sabato 21 dicembre 2019

Quali Piante Fioriscono in Autunno ed Inverno ?

La brutta stagione è di norma caratterizzata dal riposo vegetativo, in Autunno, infatti, le piante decidue iniziano a perdere le foglie e si preparano ad affrontare la neve ed il gelo invernale; tuttavia anche le piante sempreverdi, pur non defogliandosi, riducono il proprio metabolismo, aumentando così la propria resistenza al freddo.

Per queste ragioni, nei climi temperati, la maggior parte delle specie vegetali fiorisce nel periodo primaverile od al più nella prima parte dell'estate, così da aver davanti a sé più mesi con alte temperature e maturare al meglio i propri frutti.

Ma se sognate un giardino sempre fiorito e volete comprare una pianta che faccia fiori proprio quando le altre fanno cadere le foglie, non preoccupatevi, in questo articolo parlerò di quelle (poche) specie a fioritura autunnale ed invernale che, sprezzanti del freddo, dei cieli grigi e delle poche ore di luce, ci regalano colori (e profumi) inaspettati.



PREMESSA :

Ovviamente quanto detto sopra è tanto più vero, quanto più il clima è freddo. Nelle zone tropicali, ad esempio, le fioriture sono meglio distribuite durante l'anno e, semmai, sono influenzate dalle piogge, più che dalle temperature e laddove non vi sia una stagione secca (es. foreste pluviali equatoriali) le piante fioriscono a più riprese durante tutto l'anno.

Questa premessa era d'obbligo per far capire che, anche in Italia, nelle zone più miti del Sud (es. Sicilia) si possono coltivare specie sub-tropicali che molto più frequentemente fioriranno "fuori stagione", come ad esempio la Ceiba, i cui fiori a Palermo sono osservabili nel periodo che va da Ottobre a Dicembre, discorso analogo si potrebbe fare con la Stella di Natale che fiorisce appunto durante il periodo natalizio (in realtà non son veri fiori); tuttavia queste specie hanno una scarsa resistenza al gelo e non possono esser coltivate all'aperto nella maggior parte d'Italia.

Tra tutte le piante a fioritura Autunno/Invernale, qui citerò esclusivamente quelle rustiche, resistenti al gelo e che si possono coltivare con facilità anche nel Nord Italia.


Caratteristiche delle Fioriture Autunnali ed Invernali 

In questa categoria inserisco tutte quelle specie la cui fioritura avviene nei mesi compresi tra Ottobre e Febbraio; ovviamente il periodo può variare considerevolmente anche in funzione del clima, della latitudine e dell'esposizione. Un esempio su tutti è il Mandorlo (Prunus dulcis) che nelle zone costiere della Sicilia è in fiore già a fine Gennaio e, nelle annate particolarmente miti, persino a Natale, mentre nella Pianura Padana non fiorisce prima di fine Febbraio/inizio Marzo.

I fiori invernali sono di norma più piccoli di quelli primaverili e, salvo rare eccezioni,  hanno colori meno sgargianti, essendo per lo più bianchi o giallo pallido. Insomma non si può pretendere di aver fiori rossi sfumati e grossi come quelli della Bignonia.

Le fioriture autunno-invernali hanno un'altra peculiarità, forse per via delle basse temperature, sono assai scalari e prolungate, talvolta per anche 2 o 3 mesi; inoltre in alcune specie sono rifiorenti, nel senso che la fioritura si può interrompere nei periodi di gelo più inteso, ricominciando successivamente.

Ed ora, dopo le dovute premesse, è il momento della lista, con una breve descrizione della specie, correlata dalle immancabili fotografie.


I Migliori Arbusti Perenni a Fioritura Autunno-Invernale :


1) Camelia Invernale (Camellia sasanqua)

La Camelie è acidofila, a suo agio in terreni a pH inferiore a 7 ed è forse la pianta simbolo del Lago Maggiore. Esistono più specie di Camelia, ma le più diffuse essenzialmente si distinguono in Camelie Primaverili (Camellia japonica), che fioriscono tra Febbraio ed Aprile e Camelie Invernali (Camellia sasanqua). Quest'ultima fiorisce per un lungo periodo e, a seconda della Cultivars, si possono trovare in fiore da fine Settembre (le più precoci), sino a Gennaio (le più tardive).

