanno climi diversi, se andiamo in alta montagna in inverno possiamo avere -30° C (-22° F), se andiamo in una zona fortemente antropizzata, come il centro di Milano, l'isola di calore fa si che si scenda raramente (e di poco) sotto gli 0° C (32° F).

In linea di massima la maggior parte delle località pianeggianti del centro-nord Italia rientrano in una zona USDA compresa tra 7-A (la più fredda) e 8-B (la più calda). Diciamo che le specie che seguiranno sono adatte a questo range (e talvolta resistono anche a zone più fredde), ma di volta in volta dirò anche qual è la loro resistenza freddo e magari aggiungerò qualche pianta "rischiosa", un po' più sensibile, adatta solo per chi abita in una zona mite ed avrà voglia di prendere qualche accorgimento durante le ondate di gelo più intense.

Nelle prossime righe farò un elenco (e descriverò) delle piante grasse resistenti al gelo "che potrebbero farcela", ricordandovi che se l'inverno è particolarmente umido la resistenza al freddo potrebbe esser inferiore a quella indicata. Inoltre metterò delle foto affinché possiate riconoscere le diverse specie.

Piante Grasse a Portamento Nano o Tappezzante :

Le specie che citerò in questa sezione sono le più adatte ad esser collocate in "prima linea", ovvero le più rivolte a Sud, dato che con le loro dimensioni non ombreggeranno le piante alle loro "spalle".

Viola sacculus : nativa del Sud America (Argentina e Cile), appartiene alla famiglia delle Violaceae. Specie perenne a portamento compatto, che forma rosette in cui le foglie sono disposte a spirale. Esse sono semi-succulenti, verdi internamente, con margine color rosso scuro/viola. Producono fiori estivi molto belli, bianchi e gialli, disposti sulla circonferenza delle rosette. La specie resiste al freddo sino a -15° C (5° F), tuttavia non è tra le piante succulente più facili da tener in vita. Esistono altre specie succulente e rustiche dello stesso genere, leggermente più grandi, con foglie e fiori di tonalità differenti, come Viola dasyphyllaViola coronifera.

Viola sacculus

Hylotelephium 'Lime zinger' : si tratta di un ibrido brevettato da Chriss Hansen, famiglia Crassulaceae. E' una succulenta dotata di foglie  color verde chiaro, con margine rosso-ciliegia, anche se in posizioni poco soleggiate questo dettaglio diventa meno pronunciato. E' una pianta tappezzante, ma non aggressiva ed invasiva, ha un'altezza di circa 8 cm (4 in) e si espande circolarmente con un diametro di circa 50 cm (20 in). I fiori viola-rosa emergono dall'estremità della vegetazione e la fioritura dura parecchie settimane a cavallo tra fine estate ed autunno. In inverno (se gela) la parte aerea (foglie) secca, ma la nuova vegetazione emergerà in primavera. Può sopravvivere anche all'umidità e fino a temperatura polari, circa -40° C (-40° F). Un'altra specie tappezzante è la Hylotelephium cauticola.

Hylotelephium 'Lime zinger'



Aloinopsis spathulata : specie appartenente alla famiglia delle Aizoaceae, ha uno sviluppo prevalentemente orizzontale, essendo alta appena 5 cm (2 in), ma larga oltre 30 cm (12 in). Le foglie sono color grigio-blu, cosparse di "verruche" circolari in leggero rilievo. In primavera produce fiori color lilla-rosa, adagiati appena al di sopra delle foglie. Ottima resistenza al gelo, sino a -25° C (-13° F).

Aloinopsis spathulata
Aloinopsis rosulata : Aizoaceae nativa del Sud Africa, a crescita lenta che produce rosette formate da foglie carnose, spesse, color grigio verdastro, lunghe circa 3 cm e larghe poco più della metà. Dimensioni contenute, alta non più di 10 cm (4 in), produce fiori bianco-rosa con strisce rosse. In ambiente secchi resiste sino a temperature di circa -12° C (10° F).