La C. sasanqua è sempreverde, ma ben resistente al gelo e si sviluppa sotto forma di piccolo albero, spesso a portamento slanciato.

I fiori di questa specie sono in assoluto i più vari e colorati tra quelli che sbocciano in questi mesi; possono esser bianchi, rossi o con diverse tonalità di rosa, aver molti o pochi petali, esseri singoli o doppi, a forma di Anemone o di Peonia; insomma se deciderete di piantare una Camelia invernale nel vostro giardino avrete un'ampia scelta varietale.

Talvolta questa specie viene utilizzata come siepe, riuscendo spesso a fiorire nonostante le drastiche potature; tuttavia credo che così perda il suo fascino e che debba poter crescere liberamente, anche perché possiede un portamento davvero elegante. 

Fiori Rosa Camellia sasanqua
Fioritura Camellia sasanqua

2) Corbezzolo (Arbutus unedo)

Di pianta ne avevamo già discusso qua. Si tratta di una specie sempreverde, tipica della macchia Mediterranea, che produce piccoli frutti rossi eduli e ottimi per esser trasformati in marmellata. 
Il Corbezzolo è una pianta rustica e, sebbene nativa di climi ad inverno mite, riesce a tollerare il freddo ed il gelo del Nord Italia, almeno fino a -15° C (5° F). Ha uno sviluppo arbustivo e, solitamente, cresce su più tronchi, raggiungendo un'altezza massima di 10 metri (33 ft).

I fiori, come consueto nella famiglia delle Ericacee di cui fa parte, sono a forma di campana, bianchi e rivolti con l'apertura verso il basso. Essi sono raggruppati in infiorescenze emesse sin dall'estate, ma non si aprono prima dell'autunno. In Italia il Corbezzolo fiorisce indicativamente da Ottobre a Dicembre, sebbene alcune varietà, soprattutto in climi freddi, possono esser ancora in fiore in Gennaio/Febbraio.

Un'altra peculiarità è il fatto di aver frutti rossi e fiori bianchi contemporaneamente, ciò la rende particolarmente ornamentale in questa stagione.

Arbutus unedo

Fiori Corbezzolo
3) Calicanto (Chimonanthus praecox)

Questa specie si sviluppa sotto forma di albero di medie dimensioni, raggiungendo un'altezza di circa 4 metri (13 ft), sebbene si possa ridurre drasticamente con opportune potature.

Il Calicanto è una specie a foglia caduca, tuttavia le foglie cadono tardivamente ed è comune vederle gialle (ma ancora sulla pianta) a fine Dicembre.
Diversamente dalla maggior parte delle piante decidue, che fioriscono in concomitanza dell'emissione delle nuove foglie, il Calicanto fiorisce proprio mentre le sta perdendo.

La fioritura inizia in Dicembre, ma continua anche in Gennaio e Febbraio. I fiori sono singoli, spuntano da gemme situate sull'intera lunghezza del ramo, ma più concentrate all'estremità, sono rivolti verso il basso ed emanano un profumo molto gradevole. I fiori son dotati di petali giallo tenue ed una parte centrale di color rosa-violacea.

Fioritura Calicanto

Fiori Calicanto

Chimonanthus praecox

4) Erica Invernale (Erica carnea ed ibridi)

Erica è un genere che conta innumerevoli specie, tendenzialmente di piccole dimensioni, sebbene esistano specie, come l'Erica arborea, tipica delle Isole Canarie, che diventano veri e propri arbusti di medie dimensioni.
L'Erica carnea è invece nostrana e cresce ai margini delle pinete sulle Alpi e sugli Appennini. Essa appartiene alla famiglia delle Ericacee (come il Corbezzolo) è sempreverde, raggiunge a stento i 50 cm (20 in), ma nell'ambiente ideale tende ad allargarsi.
Possiede esili rami, che formano una chioma fitta. Le foglie sono piccolissime, aghiformi e disposte per l'intera lunghezza dei rami, mentre i fiori, anch'essi di piccole dimensioni, sbocciano sulla parte terminale dei rami emessi durante la precedente estate e sono di color bianco o rosa/violetti a seconda della varietà.