Aloinopsis rosulata

Agave victoriae-reginae specie di Agave compatta e di piccole dimensioni, alta non più di 30 cm (12 in) e larga 40 cm (16 in) che, come tutte le altre specie, appartiene alla famiglia delle Asparagaceae. L'A. victoriae-reginae è nativa del Deserto di Chihuahua nel Messico settentrionale e si sviluppa a rossetta formata da foglie verdi, dal margine bianco e privo di spine, con un'unica spina sull'apice fogliare. Fiorisce un'unica volta, a fine vita, in media dopo 20-25 anni. L'infiorescenza è sproporzionata rispetto alla pianta, dato che si erge anche oltre 10 volte la sua altezza. Per creare un bell'effetto visivo si possono piantare più esemplari distanziati di circa 60 cm (24 in). L'A. victoriae-reginae resiste almeno fino a -14° C (7° F).

Agave victoriae-reginae

Sempervivum 'Pacific Blue Ice'Sempervivum sp. : questo genere, incluso nella famiglia delle Crassulaceae, conta quasi 30 specie e moltissimi ibridi. Le diverse piante hanno spesso differenze minime, sia come dimensioni che come forma delle foglie, tanto che è spesso difficile riconoscere l'esatta specie e ben che meno l'esatta varietà. Come suggerisce il nome (traducibile in "Semprevive"), queste piante sono assai rustiche, di facile coltivazione e resistono almeno fino a -25° C (-13° F). Tutte le specie formano una rosetta, con foglie ravvicinate ed appuntite all'estremità. La rosetta ha forma geometrica (circolare) quasi perfetta, con la parte esterna formata da foglie spesso quasi parallele al suolo, mentre quella interna in cui le foglie sono rivolte con la punta più verso l'alto ed il centro, quasi a toccarsi tra di loro (un po' come i petali di un fiore appena sbocciato). Di norma il portamento è più o meno compatto, strisciante, con il picco massimo di altezza raggiunto dall'infiorescenza. Le due specie più diffuse sono Sempervivum tectorumSempervivum arachnoideum, quest'ultima riconoscibile in quanto nella parte centrale della rosetta c'è una struttura che ricorda molto una ragnatela.
Sono molti gli ibridi brevettati, come Sempervivum 'Pacific Blue Ice', dalle foglie verdi-bluastre, con riflessi rosati.

In tutte le specie le foglie rimangono anche durante l'inverno ed in ogni stagione vegetativa vengono prodotte molte nuove rosette. Le rosette che fioriscono muoiono poco dopo, lasciando spazio alla "progenie".

Sempervivum arachnoideum

Euphorbia clavarioides : appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae, è nativa del Lesotho, Botswana e Sud Africa.
Euphorbia clavarioides FioreIl portamento è compatto, a forma "di palla", e raggiunge a stento i 30 cm (12 in) di altezza, con un'espansione orizzontale proporzionata all'età della pianta. E' formata da molte "protuberanze" ben distinguibili, nutrite da un unico (e massiccio) apparato radicale, che di fatto è un tubero. Queste protuberanze vegetative, ricordano la forma di una pigna e si accrescono (lentamente) di anno in anno e su di esse sbocciano graziosi fiorellini color giallo intenso. Può sopportare sino a -25° C (-13° F) ed quindi possibile coltivarla ovunque in Italia.

Euphorbia clavarioides

Lewisia cotyledon : nativa dell'Oregon ed appartenente alle Montiaceae, formano delle rosette circolari, larghe e formate da foglie scure, a forma di cucchiaio e lunghe circa 10 cm (4 in). La parte più bella (e caratteristica) è l'infiorescenza ed i suoi fiori. Dalla primavera all'estate dalla parte centrale emergono una o più infiorescenze, ognuna delle quale può portare sino a 50 fiori, i quali sono rosati, con petali di diversa sfumatura, davvero molto ornamentali. Lewisia cotyledon resiste a geli intensi, addirittura sino a -40° C/F°.