La fioritura dell'Erica è molto scalare e tipicamente invernale, potendo iniziare già a metà Dicembre e finir anche ad inizio Marzo.

Erica carnea

Fiori Erica carnea

5) Nespolo Giapponese (Eriobotrya japonica)

Questa pianta è molto diffusa al livello ornamentale nelle città, ma è anche coltivata per la produzione delle Nespole Giapponesi, frutti dolci-aciduli che si trovano in vendita tra Aprile e Giugno.


Il Nespolo del Giappone è una specie sempreverde che si sviluppa come pianta di medie dimensione, con foglie larghe e portamento elegante e, sebbene gradisca il clima Mediterraneo, può sopravvivere anche a forti gelate.

I suoi fiori sono di piccole dimensioni e riuniti in un'infiorescenza a forma piramidale che emerge dall'apice dei rami. I singoli fiori sono color bianco-beige, con 5 petali, come tipico delle Rosacee, a cui appartiene la specie.
La fioritura è molto prolungata, inizia tra Ottobre e Novembre, ma può protrarsi a lungo. Nel Nord Italia capita che fiorisca in pieno Autunno, poi smetta per il freddo di Gennaio e riprenda in Febbraio, insomma, oltre ad esser scalare può esser rifiorente.
Quasi dimenticavo, la fioritura, oltre ad esser di bell'aspetto è profumata e fa avvertire la sua presenza sin da lontano.

Fioritura Nespolo Giapponese

Eriobotrya japonica
6) Aralia (Fatsia japonica)

Stupenda pianta dall'aspetto decisamente tropicale ed ornamentale, con grandi foglie sempreverdi, con lobi profondamente incisi.
L'Aralia ha un portamento cespuglioso, non cresce molto in altezza, resiste bene al freddo, ma nei luoghi più gelidi è consigliabile scegliere una posizione riparata, inoltre gradisce zone piuttosto ombrose.

L'infiorescenza cresce eretta e ramificata, i fiori sono raggruppati all'apice di ogni ramificazione e disposti in maniera circolare (come fossero sulla superficie di una sfera). Essi sono piccoli e color bianco/crema. La fioritura avviene in Autunno, indicativamente Ottobre-Novembre.

Fiori di Fatsia japonica

7) Gelsomino d'Inverno (Jasminum nudiflorum)

Questo Gelsomino appartiene al genere Jasminum, che di norma comprende specie sempreverdi da climi caldi o subtropicali ma lui, a differenza degli altri Gelsomini e del Falso Gelsomino, perde le foglie in inverno.
Il Gelsomino d'Inverno, talvolta conosciuto anche come Gelsomino di San Giuseppe, è originario della Cina ed è un rampicante dotato di rami semi-rigidi che rimangono verdi (non marroni) anche nella fase adulta. Data l'ottima resistenza al freddo è ampiamente utilizzato a scopo ornamentale, per abbellire ringhiere e muretti di confine.

Jasminum nudiflorum produce tanti fiorellini, dalla tipica forma "ad elica", ma di color giallo (non bianco, come tipico dei Gelsomini) e privi di profumo.
La fioritura del Gelsomino invernale inizia in Dicembre e può protrarsi fino all'emissione delle nuove foglie nelle primavera successiva.

Jasminum nudiflorum

Fiori Gelsomino d'Inverno

8) Gelsomino di Notte (Solanum jasminoides sin. Solanum laxum)

Non fatevi ingannare dal nome, questa pianta non appartiene alla famiglia dei gelsomini, bensì a quella delle Solanacee (come Pomodori, Melanzane, Tamarillo, etc.).
Il Gelsomino di Notte è una pianta sempreverde di origine Sud Americana e si sviluppa come rampicante.
La sua resistenza al freddo è leggermente inferiore rispetto alle specie sin qua menzionante, ma accostandolo ad un muro è possibile coltivarlo anche in buona parte del Nord Italia, sino a temperature minime di -12° C (10° F). Negli inverni più gelidi potrebbe perdere parte della chioma, ma di norma rigetta in primavera.