Lewisia cotyledon

Sedum dasyphyllum : piccola succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, produce corti steli, spesso ricadenti ed in grado di radicare a contatto col suolo. Questi steli sono circondati e ricoperti da piccole foglie, opposte, color grigio-verde, con sfumature lilla se esposte in pieno Sole. Produce fiori a forma stellata, con 6 petali bianchi e parte interna (stami e pistillo) color giallo o rosa. La specie, nota anche come Borracina cinerea, è nativa dell'area Mediterranea Europea, in particolar modo della Corsica. Resiste a fortissimi geli, inferiori ai -30° C (-22° F).


Sedum dasyphyllum

Oxalis palmifrons : appartenente alla famiglia delle Oxalidaceae, tappezzante, raggiunge un diametro di circa 60 cm (2 ft) in 10 anni di crescita. La particolarità di questa specie sta nelle foglie, che ricordano quelle delle Palme (a foglia "ventaglio"). In ambiente asciutto resiste fino a -15° C (5° F).

Oxalis palmifrons

Opuntia humifusaOpuntia humifusa : nativa del Nord America, è una delle Cactaceae più resistenti al gelo, sopportando anche -25°C (-13° F). Il portamento è compatto, con pale piccole, talvolta quasi striscianti e produce bellissimi fiori color giallo. I frutti sono eduli, anche se con poca polpa e di scarsa qualità.

Echinocereus viridiflorus : nativo del Messico settentrionale è un piccolo Cactus a sforma sferica o cilindrica, alto in media 30 cm (12 in) e largo 10 cm (4 in). Il corpo è increspato e presenta tante areole con spine dai riflessi rossi, dalle quali emergono anche grossi fiori color giallo-verdognolo. Resistenza al freddo di circa -18° C (0° F), a queste temperature è però indispensabile un ambiente quanto più asciutto possibile.

Echinocereus viridiflorus

Escobaria missouriensis : nota anche come Mammillaria missouriensis, è una Cactaceae a crescita lenta diffusa dal Texas sino al Montana. Ha forma sferica, con diametro di circa 30 cm (12 in). Produce bei fiori durante la primavera e la prima parte dell'estate. Resiste al gelo sino a -18° C (0° F).

Escobaria missouriensis

Maihuenia poeppigii : cactus nativo di Cile ed Argentina a portamento molto ramificato, ma a crescita prostrata, tanto da diventare tappezzante. Le foglie sono cilindriche, carnose e la specie raggiunge a stento i 20 cm (8 in) di altezza, ma può allargarsi oltre 2 metri (6.6 ft). Possiede lunghe spine bianche, mentre i fiori sono di bianchi con stami color giallo-limone e molto appariscenti. Resiste almeno (ma forse di più) sino a -15° C (5°F).

Maihuenia poeppigii

Orostachys spinosa : di origine Asiatica ed appartenente alle Crassulaceae, si sviluppa sotto forma di rosetta di circa 10 cm (4 in) circondata da foglie carnose, verdi, con la punta bianca. Nel complesso può ricordare la forma di un fiore di Girasole. I fiori sono giallognoli e sbocciano da un'infiorescenza verdastra che spunta dal centro della rosetta. Dopo la fioritura la rosetta muore, ma saranno già state prodotte le "rosette figlie" che soppianteranno la parte morta. Resiste almeno fino a -30° C (-22° F).

Orostachys spinosa

Sinocrassula yunnanensis : Crassulaceae nativa delle zone comprese tra il Nord della Birmania e Sud della Cina, si sviluppa producendo rosette formate da foglie rotonde, appiattite e carnose. Ogni rosetta fiorisce un'unica volta, prima di morire, ma viene presto soppiantata da altre rosette che crescono alla sua base. L'infiorescenza porta piccoli fiori bianchi ed è alta circa 10 cm (4 in). Resistenza al freddo è di circa -15° C (5° F).

Sinocrassula yunnanensis

Mammillaria longimammaCactus che cresce sulle montagne messicane ed è caratterizzata da tubercoli molto allungati e dagli appariscenti fiori gialli, tra i più grossi tra le Mammillaria. La forma è arrotondata, con altezza (e larghezza) di circa 10 cm (4 in). Da più fonti è data rustica da -5°C (22° F) sino a -10° C (14° F), tuttavia c'è anche chi sostiene che in ambiente secco possa resistere a temperature inferiori. L'unico modo per esserne certi è provare.

Mammillaria longimamma

Piante Grasse a Portamento Intermedio :

Queste piante sono da collocare subito dopo la linea delle precedenti, troviamo piante di media dimensione, indicativamente da 30 a 150 cm di altezza (12-60 in).

Senecio candicans : specie nativa dell'India, ma tuttavia resistente sino a temperature di circa -12°C (10° F). Il S. candicans, volgarmente chiamato insalata di mare, appartiene all'immensa famiglia delle Asteraceae (la stessa dell'insalata). La pianta, alta circa 1 metro (3,3 ft), ha vistose foglie color argento disposte a rosetta. Produce appariscenti fiori gialli e, nei luoghi d'origine, la fioritura avviene durante il periodo natalizio. 

Senecio candicans

Hylotelephium spectabile : conosciuto anche come Sedum spectabile, la specie è originaria di Cina e Korea, appartiene alla famiglia Crassulaceae. Produce numerosi steli che crescono eretti e privi di ramificazioni, con foglie a "forma di Uovo", dal margine dentellato. Gli steli sono color verde tenue con riflessi biancastri e possono arrivare ad un'altezza di 70 cm (27 in). I fiori sono rosa-viola, a forma di stella e raggruppati in un'infiorescenze appiattita dal diametro di circa 15 cm (6 in). La fioritura avviene dalla tarda estate fino ai primi geli. Ottima resistenza al gelo, fino almeno a -30° C (-22° F). In inverno la parte aerea secca, per riformarsi nella primavera successiva. In commercio esistono diverse selezioni, con differenze nel colore di foglie e fiori.

Hylotelephium spectabile

Euphorbia rigida : piccolo arbusto appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae. Produce steli a crescita eretta che possono superare i 60 cm (24 in) di altezza. La pianta può raggiungere una larghezza di 1 metro (3.3 ft) ed è dotata di foglie a forma lanceolata, color verde-bluastro. I fiori sono color verde-giallognolo e compaiono tra fine inverno e primavera. Regge temperature inferiori ai -15° C (5° F).

Euphorbia rigida

Euphorbia myrsinites : specie perenne a crescita lenta di origine sud-Europea e Mediorientale (Italia, Balcani, Turchia etc.), appartenente alle Euphorbiaceae. Produce fusti lunghi anche 40 cm (16 in) che però non riescono a rimanere eretti e spesso ricadono sin ad appoggiarsi al suolo. Le foglie sono disposte a spirale lungo il fusto, hanno elevata densità, sono di color grigio-bluastro ed appuntite all'estremità. I fiori (e le brattee) sono gialli-bluastri e la fioritura avviene nei mesi di Maggio e Giugno. Ottima resistenza al freddo, sopravvive a gelate con temperature inferiori ai -25° C (-13° F).

Euphorbia myrsinites

Crassula sarcocaulis : piccola succulenta nativa del Sud Africa, risulta compatta, ma a portamento arbustivo e  raggiungere un'altezza (e larghezza) di circa 60 cm (2 ft). Date le dimensioni contenute è conosciuta anche come "Crassula Bonsai". Le foglie sono carnose, lunghe e strette, verdi e talvolta con la punta rosa. La fioritura è abbondante ed i fiori sono color bianco-rosa. E' tra le specie più resistenti del suo genere, potendo resistere, in ambiente asciutto, sino a temperature di -12° C (10° F).

Crassula sarcocaulis

Trichocereus schickendantzii : noto anche come Echinopsis schickendantzii, cresce sulle montagne dell'Argentina settentrionale, è a forma cilindrica ed alto sino a 75 cm (30 in). I fiori sono bianchi, grandi anche 20 cm (8 in) e rimangono a lungo sulla pianta. Possono tollerare una soglia più o meno di -10° C (14° F), anche in funzione dell'umidità.