I fiori sono bianchi (talvolta blu o rosa pallido) e sbocciano su racemi a formati da una ventina di essi.
In realtà questa specie è rifiorente, quindi la potrete vedere in fiore anche in primavera-estate, anzi proprio nella bella stagione si avrà la fioritura più abbondante; nonostante ciò fiorisce tutto l'anno, inverno compreso, cosa molto rara in piante con una tale resistenza al freddo.

Nel Solanum jasminoides la fioritura "fuori stagione" si concentrerà nella prima parte delle brutta stagione, indicativamente da Ottobre a Dicembre, diminuendo progressivamente in Gennaio-Febbraio, anche in funzione dell'andamento termico.

Solanum jasminoides

Fioritura Gelsomino di Notte

9) Il Bastone di San Giuseppe (Edgeworthia chrysantha)

Chiamato anche Arbusto della Carta, ha un portamento tozzo, crescendo più in larghezza che in altezza ed avendo corti rami, ma di buon diametro ed estremamente flessibili.
Edgeworthia chrysantha è una specie decidua coltivata per i suoi fiori color giallo-crema (rossi in alcune varietà), a forma tubulare e disposti sulla superficie di infiorescenze a forma sferica.
Altra caratteristica di questi fiori è il loro intenso profumo.

Tra le piante sin qui trattate la Edgeworthia chrysantha è quella a fioritura più tardiva, i suoi fiori si apriranno solo un bel po' dopo la totale perdita delle foglie e non li vedrete prima di Gennaio inoltrato. In altre parole una pianta a fioritura prettamente invernale (non autunnale).

Edgeworthia chrysantha

Fiori Edgeworthia chrysantha

10) Ciliegio Invernale (Prunus x subhirtella 'Autumnalis')

I Ciliegi, ed in generale tutti i Pruni, sono il simbolo della primavera, in quanto la loro abbondante fioritura solitamente avviene tra Marzo ed Aprile.
Il Ciliegio d'Inverno, che in realtà è un ibrido ottenuto dall'incrocio delle specie Prunus incisa e Prunus spachiana, è un'eccezione, dato che fiorisce in maniera molto scalare, con un picco nei mesi di Dicembre-Gennaio-Febbraio, sebbene possa fiorire anche nel tardo autunno, prima della completa perdita delle foglie.

Prunus x subhirtella si sviluppa sotto forma di albero, di dimensioni leggermente più contenute rispetto al classico ciliegio (Prunus avium) ed ha un portamento espanso e leggermente pendule.
Questa pianta decidua ha un'ottima resistenza al freddo e preferisce ambienti freschi, mal sopportando il caldo torrido del Sud Italia. Nel Settentrione ben si presta per l'alberatura stradale ed i suoi fiori bianco-rosa pallido risaltano soprattutto se vi è uno sfondo grigio scuro.

I fiori sono solitari e vengono prodotti da gemme a fiore più concentrate all'apice dei rami di un anno. Sbocciando gradualmente fanno si che la fioritura non sia così copiosa come quella dei Ciliegi primaverili.

Prunus x subhirtella in Autunno

Prunus x subhirtella in Inverno

Fiori Ciliegio d'Inverno

11) Nocciolo (Corylus avellana)

Questa pianta arbustiva decidua cresce nei boschi di latifoglie, anche in bassa montagna, e si sviluppa su più tronchi (emette polloni in continuazione), inutile ricordare che possiede un'ottima resistenza al gelo.

Il Nocciolo fiorisce nei mesi di Gennaio e Febbraio, ha fiori femminili piccoli e del tutto trascurabili, mentre quelli maschili sono degli amenti, lunghi anche oltre 10 cm (4 in) e sottili, color giallo intenso che, appena mossi dal vento, liberano nell'aria una gran quantità di polline, che visivamente assomiglia ad una polvere gialla.
Un fiore invernale un po' diverso da quelli visti sin qua, ma non per questo meno ornamentale.