Trichocereus schickendantzii

Ferocactus hamatacanthus : Cactus a forma sostanzialmente globulare, noto anche anche come Hamatocactus sinuatus, che può raggiungere un'altezza di 60 cm (2 ft). Dotato di numerose lunghe spine, produce, alla sommità, vistosi fiori gialli. Resiste ad un gelo di almeno -20° C (-4° F).

Ferocactus hamatacanthus

Hesperaloe parviflora : chiamata volgarmente Yucca Rossa (sebbene non sia una Yucca) è nativa del deserto di Chihuahua, tra Messico e Texas. Essa è priva di tronco ed assomiglia ad un folto ciuffo d'erba, più largo che alto, con foglie lunghe poco più di 1 metro (40 in) e molto strette. In realtà queste foglie sono carnose, di consistenza simile al cuoio, di color verde-bluastro, con riflessi violacei durante gli inverni freddi. Il tratto più distintivo sono le lunghe infiorescenze, che portano numerosi fiori rossi. La fioritura avviene tra fine primavera ed estate. Si può coltivare praticamente ovunque in Italia, anche nelle zone più fredde, potendo resistere sino a -28° C (-18° F).

Hesperaloe parviflora

Agave parrasana : nativa delle stato di Coauhila, in Messico, è un'Agave di medie dimensioni, raggiungendo un'altezza di circa 60 cm (2 ft). Le foglie sono grigio-verdi, ma il colore non è omogeneo e ci son delle "spolverate" di blu-argento. Le foglie sono lunghe circa 40 cm (16 in), larghe la metà, con margini dentellati e terminano con una grossa spina. La rosetta è formata da molte foglie, piuttosto ravvicinate, conferendo un aspetto piuttosto compatto. Resiste sino a temperature di circa -12° C (10° F), forse qualcosa di più in ambiente asciutto.

Agave parrasana

Opuntia polyacantha : questo Cactus raggiunge un'altezza di circa 40 cm (16 in), ma si espande orizzontalmente per anche 3 metri (10 ft). Le pale sono verdi-chiare, lunghe circa 25 cm (10 in), larghe poco meno e cosparse da numerose spine bianche. I fiori, dalla forma simile a quella del classico Fico d'India, possono esser color giallo o color magenta, a seconda della varietà. Eccezionale resistenza al freddo, fino a punte di -40° C (-40° F).

Opuntia polyacantha

Agave parryi subsp. neomexicana : specie nativa del Nuovo Messico, produce un'elegante rosetta, alta circa 30 cm (1 ft). Le foglie sono color verde-bluastro, con margine e spine nere. Resiste a temperature molto basse, fin sotto i -20° C (-5° F) ed è probabilmente l'Agave più resistente al gelo che esista. L'Agave parryi "classica", ha invece foglie più chiare e le spine son dello stesso colore (invece che nere); inoltre le foglie tendono ad aver un portamento meno assurgente e sono meno compatte/ravvicinate.

Agave parryi subsp. neomexicana

Agave parryi
Agave utahensis : nativa dell'Utah (Stati Uniti), possiede numerose foglie color verde chiaro, lunghe e strette, che terminano con una spina appuntita e formano una rosetta compatta. Il margine fogliare si sfalda facilmente, dando alle foglie un aspetto "filamentoso". Resiste al gelo sino a -20° C (-5° F).

Agave utahensis

Agave bracteosa : specie a crescita lenta, che forma una rosetta alta circa 30 cm (20 in) e larga 50 cm (12 in). Chiamata anche Agave Candelabro, sviluppa foglie color verde chiaro, totalmente prive di spine, che spuntano erette, ma essendo flessibili, crescendo ripiegano verso il basso. Resiste sino a temperature di -12° C (10° F).

Agave bracteosa

Dasylirion texanum : pianta a portamento stile "ciuffo d'erba", di origine Texana e più piccola di altre specie del genere. Foglie verde chiaro, fusiformi, lunghe anche 90 cm (35 in). Tronco cortissimo, poco visibile e spesso sotterraneo, ma infiorescenze spettacolari, che arrivano ad un'altezza di quasi 5 metri (16 ft). Rusticità intorno ai -18° C (0° F).