12) Maonia (Mahonia x media) :

Tra le diverse specie appartenenti al genere Mahonia, la specie più coltivata in Italia è senza dubbio la Mahonia x media, che in realtà si tratta di un ibrido, ottenuto dall'incrocio tra Mahonia oiwakensis e Mahonia japonica.


La Mahonia x media si sviluppa sotto forma di arbusto sempreverde multi-tronco a portamento tondeggiante e raggiunge un'altezza massima di 4 metri (13 ft), sebbene si mantenga spesso di dimensioni più contenute.
Le foglie sono color verde scuro, composte e formate da 7-13 foglioline, disposte a copia lungo l'asse, tranne quella terminale, perpendicolare alle altre.
Questa specie ama posizioni piuttosto ombrose ed è spesso piantata nei giardini condominiali o all'ombra di piante ad alto fusto.

Le infiorescenze terminali (spuntano dalle gemme apicali dei rami) sono delle spighe, ovvero racemi stretti ed allungati. Da ogni ramo vengono prodotte diverse infiorescenze, ognuna di esse formata da innumerevoli fiori gialli, che emanano un leggero profumo.

La fioritura della Maonia è invernale e la si può osservare in fiore da prima di Natale sin a Marzo. Esistono poi specie che anticipano ulteriormente il periodo di fioritura.

Mahonia x media

Fioritura Mahonia x media

Fiori Mahonia x media


Fuori dalla lista vorrei menzionare la Mimosa, il simbolo dell'8 Marzo e dunque una pianta a fioritura primaverile, tuttavia, in zone miti, dove viene spesso coltivata, questa pianta sempreverde anticipa di molto la fioritura ed i primi fiori si possono osservare già da inizio Febbraio.

Mimosa in Fiore

Esistono anche piante che, pur fiorendo in altri periodi dell'anno, riescono a farsi notare durante la brutta stagione, per via dei loro frutti colorati che rimangano attaccati alla pianta durante l'inverno.
Tra tutti gli esempi vorrei ricordare l'Euonymus europaeus (di cui potete vedere le foto cliccando qua), le cui bacche rosa sono in netto contrasto con la vegetazione marrone-grigia di questa stagione.

Ho volutamente escluso dalla lista le piante non arboree. Se volessimo considerare anche le specie erbacee potremmo citare, in ordine di fioritura, le Violette, i Ciclamini ed i Bucaneve.

Se piantati in luoghi miti, anche alcuni Bulbi primaverili possono fiorire sul finir dell'inverno, come ad esempio le Primule ed i Narcisi, che ai primi tepori di febbraio possono far sbocciare i loro fiori.

Narcisi nella Neve

venerdì 6 dicembre 2019

Akebia quinata, Un Rampicante dai Frutti Commestibili - Coltivazione e Cura

L'Akebia quinata è una pianta rampicante a crescita rapida, coltivata per lo più a scopo ornamentale, per via della splendida fioritura primaverile, tuttavia produce anche dei bei frutti, che solo poche persone sanno che si possono mangiare

Nelle prossime righe descriverò l'Akebia quinata dal punto di vista botanico, fornendo utili informazioni per la sua coltivazione.

Frutto Akebia quinata Aperto

Origine, Distribuzione e Curiosità :

L'Akebia quinata è nota nei paesi anglosassoni con il nome "Chocolate Vine", traducibile in "Liana o Vite del Cioccolato", per via del portamento rampicante, simile a quello della Vite, e dei fiori che emanano un leggero profumo di cioccolato.

L'A. quinata appartiene alle Lardizabalaceae, una famiglia composta da circa 40 specie, suddivise in 9 generi, tutti di Liane, ad eccezione del genere Decaisnea, le cui specie hanno portamento arbustivo.  

Il genere Akebia conta 5 specie, tutte di origine asiatica :

  • Akebia chingshuiensis : nativa di Taiwan, è forse la meno conosciuta e diffusa allo stato naturale
  • Akebia longiracemosa : nativa della Cina, è caratterizzata da infiorescenze particolarmente lunghe, che ricordano un grappolo d'uva
  • Akebia quinata : la più comune in Italia a livello commerciale, nonché oggetto dell'articolo
  • Akebia trifoliata : simile alla precedente, con la differenza che ogni foglia è formata da 3 foglioline (e non 5)
  • Akebia x pentaphylla : si tratta in realtà di un ibrido tra le due specie precedenti

L'A. quinata è originaria dell'estremo oriente e si ritrova allo stato naturale in Cina, Corea e Giappone.
L'habitat naturale di questa pianta è rappresentato dalle zone a clima temperato ed umido, la specie cresce infatti ai margini delle foreste, lungo le rive dei fiumi (es. Fiume Giallo in Cina) ed, a macchia di leopardo, anche sui pendii, sino ad una quota di circa 1500 metri (4920 ft).

Questa specie fu importata negli USA intorno al 1850, per poi naturalizzarsi in molti stati, diventando di fatto infestante e selvatica.
Data la sua natura invasiva, la Nuova Zelanda ne ha vietato l'importazione, al fine di evitare che, sfuggendo dal controllo dell'uomo, possa colonizzare nuovi territori, mettendo a rischio la biodiversità locale.

In Italia è diffusa a livello ornamentale ed utilizzata per ricoprire recinzioni, mura o pergolati, regalando cospicue fioriture ad ogni primavera.

Nell'antica medicina tradizionale cinese l'Akebia quinata ricopriva un ruolo di rilievo sin dagli albori e le diverse parti (fusto, foglie, frutti etc.) erano lavorate ed utilizzate a scopo anti-infiammatorio e/o diuretico. Dai semi si può estrarre un olio dal quale produrre saponi.


Com'è Fatta l'Akebia quinata ? - Botanica e Fisiologia 

Questa specie si sviluppa sotto forma di pianta rampicante o, in assenza di appiglio, strisciante/tappezzante. Se lasciata crescere liberamente può raggiungere un'altezza di circa 10 m (33 ft), sebbene le dimensioni possano esser contenute a piacere con opportune potature.

Gemma a Fiore Akebia quinataL'A. quinata, diversamente da altri rampicanti (es. Vite), non è dotata di viticci con cui aggrapparsi al sostegno, di conseguenza per potersi sostenere cresce avvolgendosi a spirale su pali, ringhiere e quant'altro incontri. Il portamento risulta quindi piuttosto disordinato, una sorta di groviglio di esili rami.

Gemma a Legno Akebia quinataLe foglie sono piuttosto grandi e dotate di un lungo picciolo semi-rigido. Ognuna di esse è in realtà composta da 5 foglioline ovali disposte in direzione dei vertici di un pentagono regolare, ovvero ruotate di circa 70° l'una dall'altra. Il loro aspetto atipico ricorda molto una vegetazione di tipo tropicale, più che da climi temperati.
Un'altra caratteristica di indubbio valore ornamentale è il color violaceo della nuova vegetazione.

Questa pianta è una specie semi-sempreverde, ovvero inizia a perdere le foglie solo quando fa veramente freddo e, nei luoghi in cui non gela, potrebbe mantenerle sino all'emissione della nuova vegetazione, comportandosi come una sempreverde.
Nel Nord Italia le foglie possono persistere anche sino a Gennaio, quando tutte le piante decidue hanno perso le foglie ormai da un paio di mesi.


L'Akebia quinata è una pianta monoica, un'unica pianta produce dunque due tipi di fiori : maschili o femminili.
Già sul finir dell'inverno iniziano ad ingrossarsi le gemme che daranno origine ai fiori. La specie produce infiorescenze (racemi) penduli con un numero variabile (in media 6-12) di fiori, i quali sono di color viola/porpora, con diverse sfumature e possibili differenze tra le cultivars, come ad esempio l'Akebia quinata var. Alba, che produce fiori bianchi.
In un'infiorescenza i fiori maschili sono più numerosi ed in un rapporto di circa 5 a 1 con quelli femminili. Il fiore "maschio" è però più piccolo, dal colore più pallido e decisamente meno appariscente. Il fiore "femmina" è composto da 3 grossi petali arrotondati che quasi racchiudono i pistilli (parte riproduttiva femminile), presenti in numero variabile (indicativamente da 3 a 7).
I fiori emanano una tenue fragranza che ricorda l'odore del cioccolato, cosa assai rara tra le piante di climi freddi (tali profumi son più comuni nelle essenze tropicali).