Dasylirion texanum
Aloe ‘Blue Elf’ : ibrido derivante dalla più delicata Aloe humilis, cresce al massimo mezzo metro (20 in) e si allarga poco più. Le foglie sono strette, color blu-grigiastro, con vistosa dentellatura sul margine fogliare. Il loro portamento è generalmente assurgente e la pianta risulta formata da molte "rosette" ravvicinate. I fiori, raccolti in un'infiorescenza a crescita eretta, sono tubolari ed arancioni. La resistenza al freddo è superiore a quella delle più famose Aloe vera ed Aloe arborescens, tuttavia è senz'altro inferiore rispetto alla maggior parte delle piante citate in questo articolo e si aggira intorno ai -6° C (21° F), forse qualche grado in meno in ambiente asciutto.

Aloe ‘Blue Elf’

Aloe striatula : chiamata anche Hardy Aloe, è nativa del Sud Africa. Secondo alcuni in realtà non apparterrebbe alle Aloe, ma al genere Aloiampelos. Di fatto assomiglia molto all'Aloe, ha foglie  verde scuro, sviluppa più fusti ed ha dunque un portamento arbustivo. Il fusto ha le caratteriste striature (strisce) bianche e verdi e dall'apice emergono le infiorescenze con fiori gialli. Può arrivare ad un'altezza di 1 metro (3.3 ft) e tende ad allargarsi ben oltre. Resiste al freddo almeno sino a -10° C (14° F), probabilmente oltre con qualche lieve danno.

Aloe striatula

Dudleya pulverulentaCrassulaceae che cresce nel Sud della California. La specie forma una rosetta di circa 50 cm (20 inch), con foglie color verde chiaro, inspessite alla base. Le foglie centrali sono molto più piccole di quelle esposte lateralmente. In estate produce una o più infiorescenze con fiori rossi. Fioritura a parte, l'aspetto generale mi ricorda, vagamente, quello dell'Agave attenuata. La resistenza al freddo si aggira intorno ai -10° C (14° F).

Dudleya pulverulenta

Echinocereus triglochidiatus : nativo dell'Arizona, New Messico, può crescere sino a quote di montagna e si dimostra tollerante nei confronti del freddo ed, a seconda della varietà, può tollerare anche -20° C (-4° F). Cactus a forma cilindrica, inizialmente solitario, che tende con gli anni a formare gruppetti formati da individui molto ravvicinati. Alcune varietà possono raggiungere i 70 cm di altezza (28 in), ma solitamente rimangono più bassi. Di norma dotati di lunghe spine, ne esiste però una varietà che ne è priva (Echinocereus triglochidiatus var. inermis). I fiori hanno petali arrotondati color rosso intenso. I frutti sono piccoli, ma commestibili.

Echinocereus triglochidiatus






Echinocereus reichenbachii  : nativo del Messico settentrionale, è un Cactus cilindri-forme scarsamente ramificato, alto al massimo 30 cm (12 in) e largo 10 cm (4 in). Produce fiori color fucsia molto appariscenti. Resistete al freddo almeno sino a -12° C (10° F).

Echinocereus reichenbachii

Yucca filamentosa : Appartenente alla famiglia delle Asparagaceae, nativa del Sud-Est degli Stati Uniti. Priva di fusti, si sviluppa sino ad un'altezza di 3 metri (10 ft). Le foglie sono lunghe, strette, a forma di spada, non molto diverse da quelle dell'A. gloriosa, se non fosse per il fatto che il loro margine tende a sfaldarsi, producendo filamenti biancastri. Solitamente la base è formata da più rosette, ognuna delle quali produce una grossa infiorescenza, con una fioritura che sovrasta la pianta stessa. Resiste gelate intense, anche sino a temperature di -30° C (-22° F).

Yucca filamentosa

Piante Grasse Alte e/o a Portamento Arbustivo :

In questa fascia, quella più a Nord (vicina al muro se possibile), pianteremo le specie che si sviluppano di più e che se collocate in prima fila ombreggerebbero le altre. Purtroppo il numero e la qualità di queste specie non è elevato, dato che la maggior parte di esse richiedono un clima caldo e quindi non verranno citate in questo articolo.


Agave americana : per le caratteristiche di questa Agave vi rimando a qui. Sebbene non sia coltivabile proprio in tutto il Nord Italia, sappiate che regge circa -10° C (14° F) e forse anche un po' oltre. La specie è di grosse dimensioni.

Agave americana
Agave salmiana : Specie nativa del Messico, ha una resistenza al freddo simile a quella dell'A. americana. Le foglie sono color verde scuro, lunghe anche oltre 150 cm (60 in), conferendo un portamento espanso. Chiamata anche Agave Gigante è probabilmente la specie del genere che raggiunge le maggiori dimensioni.

Agave salmiana

Yucca aloifolia : originaria della costa Atlantica degli Stati Uniti, può ricordare la Yucca elephantipes, sebbene quest'ultima sia ben più sensibile al freddo. La Y. aloifolia si sviluppa in altezza, potendo raggiungere occasionalmente gli 8 metri (26 ft), ma solo dopo molti anni di crescita. Le foglie, verdi ed a forma di "spada", sono disposte all'estremità, ma quelle vecchie permangono a lungo anche sul tronco, che risulta spoglio sono nella parte inferiore. Classica infiorescenza terminale con fiori bianchi (con sfumature violacee) a forma di "campana". Resiste sino a temperature di circa -18° C (0° F).

Yucca aloifolia

Fouquieria splendens : chiamato volgarmente Ocotillo, appartiene alla famiglia delle Fouquieriaceae ed è nativo del deserto di Sonora in Messico. Pianta che negli ambienti aridi rimane spoglia a lungo, ma ritorna a far foglie e fiori non appena vi è disponibilità idrica. Il portamento è arbustivo, con molti rami che partono dalla base, senza ulteriormente ramificarsi più in alto. Può arrivare ad un'altezza di 10 m (33 ft) ed è sicuramente una pianta semi-succulenta molto particolare, nonché difficile da reperire, ma che può tollerare un gelo sino a -12° C (10° F).

Fouquieria splendens

Cylindropuntia imbricata : cactus che cresce tra Texas ed Arizona, si sviluppa sotto forma di albero, raggiungendo un'altezza massima di circa 3 metri (10 ft). E' dotato di corti tronchi legnosi su cui si attaccano numerose ramificazioni a forma di "candelabro". Le spine sono bianche, mentre i numerosi fiori sono viola e precedono frutti arancioni, i quali rimangono a lungo attaccati alla pianta. Sopravvive sino a temperature di circa -30° C (-22° F).

Cylindropuntia imbricata

Yucca thompsoniana : una Yucca particolare, nativa del Texas, che si sviluppa su un unico tronco, alto anche oltre 1 metro (3.3 ft) e ricoperto dalle vecchie foglie ormai morte e secche. E' in grado di ramificare (leggermente) ed è quindi possibile che, con gli anni, si formino una o più biforcazioni, ma nel complesso ha un portamento spiccatamente "colonnare". Le foglie sono lunghe e strette, a forma di "pugnale", di color verde glauco e particolarmente folte. La fioritura è simile a quella di molte altre specie del genere e l'infiorescenza può raggiungere il metro di altezza (3.3 ft). Può resistere sino a temperature di almeno -15° C (5° F), ma è facilmente confusa con la Yucca rostrata, che è più sensibile al gelo.

Yucca thompsoniana

Yucca gloriosa : nativa del Sud-Est degli USA è una specie sia a singolo fusto, sia a più tronchi che partono dalla base. Può raggiungere un'altezza di circa 250 cm (8 ft). Foglie verdi molto lunghe e strette, che terminano appuntite e raggiungono la maggior larghezza della parte centrale; hanno la classica forma a "spada". Fioritura estiva, simile a quella delle altre specie del genere. Resiste senza danni sino a temperature di circa -18° C (0° F).