La fioritura, che dura al massimo un mese, è sempre generosa ed avviene nel periodo primaverile, nel Nord Italia indicativamente tra fine Marzo ed Aprile/inizio Maggio.

Fiori Maschili Akebia quinata

Fiore Femminile Akebia quinata
Nota Bene

L'A. quinata è una specie tipicamente autosterile e non produrrà alcun frutto se piantata isolata. Se volete coltivare la specie come pianta da frutto, se vorrete semi per propagarla o semplicemente trovate ornamentali i frutti sulla pianta, dovrete piantare almeno 2 piante, facendo attenzione a che non provengano entrambe da un pollone di un'unica pianta madre (sarebbero geneticamente identici e quindi non in grado di impollinarsi vicendevolmente).
Quando le trovate in vendita in un Vivaio è probabile che siano cloni; cercate varietà particolari (es. "Variegata" od "Alba"), così da aver la certezza di comprare cloni diversi o quantomeno, se non è specificata la varietà, prendete le piante in due Vivai diversi, con due etichette diverse.

Frutticini Allegati Akebia quinataSe l'impollinazione va a buon fine, da ogni fiore femminile si formeranno in media da 1 a 5 frutti. Essi sono delle dimensioni di una patata, color grigio/viola tenue ed, a maturità (mese di Settembre), si apriranno lungo una spaccatura longitudinale, lasciando intravedere l'interno del frutto. Esternamente la buccia è liscia, dalla consistenza simile a quella del cuoio, mentre internamente è soffice, quasi vellutata.
La polpa è separata dalla superficie interna del frutto da uno strato di aria, motivo che rende i frutti assai leggeri. La polpa, leggermente profumata,  racchiude numerosi semini neri, ha la forma di una pannocchia, un color biancastro trasparente ed una consistenza gelatinosa.

Questi frutti ricordano, per forma, dimensione ed "attacco" alla pianta, quelli dell'Asimina triloba, sebbene pesino soltanto 70 grammi (2,5 Oz), poiché ripieni d'aria.

Frutti Immaturi in Estate Akebia

Ma com'è il sapore di un frutto di Akebia quinata ?

Eggià questi frutti sono eduli e si possono mangiare tranquillamente. Il sapore è particolare e, personalmente, lo trovo piacevole, con un retrogusto dolce e vanigliato; tuttavia il grosso problema sono i semi e la consistenza della polpa, che rendono impossibile la masticazione.
In altre parole è un "Mangia e Sputa", nel senso che dovrete mangiare parte della polpa insieme ai semi, dopodiché la polpa si scioglierà in bocca ed i semi dovranno esser sputati.
Ecco, più che il gusto in sé (a mio avviso dolce e buono) è la scomodità che rende questo frutto del tutto marginale.

Frutto Maturo Aperto Akebia quinata

Come Crescere l'Akebia quinata ? - Coltivazione, Esposizione, Potature, Moltiplicazione e Cure

La Liana del Cioccolato una volta affrancata crescerà ad una notevole velocità, facendo tralci lunghi diversi metri ad ogni stagione. Oltre a questo, le radici sono piuttosto superficiali ed hanno la tendenza ad emettere polloni ed i nuovi rami toccando terra possono radicare. Insomma, una pianta dall'alto potenziale infestante, ma facilmente contenibile con un paio di potature all'anno.

L'A. quinata cresce bene in pieno Sole, ma tollera egregiamente anche la mezz'ombra ; può essere coltivata anche in zone ombrose, come nel sottobosco di foreste decidue, tuttavia qui la fioritura sarà praticamente nulla e la vegetazione meno densa.
Se dovete scegliere dove piantare la vostra pianta prediligete posizioni in cui prenda almeno qualche ora al giorno di luce diretta, in linea di massima più Sole prenderà più fiorirà, anche se oltre le 6 ore di Sole diretto non si avrà più alcun incremento.
In zone calde e secche del Sud Italia è bene scegliere esposizioni che godano di qualche ora di ombra, almeno nelle ore centrali della giornata.

Questo rampicante possiede un'ottima resistenza al freddo che gli permette di non subire danni neppure con temperature inferiore ai -20° C (-4° F). Certamente con queste temperature (ed anche superiori) perderà tutte le foglie e si comporterà come pianta decidua.

Portamento e Germogliamento in Primavera AkebiaLa nuova vegetazione, invece, è piuttosto sensibile ai cali termici e non è raro che le prime tenere foglioline vengano bruciate dalle brinate tardive.

L'Akebia quinata, pur preferendo quelli ben drenanti (sabbia, limo) rispetto a quelli compatti (argilla), si sviluppa su un'ampia gamma di terreni, tollerando un pH dall'acido al leggermente basico.
Fiori Bianchi Akebia quinata var. AlbaLe concimazioni in un terreno mediamente fertile non sono necessarie, semmai potrebbe esser utile creare un bello strato di pacciamatura che, oltre a non far crescere le erbe infestanti ed a mantenere fresco ed umido il suolo, provvederà a rilasciare nutrienti a poco a poco, funzionando come un concime a lenta cessione.

La resistenza alla siccità è media e nei primi due anni d'impianto è consigliabile innaffiare almeno una volta a settimana, onde evitare un crescita stentata e, nei casi più gravi, addirittura la morte.
Una volta affrancata può crescere senza grosse irrigazioni (almeno nel Nord Italia), tuttavia in zone in cui passino più di 3-4 settimane senza che cada una goccia d'acqua a terra sarebbe meglio bagnare un paio di volte al mese. Ricordatevi, l'Akebia quinata non è di certo un Olivo e la macchia Mediterranea è un habitat piuttosto arido per il suo sviluppo ottimale.


Le potature si rendono necessarie per contenere lo sviluppo della pianta infatti, se lasciata crescere liberamente, la specie tende ad espandersi ed ad aggrapparsi a qualsiasi cosa incontri, soffocando spesso la vegetazione che si trova sul proprio cammino.
L'A. quinata sopporta potature invernali anche drastiche ed è quindi possibile tagliare i rami alla base, lasciando solo poche gemme; ciò nonostante è meglio eseguire una potatura più leggera; una troppo pesante, infatti, pur non uccidendo la pianta, potrebbe comprometterne la fioritura.
Data l'elevata vigoria e la crescita veloce è bene eseguire anche una potatura a verde, durante l'estate (dopo la fioritura), rimuovendo tutti quei getti assurgenti o striscianti.
Insomma, sotto molti punti di vista la Liana del Cioccolato può essere allevata/potata come fosse una siepe.

La riproduzione è una cosa piuttosto semplice e lo scopo può esser raggiunto tramite diverse tecniche. Una pianta adulta e cresciuta in piena terra emetterà nuovi polloni, sarà sufficiente rimuoverne uno e trapiantarlo in un vaso; alternativamente è possibile prendere uno dei tanti rami striscianti che, stando a contatto col suolo, avranno emesso spontaneamente radici e possono esser dunque tagliati, avendo cura di prelevare anche le nuove radici.
A livello vivaistico, la moltiplicazione di piante cresciute in vaso avviene tramite talea. Si prelevano rami di circa 15 cm (6 inch), derivanti dai germogli della primavera precedente, e si lasciano radicare in terriccio mantenuto costantemente umido.

Data l'efficienza delle tecniche di riproduzione vegetativa appena descritte, difficilmente l'A. quinata viene propagata per semina.
Ottenere una pianta da seme richiede più tempo e dovranno trascorrere più anni per veder la prima fioritura; tuttavia è l'unico modo per aver piante geneticamente diverse (non cloni), quindi in grado di impollinarsi vicendevolmente.

Se si volesse seminare la cosa più semplice è prelevare i piccoli semini neri, separarli dalla polpa appiccicosa e deporli in vasi con del buon terriccio, ricordandosi di tenere i vasi all'aperto durante l'inverno (devono "sentire" il freddo), in modo che possano germogliare efficacemente durante la primavera successiva.

Fioritura Akebia quinata

Frutti Akebia Maturi Appesi

Frutti Quasi Maturi Akebia quinata