Yucca gloriosa

Opuntia engelmannii : cactaceae nativa del Sud degli Stati Uniti (dalla California alla Louisiana). Questo Fico d'India di Engelmannii ha portamento arbustivo, sembra privo di un vero tronco, ma raggiunge ugualmente un'altezza di anche 3 metri (10 ft). Le pale sono ovali, lunghe al massimo 30 cm (12 in) e larghe 20 cm (8 in). Le areole sono disposte in maniera simmetrica ed ognuna di esse ha un numero di spine, giallastre e rosse alla base, comprese tra 1 e 3. Produce fiori gialli e successivamente frutti violacei commestibili, ma con poca polpa, utilizzati prevalentemente per fare marmellate. La resistenza al freddo non è ottima come quella di altre specie fin qui menzionate, può tuttavia sopportare un gelo fino a -12° C (10° F) ed in ambiente secco forse anche oltre. Nonostante ciò, alcuni sostengono che la resistenza al freddo sia decisamente superiore a quella riportata.

Opuntia engelmannii

Yucca brevifolia : chiamata anche Joshua Tree, è una delle poche specie del genere resistenti al gelo e che abbia un portamento che ricorda quello di un albero, potendo raggiungere i 12 metri di altezza (39 ft). La chioma è espansa e molto ramificata (ricorda un candelabro), con le foglie collocate solo all'apice dei rami. Queste ultime sono color verde chiaro, dal margine giallognolo e, come suggerisce il nome, relativamente corte (per il genere Yucca). Anche le infiorescenze sono leggermente più corte di quelle tipiche del genere, con però i classici fiori bianchi a forma di campana. Sebbene resista sino a -12° C (10° F), richiede massime giornaliere più alte e credo mal sopporterebbe giornate sottozero ed alta umidità; detto questo nel giusto microclima del Nord Italia potrebbe farcela. Inoltre, alcune fonti danno la specie ancora più rustica, fino a -23° C (-10°F), quindi l'unico modo è testarla nel proprio giardino e vedere i risultati.

Yucca brevifolia

Piante Grasse Penduli o Ricadenti :

Quest'ultima categoria è riservata a quelle piante che "pendono", si possono coltivare in vaso mettendole sopra un muretto e facendo si che ricadendo lo coprano.

Hylotelephium sieboldii (sin. Sedum sieboldii) : produce numerosi steli lunghi in media 30 cm (12 in), che penzolano verso il basso. Le foglie sono verdi-grigio, a forma tondeggiante e riunite a gruppi di 3 lungo lo stelo. Nel complesso il portamento (e le foglie) può ricordare vagamente quello del Cappero. La resistenza al gelo è alta, più o meno come le altre specie del genere menzionate in precedenza. La fioritura è autunnale e le foglie muoiono durante l'inverno.

Hylotelephium sieboldii

Delosperma cooperi : pianta strisciante o ricadente nativa del Sud Africa ed appartenente alla famiglia delle Aizoaceae. Le foglie sono succulente, verdi, a sezione quasi cilindrica ed aghiformi. Fiorisce in continuazione per tutta l'estate ed i fiori, color rosa-pallido e con numerosi petali molto sottili, hanno le peculiarità di aprirsi di giorno e chiudersi con il buio. Ottima resistenza al gelo, sino a -28° C (-18° F).

Delosperma cooperi

Graptopetalum paraguayenseGraptopetalum paraguayense : pianta semi-rustica che può resistere a circa -8° C (18° F), anche se c'è chi sostiene possa resistere ben di più. E' una Crassulaceae che forma numerose rosette di 10 cm (4 in) di diametro, ognuna situata all'estremità di uno stelo lungo anche oltre 30 cm (12 in). Gli steli non sono eretti, ma tendono a pendere verso il basso. Le foglie hanno il caratteristico color bianco-grigiastro con sfumature diverse a seconda dell'esposizione al Sole, avendo in alcuni casi riflessi di tonalità gialle e rosa. I fiori, piccoli, bianchi-gialli ed a forma di stella, compaiono in primavera.

Fiori di Graptopetalum paraguayense